E di quel noi rimarranno solo le ceneri, le mie ceneri.

di Ceneri
(/viewuser.php?uid=196571)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Gale.
Tutti i ricordi, tutte le giornate che abbiamo passato insieme, tutti quei sorrisi, tutti quegli sguardi, tutti quei segreti. E di quel noi, se mai c’è stata anche l’ombra di un noi, rimarranno solo le ceneri, le mie ceneri. Ora, in questo momento, mi butterei tra le sue braccia, nasconderei il viso nel suo petto, lo stringerei a me ed aspetterei che tutto finisca. Ma non posso. Sto per morire. Sto aspettando di morire, sto aspettando di affrontare uno di quei grossi tributi per proteggere Peeta. Quando in realtà vorrei essere in casa, vorrei essere nel bosco con Gale, vorrei che niente di tutto questo fosse iniziato. Vorrei che gli Hunger Games non esistessero.
Ma cosa mi ha portata a questo punto?
Ah, sì, ora ricordo.

“Primrose Everdeen, dove sei? Vieni!”

Quell’estrazione mi ha portata qua. Ricordo ancora quel momento, ricordo il mio vestito azzurro, ricordo le trecce di Prim, ricordo la disperazione con cui ho gridato “Mi offro volontaria”. E lo rifarei altre mille volte per salvare la mia piccola ed indifesa paperella. Avrei voluto che fosse un altro nome ad essere estratto. Avrei voluto non aver mai rivolto una parola, uno sguardo, una parola a Peeta. Lui non avrebbe dovuto buttarmi il pane quel giorno. Ucciderlo sarebbe stato semplice, quasi indolore. E se non fosse stato per quel pezzo di pane non saremo qua. Io sarei già morta. Morta di fame, probabilmente. Oppure sarei sopravvissuta, non lo so. Ma, non si può tornare indietro.

Vorrei sentire le labbra di Gale premere contro le mie, per l’ultima volta, prima che il mio cuore smetta di battere, prima che il mio cervello smetta di lavorare e dare origine a mille “E se” “Vorrei”.
E lui mi vorrà ancora bene? Forse ha trovato un’altra. Più bella. Più intelligente. Più brava a cacciare. Meno incasinata di me. Oppure mi odia! Dopo tutte queste smancerie in diretta nazionale… Io stessa mi odio e mi consolo con “L’ho fatto per sopravvivere”

Cosa starà facendo Gale ora? Cosa starà facendo mentre io me ne sto qui, seduta su una spiaggia dell’arena dell’edizione della memoria? Cosa starà facendo mentre la sabbia mi scalda i piedi? Cosa starà facendo mentre io me ne sto qua ad aspettare di morire per Peeta? Avrà capito che non tornerò indietro? Almeno non viva. Forse sta sperando che io vinca. Ma non sarà così. Non rivedrò più il suo volto, non rivedrò più i suoi occhi grigi, così simili ai miei, non riaccarezzerò più i suoi capelli neri. Non potrò più scherzare con lui, non ci sarò più. Lui continuerà a vivere. Perché lui è forte e andrà avanti. E io sarò sottoterra, morta, i vermi mi divoreranno. Lentamente la gente che mi ha conosciuta riuscirà a dimenticarmi oppure riuscirà a convivere con il dolore della mia morte, del silenzio che ho lasciato, silenzio eterno. Ma sarà meglio così, perché non potrò provocare rivolte. Morirà meno gente.
Gale sopravviverà perché il governo non lo prenderà di mira. Perché io sarò morta.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1082010