RACCONTO DI NATALE
Lacrime sotto l'albero
Berlino, 24 dicembre 1939
<< E'
finita... anche io sto per
morire >> diceva, con le lacrime agli occhi, John, un
soldato
tedesco. La sua terra era devastata dalla guerra, che non si fermava
neanche a Natale. Il soldato, tenendosi la mano premuta sulla ferita
al torace, si era seduto sotto un pino. Se solo quella maledettissima
guerra non fosse mai cominciata, non sarebbe stato ferito e di
conseguenza starebbe passando ancora la vigilia di Natale con la sua
famiglia. Un brivido lo trafisse. Capì in fretta che stava
per
morire. Così, pieno di paura, volse lo sguardo verso il
pino,
sopra di lui. In un attimo si ricordò dei Natali precedenti,
di quando era ancora ragazzo, ed ora, alla tenera età di
diciannove anni, stava già per morire. Si ricordava di quel
grande tavolo, ricco di piatti succulenti, da cui proveniva un buon
odore. Si ricordava delle giocate con i cugini, delle partite a
tombola e delle gare di canto. Gli piaceva cantare. Una volta era
rimasto per un ora intera, ad osservare il presepe di sua nonna.
Diceva che c'era un 'che' di particolare, che lo attirava.
E a pensare che era passato
solo un
anno, e tutto era cambiato. Ora, sentendo lo spettro della morte
sempre più vicino, si mise a pregare. Lo faceva ogni sera...
e
quella sera, era particolare.
A chi gli chiedeva se
credesse ad un
Dio, lui gli rispondeva << Si, perché io credo
che il
tutto debba essere stato creato da qualcuno... la scienza
può
spiegarci fino ad un certo punto le cose, e poi??? Io credo in un
Dio, ma sono contro la Chiesa Cattolica, perché io mi
rifiuto
di credere a persone che dicono di non uccidere, e loro lo fanno;
dicono di non rubare, e loro lo fanno; dicono di non offendere, e
loro lo fanno...>> .
E chi poteva dargli
torto...
Mentre pregava, il soldato
rifletteva
su se fosse davvero così l'uomo: un essere capace di
uccidere
per soldi o per fama; capace di morire e di far morire. Una vera e
propria macchina da guerra.
John aveva un solo
desiderio, prima di
morire... voleva augurare un buon natale ai suoi genitori. Che, forse
(non escludiamo la possibilità che fossero già
morti
anche loro), erano riuniti nella loro casa, in attesa di qualche
notizia del figlio. Prese un taccuino e una penna ed inizio a
scrivere...
Cari
mamma e papà,
questa
guerra ci sta uccidendo tutti...
uno
lavora una vita per realizzare i propri sogni
e
poi qualcuno glieli spegne...
ed
io sono uno di questi.
Sto
per morire... sono stato sparato... e comincio a vedere
tutto
nero!
Mamma
ho paura... vorrei tanto poter avere un tuo ultimo abbraccio.
Uno
di quei caldi abbracci, che mi hanno sempre fatto sentire protetto.
Papà
alla fine non sono riuscito a realizzare i miei sogni... vorrei che
qualcuno raccontasse al mondo la mia storia, affinché fatti
del genere non si
ripetano
più
Chi
siamo noi per togliere la vita ad un nostro simile?
Auguri
mamma e papa...
Appena
finito di scrivere, John si accasciò e spirò.
Il
suo corpo fu ritrovato la mattina di Natale; stranamente era morto
sorridendo: forse aveva ricevuto una consolazione poco prima di
accasciarsi. Alcuni dicono che abbia incontrato nel paradiso i suoi
genitori, anch'essi deceduti, e sia rimasto con loro per
l'eternità.
Altri invece dicono che la sua anima, ha avuto, per grazia divina, la
possibilità di vagare per il mondo per compiere azioni
meritevoli. Purtroppo, noi non possiamo saperlo... per ora... nel
frattempo godiamoci il natale e facciamo si, che fatti cruenti come
questo, non si ripetano più. Solo in questo modo la pace potrà, un giorno, esistere davvero
per tutti
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