Islanda non saprebbe
dire come siano finiti lì. In un pessimo albergo ad ore ad
Amsterdam, che puzza di fumo ed alcol. Brennivìn. È
quasi sicuro che sia colpa di quella bevanda demoniaca -oh, ma tanto
buona, le perdona anche questo- o forse è stato l’assenzio?
Il fumo?
Incastra la gamba
tra quelle dell’uomo e continua a baciarlo, afferrandolo per la
camicia ed abbassandolo, lasciandosi andare ad un lamento quando si
rende conto della differenza di altezza. Quando hanno cominciato a
baciarsi era così alto? È sempre stato così
alto? Ricorda, Eirìk, ricorda! Non potete essere lì
senza un motivo.
Oh, c’è
un motivo. Sesso. Non è un motivo valido? Nella mente
annebbiata da fumo ed alcol, non riesce a trovare motivo migliore per
desiderare altri mille di quei gemiti che l’uomo sta lasciando
uscire dalle labbra.
Ricorda. È
solo un flash, ma gli manda un brivido lungo la schiena. Van Gogh, le
raccomandazioni di Norge, Olanda…
“Jan…”
geme, buttandolo malamente a sedere sul letto, che cigola come se
dovesse crollare da un momento all’altro -al piano di sotto, a
giudicare dallo scricchiolare del pavimento- e salendogli a
cavalcioni sopra.
Certo, è
cominciata così, ecco perché non era poi così
alto, gli era in braccio, dannato olandese e le sue droghe che gli
fanno scordare le cose importanti.
“Tuo padre mi
ammazzerà.” sussurra lui, nell’ennesima protesta
che dovrebbe, di norma, far fermare l’islandese. Ha cominciato
con ‘non sei il mio tipo’ e passando per ‘sei
troppo giovane’ è arrivato a quello. Islanda gli ha
risposto sempre allo stesso modo.
“Che peccato.”
Muove il bacino su
di lui, sensualmente, stuzzicandolo oltre l’impossibile,
spostando le mani sul suo corpo, sotto la camicia, sulla sua pelle,
leccandogli le labbra prima di legarle con un bacio profondo,
impedendogli di protestare ulteriormente.
Andare in Olanda per
vedere le città, i musei… quella era stata la sua idea
iniziale. Non è il tipo da andare in giro in cerca di sesso o
droga, solitamente è troppo timido per questo. No, non è
il tipo, allora perché sta spogliando l’uomo di fronte a
lui? Uomo. Non dimostra la sua età, chissà che cos’avrà
pensato la signora alla reception! Se la ricorda in modo appannato,
forse era un uomo, ma le unghie laccate erano un segno che…!
L’olandese lo
allontana, secco e deciso, facendolo vergognare a morte per il modo
in cui lo prende per la vita, lo solleva e lo posa sul letto, lontano
da lui, come se non pesasse nulla o fosse un bambino. Poi resta
seduto sul bordo del letto, la testa tra le mani, i capelli
scompigliati che ricadono un po’ sugli occhi.
“Sei un bel
ragazzo. Davvero, sei intelligente e mi piace parlare con te, ma sei
ubriaco e probabilmente non avrei dovuto farti fare un tiro. Dio! Ma
cosa diavolo stavo pensando, sei suo figlio!” sbotta, tirando
un pugno al materasso, che protesta rumorosamente.
Islanda non sa cosa
rispondergli. Ha la testa che gira e l’eccitazione non svanirà
perché glielo dice lui. Però si sente un po’ più
razionale, rispetto alla persona che ha oltrepassato la porta e si
vergogna. Molto.
Allunga le mani
verso l’olandese infelice, vorrebbe allo stesso tempo sbatterlo
sul letto ed abbracciarlo, è una sensazione strana, gli gira
la testa perché ci pensa davvero troppo. Le incastra sotto
alle proprie cosce, come a punirle per aver disubbidito e voler
evitare altri danni.
“Ti accompagno
in albergo.” sussurra l’altro, più calmo,
alzandosi e porgendogli la mano. L’islandese guarda di lato,
non osando guardarlo in faccia, cercando di elaborare qualche modo
creativo di mandarlo via, per lasciarlo solo con la propria vergogna.
“Eirìk,
non è successo nulla, torna in albergo e dormi, senza alcol in
corpo starai meglio.” aggiunge, conciliante, un tono che ancora
non ha sentito, nella sua voce.
Libera una mano e
prende la sua. Ma non lo guarda. Resta a guardare in terra mentre
fanno il percorso inverso verso la reception e Jan parla con la
persona con cui hanno parlato prima. È amichevole e l’altra
persona ride allegra. È una donna, ma non ha voglia di alzare
lo sguardo per vedere se ha le unghie laccate o meno.
Barcolla insieme
all’accompagnatore fino in strada e senza neppure accorgersene
si trova in taxi. La testa rimane rigidamente voltata dalla parte in
cui sa che non ci sarà nessun uomo dagli occhi verdi e la mano
che gli aveva porto ritorna a nascondersi, mentre si addossa alla
portiera e chiude gli occhi.
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