ONESHOT24
Safe and sound.
Buffo.
Già, buffo. A Tony veniva solo da ridere. La
circolarità della vita, specialmente, lo faceva ridere.
Ziva era sopra di lui. Di nuovo. E, di nuovo, l'aveva protetto da una cosa molto molto brutta. Buffo,
no? Sapeva che prima o poi ci avrebbe rimesso qualcosa, a comportarsi
da stupida eroina incosciente.
E' lo shock. Si
ripeteva come un mantra. Mi
viene da ridere perchè sono sotto shock. Il
suo sguardo era catturato solo dal rivolo di sangue che scendeva lungo
la fronte di Ziva. Era rosso (almeno ricordava i colori), rosso e
lucente. Gli sembrò quasi di sentirlo parlare: E' colpa tua.
"Ziva" articolò. Il sangue gli aveva fatto passare
completamente
la voglia di ridere. "Ziva" ripetè. Mosse una gamba:
scoprì che almeno quella funzionava. L'altra non riusciva a
muoverla, c'era su il peso di qualcosa. Ziva non rispondeva.
"Ziva" mosse una mano, stranamente tra i suoi capelli. Si accorse di
non sentire assolutamente niente, eccetto un ronzio fastidioso che,
poteva giurarci, gli avrebbe fatto venire un lungo e penetrante mal di
testa.
Tony DiNozzo non è il classico uomo che va nel panico.
Insomma,
lui è andato in Somalia per una missione suicida,
è
entrato in una casa in fiamme, ha affrontato un serial killer. Tony
DiNozzo semplicemente non
può permettersi di andare nel panico
più totale.
"Zee..." chiuse gli occhi, cercando di tenere su le lacrime.
Poggiò la nuca sulla moquette dell'ascensore. Quando li
riaprì, notò che il soffito era parzialmente
crollato e
che, volendo, poteva essere una via d'uscita.
Una via d'uscita. Devo
portarci via. Si impose di mantenere la calma. Cosa farebbe Gibbs? Ma
Gibbs non c'era, in ascensore. E, a dirla proprio tutta, Gibbs non
avrebbe permesso a Ziva di rimanere nell'edificio. Gibbs l'avrebbe
mandata fuori a calci nel sedere, ecco.
Ma Tony non era così forte. Non che non ci avesse provato,
ma lo
sguardo spaventato e insieme risoluto della sua partner l'avevano fatto
capitolare velocemente: senza di lui non si sarebbe mossa.
"Ziva" lo disse più forte, o almeno quella era la sua
intenzione. Non sentiva la sua voce, solo la mascella che dolorosamente
si muoveva.
Tony alzò di nuovo lo sguardo al soffitto. Gli veniva da
vomitare. Per la prima volta desiderò con tutto
sè stesso
che Ziva gli desse un calcio al ginocchio, come quando, anni prima,
erano sotto copertura. Desiderò
essere di nuovo vittima dei suoi insulti e delle sue prese in giro.
"Ziva" strinse i denti. "Ti
prego"
"Non" il cuore di Tony perse un battito. "Non c'è bisogno di
pregare, DiNozzo"
Solo in quell'istante, dopo che Ziva ebbe pronunciato l'ultima lettera,
si accorse di non stare respirando. Rilasciò l'aria dai
polmoni.
"Grazie a Dio" mormorò. Cercò di alzare la testa,
ma non
era affatto semplice: il soffitto gli era in parte crollato su una
gamba e, sul resto del corpo aveva Ziva, probabilmente vittima di un
trauma cranico. Mosse le dita della mano sinistra, tra i capelli di
Ziva, spostando quel ciocca. Non era un medico, ma vedere
l'entità della ferita era comunque un passo avanti.
"Ahia" biscicò Ziva.
"Scusa, guanciotte dolci. Ma è necessario" alzò
la testa,
sforzandosi di soffocare un principio di capogiro. La ferita era lunga,
ma non sembrava profonda, anche se perdeva sangue. "Vivrai. Credo"
tentò di scherzare. Cercò, nel frattempo, di
muovere la
mano destra: era sul fianco dell'altra, notò. Sembrava a
posto.
"Dobbiamo muoverci. Ziva... devi alzarti per prima"
"Ok" lentamente, Tony tolse le mani dal suo corpo, permettendole di
mettersi in piedi. Le sue gambe erano intatte, non si poteva dire lo
stesso per tutto il resto: la ferita perdeva troppo sangue.
I capelli, da un lato, si erano già impregnati del liquido
rosso. Aveva il volto sporco, ma mai ricordò uno sguardo
più sollevato del suo. Se ne chiese il motivo.
Ziva si accovacciò in un angolo dell'ascendore e, col piede,
tolse il frammento di soffitto che era sulla gamba di Tony: l'uomo non
potè fare a mene di sbiancare, dal dolore forte e
improvviso.
Però non disse niente.
"Credo si sia rotta" rantolò Ziva. Anche lei alzò
lo sguardo al soffitto. "Non possiamo uscire da lì"
"Io no. Ma tu si" si guardarono per un lungo istante. "Ziva, tu puoi.
Và"
"Scordatelo" rispose, tranquilla. Aveva lo sguardo perso sulla gamba di
Tony. Altrettanto, Tony non faceva che guardare la ferita alla testa.
"Non mi farò infinocchiare da te un'altra volta, David. Ti
ho detto esci"
"No"
"E' un'ordine"
"No"
"Ziva..."
"No" lo guardò, di nuovo, e gattonò verso di lui.
Tony alzò gli occhi al cielo, spazientito.
"Vuoi che te lo dica in ebraico? Devi andare, Ziva. L'ascensore
potrebbe cedere da un momento all'altro e chissà quando
arriveranno i soccorsi. Non ho la minima intenzione di lasciarti morire
inutilmente. Perchè morirai.
Con me"
"Ne varrà la pena" si sistemò con la schiena alla
porta dell'ascensore, di fianco a lui.
"Mi stai facendo irritare"
Ziva si voltò improvvisamente verso di lui, furiosa. "La
smetti?
Sei tu che stai facendo irritare me. Puoi parlare per ore, dirmi tutto
quello che vuoi, insultarmi, darmi la colpa per essere finiti in questa
specie di trappola mortale, ma non ti lascerò. Non lo
farò mai" sospirò.
"Stai peggio di me. Quella ferita non ha un bell'aspetto"
"Tu non mi hai lasciata" continuò come se non l'avesse
sentito.
"Quando sono stata rapita in Somalia, tu non mi hai lasciata
lì.
Anche se credevi che fossi morta, anche se era palesemente una missione
suicida... Tony, tu non mi hai lasciata" strinse le labbra.
"L'ho fatto perchè... " annaspò. "Te l'ho
detto..." prese
coraggio. "Non potevo vivere senza di te. Non devi ricambiare il favore
per forza"
"Non sto ricambiando nessun favore" chiuse e riaprì gli
occhi un
paio di volte, confusa. "Io... non ti lascio. Non voglio. Se proprio
devo morire schiacciata, meglio farlo con te"
Tony si portò le mani al viso, impotente. "Ziva..."
"E smettila!" urlò. "Ti ho detto no!"
"D'accordo"
"Bene"
Restarono in silenzio, tutti e due con lo sguardo puntato in alto,
verso la breccia aperta sul soffitto. Forse speravano di veder arrivare
qualcuno, degli aiuti - qualsiasi cosa potesse portare via quella
sentenza di morte che aleggiava pericolosamente sulle loro teste. Per
l'ennesima volta.
"Era destino" sussurrò improvvisamente Ziva.
Poggiò la
testa sulla spalla di Tony che, preoccupato, la vide cedere secondo
dopo secondo.
"Stai male" cominciò a respirare velocemente, cercando di
sbirciarle il viso.
"Ho solo... sono solo stanca"
"Parlami" le prese una mano e cominciò a pregare,
silenziosamente, dopo anni. "Era destino? Che stavi dicendo?"
"Dicevo..." si inumidì le labbra. "Che tu sei quasi morto
perchè non potevi vivere senza di me. E ora sto quasi
per morire perchè io
non potevo vivere senza di te" ridacchiò brevemente.
"Avresti dovuto andare via quando te l'ho detto" chiuse gli occhi.
"E lasciarti qui? No, DiNozzo. Non è così che
funziona"
"Non ho nemmeno completato la mia lista" Tony rise di sè
stesso, per quel pensiero stupido.
"Mi dispiace" sussurrò Ziva.
"Ho ancora la possibilità di completare una cosa,
però"
riaprì gli occhi. "Sai qual'era il punto 28 della mia lista?"
"No"
"Baciarti. Ma stavolta non per finta. Per vedere cosa si prova"
"Hai ragione" Ziva sollevò lievemente la testa. "Puoi ancora
farlo" gli sorrise tristemente e poggiò la fronte sulla sua.
Si
osservarono per un pò e Tony meditò seriamente
l'idea di
baciarla, dopo tanto tempo: aveva quasi dimenticato che sapore avessero
le labbra di Ziva, di quanto fosse bello lasciarsi andare per qualche
secondo, abbandonarsi completamente senza il terrore di perdere
qualcosa per strada, darsi senza riserve a qualcuno che ti conosce
meglio di chiunque altro al mondo. Tony poteva farlo. Poteva cancellare
il numero 28 della sua lista.
"No" soffiò sulle sue labbra.
"Perchè?"
"Perchè lo farò fuori di qui"
"E se non ci arriviamo, fuori di qui?"
"Ci arriveremo. Ehi, David" sorrise. "Siamo sopravvissuti l'uno
all'altra. Un ascensore pericolante è una sciocchezza"
Gli occhi di Ziva si inumidirono e ricambiò il sorriso,
poggiando di nuovo la testa sulla sua spalla. "Oh, hai ragione"
Maia says:
Sono distrutta, sul serio. Scritta a caldo, perdonatemi! :(
Questa è per VooJDee...
:') Lei sa perchè, :) <3
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