Prologo-I'm
coming
4
anni prima...
La ragazza era seduta su "quel" letto a maledire "quel" giorno.
Perchè si era perdutamente innamorata di "quel" ragazzo?!
"Quello" sbagliato. Ecco che lo vide di fronte a se. Stava
lì a guardarla
tristemente. Sembrava come se a un momento all'altro si volesse
uccidere.
"Elise,ne
sei "veramente" sicura? Hai fatto tutte le analisi? Cioè hai
fatto il... il coso?"
Lo
guardò molto infastidita. Le sembrava di ritornare all'asilo
quando le chiedevano se avesse il pannolino. Posò la borsa
sul letto e da lì fece uscire un test di gravidanza. Lo
prese in mano e glielo mostrò...
"Che
cosa vedi? Dimmelo te se credi che io non sia tanto intelligente quanto
te!"
Il
ragazzo lo fissò per minuti. Se lo passò fra le
mani e lo ridò ad Elise.
"Mica
le capisco queste cose io! Ci sono solo segnetti e colori strani!"
La
ragazza gli diede una botta sulla testa e si buttò sul
letto. Le scese una lacrima, era disperata solo diciasette anni e
doveva già avere delle responsabilità?! In quella
casa loro si erano conosciuti e lì
sarebbe stato contenuto il loro segreto. Si alzò in piedi e
con la rabbia che le saliva gli bisbigliò.
"Tom!
Svegliati! Stiamo per avere un bambino! Stai per diventare padre!
Smettila di essere così infantile!"
Il
ragazzo girò per la stanza per vari secondi e quando
rincontrò lo sguardo della sua amata,andò verso
di lei e la baciò sulla fronte, lasciandole cadere qualcosa
nella giacca.
"Ti
amo Elise... Ci tengo che tu lo sappia"
Molto
lentamente il ragazzo salì le scale, come se quello fosse un
addio e da quella sagoma vivente diventò un'ombra. Elise si
alzò per cercarlo, ma non c'era. Era dentro la macchina,
partito. Lei, però era
sicura che sarebbe tornato fino a quando non trovò un
foglietto nella sua giacca era da parte sua. Lo aprì e lo
lesse...
"Cara
Elise,
non
vorrei che questo ti possa far sentire abbandonata, ma ho bisogno del
mi tempo,
non
posso diventare padre ora. Ho il liceo da finire, questo
sarà il mio ultimo anno e
vorrei
passarlo tranquillamente, vorrei passare una gioventù felice
e non con impegni,
ora
non posso.
Quando
nascerà il nostro bambino ti prego di non dirmelo e se
vorrai abortire io non
sarò
di certo quello ad impedirtelo, so che queste parole sono crudeli, ma
è la verità.
Ti
lascio solo duemila euro che ho raccolto facendo lavoretti per
pagarmiuna quota
del
viaggio di fine liceo per tuo figlio. Li troverai vicini al box dei
cani. Dentro la ciotola
del
cibo.
Con
affeto Tom."
P.S.
io ti ho sempre amato e ti amerò ancora... dopo tutte queste
cose, buona fortuna Ellie
Appena finì di leggere tutto ciò la ragazza
sembrò afflitta, si sentì cadere il mondo
addosso. Iniziò a piangere. Il suo amore dai tempi delle
medie era sparito, volato via da un giorno all'altro... Non poteva
crederci. Non sapeva che fare in quella situazione, tra otto mesi
avrebbe avuto un bambino e non sapeva che dire ai suoi genitori quando
si sarebbe presentata a casa con un figlio. Avrebbe voluto che
fosse tutto un sogno. In quel momento pensò seriamente di
abbortire e lasciare tutto.
Oggi
Elise era con la sua Beth e la sua migliore amica Samantha distesa sul
prato del suo giardino a giocare. Sua figlia aveva molti tratti del
padre come i suoi occhi azzuri e il suo sorriso. Le mancava lui. Da
quando era andato via non si era più innamorata, amava solo
lui e non sapeva perchè non riusciva a scordarselo...
Ad
un tratto le arrivò un messaggio. Era da un numero
sconosciuto.
"Elise,
vieni un attimo al bar davanti a casa tua. Ti devo parlare".
Samantha
la guardò in modo strano. Le vide il sorriso timido sulla
bocca e quelle guance rosse che le venne subito un dubbio e le chiese.
"Che
succede Elise? Hai un nuovo ragazzo e non mi hai detto niente?"
"No."
ansimò per un secondo "Puoi tenere un attimo Beth? Devo
andare a fare una cosa?"
La
ragazza sorrise e mentre Elise stava uscendo dal cancelletto le disse...
"Salutami
il tuo ragazzo!"
Quando
arrivò davanti al bar vide "quel" ragazzo. Era un po'
maturato e cambiato, ma era LUI. Era Tom. Si sentì cadere,
aveva passato gli ultimi quattro senza di lui ed ora ce lo aveva
davanti. Non
poteva essere...
"Tom?!
Come... che cosa vuoi?"
Tom
la guardò distaccato e le rispose:
"Elise,
sono venuto a sapere che hai partorito... Come si chiama?"
La
ragazza si girò di corsa per scappare da quell'incubo. Non
poteva essere tornato! Tom la prese per il braccio e la fece girare.
"Potevi
farti vivo prima, no?! E' nata quattro anni fa, mi sembri leggermente
in ritardo... comunque lei si chiama Beth."
Il
ragazzo le sorrise e con tranquillità le disse:
"Ah
bene. Senti Elise, posso riavere i miei soldi?. Mi sono accorto di aver
fatto un grosso errore a lasciarti i miei duemila euro."
La
ragazza sembrò una pentola a vapore, era diventata rossa. La
rabbia le stava facendo girare la testa...
"Certo!
Riprenditi pure i tuoi soldi! Sei proprio uno stronzo, sai?!"
ansimò per un secondo cercandosi di calmare e
tirò fuori dalla borsa i bigliettoni. "Ed io che mi ero
illusa che saremmo potuti diventare una famiglia!" Gli diede i soldi e
lui se li prese.
Mentre
Elise se ne stava andando piena di rabbia, tornò indietro e
diede a Tom una foto della bimba dicendogli:
"Tieni
la foto di tua figlia, porco! Almeno se la vedrai capirai quanto hai
perso..."
e
se ne andò...
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