• Nick
dell’autore:
Elizabeth_Tempest
• Titolo: Il sonno della
verità
• Tipologia: One-Shot
•
Lunghezza : 486 parole
• Genere: Favola, Fantasy
• Avvertimenti : One-Shot
• Rating: Verde
• Introduzione alla storia :
il
sonno inteso come metafora della negazione della verità.
Il sonno della verità
Un
ultimo inchino, prima del duello che stabilirà chi dei due
rivali è il più
forte.
La
sala era illuminata fiocamente dai bracieri, che mandavano bagliori
tremuli,
proiettando ombre sulle pareti coperte di scaffali e sul pavimento di
marmo a
scacchi. Non era certo luogo di battaglie, quello, ma luogo di sapienza.
Attorno
a loro il silenzio e la trepida attesa di centinaia di ombre.
Il
guerriero sguainò lo sua arma, guardando la giovane donna di
fronte a lui: era
di una bellezza ammaliante, ma candida e pura. L’abito una
volta candido e
casto era lacero in più punti, imbrattato del sangue cremisi
della fanciulla,
che sopportava stoicamente il dolore. Quelle ferite non le erano solo
state
inflitte dal nemico: esse erano molto più numerose, alcune
tanto profonde da
lasciar intravvedere l’osso. I capelli si erano sciolti dalla
seriosa treccia,
ricadendo sul volto pallido e sudato, ma anche nell’agonia,
ella era stupenda
come la più radiosa delle aurore.
-Ancora
non demordete, madama Alí̱theia?- chiese, baldanzoso
l’uomo. La giovine scrollò
il capo, sistemandosi meglio lo scudo.
-No,
messer Vrískontai, non demordo.
Rise,
l’uomo, roteando la spada, con fare minaccioso. Era bello
anch’egli… ma di una
bellezza falsa, alterata. Non vi era nulla di spontaneo nella sua
avvenenza,
come se egli avesse abilmente contraffatto le sembianze del proprio
animo
dietro una maschera di squisita fattura. –Perché
non vi arrendete, madamigella?
La guerra non è cosa per creature tanto esili, come
voi… no, voi dovreste stare
al sicuro, nelle mie retrovie.
-Vostra
prigioniera, ecco cosa sarei. Un’arma da usare a vostro
piacimento, una
giustificazione per i vostri misfatti. Giammai, messere!-
declamò, con voce
lenta e pacata, la fanciulla. –Non potrei più
avere stima di me stessa e tanto
meno potrebbero averne coloro che vivono in mio nome, che per me sono
morti e
si sono immolati.
-E
allora vi metterò a tacere!- ringhiò
l’avversario.
-Non
potete! Mai la Menzogna potrà prevalere sulla
Verità!
Con
un sorriso malvagio dipinto sulle labbra sottili, il giovane uomo si
avvicinò
agli scaffali. –Ebbene! Non potrò prevalere, ma
voi potrete cadere nel sonno
dell’oblio!- e, afferrata una torcia, diede fuoco ai libri.
Bruciava
la carta, mentre Alí̱theia urlava. Urlava con tutto il fiato
che aveva in gola,
urlava il suo dolore, finché, quando anche
l’ultimo libro non fu che cenere,
ella crollò al suolo, esangue.
-È
morta?- chiesero le ombre.
-No,
ella non può morire. È la Verità, mia
acerrima nemica. Ma la Menzogna può
sprofondarla in un sonno profondo ed eterno. Che nessuno mai parli in
nome
della verità, che nessuno mai scriva ciò che
è giusto! Non si parli di ciò che
non è di comodo, non si ascolti di ciò che
è inconfutabile! Si menta davanti
all’evidenza, si raggiri il prossimo! È
così che la Verità dormirà per sempre
e
io potrò regnare sugli uomini.- urlò il malvagio
giovane, osservando la
ragazza, ormai persa in un mondo di sonno senza sogni.
Seconda
classificata al “Il
Sonno e… l’Inchino” contest di
OriginalConcorsi
Elizabeth Tempest - Il sonno della
verità
Grammatica, sintassi, ortografia e lessico: 9 / 10
La storia è corretta dal punto di vista formale ed
è scritta con un lessico
molto arcaico e volutamente complesso, che in questo caso funziona, in
quanto
il racconto si rifà alla tradizione della fiaba e
dell'apologo antichi, e il
linguaggio antiquato serve proprio a ricollegare la storia a questa
tradizione.
Sviluppo della trama: 8 / 10
Racconto necessariamente breve, ha uno sviluppo interessante in quanto
la
conclusione del duello non è affatto scontata.
Caratterizzazione dei personaggi: 8 / 10
Personificazioni antropomorfe di Verità e Menzogna, i
combattenti riescono a
comunicare ciò che rappresentano, a partire dalla loro
descrizione fisica e dai
loro gesti nello scontro impari.
Espressività: 8 / 10
La storia comunica efficacemente il suo messaggio, utilizzando un
espediente
finale che ho trovato particolarmente interessante (la sconfitta della
Verità
non avviene tramite un duello leale, ma con l'incendio dei libri.)
Originalità: 8 / 10
Sebbene si tratti di un genere classico e si arrivi a una conclusione
intuibile
fin dall'inizio, l'espediente già citato con cui la
Verità viene sconfitta
conferisce alla storia una certa originalità.
Attinenza al tema e ai parametri posti: 9 / 10
Apprezzabilissimo l'utilizzo di entrambi i temi, in particolar modo
quello del
sonno, sui cui è costruita gran parte della storia.
Valutazione finale: 50 / 60
Una storia che riesce a essere esattamente ciò che vuole
essere: un piccolo
racconto di ammonimento, un concetto comunicato con un'immagine.
Apprezzabile
proprio per questa sua compiutezza.
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