ft one shot
RIMPIANTI
Il sette era un numero che ricorreva spesso nella vita di Juvia.
Sette erano gli anni in cui era rimasta bloccata sull' isola della
gilda.
Un martedì sette era il giorno in cui si era sposata.
Sette gli anni che il maggiore dei suoi due figli avrebbe compiuto tra
qualche mese.
Sette erano gli anni che erano trascorsi da quando aveva lasciato Fairy
Tail.
Camminando per le strade di Magnolia molte cose erano rimaste le
stesse. Altre erano cambiate. C' era un chiosco di panini affollato di
gente di fronte al municipio e che prima non c' era, una casa aveva
rifatto il prospetto prima rosa e ora di un giallo pastello. Si
guardò intorno catalogando ciò che c' era sempre
stato e ciò che invece era diverso. Non aveva fretta di
percorrere la via principale per arrivare alla gilda, anzi, in tutta
onestà aveva anche un po' di paura.
Le tremava il cuore.
Decise di godersi con calma la città che la aveva adottata,
di temporeggiare in un certo senso.
Una manina si intrufolò tra le sue dite, Juvia
guardò verso il basso. Ame, la più piccola dei
suoi due bambini, cinque anni e due occhi blu come i suoi, la
guardava allegra tenendo stretto col braccio libero Koko, il
coniglietto rosa che il fratello le aveva regalato tre anni prima. Non
se ne separava mai.
-Mamma!-Degel la chiamò correndo verso un negozio con le
vetrine colorate e piene di ninnoli- entriamo!
-Uhm. Ma non toccare niente- si affrettò a seguire il figlio
all' interno temendo che potesse combinare qualche danno, era un
bambino decisamente curioso. Juvia trovò il figlio
trafficare con uno di quei souvenir a forma di palla di vetro e con la
neve che scendeva all' interno.
-Degel posalo.
-Degel posalo- fece eco Ame posandogli una manina sul braccio e
guardandolo supplicante. Il piccolo sbuffò:- Quanto sei
appiccicosa.- poi posò l' oggetto e la bimba sorrise.
Apparentemente il maggiore poteva essere scortese con la sorella e
Juvia ricordava che in effetti non aveva fatto proprio i salti di gioia
quando aveva saputo dell' arrivo di una sorellina. Quando l' aveva
vista aveva dichiarato che era bruttissima e che lui era di sicuro
più bello. Quando Ame aveva cercato di camminare fino a lui
e quando aveva pronunciato il suo nome per la prima volta, se lo era
conquistato. Degel era sempre stato una calamita per la bambina sin da
quando era nata e il bambino aveva finito per volerle bene
più di quanto potesse immaginare.
Ame era stata attirata da una coppia di sposini di plastica su una
torta finta:- Tu e papà avete fatto la torta quando vi siete
sposati?- domandò
-E' ovvio che abbiano fatto una torta. Che matrimonio è
senza potersi abbuffare di cibo?- rispose piccato il fratello al suo
posto- Tch- Degel incrociò le braccia al petto guardando gli
sposini di plastica- chissà quand' è che tu ti
sposi? Così finalmente vai via e la smetti di starmi
appiccicata.
-Ame sposerà Degel- sentenziò la piccola
oltrepassandolo e fermandosi di fronte a una piccola giostra di legno.
-Ma chi ti vuole!
-Adesso basta- sospirò Juvia uscendo dal negozio.
Guardò a destra e a sinistra- Vorrei sapere dov'
è vostro padre.
-E' là- rispose Ame indicando col dito un negozio di fiori.
-Leon?- lo chiamò Juvia arrivandogli alle spalle e facendolo
saltare di qualche metro più in là.
-C-che ci fai tu qui?
-Dovevamo vederci qui in centro. Hai detto tu a Juvia di andare avanti.
Leon si passò una mano tra i capelli, imbarazzato, poi
sorrise tendendole un mazzo di fiori:- Tulipani- affermò.
Juvia accettò arrossendo. Guardò suo marito grata
per la fortuna inaspettata che aveva ricevuto e iniziò a
piagnucolare.
-O-ohi... Juvia... che succede? Ho fatto qualcosa-
-N...no- si asciugò gli occhi tornando a guardarlo- Juvia...
Juvia è felice- e iniziò a ridere sotto lo
sguardo dei tre. Degel si voltò verso la sorella facendole
segno che la mamma non aveva tutte le rotelle a posto.
La famiglia aveva ricominciato a camminare, Ame aveva insistito per
tenere i fiori della madre, poi si era avvicinata al fratello
porgendoglieli come dono.
-E non farmi regali riciclati!- sbottò lui camminando avanti.
-Degel non ti allontanare- lo richiamò Leon tenendo la
manina di Ame. Poi si rivolse alla piccola sorridendo imbarazzato- in
effetti non dovresti riciclare i regali.
La bimba lo guardò interrogativa:- Ma la mamma ha regalato
alla signora Robin la teiera che le ha comprato Sherry-san.
Leon guardò Juvia che iniziò a tossire:- Non...
non lo saprà mai.
-Non è quello il punto!
-Era bruttissima. A Juvia non piaceva per niente. E nemmeno a Leon- ci
tenne a puntualizzare.
-Oh... er...ah- Leon si arrese- meno male che Ren e Sherry non vengono
ogni giorno.
-Siamo arrivati!- urlò Degel entusiasta- è quella
Fairy Tail?
Juvia guardò la gilda che si ergeva imponente alla fine
della via, non si era accorta di essere arrivata così
presto. Fairy Tail era ritornata al suo legittimo posto, era di nuovo
splendente nel cuore di Magnolia. Era da una vita che non metteva piede
lì dentro. Aprì timidamente il portone mentre
Degel si nascondeva dietro il padre.
Quello che vide la riportò nel passato di sette anni. Non
era cambiato apparentemente nulla, c' era il solito caos, il solito
rumore di festa e di allegria.
Non appena entrarono tutti si girarono verso di loro, per un attimo ci
fu solo il silenzio, poi un' esplosione di urla e risate, di braccia
che la circondavano e la reclamavano.
Dopo un po' si era seduta al bancone, Leon stava parlando con il
Master, i bambini gironzolavano per la grande sala. Iniziò a
guardarsi intorno quando Mirajane le parlò:- Sta arrivando.
-Come?
Le sorrise dicendo ciò che era ovvio:- Gray sta arrivando.
-Ah... ah... ma Juvia non... non lo stava affatto cercando.
-Come vuoi- la accontentò Mira facendo il giro del bancone e
sedendosi al suo fianco mostrando un ventre prominente sotto il vestito.
-E quello?- domandò stupita Juvia.
Mira rise:- Qui dentro c' è un bambino. Sono successe tante
cose sai? Io mi sono sposata con Fried per iniziare... da un anno
più o meno. Elfman ed Evergreen sono stati i primi a mettere
su famiglia.
-Lo immaginavo-
-Levi e Gajiel fanno gli eterni fidanzatini. Quello sciocco pensa che
Levi sia ancora troppo giovane per il matrimonio.
-E' che Levi sembra sempre piccola.
-Ma non lo è- precisò Mira. La ragazza si
picchettò il mento con l' indice- vediamo un po'... che
altro...ah, Erza e Gerard si sono dichiarati giusto la settimana
scorsa. Ci hanno impiegato un sacco di tempo.
-G-Gray?- sussurrò Juvia- Gray-sama...
-Il tuo Gray è ancora libero, non preoccuparti.
-Non è il mio Gray!
Già- Mira divenne seria- sai, ho sempre pensato che sareste
finiti insieme. Ne ero sicura. Ma tu poi sei andata via con Leon. Cosa
è successo? Pensavo che il tuo amore fosse incrollabile.
Juvia abbassò gli occhi sulle mani:- Mi sono innamorata di
Leon, tutto qui.
-Io ho avuto l' impressione che stessi scappando.
Gray entrò all' interno della gilda che stava litigando con
Natsu come al solito. Lucy li aveva fermati buttando un urlo non appena
aveva aperto il portone. Anzi, non un urlo. Juvia. Disse precisamente
Juvia.
Il mago del ghiaccio si bloccò sulla soglia. Cos' era? Uno
scherzo?
Quando incrociò lo sguardo di Juvia circondata da Natsu,
Lucy ed Happy dovette convenire che forse non lo era. Allora stava
sognando. Oppure aveve le allucinazioni. Forse era sotto l' effetto
dell' incantesimo di qualche nemico che li stava attaccando in sordina.
-Ehi Gray!- la faccia di Leon di fronte a lui gli fece pensare di
escludere tutte le precedenti opzioni.
-E... Ehy.
Leon arcuò le sopracciglia:- Non mi aspettavo un benvenuto
festoso ma nemmeno questo devo ammettere.
-No... scusa è che...
Ti spaccherei la
faccia...
-Non me lo aspettavo.
Perchè me l'
hai portata via.
-Bè
lo sai, adesso abitiamo nella città in cui ha sede Lamia
Scale. Non è proprio vicina.
Gray si fece spazio verso un tavolo sedendosi insieme a Leon.
-Sei ancora un mago di Lamia Scale quindi.
Leon sorrise:- Non proprio. Faccio l' architetto, però ogni
tanto non mi dispiace lavorare per la gilda- si alzò la
maglietta mostrando il simbolo di Lamia Scale.- Ehi... potresti
rimettersi i vestiti?
-Eh?!
Quando Gray si fu finalmente rivestito ritornò a parlare,
questa volta con un tono beffardo:- Mi deludi, Leon. Cos' è?
Sei troppo vecchio per fare il mago?
-Troppo vecchio? No, assolutamente. E' che non ci è sembrata
una buona idea. Sai meglio di me quanto la vita di un mago sia
pericolosa e onestamente non ho molta voglia di lasciare due bambini
orfani.
Solo in quel momento, quando il mondo di Grey sembrava crollare
definitivamente, si accorse dei due marmocchi che stavano giocando con
Azusa. Leon li chiamò presentando ai piccoli il suo vecchio
compagno di apprendistato.
Il maggiore era il ritratto di Juvia. La pelle chiara, gli occhi, il
colore dei capelli, non fosse che i suoi erano decisamente disordinati.
La più piccola aveva i capelli del padre ma lisci e ordinati
come quelli della madre.
-Che diavolo stai guardando, maniaco!- lo riprese il piccoletto.
-Degel!- intervenne Leon mentre il ragazzino afferrava la mano della
sorella allontanandosi.
-Scusa. Mio figlio non ama essere al centro dell' attenzione.
-Quindi- Gray si voltò a guardarlo cupo- ora sei un
architetto.
-Anche parecchio affermato direi- rise Leon
-Sei sposato.
-Felicemente con Juvia- sentenziò sorridendo.
-E hai due figli.
-Adorabili- confermò annuendo.
-Adorabili- ripetè Gray assente. In pratica Leon aveva una
vita perfetta. Era cresciuto in quegli anni, era cambiato. Era cambiato
a tal punto da abbandonare la magia. Non lo credeva possibile. Ancora
non avevano nemmeno litigato.
-Sei cambiato- gli disse a un certo punto.
Leon strabuzzò gli occhi:- No, non sono cambiato. Credi che
sia cambiato solo perchè non sono più un mago?
Non a tempo pieno almeno. Juvia in fondo aveva bisogno di una vita
tranquilla e di essere amata. E io sono felice se posso darle tutto
questo. Inoltre non potevo perdermi per nulla al mondo la
possibilità di veder crescere i miei figli, non credi?- Leon
allargò le braccia mettendosi le mani dietro la testa- sono
scelte. C' è chi continua a fare il mago magari facendo
crescere i propri figli all' interno di una gilda e c' è chi
si mette a fare l' architetto ritornando ogni tanto sul campo di
battaglia.
Non avevano voglia di parlare del passato, di come Juvia fosse andata
via con lui abbandonando Fairy Tail. Si guardarono semplicemente, per
un attimo interminabile e in quell' attimo passò la
consapevolezza di essere stati rivali, che Gray era stato lento e aveva
perso Juvia, che Leon aveva approfittato della confusione nei
sentimenti del ragazzo e si era insinuato tra loro fino a portargliela
via. No, anzi, era stata Juvia ad essere andata via. Lei aveva deciso.
Leon l' aveva amata limpidamente, chiaramente senza confusione, senza
se e senza ma.
-Ti chiamo Juvia- affermò alzandosi. Si girò un
secondo verso di lui- ah, Gray... se volete andare in un posto
più tranquillo fate pure.
-E perchè dovremmo scusa?
-Forse avete ancora qualcosa da dirvi.
Gray alzò un sopracciglio, scettico:- E tu saresti
così generoso, o così stupido, da permetterlo?
Non hai paura?
-E perchè dovrei? Sette anni, Gray. Sette anni.
Era così gentile Leon. Aveva chiamato Juvia
affinchè lei potesse parlare con Gray-sama. "Potreste fare
una passeggiata" le aveva detto dandole un bacio sul naso.
"Cercherò di non essere geloso"
Juvia sapeva che Leon era geloso di Gray, era inevitabile visto che
sapeva perfettamente ciò che la donna aveva provato in
passato per lui. Era stato un sentimento molto forte, così
forte che pensava che non se ne sarebbe mai liberata. Eppure ora la
invitava a parlare con lui.
"Se non lo facessi ho paura che ti perderei", aveva concluso
accarezzandole i capelli e guardandola con tutto l' amore che aveva.
Implorante e speranzoso per certi versi, spaventato dai risvolti che
quella conversazione avrebbe potuto avere.
Per Leon era una prova del nove.
"Non ti preoccupare, Juvia tornerà qui tra un'
ora al massimo", aveva detto lei con cipiglio.
Non poteva rinunciare agli occhi di Leon che la guardavano con tutto l'
amore del mondo, nè al suo sorriso, nè a sentire
la sua risata gorgogliare dalla pancia, nè alle sue mani che
la accarezzavano devote, o ai baci sul naso, sulle labbra, tra i
capelli.
O alla loro casetta col giardino.
O alla felicità dei loro bambini.
-Gray-sama-
Juvia era davanti a lui. Sembrava più bella dell' ultima
volta. I capelli scendevano lunghi sulle spalle, indossava persino dei
vestiti più leggeri, una maglietta e un paio di jeans. Non
ricordava di averla mai vista così.
-Ciao Juvia.
Poteva sentire battere il suo cuore, il proprio e quello di Juvia.
Correvano.
-Andiamo a fare una passeggiata. Gray-sama vuole?
Il mago annuì uscendo al sole che riscaldava Magnolia. Erano
rimasti in silenzio fino a quando il ragazzo non si rese conto di
quanto stupida fosse la cosa. Per quanto ne sapeva avrebbe potuto
rivederla tra altri sette anni.
Oppure mai più.
Si infilò le mani nelle tasche e prese un profondo respiro:-
E... quindi sei felice?
Juvia si voltò a guardarlo e annuì:-
Sì, Juvia è molto, molto felice. E Gray-sama
è felice?- il tono di Juvia fece trasparire una vena di
preoccupazione che il mago cercò in parte di fugare.
-Credo di sì- fece una pausa- ho qualche rimorso.
-Ah
-Vieni, sediamoci su quella panchina- Gray indicò i sedili
di fronte alla grossa fontana a motivi mitologici al centro della
piazza affollata. Portò un ginocchio sotto al mento
coprendosi un poco con un braccio, fissava la bocca di un grosso pesce
di pietra- Ti ho odiata.
-Cosa?!-Juvia spalancò gli occhi, ferita e amareggiata.
-E poi ho odiato Leon. E alla fine me stesso.
Le spalle di Juvia si mossero appena ad accompagnare le lacrime
silenziose che cercava di trattenere ma che le arrossavano gli
occhi:-Juvia doveva andare via.
-Lo so, ma sono un uomo profondamente egoista. Lo sono sempre stato. Mi
sono sempre cullato nella certezza che mi avresti sempre aspettato. Ne
ero così convinto da rimandare sempre i conti con tutto
quello che rappresentavi per me. Era troppo difficile e fastidioso
cercare di capire cosa provassi nei tuoi confronti. Non mi interessava
saperlo, tanto tu ci saresti sempre stata. Ma mi sbagliavo. Mi ha
scioccato sapere che te ne andavi. Che non mi aspettavi. Che avessi
smesso di amare sia per me che per te. Pensavo che avresti sempre amato
per entrambi, ed era bello. Sono egoista. Alla fine sei andata via. Ti
ho odiata per questo, perchè ti eri arresa.
-Juvia non aveva smesso di amare Gray-sama- confessò. Non si
guardavano, i loro occhi erano fissi sull' acqua che sgorgava dalla
fontana, sulle sculture che rappresentavano dei e animali.
-Lo so. Ma non riuscivo a fermarti. Ho pensato "che faccia pure quello
che vuole". Non lo so perchè l' ho pensato. Nemmeno un anno
dopo mi arriva l' invito al tuo matrimonio. Ed eri felice, non mi
guardavi più come prima. Alla fine ti sei innamorata di
lui.- Gray si girò all' improvviso verso di lei alzando la
voce e facendola sobbalzare- O volevi punirmi? Mi stai ancora punendo,
Juvia?
Lei assunse un cipiglio severo, quasi nervoso:- Juvia ammette di essere
andata via perchè amare Gray-sama faceva troppo male ma
Juvia si è innamorata veramente di Leon stando con lui e
conoscendolo. Leon ama Juvia. La ama veramente! E... e Juvia non riesce
a immaginare un mondo senza di lui.
-Dimmi una cosa, Juvia, dimmi la verità, hai iniziato ad
amarlo perchè finalmente qualcuno ti amava,
perchè finalmente non eri più sola,
perchè ti accettava? Perchè era tutto quello che
io non ero in grado di fare?
-Gray-sama si sbaglia. Questo mi piace, lo ammetto ma Juvia ama Leon
per quello che è... non si può spiegare. Ci sono
tanti motivi e al tempo stesso non ce ne è nessuno.- Juvia
si alzò, si sentiva libera- Gray-sama è stato il
primo amore di Juvia ma ora Juvia è serena e non ha
rimpianti. Juvia ama suo marito.
Gray la guardava allontanarsi piano piano e diventare un puntino sempre
più piccolo, così piccolo che a un certo punto
era sparita.
Leon poteva stare tranquillo.
Aveva mollato la magia per darle una vita tranquilla, per amarla come
meritava. Lui probabilmente non sarebbe stato così
altruista, non sarebbe mai stato in grado di amarla in modo spontaneo e
trasparente.
Non poteva fare a meno di invidiarlo per la facilità con cui
le esprimeva i suoi sentimenti.
Era freddo come un blocco di ghiaccio, incapace di fare i conti con un
sentimento come l' amore. Ne era stato spaventato, lo fuggiva e avrebbe
voluto inseguirlo quando ormai era troppo tardi. Quei bambini avrebbero
potuto avere i suoi occhi, o i suoi capelli, o il suo temperamento. E
invece tutto quello apparteneva a Leon.
Lo sguardo di Juvia, tutte le espressioni del suo viso, il contatto con
il suo corpo... tutto, era tutto di Leon.
I rimpianti gli stavano puntellando l' anima come se fossero un insieme
di spilli dolorosi.
Leon era pigramente seduto al bancone sorridendo dell' intraprendenza
di Degel che sembrava provarci spudoratamente con Azusa e della gelosia
infantile di Ame che per la prima volta cercava di picchiare il
fratello. Da quando Juvia e Gray erano usciti non aveva fatto altro che
guardare la porta. Quando finalmente si aprì non se ne
accorse nemmeno, troppo impegnato ad annegare in un mare di pensieri
funesti e a darsi mentalmente dell' idiota per la sua
stupidità.
Sentì lo sgabello al suo fianco spostarsi e gli occhi di
Juvia posati su di lui.
-Juvia è davvero felice. Non ha bisogno di cercare nient'
altro da nessuna parte che non sia vicino a Leon e ai bambini. Juvia
spera che questo sia chiaro. E' così da quasi sette anni.
Leon sospirò sollevato e la strinse forte. Così
forte da avere paura di farle male.
Sette
anni prima...
-Juvia va via- piangeva.
-Come? Che diavolo vuol
dire questo?
-Juvia va via
-Questo l' ho capito. Ma
quando torni?
Le spalle si alzavano e
si abbassavano per i singhiozzi:-Mai.
-Juvia- le aveva
afferrato le spalle- è successo qualcosa?
Tirò su col
naso:- Juvia soffre troppo a stare accanto a Gray-sama in questo modo.
E sa che non può obbligarlo a innamorarsi di lei.
Le aveva lasciato le
spalle e la guardava sconvolto:- Lasci la gilda e i tuoi amici per me?
-Juvia andrà
insieme a Leon-san.
Era rimasto con la bocca
semiaperta, poi aveva ringhiato:- Traditrice.
E lei era scappata
gridando "gomen, gomen"
L' aveva vista dalla
finestra salutare i membri della gilda, meno rumorosi del solito, chi
spudoratamente in lacrime e chi in un contegnoso silenzio.
-Questa sarà
sempre la tua casa- aveva detto il Master.
Agitava la mano libera
in segno di saluto, l' altra era stretta a quella di Leon.
Il suo cuore intanto si
accartocciava. Aveva tirato un pugno alla finestra frantumandola.
Irrazionalmente gridò che avrebbe dovuto aspettarlo.
E invece era lui che
avrebbe dovuto sbrigarsi.
Gray nascose la testa tra le braccia, probabilmente a quest' ora
stavano andando via.
Di nuovo.
Dio, faceva dannatamente male.
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HARU DICE: Spero che questa shot sia piaciuta, è la prima
storia su questo fandom -e spero non sia l' ultima-, vorrei precisare
che la coppia Gray/Juvia mi piace molto ma ammetto che Leon non mi
dispiace affatto, anzi, per il modo in cui dimostra i suoi sentimenti
per Juvia è un ottimo candidato visto che la maga dell'
acqua prima di entrare a Fairy Tail è sempre stata sola ed
esclusa quindi credo che necessiti di sentirsi amata in maniera chiara
e trasparente. D' altra parte Gray è molto ermetico e
probabilmente confuso e il fatto che Juvia gli stia così
intorno possibilmente lo lusinga, gli dà la certezza che lei
sia lì ad aspettare. Mah, personalmente spero di vedere
presto nuovi sviluppi nel manga.
Degel è in realtà il nome del cavaliere di
Aquarius di Saint Seiya Lost Canvas. Mi è sembrato adatto
come nome per il figlio di Juvia e Leon.
DISCLAIMER: Fairy Tail e i suoi personaggi non mi appartengono. La
storia non è scritta a scopo di lucro.
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