The
Point Between Rage and Serenity
È una cosa
che vale per tutti noi mutanti, nessuno escluso.
Il segreto del
controllo sta in questo, nel focalizzare un’immagine che ci
dia la forza necessaria a tenere tutto sotto controllo.
Sicuramente
l’hai sempre ricordato a tutti, avrai sondato le menti di
ognuno dei tuoi giovani allievi per riportare in superficie il loro
ricordo più luminoso, come hai definito il mio.
Sono... Geloso?
“Sei stato
l’unico. Loro avevano solo bisogno di qualcuno che gli
dimostrasse di fidarsi. Che credesse in loro.”
Mi volto a guardarti
con un mesto sorriso, per quanto possa trovare irritante il fatto che
riesci sempre a insinuarti nella mia mente non riesco ad essere
arrabbiato.
Mi semplifica molte
cose, cose che non riesco a dire a voce, cose che vorrei dire ma non
posso.
Cose che vorrei che
tu sapessi.
“E tu
invece? Tu hai visto il mio ricordo ma io non posso vedere il tuo. Non
mi sembra leale come cosa.”
Ormai in queste
settimane, solo settimane? Mi sembra di conoscerti da sempre, ho capito
che quando ridi in quel modo è perché mi trovi
ingenuo, come uno di quei ragazzini.
Ma anche per questo
non riesco ad arrabbiarmi.
Non ci si
può arrabbiare con quegli occhi, è impossibile.
Per quanto ci possa
provare non riuscirò mai.
E lo sai, Charles.
“L’incontro
con Raven. Il momento in cui ho finalmente capito che non ero solo, che
c’erano altre persone speciali come me.”
Avrei dovuto
immaginarlo, solo dicendolo ti si illuminano gli occhi.
Credi così
tanto in questa mutazione, credi che un giorno, lentamente, il mondo ci
accetterà e magari ci chiederà anche aiuto.
Che saremo tutti su
uno stesso piano.
È un
ideale di pensiero che ti si addice, ma ho visto uomini che si
pensavano superiori che non hanno agito così.
Tu non sei loro, non
potresti mai far del male o usare la tua abilità per questo
ma come per le persone normali, anche tra i mutanti ci sono persone con
quei desideri.
Manie di grandezza,
di dominio.
Tutto ricomincerebbe.
Un altro sterminio.
Ancora una volta.
I campi.
Le urla.
Il dolore.
La cenere che si alza
col vento e ti viene addosso.
L’identità,
il nome strappato di dosso come una camicia logora.
Il fango.
Le false promesse.
Il vuoto.
È questo
che invade la mia mente in poco meno di un istante, il vuoto.
Ogni cosa si fa
bianca ai miei occhi, la Terra si muove attorno a me, mi solleva, o
forse mi schiaccia.
Mai come in questo
momento, mai un pensiero mi ha reso così vulnerabile e
stanco.
Non riesco
più a controllare il mio corpo, penso che... Mi
lascerò andare ora.
Dopo sarà
tutto passato.
“Erik!”
Mi riscuoto di colpo
aggrappandomi alla balaustra come se d’improvviso fosse
diventata l’unica cosa solida e sicura attorno a me.
Non era la prima
volta che mi chiamavi, me ne rendo conto dalla tua espressione.
Su, forza, leggi
nella mia mente cosa stavo pensando, cosa mi ha terrorizzato per un
attimo, più del pericolo di una guerra nucleare che dovremo
forse fermare.
Guarda, non ti
fermerò, non ti dirò di non farlo.
Voglio che tu lo
sappia.
Stringo
così forte la balaustra che le nocche si sono fatte bianche,
la mano trema, come forse tutto il mio corpo.
Ho vissuto una volta
quell’orrore, la disumanità della razza umana
verso se stessa.
Il fatto che sono un
mutante non porterà nulla di buono, mi farà
vedere quegli orrori ancora, e ancora, e ancora.
Vorrei
non essere così!
Posi la mano sulla
mia, un gesto delicato, come sempre, come ogni tuo movimento.
Oh, si!
Hai sentito quello
che ho appena pensato e non ti è piaciuto.
Vorrei dirti
semplicemente che non sono in me, ma non ce n’è
bisogno, non abituarti a vedermi così, Charles, non
accadrà più.
“Non sei
solo. Non ti lascerò solo.”
È
incredibile come poche parole possano rinfrancare la mia mente.
Incredibile quanto la
tua voce possa rilassarmi, farmi tirare un sospiro di sollievo,
sorridere.
Non sei solo un
telepate, non puoi essere solo questo.
C’è
molto di più e so bene che non hai usato il tuo potere di
controllo mentale solo per calmarmi.
Sei troppo leale e se
sai che ci sono altre soluzioni le usi.
Chiudo gli occhi,
dovrei scusarmi per quello che ho detto.
Che ho pensato.
“Su,
riprova.”
Sposti la mano e
già mi sembra di essere di nuovo schiacciato a terra, se non
cercassi di incanalare il mio potere in entrambe le mani forse tornerei
a stringerla.
“Un
punto tra la rabbia e la serenità.”
Penso di averlo
trovato ora, Charles, e non è più un lontano
ricordo.
Sei tu.
È la mia
paura di rivedere l’inferno, la mia paura di perderti, e il
tuo essere qui.
Al mio fianco.
No, non
siamo soli.
Angolo Autrice:
Prima FanFic scritta nel fandom e una delle poche in cui decido di
tenere tutti i personaggi vivi e integri.
Per tutto il film
continuavo a pensare che Erik avesse solo bisogno di un abbraccio,
bene, nemmeno l'ha avuto qui, non ci stava bene insomma... xD
Spero vi sia piaciuta
e... spero di non aver scritto una cavolata dietro l'altra.
nel caso... abbiate
pietà~.
Bye Bye~
Aki
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