Un Mare In Tempesta

di Fatadz
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Guardavo il mare, il ripetersi delle onde che si schiantavano contro gli scogli, come se l’acqua cercasse disperatamente una via di fuga da quella gabbia di roccia. Un soffio di vento sfiorò la mia pelle bagnata. Non capivo.


Anche se c’era una tempesta in corso, restavo ferma, come incollata allo scoglio, ad osservare il mare schiumoso che si perdeva verso l’orizzonte, dove i tuoni, i lampi e le saette facevano la lotta.
È stato proprio mentre assistivo a quel misterioso spettacolo che capii che per l’ennesima volta mio padre e mio zio stavano litigando.
Mi toccavo i capelli rosso corallo, cercando di districare i nodi che si erano formati nuotando.
Ero stufa dei loro continui litigi: ogni volta era la stessa storia. Si davano guerra ogni volta che volevano, spesso fregandosene delle possibili conseguenze per tutti noi.


Mi tolsi l’ultimo pezzetto di alga che si era impigliato nelle mie ciocche di fuoco, mi accarezzai la coda di squame azzurre e, gettatami in mare,  nuotai in fretta dritta negli abissi.




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