I
d(on't c)are (for) you!
“Non
mi importa di te”.
Cinque,
dannatissime, parole. Avrebbe potuto averle dette dal principio,
quando aveva proposto quella maledetta sfida “a chi
cede prima”.
E invece no,
aveva preferito
distruggere la sua psiche, portarla sull'orlo della follia, ad un
punto in cui l'alternativa al suicidio era calpestare la sua
dignità
privandola del libero arbitrio per il resto della sua vita.
La
scelta era piuttosto ovvia.
«Mi
manchi, okay? Tu e le tue sfide del cazzo. Sei un idiota e ti
amo».
Sorrise
trionfante, premendo le labbra carnose sulla sua bocca rossa in un
impeto irritantemente felice.
«Ho vinto».
Oh,
toh, una drabble.
L'ho
scritta stamattina, mentre quell'essere dotato di una pappagorgia
infinita tentava di
spiegare filosofia, e niente, mi mancano ancora più di
quaranta
pagine da studiare di storia ma son qui, purtroppo per voi.
Il
titolo dovrebbe essere piuttosto semplice da comprendere, ma dal
momento che non si sa mai: se escludete le parentesi, è
“I dare
you!”, ovvero “Ti sfido”, mentre con le
aggiunte si ha “I
don't care for you”, ergo “Non mi importa di te.
E
dopo aver spento il mio tono ovvio ed aver scritto delle note finali
più lunghe della storia stessa, mi eclisso, ché
domani la verifica
di storia mica me la fate voi – anche se sarebbe molto bello.
Un
abbraccio enorme,
Human_ (che odia maggio con tutta
sé stessa)
Ah,
la storia va a quello splendore di
ignorance,
che con infinita pazienza mi sopporta e con un cipiglio
particolarmente terrificante mi ha spinto a pubblicare 'sta
schifezza.
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