Ciao
a tutti!
Dopo
qualche mese di assenza dal mondo delle fanfic di OP, ritorno che una
nuova storiella sui cui ho duramente lavorato da luglio 2011 per uno
scopo a cui tenevo particolarmente.
Ho
scritto questa storia volendola dedicare primariamente a Perona, e solo
come conseguenza a Nami e Zoro, per cui difficilmente troverete delle
situazioni zonamose come quelle che ci piacciono assai se non forse
alla fine ( :3 ).
Sono
stata ispirata da questo personaggio, secondo me uno dei personaggi
meglio caratterizzati di Op e uno dei miei preferiti, che sotto alla
maschera da principessa viziata, capricciosa e senza scrupoli nasconde
in realtà un cuore…… un cuore che
è anche
in grado di amare.
Ho
voluto creare una sorta di diario di viaggio e di esperienze, a tratti
introspettivo a tratti puramente narrativo, che ci faccia capire la
relazione che lega la capricciosa principessa al nostro spadaccino
preferito sin dai primi momenti a Kuraigaina fino al ritorno a Sabaody.
E che ci faccia conoscere meglio Perona, in tutti i suoi aspetti. Anche
perché, non dimentichiamolo, Zoro ha passato il doppio del
tempo
con Perona di quanto non ne abbia mai passato con Nami o con la ciurma,
quindi tra i due una relazione è nata. Che tipo di relazione
però lo scoprirete solo leggendo.
La
fanfic, infatti, si snoda a partire dai momenti subito successivi alla
divisione della ciurma all’arcipelago partendo con i pensieri
in
prima persona di Nami e Zoro, fino allo scoccare degli interminabili
due anni che li riporterà a Sabaody per stare di nuovo
insieme
(loro due ma naturalmente anche la ciurma).
Perona
sarà vissuta come l’elemento disturbatore di un
equilibrio
tutto da ristabilire dopo due anni di lontananza fino a diventare la
punta di un triangolo difficile da gestire, ma sarà proprio
in
queste occasioni che meglio la conosceremo e questo è il mio
scopo. Trovo Perona un personaggio straordinario a cui andava dedicato
più spazio (spero che Oda glielo dedicherà in
futuro), di
conseguenza mentre mi leggevo il manga ho sentito crescere in me le
parole e ho dovuto iniziare a metterle sulla carta e mi sono detta:
“Devo dedicarle una fanfic. Devo”.
Premetto
che non mi sono attenuta alla storia originale se non per un misero
15–20% e non di più.
Se
questa fosse una canzone mi piacerebbe definirla come la cover di un
famoso artista dall’arrangiamento personale, che non
sconvolge
però le radici della canzone stessa.
Come
ho detto all’inizio non ci saranno scene con occhi a
cuoricino o
che ci faranno sciogliere come neve al sole, tuttavia credo lo
troverete interessante perché l’amore
c’è
anche se non si vede. Soprattutto si percepirà
nell’aria,
e per fare in modo che sia così ho fatto del mio meglio, per
farvi entrare nella testa e nel cuore di protagonisti. Ormai sapete
quanto tengo alle emozioni ;)
Ultimo
ma non meno importante, credo che questa si possa definire una songfic.
Molti dei capitoli portano il titolo di una canzone che
c’entra
con l’argomento trattato nel capitolo in linea di massima e,
come
incipit di ogni capitolo, ci sono alcuni versi. I più
significativi per il contenuto dello stesso.
Detto
questo, credo di aver parlato decisamente troppo.
Buona
lettura a tutti e spero gradirete questo mio nuovo exploit!
Laura
I PERSONAGGI DI QUESTA
STORIA NON MI APPARTENGONO.
VENGONO UTILIZZATI NEL PIENO RISPETTO DEL COPYRIGHT E DELL'AUTORE.
CITAZIONI SEGNALATE CON DOVUTI CREDIT.
ADATTAMENTEO DELLA STORIA ORIGINALE.
Anno 22.
Arcipelago
Sabaody.
L’arcipelago
Sabaody è l’ultima meta della Grand Line per
raggiungere
il Nuovo Mondo, prima di oltrepassare la Linea Rossa. L’unico
modo per oltrepassarla è farlo sott’acqua,
passando
dall’isola degli Uomini-pesce che si trova a ben 10.000 metri
di
profondità. Non è possibile farlo
“scavalcandola”, in quanto sopra alla linea rossa
si trova
la Terra Sacra di Marijoa, Quartier Generale della Marina Militare e
del Governo Mondiale, e dimora dei Draghi Celesti. Sabaody è
dunque una tappa obbligata per chiunque speri di giungere nel Nuovo
Mondo.
Si tratta
di un
arcipelago composto da 79 isole, o Grove, che per la verità
non
sono isole vere e proprie ma gigantesche mangrovie che piantano le loro
radici sul fondale oceanico e si ergono sopra la superficie per diverse
centinaia di metri. L’arcipelago è suddiviso in
diverse
zone: dal Grove 1 al 29, è la Zona Senza Legge. Dal 30 al 49
è la Zona Turistica. Dal 50 al 59 la Zona dei Cantieri
Navali.
Dal 60 al 69 c’è la base della Marina. Dal 70 al
79 la
Zona Alberghiera.
É
un luogo
altamente turistico, cosparso di bancarelle e negozi di ogni sorta,
palazzetti per i concerti e un lunapark nelle zone adibite.
Essendo
un punto di
passaggio, sull’arcipelago si possono incontrare persone di
ogni
tipo da tutto il mondo, ma anche molti pirati, nobili mondiali e
addirittura i Draghi Celesti. Questi sono i discendenti dei venti re
che 800 anni prima diedero i natali al Governo Mondiale. Sono esseri
spietati e senza cuore, venerati e temuti come veri e propri dei scesi
in terra. Tuttavia sono dei tiranni che hanno a loro disposizione un
ammiraglio della Marina e tutto il suo seguito per un qualsiasi motivo,
dal più futile al più grave. Sono persone
estremamente
facoltose, le più ricche sul pianeta, e posseggono un
seguito di
schiavi di ogni sorta che possano alleviare loro le
“fatiche” della vita quotidiana (qualunque esse
siano) e
farli divertire per sollazzarne lo spirito. La maggior parte delle
volte si aggirano nell’arcipelago per frequentare le aste di
umani (e non solo umani) che si tengono nella Casa d’Aste
della
zona Senza Legge. L’arcipelago è infatti noto
anche per il
forte razzismo nei confronti di creature non umane (quali Sirene e
Uomini-pesce, le prime in particolare sono una merce rarissima per via
della difficoltà nel catturarle) e ma anche nei confronti
della
povera gente. Chiunque intralci loro la strada o si permetta di
incrociarne lo sguardo finisce all’altro mondo. Il razzismo
nei
confronti di creature diverse non è però
un’esclusiva dei nobili e dei draghi celesti. La gente comune
che
vive sull’arcipelago tende a considerare gli Uomini-pesce
come
orride e viscide creature. Nondimeno, dietro all’apparenza di
isole allegre e felici, di gente spensierata che conduce ricche
attività commerciali, anche la gente comune nasconde la
paura
verso i nobili mondiali e i draghi celesti. Colpire un drago celeste
è altamente sconsigliato, tanto quanto tentare la fuga dalle
loro grinfie: per le comuni persone significa la morte certa o peggio
la schiavitù a vita che comunque nella maggior parte dei
casi
porta alla morte (forse un sollievo da quella tortura). Per i pirati
significa richiamare a fiumi la Marina, mettendo nei guai non solo la
propria ciurma ma tutte le ciurme presenti nell’arcipelago,
sempre che non muoiano prima.
Nel mondo
piratesco
solo i migliori pirati partiti da Reverse Mountain riescono a
raggiungere Sabaody e questi sono detti “Supernove”.
La nostra
storia
comincia quando la Ciurma di Cappello di Paglia giunge
all’arcipelago ed incontra la sirena Kayme e il suo amico
Hacchan, che si rivela essere uno dei vecchi tirapiedi di Arlong ora
convertito a commerciante di takoyaki nel suo chiosco sul mare. I due
spiegano loro dell’esistenza dell’Isola degli
Uomini–pesce quale unica via di accesso al Nuovo Mondo e che,
per
poter passare sott’acqua senza essere schiacciati dalla
pressione
sottomarina, le navi devono essere rivestite con un rivestimento
ottenuto dalla resina delle mangrovie. La resina infatti si ottiene da
vere e proprie bolle emesse dalle piante quando respirano, in un
processo simile alla fotosintesi, che volteggiano in tutto
l’arcipelago rendendolo così anche un luogo molto
romantico e suggestivo. Giunti all’arcipelago, la loro prima
mossa è dunque quella di cercare un meccanico abile nel
rivestire la nave in maniera egregia, ed Hacchan consiglia loro un suo
vecchio amico, il migliore nel campo. Andando alla ricerca di questa
persona che, oltretutto, pare molto difficile da rintracciare, la
ciurma si disperde: chi alla ricerca di shopping, chi alla ricerca di
divertimenti di vario genere. In quest’occasione Kayme viene
rapita da un gruppo di bracconieri, nonostante il suo travestimento da
umana. La ciurma scopre così la terribile e nera
verità
che si cela dietro quel luogo magico: Kayme sarà portata
alla
Case d’Aste per essere venduta. I bracconieri si occupano di
catturare sirene, Uomini-pesce per rivenderli alla case
d’aste,
che poi li rivenderanno ai nobili o ai Draghi Celesti per cifre
altisonanti. La casa d’aste stessa si occupa invece di
catturare
giganti, uomini molto forti, ragazze molto belle magari pratiche di
tecniche di intrattenimento, musicisti…
giocholieri…
tutto ciò che un nobile può desiderare per
allietare la
sua giornata. Nel tentativo di salvare la giovane e bella Kayme, Rubber
e compagni si recano di tutta fretta alla casa d’aste
sperando di
fare in tempo a comprarla loro stessi con i risparmi della ciurma
rubati a Thriller Bark per poterla salvare. Infatti, ad ogni schiavo
viene messo un collare collegato ad un dispositivo ad orologeria che
esplode se viene sganciato dalla catena o se viene forzato, la forza
è dunque inutile. Combattere per salvarla non avrebbe fatto
altro che sortire l’effetto contrario. La chiave viene
fornita al
solo compratore dal responsabile della casa. Nami è persino
pronta a sacrificare tutto il loro tesoro ma giunti lì si
rendono conto che le cifre messe in gioco superano ogni più
nera
aspettativa: non possiedono tutto quel denaro per salvare la sirena.
Preso dalla disperazione, Hacchan non riesce più a
trattenersi
ed irrompe nella sala causando il panico specialmente quando si rivela
per quello che è: un Uomo-pesce, causando l’orrore
in
molti dei presenti. Purtroppo l’offerta più alta
era stata
fatta da uno degli ospiti d’onore: un Drago Celeste. Questo
piccolo e tozzo uomo, rivestito da uno scafandro per non respirare
altra aria fuorché la sua, spara ad Hacchan provocando come
in
un effetto a catena le ire di Rubber, il quale, senza pensarci due
volte, colpisce il Drago Celeste in faccia con potenza inaudita e
facendogli perdere i sensi.
In pochi
secondi il
panico si scatena. La folla si precipita all’uscita mentre la
Marina e le guardie della casa d’aste cominciano ad avanzare.
In
questa occasione i pirati fanno la conoscenza del loro meccanico,
Rayleigh, che si scopre essere il Re Oscuro, braccio destro di Gold
Roger, ormai in pensione. Grazie alle sue straordinarie e sconosciute
abilità aiuta Kayme nella fuga e mette fuori gioco le
guardie
della casa d’aste. La Marina intanto attende fuori i pirati,
scoprendo in quella circostanza che si tratta dei famigerati Pirati di
Cappello di Paglia ad aver causato il trambusto. Pezzi grossi come loro
sono una succulenta preda per grossi predatori. Nel tentativo di
tagliare la corda, tra un combattimento e l’altro, i pirati
si
imbattono prima in Sentomaru giovane e promettente ufficiale della
Marina accompagnato dai potenti Pacifista. I Pacifista sono robot
antropomorfi dall’aspetto identico a quello di Orso
Bartholomew,
della Flotta dei Sette. Inizialmente Rubber e compagni ne incontrano
uno solo e lo credono quello vero già incontrato a Thriller
Bark; questo crea in loro vero e proprio terrore ma
c’è
qualcosa di diverso in quel mostro che tuttavia non riescono a
cogliere. Continua la fuga a rotta di collo, difficoltosa e piena di
ostacoli. Zoro non si regge in piedi, le ferite causategli dal vero
Bartholomew a Thriller Bark si riaprono ed Usop è costretto
a
portarlo in spalla per riuscire a fuggire, fino a che un nuovo nemico
non sopraggiunge per tentare di porre la parola fine una volta per
tutte. L’ammiraglio Kizaru.
In una
lotta
all’ultimo sangue la ciurma si disperde per confondere i
nemici
come ultima possibilità di salvare la pelle ma non basta.
Non
basta nemmeno l’aiuto del vecchio Rayleigh: il vecchio cerca
di
distrarre Kizaru in un combattimento diretto per salvare Zoro e
lasciare ai ragazzi la possibilità di fuggire. Tuttavia
Sentomaru invia un secondo pacifista che con l’altro va a
braccare i pirati, divisi in tre gruppi. Rubber e i suoi amici
capiscono dunque che non è il vero Orso Bartholomew,
bensì delle macchine da guerra. Questo però non
cambia le
cose: il nemico si rivela troppo forte e il cerchio comincia a
chiudersi. Sentomaru e i suoi Pacifista mettono quasi fuori gioco
metà della ciurma, senza contare che non si sono nemmeno
impegnati troppo. Li braccano senza tregua.
Improvvisamente
appare
un terzo pacifista. Questo però è diverso dagli
altri.
Tiene una Bibbia in mano. La disperazione comincia a farsi viva negli
occhi di ognuno di loro quando si rendono conto che non possono
vincere, e che addirittura, forse scappare è inutile,
perché quello è il vero Orso Bartholomew. Uno
dopo
l’altro, il vero Orso Bartholomew fa scomparire i membri
della
ciurma e Rubber rimane solo fino a che anche lui non scompare per
ritrovarsi ad Amazon Lily, l’Isola delle donne (ma questa
è un'altra storia).
Orso
Bartholomew fa
scomparire una persona in un luogo per 3 giorni e 3 notti, ma questo
loro non lo sanno, e mentre Rubber si dispera per i suoi amici che
forse sono morti o feriti chissà dove, qui ha inizio la
nostra
storia.
|