- Di nuovo un principe -
A Lily Luna piaceva andare con il padre a trovare
Severus Snape, giù, a Spinner’s End. Le piaceva per il
semplice fatto che i due uomini la portavano a giocare nel parco in
fondo alla via, mentre loro si sedevano a parlare su una panchina.
Nel parco c’erano due altalene dall’aria
molto vecchia e nessuno le usava perché cigolavano troppo.
Nessuno tranne Lily Luna. Fin dal primo momento in cui le aveva viste
ne aveva subìto il fascino. Credeva che quelle altalene –
e solo quelle - l’avrebbero portata in alto, fino a
toccare le nuvole.
Saliva su un’altalena e cominciava a spingere
sempre più forte con le gambe, allungando la mano verso il
cielo.
Stavolta forse si era allungata un po’ troppo
perché si sbilanciò e per un attimo vide il suolo
troppo vicino. L’atterraggio fu più dolce del previsto.
“Lily Luna Potter!” gridò suo
padre “Vieni subito qui!”
Lilù si avvicinò mesta a Harry.
“Cosa ti ho già ripetuto mille volte?”
“Non fare magie quando si è tra i
Babbani, scusa papà” rispose meccanicamente Lily.
In verità Lily non riusciva a capire per quale
motivo i Babbani dovessero temere la magia: si potevano fare tante
cose divertenti!
Suo padre la guardò un po’ accigliato,
poi annuì e le disse: “Torna pure a giocare, ma fai
attenzione”
Anche il signor Snape la stava guardando, ma lui
sembrava più che altro divertito. Lilù gli sorrise,
convinta di aver trovato un alleato, e si allontanò.
Voleva sperimentare ancora la magia. Da quando aveva
capito come fare a controllarsi un po’, un paio di settimane
prima, non voleva più smettere. Era tremendamente divertente
far volare uccellini di carta, animare omini di pan di zenzero o far
inseguire James da uno stivale quando la faceva arrabbiare.
Così scelse un posto appartato, un po’
distante, dietro un grosso cespuglio, strappò qualche
margherita e si mise a farle ballare intorno a lei.
Era così concentrata che non sentì il
rumore di passi che si avvicinavano.
“Ehi, mocciosa, cosa stai facendo?”
chiese un ragazzino press’a poco della sua età.
“Niente, niente” rispose Lily Luna
interrompendo la danza dei fiori.
“Ti ho vista sai? Stavi muovendo quelle
margherite!” continuò un altro.
“No non è vero!”
Accidenti, adesso sì che era nei guai.
“Sì, ti abbiamo visto tutti. Sei.. una
strega! Brutta strega!” inveì il primo.
“Strega! Strega!” rincarò il suo
compagno. “Nessuno vuole giocare con una strega!”
Lilù cominciò a piangere. Non tanto per
il fatto che le dessero della strega – era vero in fondo –
quanto perché non riusciva a capire perché dovessero
prenderla in giro per questo.
D’un tratto una figura scura si mise tra lei e
i bulletti e sentì dire: “Andatevene via”
Questi, impauriti dalla presenza di Snape, fuggirono.
Poi, rivolgendosi alla bambina, le disse: “Smettila
di piangere, non serve a nulla”
Lily Luna guardò tra le lacrime il suo
salvatore e prese il fazzoletto che le stava porgendo.
Si asciugò i lacrimoni singhiozzando.
L’uomo interruppe il silenzio creatosi dicendo:
“Sei molto precoce per la tua età”
Lilù lo fissò dubbiosa: la stava
sgridando come il suo papà?
“Cosa significa precoce?” si azzardò
a chiedere.
“Significa che sei molto brava ad usare la
magia per essere così piccola. E se i Babbani sono stupidi non
devi piangere, hai capito?” rispose guardandola negli occhi.
“Sì” annuì Lilù
rincuorata. I suoi fratelli si sbagliavano: il signor Snape era
buono. Inoltre pensava che lei fosse “precoce”.
Severus riportò la piccola al padre che la
stava cercando preoccupato. Harry ringraziò Snape e tornò
a casa con la bambina che si girò a salutarlo un’ultima
volta.
Il campanello di casa Snape suonò facendo
trasalire Severus. Non si aspettava un’altra visita così
presto. Sospirò, sperando non fosse un membro della famiglia
Potter-Weasley, tra le poche persone che andassero a trovarlo. In
fondo gli sembrava di essere stato chiaro: sopportare la vista di
quella famiglia, o almeno di una parte di essa, una volta ogni due
settimane gli sembrava già fin troppo. Senza contare i pranzi
e le feste a cui era invitato.
Perciò, al secondo trillo, stava già
pensando a una scusa per non uscire.
Ma nell’aprire la porta si bloccò,
trovandosi un foglio di carta arrotolato sotto il naso. La mano che
reggeva il foglio era della piccola Potter che lo guardava dal basso.
“Questo è per lei signor Snape”
disse sorridendo.
Snape guardò il padre chiedendo spiegazioni,
ma quest’ultimo alzò le spalle dicendo: “Ha tanto
insistito per venire qui oggi…”
“E’ un disegno” continuò la
bambina “L’ho fatto per ringraziarla di avermi salvato
ieri”
“Io non ho fatto proprio niente” rispose
Snape.
“Oh sì invece! Vede? Questi qui sono gli
orchi che cercavano di rapire me, che sono la principessa. Lei è
questo, il principe nero che mette in fuga gli orchi cattivi”
spiegò Lilù mostrando il disegno infantile.
Severus osservò la figura sproporzionata che
avrebbe dovuto rappresentarlo e pensò che il secondo nome
della bambina fosse azzeccato.
“Davvero mi vedi così?” le chiese,
alzando un sopracciglio.
“Certo! Lei è il mio principe e quando
sarò grande ci sposeremo!” rispose ingenua Lilù.
Harry soffocò una risata guadagnandosi
un’occhiataccia dall’ex professore. Poi rivolgendosi a
Lilù disse:
“Dai, daglielo e andiamo, il signor Snape ha da
fare”
“A presto signor Snape e grazie!”
Severus chiuse la porta e lo sguardo cadde di nuovo
sul disegno. Si avvicinò alla finestra del salotto, scostò
le tende e seguì con gli occhi Lily Luna allontanarsi finché
non diventò un puntino.
E fece una cosa che non faceva da chissà
quanto tempo: sorrise.
- Spazio autrice -
Questa storia doveva partecipare a un contest che non
c’è stato causa scarso numero di partecipanti (3). Era un contest con pairing Lily/Severus o Lily Luna/Severus, la cui frase ispiratrice doveva essere: "Ti amo non per chi sei tu, ma per chi sono io quando sto con te (G.G.Marquez)"
La giudicia ha valutato lo stesso le tre storie e ha
creato un banner per ciascuna. La versione qui postata è
quella riveduta e corretta alla luce del betaggio della giudicia.
̴ Patty ̴
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