Io, la mia arte.

di Cocol_Sasso_97
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Che cosa sono?
Domanda strana. Spesso, nel corso della loro esistenza, le persone si domandano “Chi sono? Cosa ci faccio qui? Qual è il mio scopo nella vita?”. Domande a cui è difficile dare una risposta e spesso rimangono irrisolte. I più fortunati riescono a dare risposte approssimative e si accontentano di tali. In ogni caso queste non erano gli interrogativi che vagavano nella mente di Sasori. La domanda era sempre e solo la stessa, cosa sono?
Potrebbe sembrare una domanda qualsiasi, una domanda con lo stesso significato del chi sono ma non per Sasori. Lui voleva proprio sapere cos’era. Più volte aveva provato a trovare una risposta ed era giunto ad una conclusione abbastanza soddisfacente.
Non sono né un essere umano né una marionetta.”
Molte volte tornava con la mente a quando aveva deciso di diventare arte. Si, perché lui era convinto di essersi trasformato per diventare arte, la sua arte, la bellezza eterna, ma quel cambiamento era anche dovuto al suo non voler più soffrire. La perdita dei genitori l’aveva segnato. Aveva sempre cercato di nasconderlo alla vecchia Chiyo, ma la verità viene sempre a galla. Soffriva più di quanto desse a vedere.
Avrebbe dato qualunque cosa per far si che i suoi genitori fossero ancora vivi.
Avrebbe fatto qualunque cosa per non essere costretto ad andare avanti da solo.
C’era sua nonna che gli voleva bene, questo è vero, ma era un concetto totalmente diverso. E un giorno decise.
Decise che non avrebbe più dovuto sopportare il dolore.
Decise di diventare arte.
Decise di diventare qualcosa di immutabile nel tempo.
Decise di diventare bellezza eterna.
Decise di diventare una marionetta.
Prese così la decisione che gli avrebbe cambiato la vita, e il suo cambiamento avvenne ad appena 15 anni. Non amava aspettare. Aveva già sofferto troppo.
Tuttavia, la sua trasformazione rimase incompleta. Per potersi muovere autonomamente e non sotto il controllo di un’altra persone aveva bisogno di una parte viva.
Il cuore.
Il simbolo del suo fallimento.
Per questo l’aveva impiantato al centro del suo petto, visibile a tutti, per ricordare il suo fallimento.
Quel cuore non solo gli impediva di essere qualcosa ma anche di non provare emozioni. Perché per quanto lui li nascondesse, quei dannati sentimenti c’erano. Aveva impiegato anni per far si che il suo volto non tradisse la minima emozione. Solo l’irritazione traspariva dal suo volto.
Irritazione che lo caratterizzava.
Irritazione che provava quando qualcuno insultava la sua arte. Perché insultare la sua arte significava insultare lui. Significava che il suo cambiamento non era servito a niente.
Capitava che Sasori avesse nostalgia del suo vecchio corpo. Non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno a sé stesso, ma spesso gli mancava la sensazione del sole o del gelo sulla sua pelle, il vento fra i capelli, la soddisfazione di gustarsi un piatto freddo in un giorno d’estate o uno caldo in inverno… Lui non sentiva più niente. Non sentiva nemmeno che lui era diventato freddo. Queste cose gli mancavano, ma per la sua arte lo avrebbe fatto anche una seconda volta.
L’arte.
L’unica cosa che gli restava.
L’arte.
L’unica definizione che poteva darsi…




SPAZIO AUTORE

Uhm... Non so cosa dire... Tutto ciò che avevo da dire l'ho detto nell'introduzione... 
Perciò spero solo che chi ha avuto il fegato di aprire il link abbia trovato la mia storiella ben scritta....
Soprattutto perchè Sasori è il mio personaggio preferito, quindi mi sono impegnata moltissimo a scrivere qualcosa di decente... oltre che serio... Diciamo che solitamente questo non è il mio genere ^^"
Bene, vi lascio e ringrazio chi ha letto la mia fic!

P.s. Questa è la PRIMA di 57 fic che mi faranno raggiungere le 100 fic scritte! *-* Spero sia un degno inizio u.u

Cocol_Sasso_97





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