The only reason for smile.

di Biebersguitar
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-Claire! Claire!- Alex mi fece cadere giù dalle nuvole e ritornai con i piedi per terra.
Ero di nuovo nella mia scuola superiore a sognare su quello che avrei potuto fare nel pomeriggio che mi aspettava.
Alex sorrise. Lui mi faceva sentire meglio. Eravamo migliori amici e ci eravamo rincontrati quell'anno.
Ci eravamo conosciuti a due anni e ad otto anni, dopo la morte della madre, si era allontanato con il padre in Canada, a Toronto.
Mi ricordavo ancora quel giorno, quando gli stavo dicendo addio prima che partisse. Eravamo nell'aeroporto di Los Angeles, dove abitiamo, e avevo dei grandi goccioloni negli occhi.
-Claire, non piangere. Ti prego- disse Alex.
Aveva appena otto anni e sembrava un ventenne. Prima lo paragonavo ad un sedicenne ma ora penso che i ragazzi della mia età non siano poi così maturi.
Alex mi asciugò le lacrime e, dopo un lungo e doloroso abbraccio di addio, se ne andò.
Poi, un anno fa lo rincontrai. Lui e suo padre decisero di ritornare qui in America e, per caso, me lo trovai in classe.
Ora eravamo vicini di banco.
-A che pensi Claire?- mi chiese con un sorriso dolcissimo.
Lo fissai negli occhi. Mi mancava.
Mi mancavano le sue risate, la sua voce, i suoi occhi e il suo cane. Diciamo che Poppie era quella cosa che mi mancava di più.
Sorrisi.
-Stavo pensando a noi due, quando te ne sei andato- anche lui sorrise.
-Signorina Flutt, esca subito dall'aula. Hai rivolso molte occhiate al tuo vicino di banco- disse la professoressa.
Mi alzai e uscii dall'aula. Sentii delle risate alle mie spalle.
Corsi in bagno. Odiavo la mia società.




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