01
Caldo. Troppo caldo.
Non ne poteva più.
Si alzò di scatto dalla sedia e aprì la porta della sua stanza
sbattendola rabbiosamente.
“DRACO!! FA CALDO!!!” Ginny, capelli arruffati e sguardo omicida, con
passo sicuro si stava dirigendo verso lo studio di Draco, poche porte più in là
lungo il corridoio del secondo piano, intento a scrivere gli inviti per il loro
matrimonio.
“Ginevra, mi spieghi cosa ne posso io?” Alzò gli occhi dal foglio che
stava scrivendo, con aria divertita, seppur stanca.
“PORCA MISERIA! Sei o non sei il padrone di questa casa?! Ordina a quei
cavolo di Elfi Domestici di fare qualcosa! Non ne posso più! Non riesco a fare
niente!! Sono due ore che cerco di sistemare i capelli, ma con questo diavolo di
odioso caldo umido, non ce la farò mai! Poi sei tu quello che dovrà presentare
ai tuoi ospiti una futura moglie che di decente ha poco! Fai un po’ tu!”
Sbraitò, in preda a una crisi isterica.
Draco alzò un sopracciglio. “Cara Signora Malfoy, chiederlo personalmente
agli Elfi Domestici è troppo complicato?”
“Draco, lo sai che non mi ascoltano.” Si lagnò.
“E tu fatti ascoltare! Non puoi sempre venire a chiedere aiuto a me! E
ora lasciami finire di scrivere, per favore…” Sbuffò, facendole segno con la
mano di uscire dalla stanza.
Ginny sembrò rassegnarsi all’idea di dover intraprendere una dura lotta
con gli Elfi Domestici.
Uscì dallo studio e, con passi decisi, tenendosi la gonna del vestito
alta, si diresse verso la scalinata.
“Ginevra…!” La richiamò Draco, sbuffando, seppur divertito.
“Che c’è?! Che vuoi? Con te non ci parlo più io!” Sbottò, girandosi di
scatto.
“…se evitassi di andare in giro per il castello in reggiseno, magari gli
Elfi Domestici imparerebbero a rispettarti di più, non credi?” Nascose un ghigno
estremamente divertito.
Ginny ci pensò su un momento, e poi realizzò che, effettivamente,
indossava solo un reggiseno rosa, oltre alla gonna lunga del vestito che stava
provando fino a poco prima. Arrossì furiosamente, contro la sua stupidità e per
rabbia nei confronti di Draco, non per effettiva vergogna.
“Vaffanculo!” Sbottò, girò i tacchi e si diresse altezzosamente verso la
sua camera.
Entrò, sempre tenendosi la gonna con le mani tirata su fino alle cosce e
con un piede si chiuse la porta alle spalle, sbuffando per cercare di spostare,
senza molto successo, una ciocca di capelli che le si era appiccicato alla
guancia, coprendole la vista dall’occhio destro.
Si tolse la gonna in fretta e furia, e indossò un leggerissimo vestitino
di seta azzurro, si legò i capelli, e prese un bel respiro, pronta a farsi
valere una volta per tutto con gli Elfi Domestici.
Erano tre settimane che era
arrivata a vivere lì, e ancora quegli insulsi esserini la ignoravano
completamente, o al massimo, quando e se le rivolgevano la parola, la
chiamavano Signorina Weasley…le dava suoi
nervi! Senza contare che se chiedeva
qualcosa, ridevano e si giravano dall’altra parte.
Avesse potuto usare la bacchetta, ne avrebbe già uccisi tre o
quattro.
Quel bastardo di suo, anche se
non ancora ufficialmente ma da li a poco, marito invece sembrava trovare la
cosa particolarmente divertente, e non muoveva un
dito per mettere a posto la situazione.
Malfoy Senior la pensava esattamente come il figlio, e Narcissa la
compativa, visto che gli stessi Elfi Domestici si erano comportati così anche
con lei, per i primi tempi in cui era entrata in quella casa come Signora
Malfoy. Sicuramente, essendo lei una Black e comunque essendo conosciuta da
tempo dagli Elfi Domestici della famiglia, il trattamento era stato comunque
meno scandaloso, ma anche lei c’era passata, e aveva dovuto farsi
valere.
In poche parole nessuno sembrava intenzionata a fare qualcosa per
aiutarla: infatti conquistare il rispetto degli Elfi Domestici era una delle
cose fondamentali per essere considerata una Malfoy a pieno titolo, quindi
nessuno si azzardava a metter naso nel suo rapporto, decisamente poco proficuo,
con gli Elfi Domestici.
Ma basta! Avevano smesso di trattarla come una pezzente e di ignorarla!
Si era veramente stufata!
Arrivò nelle cucine, sbattendo violentemente la porta.
Con atteggiamento altezzoso e sguardo schifato, incrociò le braccia al
petto scrutando la fauna che popolava in quel momento quel lurido
luogo.
Gli Elfi Domestici, dopo averla fissata a lungo per capire cosa volesse
ancora quella Babbanofila da loro, (qui anche gli Elfi Domestici fanno
discriminazioni ^^ NdA) e continuando a chiedersi perché non si togliesse dai
piedi, decisero di tornare ai loro lavori e ignorarla, come al
solito.
“Ehi tu…” Ginny, chiamò.
L’Elfo si girò, con espressione sorpresa. “Chi, io?” Chiese, quasi
ridacchiando, come se fosse ovvio che la risposta dovesse essere
negativa.
“Si, tu. Vieni qui.” Rimase impassibile. L’Elfo sembrò confuso da quella
reazione insolita e autoritaria della ragazza e un po’ ebbe paura. Ma non si
fece intimidire, e si girò dall’altra parte, diretto verso il lavandino dove
doveva posare le teglie sporche che aveva in mano.
“E’ un ordine.” Tirò fuori la bacchetta. “Spero che non vogliate che la
usi! Non mi va molto, sinceramente: sporcare il mio vestito nuovo con il vostro
lurido sangue è una delle ultime cose che desidero fare. Ma se mi vedo
costretta…” Il tono di voce era regolato sull‘annoiato e sicuro di se’, un po’
strascicato, che ricordava un po’ quello di Draco.
L’Elfo sgranò gli occhi enormi color cielo. Non sapeva che fare.
Disubbidire avrebbe anche potuto causare guai.
“Fermo lì! Noi non prendiamo ordini da una Babbanofila pezzente!”
Intervenne uno di quegli esserini, con gli occhi grandi e neri ridotti in due
fessure, per provocarla.
“Ecco scovato il capo dei ribelli. Sta attento a come parli! Così insulti
il tuo padrone: chiamare ‘Babbanofila pezzente’ la sua futura moglie, non mi
sembra molto educato.”
Il piccolo esserino deforme sembrò accusare il colpo, e non
ribatté.
“TU! Vieni qui. Non farmelo ripetere due volte.” Roteò scocciata la
bacchetta verso l’Elfo dai grandi occhi azzurri.
L’Elfo deglutì, ma non si lasciò intimidire, più che altro minacciato
anche dalle facce contrarie e minacciose dei suoi compagni, che l’avrebbero
ucciso con le loro stesse mani se avesse osato farlo.
Ginny decise che era venuto il momento di intervenire.
Con aria annoiata, roteò la bacchetta. “Mi state costringendo ad
usarla!”
L’Elfo dai grandi occhi neri parlò, con un ghigno divertito
“
La Signorina Weasley va ancora
a scuola, è minorenne! Non può usare la magia!”
“Ah no?! Beh, però posso sempre prenderlo a calci.” Si avvicinò al
piccolo Elfo e lo prese per la veste lurida, con espressione schifata, e lo
lanciò verso il muro di fronte.
Poi si avvicinò e cominciò a prenderlo a calci, mentre il resto degli
Elfi Domestici nella sala rimaneva immobile, sconcerto.
Dopo che ebbe sfogato tutta la rabbia che aveva dentro da qualche tempo a
causa di tutti i piccoli maltrattamenti e le risatine che quei luridi esseri le
avevano riservato negli ultimi tempi, Ginny si fermò, constatando con
soddisfazione che i visi di parecchi Elfi erano contratti in espressioni
spaventate e inorridite.
Il piccolo Elfo, seppur abituato a certo genere di punizioni, emise un
ultimo gemito strozzato di dolore prima di accasciarsi a terra
sfiancato.
“Qualcun altro vuole dire qualcosa?” Girò lo sguardo autoritario intorno
a se, ma fra gli sguardi tornati ad essere per lo più sprezzanti non si alzò
nessuna voce.
“Bene, perfetto. Ora, se non vi dispiace, vorrei che uno di voi si
decidesse a fare qualcosa per l’insostenibile caldo-umido che alberga
comodamente nella mia camera e che non mi permette di aggiustarmi i capelli come
si deve, oltre che a vivere. Allora?” Nessuno si fece avanti. Ginny, stufa, non
si lasciò scoraggiare, e tirò parecchi schiaffi sulla testolina dura anche
all’Elfo dai socchiusi occhi pece accanto a lei, che sembrava decisamente
capeggiare la situazione.
Vedendo il compagno soffrire, qualche Elfo decise di farsi avanti, con
riluttanza.
“Bene, posso constatare felicemente che abbiamo parecchi volontari!
Perfetto. Allora vieni tu!” Indicò una piccola femmina decisamente giovane e
uscì dalla stanza, aspettandosi di venir seguita, e così accadde.
Salendo le scale, prima di arrivare alla sua stanza passò davanti allo
studio di Draco che, vedendola seguita dalla piccola Elfa, sorrise e si alzò in
piedi, raggiungendo la porta e appoggiandosi allo stipite.
Mentre la piccola Elfa svolgeva i suoi incantesimi, Draco si avvicinò a
Ginny e la baciò.
“Finalmente ce l’hai fatta. Sono fiero di te!” Le sorrise.
“Comincio a trovare la box uno sport piuttosto proficuo.” Ginny ricambiò
il sorriso, trionfante.
“Non ci voleva molto. Bastava farti valere e non solo scaldarti e urlare
ogni volta che gli Elfi ti ignorano. Devi farti rispettare. Quanti ne hai fatti
fuori?” Le chiese, facendole un occhiolino.
“Solo due, sono stata magnanima!”
“Uff, ma devo proprio insegnarti tutto?! Va beh, sarà per la prossima
volta! Ora ho una bella idea per riscaldare nuovamente l’atmosfera della tua
stanza…” La prese per mano e, facendole l’occhiolino, la trascinò dentro,
chiudendo fuori dalla stanza la piccola Elfa che aveva seguito Ginny e che aveva
appena finito di fare l’incantesimo alla stanza.
“Dai Draco, non mi sembra il caso! Io devo ancora prepararmi e sono già
le sei, e tu devi finire di scrivere gli inviti e da un momento all’altro
tornano i tuoi e…dai Draco!” Il ragazzo non era intenzionato a sentire
ragioni.
“Devo recuperare il tempo perso negli ultimi mesi!” La spinse sul letto,
mentre lei rideva, baciandola un po’ ovunque.
“Smettila! Non vorrai finire come l’ultima volta! Poi ti tocca stare di
nuovo a digiuno!” Sorrise, cercando di liberarsi, anche se con poca
convinzione.
“Eh no! La prossima volta mi trovo un amante.” Chiarì il biondino,
cominciando a infilare la mano sotto la leggera veste di seta azzurra che lui
stesso le aveva regalato la settimana prima, durante una loro visita a
Hogsmeade.
Ginny non replicò, e decise che forse cinque minuti poteva anche
concederglieli…
…ma nell’esatto istante in cui le sue mani stavano per finire di
sbottonare i pantaloni di lui, fece capolinea nella stanza Narcissa, con in
braccio Syberia, fissandoli con espressione scandalizzata.
“VOI DUE! Ma vi sembrano queste cose da fare a quest’ora del giorno
quando avreste mille altre cose da fare?!” Sbottò, non nascondendo però del
tutto un espressione decisamente divertita.
“Mamma!” Draco sbuffò, alzandosi in piedi e ricomponendosi. “Non stavamo
facendo nulla di male…”
Il viso di Ginny rasentò il rosso porpora e si affrettò a sistemarsi e ad
alzarsi in piedi, facendo un leggero inchino. “Signora Malfoy. Ci
scusi…”
Narcissa scoccò ai due ragazzi un’ultima occhiata di rimprovero, e poi si
avvicinò posando Syberia fra le braccia della madre, che la accettò volentieri,
cominciando a cullarla.
“Grazie per averla portata a fare un giro.” Sorrise Ginny, lasciando che
la piccola dai grandi occhi color ghiaccio, pressoché identici a quelli del
padre, afferrasse con la manina il suo dito indice per giocarci, mentre anche
Draco la osservava ammirato.
“Di niente, è sempre un piacere! Questa bambina è così brava. Altro che
Draco! Questo viziato non faceva altro che piangere, sempre alla ricerca di
attenzioni! Non potevo lasciarlo solo un secondo, che cominciava a tirare degli
urli da buttare giù tutto il castello!” Sorrise la donna, per poi avviarsi verso
la porta. Si fermò sulla soglia. “Fa un bel fresco in questa stanza. Posso
supporre che il tuo rapporto con gli Elfi Domestici sia migliorato!” Si voltò a
guardare Ginny, che sorrise annuendo.
“Perfetto! Ora Draco, per favore, vieni nel tuo studio, che devi finire
di scrivere gli inviti e io devo farti fare qualche modifica. Ginevra, quel
vestito che è sul letto è osceno! Tra cinque minuti sarò da te con un Elfo
Domestico e vediamo cosa si può fare per rimediare al tuo poco gusto in fatto di
vestiti…” Detto questo uscì, seguita da Draco, che chiuse la porta dietro di se
facendole l’occhiolino.
Niente da fare, quella donna non cercava di fare il minimo sforzo più del
necessario per stare simpatica alla nuora. Non c’era volta che non avesse da
ridire su qualcosa. Una vera suocera con i fiocchi si era andata a scegliere!
Niente di quello che faceva andava mai bene.
L’unico motivo per cui Narcissa si impegnava a mantenere comunque con lei
un rapporto che si potesse definire per lo meno sopportabile era solo legato al
fatto che era la moglie di suo figlio e la madre di una delle creature che la
donna ammirava di più oltre a se stessa e al figlio.
Eh già, con i suoi grandi occhi grigi e l’aria da signorina indipendente,
Syberia aveva già conquistato tutta la famiglia Malfoy, Elfi Domestici compresi.
Il fatto che in quella casa la sopportassero quasi come una di famiglia
lo doveva solo all’enorme influsso positivo che aveva la sua dolce figlioletta
su coloro che vivevano nel castello.
Ginny sorrise alla piccola creatura che la osservava con cipiglio
contrariato non si sa bene da cosa.
“Cucciolotta! Come stai? Cosa ti ha fatto fare la nonna?!” Ginny si
divertiva un mondo a parlare alla piccola in quel modo, perché sapeva quanto
Narcissa odiasse sia quegli, come li definiva lei, ‘epiteti infantili poco
adatti ad una dama d’alta società’, sia che la si chiamasse nonna quando aveva
poco più di quarant’anni.
E quindi, quando lei non era a portata di orecchio, si prendeva qualche
rivincita personale.
Syberia cercò di afferrare con le manine un piccolo ciuffo sfuggito alla
coda della madre, che la lasciò fare, sorridendo e posandole un dolce bacetto
sulla fronte.
“Ora tu stati buona buona qui, che la mamma ora ha da fare con la nonna.”
Con una smorfia dolce la poso nella morbida culla proprio accanto al grande
letto a baldacchino dai colori accesi.
E mentre fissava con astio il
vestito cercando di capire cosa non andasse, la porta si spalancò lasciando
entrare la
Signora
Malfoy con una schiera di cinque Elfe domestiche a
seguito.
“Perfetto. Ginevra, spogliati e Sali su quello sgabello.” le ordinò,
indicando un piccolo sgabello di legno che era stato appoggiato per terra
accanto al letto or ora da una delle cinque Elfe.
Ginny non si provò nemmeno a ribattere, sarebbe stato completamente
inutile.
Sospirò, si sfilò il vestito e salì sul patibolo.
“Sei dimagrita troppo! Non va bene. Non va per niente bene! Devi mettere
su un po’ di ciccia, o rimarrai pelle e ossa. E, oltre a non avere abbastanza
energie per nutrire tua figlia, essere troppo magri non sta bene: non vogliamo
che si veda la famiglia di poveracci straccioni da cui provieni, che ti
lasciavano alla fame!” Sbottò, strattonando il metro di mano ad una delle
piccole Elfe, di nome Lisa, per cominciare a prendere le misure della ragazza,
con espressione rassegnata e disgustata.
Ginny non si provò neanche a ribattere alle provocazioni: era inutile e
per niente proficuo. E poi le importava poco quello che Narcissa Malfoy pensava
di lei, in quel momento.
“Vilma, voglio della stoffa di raso nero e qualche metro di seta
azzurra...muoversi! Lyra, dei bottoni a scomparsa e una cerniera. Marika, cerca
qualche oggetto che si possa trasfigurare in un paio di scarpe misura trentotto.
Kylia, vai in camera mia e prendi il portagioie. Mariella, scendi nei sotterrai
e vedi se riesci a trovare nella dispensa delle pozioni medicinali qualche crema
che possa servire a migliorare la pelle secca di questa ragazza. Su, forza,
scattare!” Diede ordini a destra a manca, con fare nervoso, continuando a
lanciare occhiate eloquenti a Ginny, tanto per farla sentire in colpa per
essersi ridotta all’ultimo a vestirsi.
Ma lei aveva già progettato tutto! Cosa aveva il suo vestito color pesca
che non andava? Cosa avevano che non andava le sue ballerine con il tacco color
pelle? E la sua pelle?! Quella cos’è che aveva?
Cerco di capirlo sfiorandosi la guancia con una mano e con espressione
stralunata, ma non servì a molto: a lei sembrava tutto perfetto.
Dopo poco le piccole Elfe tornarono con tutto quello che era stato
chiesto loro.
Dopo meno di mezz’ora Ginevra Weasley si trovava pronta per essere
presentata agli ospiti in arrivo come nuova componente della famiglia
Malfoy.
Indossava un lungo abito di raso nero senza spalline che le arrivava
davanti poco sotto le cosce e dietro formava un lungo strascico elegante e
raffinato. Indossava dei saldali neri allacciati alla schiava dai tacchi
eccessivamente alti, e il lungo pezzo di stoffa azzurra scura dai riflessi
notturni era stata legata dalle mani esperte della donna a fasciarle la vita,
formando sul didietro un grande fiocco dalle fattezze simili a quelli dei Kimono
giapponesi.
Ma Narcissa non si era limitata a vestirla. L’aveva costretta a spalmarsi
parecchie volte sul viso, sulle braccia, sul collo, sulle gambe, un po’ ovunque,
una pozione che doveva avere effetti benefici per la pelle, per renderla più
lucida e sana. Ginny non ne era affatto convinta, ma non le sembrava il caso di
contraddire la donna.
Le aveva fatto truccare dall’Elfa Kylia gli occhi con un pesante trucco
nero e i capelli lunghi (ormai le arrivavano poco sopra al sedere) erano stati
raccolti dietro da un fermaglio argentato, con molti ciuffi lasciati cadere sul
viso, per darle un aria di noncuranza raffinata.
Ginny ammirava mentalmente la donna per quello che era riuscita a fare
con i suoi capelli che, strano ma vero, sembravano decisi, almeno per quella
sera, a stare a loro posto, cosa più unica che rara.
Infine, tanto per farla sentire ancora un po’ di più a disagio, le aveva
rifilato un collier in oro bianco, diamanti e smeraldi con serpenti intrecciati,
molto simile alla fede che le aveva donato Draco quando le aveva chiesto di
sposarla, che la rendeva ridicola, dal suo punto di vista, e non aveva
rinunciato a rifilarle dei guanti dello stessa stoffa e ricamo del vestito
lunghi fino al gomito.
Ginny si guardò allo specchio con aria critica.
“Finalmente ti si può cominciare a considerare qualcosa di simile ad una
signora. E tieni dritte quelle diavolo di spalle!” Diede uno strattone a
quest’ultime per raddrizzarle, facendo comparire sul viso di Ginny una smorfia
contrariata.
“Da qui a una settimana sarai una Malfoy a pieno titolo. Questa sera
farai incontri importanti. Ora vedi di toglierti dalla faccia quell’orribile
espressione infantile e cerca di assumere un atteggiamento un po’ più
autoritario.Hai ancora un quarto d’ora di tempo e gli ospiti cominceranno ad
arrivare. Vedi di essere puntuale.” Si diresse verso la porta, seguita dalle
Elfe domestiche, cariche di roba.
Ma Ginny la fermò, pur continuando a fissare il suo riflesso nello
specchio.
C’era una cosa che non la convinceva.
“Signora Malfoy…?”
“Dimmi.” Chiese, voltandosi con aria annoiata.
“Crede…lei crede che, si beh…si potrebbe fare qualcosa per…per queste?!”
Chiese, timorosa, indicando le sue guance.
“Si riferisce alle lentiggini?!” Narcissa assunse un aria
compiaciuta.
“Si, beh…non so…non mi piacciono!” Si morse il labbro
inferiore.
“Credo di si.” Si avvicinò e mormorò alcune parole con la bacchetta
puntata verso il viso della ragazza, che sentì una lieve scossa e l’intero viso
andarle in fiamme per alcuni istanti.
Poi tutto passò.
“Ecco fatto. Se cambiassi idea, torna da me. In ogni caso l’incantesimo
dura solo ventiquattr’ore.” Scosse le spalle e uscì dalla porta, chiudendosela
alle spalle con uno scatto.
Ginny rimase a fissarsi con sguardo ebete nello specchio.
Non ci credeva: non c’erano veramente più!
E il suo viso era così diverso!
Però le piaceva. Molto.
Un altro legame con la sua famiglia spezzato.
Mancavano solo i capelli, ma per quel giorno era già troppo.
La tentazione era tanta, ma le lentiggini per quel giorno
bastavano.
Le davano un aria un po’ da bambina, e questo le aveva sempre dato
fastidio, e ora che non le aveva più, anche se non per sempre, si sentiva
meglio, molto meglio.
Era stupido, ma si sentiva più adulta e più autonoma. In fondo, non era
facile staccarsi così radicalmente dalla propria famiglia, non lo era per
niente.
Ma doveva abituarsi. Doveva. Voleva.
Un versetto gioioso di Syberia, che stava giocando con una piccola
farfalla magica che le aveva regalato Draco, la risvegliò dai suoi cupi e
nostalgici pensieri.
Fissò per un attimo la fede che occupava il suo anulare affusolato, e
sorrise fra se e se.
Diede un ultimo bacio a Syberia, che per quella sera sarebbe rimasta in
compagnia di un Elfo Domestico, appena comparso, e poi si diresse verso la
porta.
Fece un gran respiro e raddrizzò le spalle.
Mise una mano sulla maniglia e l’aprì: quella sera doveva dimostrare a
tutti che lei non era più la piccola Ginevra Weasley ma era la nuova Signora
Malfoy a tutti gli effetti.
************
E’ passato un po’ di tempo, vero?? ^-^ Quasi…beh, un anni oserei da
quando ho finito, e due da quando ho inserito il primo capitolo di Schifosi
Ricatti…ah…mi sento vecchia! ^.^
Ahah! Che ridere…quante cose sono cambiate in me! Ihih
Ma ora non centra, perché mi devo concentrare sulla storia!
Ragazzi, ecco qui il primo capitolo!! Bello vero? Ok, io lo adoro, ma
come al solito non mi sembra poi così corretto che sia io a dirlo!
Eheh
La storia riprende da dove l’abbiamo lasciata oserei dire.
Poche settimane sono passate e molte cose devono ancora
succedere.
Eheh! Io ho già in mente tutto!!
Ok, ho sempre avuto in mente tutto in realtà. Il problema è trovare la
voglia e il tempo di scrivere.
Il problema infatti è questo: mi sto prendendo un sacco di impegni
quest’anno che non so bene come diavolo portare avanti con la scuola per di più
che è massacrante.
Quindi per ora non so come riuscirò ad organizzarmi con gli
aggiornamenti.
Credo e spero di riuscire ad aggiornare come minimo una volta al mese, ma
potrei trovare anche una regolarità anche con meno tempo di distanza, però…non
dipende solo da me ma anche da voi! Of course! Eheh Vi ricatto! *.* (per
rimanere in tema!^^)Eh già perché, molto semplicemente, se mi sento appoggiata
le cose vanno sicuramente meno a rilento e la mia ispirazione e voglia di
scrivere aumenta, non credete?? Eheh
Comincio già a stressare! No, a parte tutto, è proprio perché, come ho
fatto con Schifosi Ricatti, anche con questa storia voglio fare ugualmente, cioè
costruirla passo per passo con voi.
E’ una storia senza alcune pretese, per divertimento.
Totalmente distaccata da alcun fine morale, da alcun fine aulico o perché
voglio scrivere un capolavoro! E’ un po’ una palestra dove imparare e
divertirmi.
Quindi, non mi farò tanti problemi come non me ne sono mai fatti
precedentemente sulla struttura della storia, che sarà quel che sarà, come mi
uscirà dal cuore, con un linguaggio diretto e semplice, senza cercare di
costruire qualcosa, perché ho altri lavori che hanno questo fine, e questo non
lo è.
Voglio divertirmi e continuare le vicende del mio ‘Beautiful’ in versione
Hogwarts!
Quindi è già premesso che se anche SEMBRA che le coppie siano tutte belle
e felici, e Draco e Ginny sono innamorate, e Harry e Satine anche e così Ron e
Hermione tanto quanto Pansy e Blaise…beh, miei cari ragazzi, la vostra Giuggia è
pronta a combinare dei gran disastri nuovamente, e tanti bei ricattucci
scatteranno di qua e di la, ma questa volta non saranno solo fra i nostri
ragazzi, ma implicheranno forze maggiori e problemi più grandi, compreso
Voldemort e la questione della guerra.
Ok, ora sto zitta perché finisce che vi racconto tutto! ^^”
Io spero di avere il vostro appoggio.
Ringrazio fin d’ora chi leggerà e chiedo scusa per avervi fatto aspettare
più di un anno, sempre che qualcuno abbia aspettato! XDD
Vostra piccola
Giuggia!!
Ps: giustooooo! Nel frattempo, in
questo lungo anno, qualcosa di utile l’ho fatto! Eheh ho realizzato un video su
Schifosi Ricatti che potete trovare a questo indirizzo à
http://www.youtube.com/watch?v=vSW1IylFWw8<
/FONT>
Io ne sono molto molto fiera! (quando mai…U.U)
Fatemi sapere cosa ne pensate se ne avete voglia!
Bacini
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