Capitolo 1 – Fine
Era finita.
Non aveva più forze e soprattutto, non aveva più motivi
per andare avanti.
Tutti quelli a cui voleva bene
non c’erano più, uccisi dalla sete di potere del suo nemico, da quell’essere,
quel mostro che per molti anni non aveva fatto altro che sconvolgergli la vita,
privandolo delle persone a lui più care: prima i suoi genitori, poi il suo
padrino, il suo preside, i suoi amici.
Per non parlare di innumerevoli
innocenti che hanno avuto la sfortuna di trovarsi sul suo cammino.
Ed ora era in ginocchio,
sfinito, il braccio che teneva la bacchetta era immobile lungo il fianco e non
aveva più energie per alzarlo e riprendere la lotta.
Una voce risuonò spettrale in quella stanza, una voce
che non aveva niente di umano:
«Siamo alla fine, Harry Potter. Tutti i tuoi sforzi
sono stati vani».
Harry alzò la testa e i suoi occhi di smeraldo
incrociarono due occhi color fuoco che si stavano avvicinando, il mantello
seguiva i suoi movimenti, molto simili a quelli di un serpente, un serpente che
si avvicina sicuro alla sua preda ormai inerme.
«Finalmente porterò a termine quello che ho cominciato
anni fa. Rivedrai i tuoi genitori, il tuo padrino, il
tuo caro Silente e i tuoi sciocchi amici, che hanno avuto solo la sfortuna di
incontrarti. Se tu non ti fossi avvicinato a loro
adesso sarebbero ancora vivi, avrebbero vissuto la loro vita. In fondo ti sto
solo facendo un favore, perché tutti quelli a cui vuoi
bene muoiono standoti a fianco. Eliminandoti risolvo il problema. Non sei
contento?»
Voldemort lo stava uccidendo non solo fisicamente, ma
anche psicologicamente: Harry aveva sempre avuto paura di questo in cuor suo.
Si era incolpato della morte di Sirius, quando era
venuto in suo aiuto quella notte, nell’Ufficio
Misteri.
Si era incolpato della morte di Silente, convincendosi
che avrebbe potuto aiutarlo, anche se non poteva.
Si stava incolpando della morte dei suoi amici, che li aveva portati a morire in una guerra che non era la loro,
perché avrebbe dovuto affrontare Voldemort da solo, senza rischiare la loro
vita.
Tutte queste convinzioni erano come pugnalate al suo
cuore, che aveva avuto solo pochi attimi di felicità nella sua giovane vita. Vita che stava terminando per mano di
quell’essere che gli aveva portato via tutto.
Allora fallo pensò Harry, Non riesco più a vivere con questo dolore. Rivedrò
tutti quanti, e saremo felici.
Harry abbassò di nuovo la testa, rassegnato e pronto a
ricevere l’ultimo attacco.
Voldemort si avvicinò ancora: ormai era a meno di
cinque metri dal ragazzo.
«Sei una delusione. Mi aspettavo qualcosa di più da un
Grifondoro, ma vedo che hai capito anche tu che non
puoi fare niente contro il mago più potente del mondo».
Alzò il braccio, pronto a scagliare l’ultima
maledizione.
Harry ormai non lo ascoltava più: era solo in attesa.
…. Harry …
Il ragazzo non ci fece caso…
… Harry … dove
sei? …
Harry era ancora stordito e credeva che quelle voci
fossero solo nella sua testa, le voci dei suoi amici
che lo chiamavano per unirsi a loro.
… Harry … Harry…
Questa volta aprì gli occhi: non se l’era immaginato.
Aveva sentito davvero quelle voci. Aveva quasi paura a voltarsi
ma il nuovo richiamo lo costrinse.
«HARRY!!!»
Non ci poteva credere. Erano tutti lì. Tutti i suoi
amici. Allora non erano morti.
Non appena il suo sguardo si posò su di loro, Harry
sentì come una scossa lungo la schiena, sentì una nuova ondata d’energia
percorrergli il corpo: si stupì lui stesso della facilità con la quale riuscì
ad alzarsi.
Si voltò verso Voldemort e per la
prima volta vide la paura sul suo volto.
«No. Non è ancora finita, Tom» gli sussurrò il ragazzo.
La situazione si era rovesciata: Voldemort aveva perso
parte della sua energia per via della precedente lotta e la sua sicurezza che
si poteva vedere sul suo volto fino a qualche minuto prima era scomparsa. Per
Harry, invece, sembrava che la sfida doveva ancora
iniziare: non sentiva più la stanchezza, il dolore era scomparso, sia dal suo
corpo che dal suo cuore.
Chiuse gli occhi e lasciò che quella nuova energia lo
invadesse in ogni cellula del suo corpo, in ogni frammento della sua anima e
sentì distintamente le voci dei suoi genitori, di Sirius, di Silente che lo incoraggiavano a non mollare, a continuare a lottare.
Il duello riprese, ancora più acceso e ancora più
cruento fino a che…
«Expelliarmus»
La bacchetta volò lontano mentre
il suo padrone si accasciò dolorante e sfinito al suolo.
Alzò la testa per incrociare lo sguardo del suo nemico
e sibilò: «Maledetto»
«Stavolta è davvero finita… Avada Kedavra».
E mentre un raggio verde
partiva dalla bacchetta, Harry rivisse tutti i momenti che lo avevano portato a
quella notte, tutte le azioni che aveva compiuto, che lo avevano portato a
quella fine, tutte le sensazioni che lo avevano accompagnato fin’ora, dal
giorno che morì il suo amato preside, Albus Silente…
*********************************
Ecco il primo capitolo: so che è corto, ma gli altri
dovrebbero essere più
lunghi, secondo i miei progetti.
Ringrazio
tutti quelli talmente masochisti da averlo letto e che leggeranno il seguito.
Ringrazio
anche quelli che decideranno di riempirmi di insulti nelle recensione, sempre che vogliate
recensirmi.
CIAO!