Natsume ha le ali di cera
Nota: Il narratore è Natsume e si sta rivolgendo alla madre.
Nota per chi ha visto solo l' anime: Natsume è orfano di madre e ha una sorellina di nome Aoi
Sono cresciuto in una piccola città e quando la pioggia cadeva
me ne stavo con il naso incollato alla finestra, sognando chi sarei
potuto diventare.
Più aprivo le ali della fantasia, più imparavo a volare,
immaginando che un giorno sarei riuscito a toccarne il cielo.
Sai mamma cercavo di raggiungerti con le mie ali, ma non ci riuscivo.
Ho provato a chiedere un consiglio a papà, lui non mi
guardava, non mi vedeva, non mi sentiva. Aoi, la mia sorellina,
piangeva e basta, e non capiva.
E allora ho cominciato a pregare perchè tu tornassi, all' inizio
rabbrividivo senza il tuo abbraccio caldo, senza i tuoi dolci baci
tutto zucchero, burro e sale, ma neanche adesso ho smesso di sperare.
Ruka pensa sia un' utopia.
Ma io vorrei tanto avere una possibilità, vorrei poter uscire
dalle tenebre e avvicinarmi al sole con quelli che amo, compresa tu,
mamma.
Sto cercando veramente di raggiungerti, ma le mie ali si sciolgono non
appena mi avvicino a te e il mio cuore comincia a fondersi, forse in
paradiso non fanno entrare quelli come me.
E quando precipito mi ritrovo di nuovo in un labirinto fatto di porte
scorrevoli e pavimenti, dove tutto gira in tondo, cerco di volare via,
allontanarmi, andarmene, ma cado ogni volta.
Ho le ginocchia sbucciate e piene di sangue, da tutte le volte che sono
caduto, il mio cuore sta cominciando a tramutarsi in pietra. Ogni volta
che si scioglie si riforma sempre più duro, assomiglia
così tanto a un' arma micidiale per gli altri e per me.
Quando mi hai lasciato non c'è stato sale, ho ricordato
con rimpianto tutte le bugie che ti avevo detto, ma non ho pianto. Aoi
era troppo piccola per capire quello che stava succedendo e papà
non mi parlava e vagava come un fantasma per casa. Mi ricordo che lo
sorprendevo spesso a guardare verso il vostro lettone e a distogliere
frettolosamente lo sguardo, poi mi sorrideva tristemente come a dirmi
che dovevamo essere forti. Sempre più spesso mi sembrava di
essere stato cancellato da una gomma gigante, ma questa sensazione
svaniva non appena uscivo di casa, lì fuori tutti mi vedevano,
sembrava che avessi al collo un enorme cartello lampeggiante che
diceva: orfano. Tutti bisbigliavano quando mi vedevano, gli sconosciuti
prima mi fissavano con occhi grandi e tristi, poi mi davano delle
pacche sulle spalle come a dirmi su, capita. E man mano che il
tempo passava mi sentivo sempre più distrutto e logorato, mi
sfuggiva l' immagine del tuo volto, non mi ricordavo più il
colore dei tuoi occhi, era come se un immenso vortice stesse
risucchiando i miei ricordi, ma sapevo che se mi fossi dimenticato di
te, sarebbe stato come se non fossi esistita.
Quando guardo alla finestra, mentre sta piovendo, m'immagino ciò
che mi diresti: " So che ti sembra di non riuscire ad andare avanti,
che tutte le tue speranze sembrano svanite e che nella tua vita
c'è una gran confusione, forse ti sembrerà che la
felicità sia solo un'illusione e che il tuo mondo stia
crollando, ma sappi che quando ti perderai e sarai sul punto di
rinunciare perchè il tuo mondo è diventato freddo io ci
sarò, se ti servirà una mano da stringere la mia ti
raggiungerà. Io ci sarò sempre."
Quando penso alle parole che potresti pronunciare appoggio la testa sul
freddo vetro, mi guardo attorno attraverso le lacrime e so di essere
solo.
Mi manchi tanto mamma, ma vedrai che con le mie ali ti raggiungerò un giorno.
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