Dedicata a Harriet per il suo
compleanno (che è stato qualche tempo fa… ma vi assicuro che ce
l’avevo fatta a spedirle la fic per tempo!XD)
Nell’appartamento affittato da soli pochi giorni c’era aria
di festa.
Non che i vicini di casa avessero da
lamentarsi più di tanto. Finchè il rumore
prodotto dai festeggiamenti non si fosse protratto fino ad
ore più tarde della notte, andava bene così. Era bello vedere una
famigliola, per quanto strana come quella, festeggiare in allegria.
Alcune delle signore più curiose si chiesero quale
ricorrenza venisse salutata con tanto entusiasmo, dato
che nessuna festa comandata era segnata sul calendario. Forse un compleanno…
forse un qualche evento interno alla famiglia…. I nuovi arrivati, per quanto
bizzarri, sembravano così ben assortiti tra di loro
che nessuno indovinò l’occasione festeggiata.
Quel giorno ricorreva un anno esatto da quando i quattro
(cinque a dire il vero, ma i vicini ignoravano dell’esistenza della piccola creaturina bianca, che a tutti gli effetti era parte del
gruppo) si erano incontrati la prima volta e avevano preso a viaggiare insieme.
“Campaiii” strillò allegramente Mokona, impossessandosi dell’ennesima bottiglia.
In realtà ormai gran parte del baccano era
prodotto dall’animaletto e dall’inseguimento in atto nell’altra stanza. Il
“capofamiglia” cercava disperatamente di impedire a Shaoran
di farsi male, dato che agitava il vaso dei fiori come fosse una spada, e di
fargli smettere di chiamare “Kurogane-san” metà degli
oggetti che incrociava per strada.
Sakura, già di natura debole
all’alcol, non aveva retto il colpo delle bevande ad alta gradazione che
vendevano in quel mondo e sedeva sprofondata tra i cuscini del divano, con la
testa a ciondoloni e gli occhi semichiusi.
Accanto a lei c’era Fay. Osservava
assorto, come ipnotizzato, il contenuto del bicchiere mezzo vuoto che soppesava
in mano. Si rendeva conto che l’alcol era arrivato pesantemente al cervello e
questo non era bene. Preferiva di gran lunga fingersi
ubriaco che esserlo davvero. Quando beveva veramente
troppo non erano certo esagerate esplosioni di allegria
il suo problema. In una serie di flash gli passarono davanti agli occhi episodi
del suo passato… e un episodio spinoso di qualche giorno
prima.
“Uff… l’alcol mi deprime…” disse
al bicchiere, sorridendo.
Sakura si riscosse leggermente al
suono della sua voce e si voltò verso di lui, con aria tutt’altro
che sveglia.
“Sai una cosa, Sakura-chan?”
iniziò lui, un po’ per via dell’effetto disinibitore
dell’alcol, un po’ perché in quel momento forse Sakura
capiva meno del bicchiere.
“Io sono una persona cattiva! Tutti si mettono d’impegno… tu
ti sforzi tanto… per ritrovare i tuoi ricordi… E io… Non passa
giorno in cui non desideri non ricordare più niente…”
Fece una pausa. L’ebbrezza sembrava avergli tagliato il
fiato.
“Guardandoti uno dovrebbe capire che i ricordi sono
importanti… che non importa quanto possa far soffrire, uno deve tenerseli
stretti… Ma io proprio non ce la faccio ad imparare da
te…”
Prese fiato di nuovo perché quel
discorso gli stava costando fatica. Se non fosse stato pieno di
alcol fino alla testa probabilmente non l’avrebbe mai fatto.
“Ti invidio. Tu non sai quanto ti invidio…” sussurrò appoggiando il bicchiere al tavolo e
abbandonandosi sullo schienale.
Lei lo guardò, come se cercasse di concentrarsi su quello
che stava dicendo, ma gli occhi le si chiudevano e Fay si sentì incoraggiato a continuare.
“E’ mostruoso anche solo pensarlo, ma io sono fatto così! Tu
non saprai mai quante volte guardandoti ti ho
invidiata… Se fosse capitato a me di perdere la memoria, non mi sarei mai messo
in viaggio per ritrovarla…”
Mokona cadde addormentato sulla
sedia dove stava ballando e lasciò cadere la bottiglia che si ruppe per terra.
Meno male che almeno la vorace creaturina aveva
finito il suo contenuto.
Automaticamente Fay si alzò per
raccogliere i cocci sparsi per terra, per metterli lontano dalla portata dei
suoi “bambini”. Non che fossero irresponsabili… erano solo un po’ ubriachi al
momento.
Da qualche parte sentì la voce di Shaoran
gridare con enfasi “Devo colpire così, Kurogane-san?”,
seguita da un tonfo e dalle grida infuriate del ninja.
Sentendo la voce di Kurogane gli si strinse il cuore.
Sistemati i vetri, recuperò una coperta e coprì Mokona che ronfava già della grossa. Sperò che il sonno
post-sbronza fosse abbastanza pesante da non lasciarsi interrompere dal pesante
russare della loro guida.
Tornò al divano per recuperare il suo bicchiere, per buttare
altra benzina sul fuoco, come si usa dire. Portò con
sé un’altra coperta per Sakura, perché si aspettava
di trovare la principessa ormai addormentata, ma era ancora ferma come l’aveva
lasciata, gli occhi semichiusi che si sforzavano di tenerla desta.
“Credo sia ora di dormire, Sakura-chan…”
gli disse dolcemente, avvolgendole la coperta attorno alle spalle.
Le prese la mano e l’aiutò ad alzarsi. Piano piano condusse la ragazzina verso la stanzina dalle pareti
rosa che all’unanimità era stata scelta per essere la sua camera da letto.
Sempre tenendole la mano, l’aiutò a raggiungere il letto senza andare a
sbattere contro il resto della mobilia e la lasciò solo quando la principessa
fu al sicuro, sdraiata sul materasso.
Sakura però non gli lasciò la
mano.
“Fay-san…?”
La passeggiata dal salotto fin lì doveva averle
donato qualche briciola di sobrietà, perché i suoi occhi sembravano un
pochino più svegli.
“Hai bisogno di qualcosa?” chiese premurosamente il mago.
“Fay-san io…” la ragazza strinse
forte la sua mano “…Mi dispiace che Fay-san si senta triste…”
Fay sgranò gli
occhi sorpreso.
“Mi dispiace che i suoi ricordi non siano felici… Anche se
io non ricordo molto, le memorie che abbiamo ritrovato sono felici… E i nuovi
ricordi di questo viaggio… anche se alcuni momenti sono stati difficili… sono
felici… sono tutti ricordi felici…Perciò i dispiace… Io non posso capire… Non
posso far niente per Fay-san…”
Gli occhi di Sakura si chiusero e
due lacrime sottili corsero giù, bagnando il cuscino.
“Però… anche se non posso guarire i ricordi tristi di Fay-san… Posso aiutarlo a creare nuovi ricordi felici…
possiamo farlo tutti insieme… Nuovi ricordi felici per
tutti… giusto…? …Fay… san…”
Sakura era già addormentata prima
di finire la frase, ma la sua mano ancora stringeva quella del mago. Fu una
fortuna per la reputazione di Fay che la principessa
si fosse addormentata, o qualcuno avrebbe visto per la
prima volta i suoi occhi celesti che si facevano umidi.
Con delicatezza sfilò la mano dalla presa della principessa
e la coprì con le coperte, rimboccandole per bene. Lei si accoccolò in quel
tepore e Fay le scostò i capelli che le erano finiti
davanti alla faccia. Quando si fu assicurato che Sakura avrebbe
dormito tranquilla, comoda e calda uscì dalla stanza e chiuse la porta.
In quel momento Kurogane uscì
stravolto dalla camera di Shaoran, chiudendo la porta
alle sue spalle. Fay sentiva le
parola di Sakura che riecheggiavano nella sua
testa (forse per colpa dell’ubriacatura) e il cuore accelerò i battiti.
“Maledizione a quel coso peloso e alla sua geniale trovata
di festeggiare!” esclamò spazientito.
Fay ridacchiò. Kurogane
non si rendeva nemmeno lontanamente conto di quanto fosse cambiato. Dallo
scorbutico ragazzone attaccabrighe che si era mostrato in principio, era
diventato un gran bravo padre di famiglia. Ancora scorbutico e forse un tantinello attaccabrighe, certo… Ma quanta strada era
passata da quando aveva annunciato con astio che non aveva intenzione di
immischiarsi nelle faccende degli altri e che se ne sarebbe stato in disparte
finché non fosse ritornato a casa!
Un anno. Un anno esatto.
“Sarebbe stato un peccato non festeggiare il nostro primo
anniversario, non trovi?” lo punzecchiò Fay.
“Tsk…” fu l’unico commento che
ebbe in risposta.
Il mago si sarebbe aspettato qualche commento su un intero
anno passato lontano da casa, su quanto fosse
stressante passare un anno in compagnia di un gruppo di scapestrati, su quanto
non ci fosse nulla da festeggiare in un anno simile. Kuro-chan
era davvero cambiato.
“Kuro-myu…” lo chiamò ancora Fay. Il ninja si voltò a
guardarlo con le sopracciglia aggrottate.
“Riguardo a quello che mi hai detto
l’altro giorno…”
Kurogane si irrigidì.
Fosse stato per lui avrebbe preferito non tornare mai
più sull’argomento. Quando ci si sforza a dar voce a
quello che si pensa, vedere il proprio interlocutore rispondergli
sbrigativamente e voltargli le spalle non era molto incoraggiante.
“Credo… di aver cambiato idea.” continuò
il mago sorridendogli.
Kurogane quasi si strozzò dalla
sorpresa.
“Hai bevuto troppo?” gli domandò scettico.
“Mh… non abbastanza per straparlare! Ci ho solo ripensato. Hai ragione tu… io…
devo smetterla di guardarmi alle spalle di continuo…” la loquacità di Fay fece pensare a Kurogane di essere lui quello che aveva bevuto troppo. Forse aveva le
allucinazioni…
Fu subito smentito perché Fay
attraversò il corridoio e gli si buttò letteralmente addosso abbracciandolo
così stretto da togliergli il fiato.
“Creiamo dei nuovi ricordi felici per tutti…
insieme…”
Sul volto di Kurogane comparve un
sorriso, uno piccolo piccolo
perché i ninja non possono sorridere come dei maghi
idioti e ci sono cose che proprio non possono cambiare, nemmeno dopo un anno di
convivenza. Accarezzò la testa di Fay e la accompagnò
per far sì che alzasse il volto verso di lui. Non sembrava davvero ubriaco,
quindi il Kurogane si chinò un pochino e lo baciò. Il
mago, che in effetti non era più ubriaco da un pezzo,
rispose con l’entusiasmo del tutto genuino che serbava da troppo tempo dentro
di sé.
All’inizio del loro viaggio Fay
sarebbe scappato a gambe levate, si sarebbe chiuso a riccio e si sarebbe
isolato dal mondo dietro ad un sorriso di pietra.
Ma in un anno alcune cose cambiano…