Sancta Santorum, il cuore del mondo
Vive nelle Lande
Desolate
dell'Est, lontano da ogni compagnia, ad eccezione della sua vecchia
pipa. Coltiva un orticello polveroso; accanto ad esso scorre un
ruscello, dal quale il lupo solitario trae l'acqua, la risorsa
più
rara e preziosa di quelle terre selvagge. A stento ricorda come
è
fatto il mondo, d'altronde a lui basta conoscere l'area che si
estende per qualche centinaio di passi attorno alla sua casupola. Un
villaggio modesto è situato qualche iarda più lontano,
lui però
non l'ha mai visitato. Si limita ad osservarlo mentre si staglia
all'orizzonte, stranamente luminoso quando il Sole di Mezzogiorno
brilla alto nel cielo. Il tempo scorre placido come una
bisciastriscia che serpeggia fra i granelli di sabbia. Oggi, tuttavia,
quell'armonia ripetitiva e pacifica
è turbata dal prosciugarsi del ruscello. Il lupo solitario
medita a
lungo, seduto comodamente su una poltrona e fumando la pipa con
gusto. Si ricorda poi dell'esistenza del Sancta Sanctorum, il luogo
dove la gente si reca quando necessita di aiuto, dove le domande
trovano sempre una risposta, dove ogni speranza si riaccende. Parte,
sperando che il viaggio sia breve, dato che non vuole consumare
troppo la suola delle scarpe sgualcite che indossa da innumerevoli
anni. Si dirige verso Sud: magari incontrerà i profughi che sono
fuggiti dai pericoli delle Lande Desolate alla ricerca di una vita
migliore. Non tutti apprezzano le schermaglie garbate con i lupi
ombrosi o gli agguati insidiosi dei camaleoni. Gli torna in mente un
amico di vecchia data: egli aveva scoperto a sue spese che a volte le
rocce non sono inanimate come sembrano. Dopo essersi seduto su un
camaleone ed essere miracolosamente sopravvissuto, aveva dovuto
prenotare svariate sedute dallo psicologo. Dopo qualche giorno, la
sua gola è secca come una spugna che aspetta invano di essere
imbevuta. Decide di deviare verso Rossospuma, la città dai dolci
e
verdi declivi, produttrice del vino più buono al mondo. Lungo le
ampie vie della famosa località, non vi è nessun ubriaco
che
festeggia la sua fortuna, come era tradizione in passato. Non si
odono nemmeno gli interminabili strepiti dei fringuicchi che
minacciano le coltivazioni sulle colline, spinti dalla fame. La
città
è popolata soltanto da inquietanti statue di vetro antropomorfe.
Di
certo il loro scultore aveva impiegato una cura straordinaria nel
rifinirne i dettagli. Il viandante non ha tempo da perdere. Rompe la
vetrina di un elegante negozio e prende alcune bottiglie di vino
pregiato: agli abitanti spettrali di Rossospuma non sarebbero
più
servite. Approfitta del loro consenso inespresso per rifornirsi anche
di cibo e per procurarsi degli indumenti nuovi. Adesso perfino i
nobili altezzosi di Babele avrebbero dovuto portargli rispetto. Da
tempo incalcolabile, questi ometti un po' paranoici cercavano di
dimostrare la propria grandezza costruendo case sempre più alte.
Ora
Babele non ha nessun pinnacolo da sfoggiare: è caduta in rovina
e
solo le macerie testimoniano la sua esistenza. L'abitante dell'Est,
si incammina nuovamente verso il Sancta Sanctorum; sembra quasi che
raggiungere quel luogo crei più problemi di quanto esso non ne
risolva in seguito. Il paesaggio non è più come nei suoi
ricordi:
il mare ha invaso le vaste pianure e le frane hanno sgretolato le
montagne. I prati sono diventati savane, le savane sono diventate
deserti. Si accorge di una chiazza verdognola in lontananza: è
la
famosa foresta di cactuspini, che ora però si è
trasformata in una
palude maleodorante. Gli dispiace di come la natura sia degenerata
poichè quel legno sarebbe stato perfetto per intagliarci
una pipa, nel caso
in cui la sua si fosse rotta. A causa della scomparsa dei cactuspini,
gli abili falegnami di Porto Truciolo avrebbero dovuto senz'altro
cambiare lavoro, se fossero stati ancora in vita. Anche di loro sono
rimaste solamente gelide statue di vetro. Tutta questa desolazione
non impressiona affatto il viandante, lui è abituato ad essere
circondato dal nulla. Probabilmente il suo isolamento era stato un
metodo per sfuggire alla compagnia. Fortuna sfacciata? Istinto
animale? Egli certamente possiede almeno una di queste doti, dato che
giunge al Sancta Sanctorum. Chissà quanto denaro facile avrebbe
potuto guadagnare al Casinò Des Palmiers, che ora marcisce
avvolto
in grigie ragnatele abbandonate. Se i suoi frequentatori avevano
scommesso di sopravvivere, erano morti da miseri
perdenti. Davanti all'ingresso del Sancta Sanctorum è accalcata
una
marea di statue di vetro che sembrano lottare tra loro, come se
stessero fuggendo da un terribile abominio. Il lupo solitario si apre
la strada mandandone molte in frantumi; svanito lo stupore e
subentrata l'abitudine, quelle figure hanno perso ogni valore ai suoi
occhi. Il pensiero di incontrare per caso l'abominio, il probabile
responsabile di tutto questo caos, lo fa esitare. Aveva dimenticato
il significato del terrore dopo aver respinto gli attacchi dei lupi
ombrosi per dieci notti consecutive. Vivere nelle Lande Desolate
dell'Est ha un prezzo molto alto, sia per gli uomini che per le
bestie. Fortunatamente, i lupi ombrosi avvertono le proprie vittime
ululando di giorno ed attaccando al calar della notte. La loro
condotta morale però non li ha salvati dagli spari di una
carabina:
la mancanza assoluta di onore è una delle armi migliori degli
esseri
umani. Scende nelle viscere del Sancta Sanctorum, fino a raggiungerne
il cuore. Nell'ultima stanza, vi è un semplice specchio che
riflette
la sua immagine. Durante il viaggio sotto il Sole cocente,
l'abitante dell'Est ha cambiato la propria domanda: gli dispiace
rinunciare al benestare del suo ruscello, ma non ha altra scelta.
"Quale calamità, quale abominio ha colpito il mondo?"
chiede con il sollievo di chi finalmente è giunto alla resa dei
conti. La sua controparte riflessa sghignazza ruvidamente per un
intero minuto, poi risponde gelidamente: "Tu li hai uccisi. Tu
sei la calamità. Tu sei l'abominio. Come puoi ancora vivere,
sapendo
ciò?". Egli replica in tal modo: "Oggi, la mia lenta vita
si è trasformata in una lenta morte. Potrò forse
riscattarmi,
portando questo terribile fardello?". Ma il riflesso tace.
Intanto il Sancta Sanctorum, il cuore del mondo, si sgretola: non ne
rimangono nemmeno le macerie.
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