[De
gustibus]
- Kardia. -
Era come beccare
un bimbo con le dita ancora
infilate nel vasetto della marmellata. Troppo facile, banale, lapalissiano. E lo sapeva. Lo sapeva
benissimo.
- Kardia. -
Ma il gioco
valeva la candela, eccome. Le domeniche
di fine agosto erano una noia mortale giù al Santuario,
piatte, afose. Così
… Tediose
. Un ghigno.
- Ka-rdia.-
Oh. Adorava
gonfiarsi d’orgoglio al minimo vacillare
del compagno, godere di ogni singola goccia di sudore freddo scivolare rapida giù,
giù per quel lungo collo. Come
amava sentire il sapore corposo e vellutato della vittoria sulla lingua
e
assaporarlo con la stessa enfasi, brama, di un degustatore di vini
davanti ad
un pregiatissimo Mascarello del ‘64. Si. Vedere i suoi
polmoni rifiutargli il
respiro non aveva prezzo. E se il tutto era contornato da quello
sguardo ardente, poi.
- Ti prego,
Kardia.-
Un altro ghigno.
Un fruscìo.
- Ah
… Non è da te implorare, Aquarius. -
Era
meraviglioso. Magnifico. Esaltante.
- Fallo di
nuovo, e forse sarò più magnanimo, la
prossima volta. Forse.-
Abbassò
lo sguardo sui pugni serrati e tremanti
dell’altro, il corpo teso e rigido. Gelido.
- Ti
… Prego. Smettila. Per favore.-
I denti stretti
e le labbra in una linea durissima.
Stava per scoppiare, lo sentiva. Era divertente,
eccitante vederlo combattere contro se stesso. Doveva
lasciarsi
andare di più, il giovanotto, o ci avrebbe rimesso le
coronarie un
giorno. Glielo diceva sempre.
- Come?- Un
tonfo, un altro fruscìo. -
Non ho sentito … Come hai…-
- SI, SI!
KARDIA!-
Vittoria.
Vittoria su tutta la linea.
-
Prenderò parte a quella missione di ricognizione al
posto tuo, farò anche gli straordinari, mi
accollerò la responsabilità per la
partenza ritardata, ma … Ma ti scongiuro. Rimetti quei libri
al loro posto,
ora. Com’erano prima, in ordine alfabetico.-
Oh, che bei
momenti. Poteva ritenersi altamente
soddisfatto. Con un sorriso a trentadue denti rimirò per gli
ultimi istanti il
suo personalissimo lavoro di
catalogazione dei tomi nella libreria di Degel mordicchiandosi
l’unghia
smaltata di vermiglio. A lui piaceva di più così
però. L’ordine cromatico
risaltava di più. Ma si sa, de
gustibus… .
- Degel, Degel.
Non dovresti palesare così i tuoi
punti deboli. Lasci troppo il fianco scoperto.-
Un po’
di saccenza poteva
permettersela ora, no? Un
sibilo.
- Va a farti
fottere, Scorpio.-
Bastò
uno sguardo del suddetto cavaliere. Uno solo,
seguito dall’affiancarsi nella libreria di mogano intagliato
dei tomi G ed
Y.
- NO! No, chiedo
scusa, non volevo.-
-Bravo bimbo.-
*
Fate felice questa povera ed incompetente autrice: aderite alla causa
Recensioni!!! *
[Angolo
“autrice”]
Beh, che
dire. E’ la mia prima fanfiction in
assoluto. Ed è senza pretese di ogni sorta. Però
spero piacerà. Ringrazio
coloro che hanno recensito, ho apprezzato davvero molto. Ho
risposto personalmente ad ognuno, quindi
non vedo il bisogno di riportare il tutto qui. Sto vivamente pensando
di dare
vita ad una sorta di seguito della storia, magari dal punto di vista di
Degel,
ma non è molto facile “manipolare” il
suo personaggio, almeno secondo il mio
personalissimo parere; fatemi sapere cosa ne pensate!
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