Redire

di eloise de winter
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Redire
 

Nessuno credeva che avrebbero avuto nuovamente l'onore -o l'onere- di incontrarla, e invece eccola lì che camminava, il mento tanto in alto che per vedere dove passava doveva tenere gli occhi socchiusi, in un'espressione di superiorità ostentata ed esibita come si mostra, vanesi, al mondo un nuovo abito o un raffinato monile.

Ma, fiera ed orgogliosa, lei incedeva con il suo passo elegante tra due ali della folla che, come le acque del Mar Rosso di fronte al popolo ebreo, si aprivano di fronte a lei.

Rivolgeva un lieve, quasi impercettibile cenno del capo a coloro che le cedevano il passo inchinandosi, ma ignorava senza neanche far scorrere lo sguardo su di loro, coloro i quali non davano segno di volere neanche solo piegare leggermente il capo.

Arrivata alla base dell'antica scalinata che portava alla Cattedrale della Notte, prese con la mano di nero guantata l'orlo del vestito scuro e salì, un passo alla volta, ogni gradino candido che ostacolava il suo percorso.

Tutta la folla restava con il respiro imprigionato nei polmoni, trattenendo il fiato, ad aspettare il momento in cui, varcato l'arco affilato della Cattedrale, le croci benedette per bandire sarebbero improvvisamente arse e lei sarebbe caduta, bruciante, al suolo per la maledizione che, da prima dell'alba dei secoli, minacciava i redivivi .

Un passo….due.....ed entrò.

Le croci arsero, ma lei, impassibile se non per quel sorrisetto di scherno sulle labbra, si voltò verso il suo pubblico e disse

<< Signori, Eloise è tornata. >>






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