Nick: Alice_Nekkina_Pattinson
Titolo: Scarto
Personaggi: Fred (dell'esercito di Victoria)
Bree Tunner e Diego (accennati)
Raiting: Giallo
Avvertimenti: One-Shot
Generi: Drammatico, Malinconico, Suspence
Note (facoltative): Storia partecipante al contest di Pinzy
sul forum di
EFP, "Gli insoliti noti". Questa storia ha partecipato anche al contest indetto da _Hilay_ "Raindrops (opere edite e inedite). Dal 3-11-12 al 31-01-13.
In questa one-shot, cerco di raccontare la vita di Fred prima e durante
la sua
vita insieme all'esercito.
Scarto
Vagavo per la città da solo, la mia vita era sempre stata
uno schifo, fin da
piccolo.
Mia madre ci abbandonò a me e mio padre quando avevo neanche
una settimana di
vita, mio padre cercò di crescere me, ma poi se ne
andò anche lui, per colpa di
un incidente.
Così mi ritrovai all'età di 14 anni a dover
girare da un orfanotrofio
all'altro.
Feci amicizie sbagliate forse, ma tanto ormai non avevo più
nulla da perdere,
mi guardai intorno e non vidi altro che gente felice intorno a me,
mentre io
ero solo.
Scarto.
Ero uno scarto della società, ecco perché ero
stato scelto per entrare nel clan
di Riley, nel suo esercito, o meglio in quello di Lei ,
lei di
cui non sapevamo nulla, né nome né volto.
Ricordo ancora quando cinque mesi prima ero stato preso e morso da
Riley.
Uscii dal pub esattamente alle tre di notte, ero leggermente
ubriaco, lo ero
perché mi stavo sfogando nell'alcool, non volevo pensare
alla mia vita
schifosa, non volevo pensare al fatto che ero solo e avevo perso tutti,
non
avevo più nessuno.
Avevo solo me stesso e mi facevo compagnia in questo modo,
trasformandomi
ben presto in uno scarto, per questo mi prese, non avevo più
nessuno a
piangermi.
Appena varcai la soglia dell'uscita, sentii la brezza gelida
di febbraio
colpirmi e farmi venire i brividi.
Intorno a me era tutto buio, non c'erano molti lampioni vicino
a quel bar,
diciamo che non era poi un bellissimo posto in cui andare, mi
incamminai verso
il mio appartamento – se così si poteva chiamare- , quando vidi una figura davanti a me.
A vederlo era un uomo, mi fissò per qualche
secondo, io guardai dietro me
per vedere se c'era qualcun altro, quando notai che c'ero solo io,
capii che
voleva proprio me.
Incominciò ad avvicinarsi a me, ad ogni passo
incominciavo ad intravedere il
suo volto, era un ragazzo della mia età più o
meno, ma con uno sguardo da
assassino.
Quando arrivò ad essere ad un palmo da me, una
piccola luce ad intermittenza
di un lampione
lontano, gli illuminò il volto, aveva gli occhi
rosso sangue.
"Chi sei?" mi chiese.
"No, chi sei tu?" risposi io.
"Quello che ti darà la vita eterna tra due secondi"
non mi diede
il tempo di capire e decifrare le sue parole, che mi ritrovai in un
vicolo buio
e mi morse.
Ricordo ancora il dolore della trasformazione, quello era un ricordo
chiaro e
limpido.
Quindi ero lì, chiuso in quel posto insieme ad altri
neo-vampiri in attesa di
un ordine di Lei, ci era stato detto che
potevamo vivere solo al
buio, che alla luce del sole saremmo morti, saremmo bruciati vivi.
Presto me ne sarei andato, non sarei rimasto un minuto di
più in quella
specie di betola, circondato da persone schifose, viscide e
attaccabrighe.
Ci aveva insegnato che per sopravvivere dovevamo nutrirci di umani,
uccidere
persone innocenti o come diceva lui, scarti come noi, per dare di meno
nell'occhio.
Qualche giorno dopo la mia trasformazione scoprii di avere una specie
di
potere, che solamente dopo qualche tempo scoprì anche Riley,
riuscivo ad
allontanare le persone da me, in qualche modo le disgustavo, creavo una
barriera come se creassi disgusto.
L'unica con cui parlavo e permettevo di avvicinarsi, era Bree.
Era ancora una bambina, mi chiedevo con quale coraggio l'avevano
trasformata,
aveva solamente 14 o 15 anni, si era molto legata a Diego, l'unico con
un po'
di cervello li dentro, no come quegli idioti di Raoul e tutti gli altri.
Durante tutti i mesi in cui rimasi con loro, Riley non faceva altro che
farci
allenare, farci andare a caccia quando diceva lui, dirci che eravamo
tutti in
pericolo, era una lotta per il territorio.
Se volevamo mantenere il controllo sul territorio e nutrirci senza
problemi,
dovevamo sconfiggere il clan dei Cullen.
Il punto che non solo erano tutte bugie, ma a me non importava, io non
volevo
fare nessuna battaglia, volevo solamente starmene in pace.
Passavo il tempo "libero" per così dire a leggere, insieme a
me si
univa Bree, mi era entrata in simpatia, era gentile, buona, e non
cercava mai
di attaccare briga per un qualcosa o per il sangue come invece facevano
gli
altri.
Cercai di proteggerla finché potevo, la presi sotto la mia
ala, notai che si
affezionò molto a Diego, si percepiva odore di sentimento
intorno a loro due,
si affezionò anche a me, fu l'unica a non schifarmi e a
trattarmi come una
persona normale, fu l'unica per cui mi sia mai importato qualcosa da
quando ero
diventato un vampiro.
Quella sera Riley chiamò me, Raoul, Kristin e Bree per
andare a caccia, lei mi
venne a fianco, corse sempre appresso a me, io estesi la barriera anche
a lei.
Corremmo nella notte oscura e fredda in cerca di qualche mal capitato,
trovai
due ubriachi e chiamai Bree e glieli indicai con un cenno del capo e
corremmo
in quella direzione.
Certo il sapore non era buono, -visto l'alcool-, ma dovevamo fare
attenzione a
non dare nell'occhio.
Afferrai per la gola il primo, era un uomo sulla trentina, era talmente
ubriaco
che non si
reggeva neanche in piedi, sentii dentro di me come un malessere, non
volevo
farlo, io stesso ero stato attaccato, sapevo come ci si sentiva, eppure
l'istinto, la sete, mi urlavano di farlo, le parole di Riley mi
urlavano di farlo,
così sentii il battito del suo cuore, sentii il sangue
pulsare nelle vene e
senza pensarci trafissi la sua giugulare, sentii il sangue caldo
scendermi
nella gola, man mano dava sollievo alla mia sete, al bruciore, man mano
gli
occhi da neri di sete,
riprendevano quel tanto odiato rosso color sangue.
Lo sentii contorcersi sotto la mia presa, e questo non fece altro che
farmi
aumentare ancora di più la presa e la velocità
nel cibarmi.
Con la coda dell'occhio vidi che lo stesso lo stava facendo Bree, dopo
di che
ci caricammo i corpi sulle spalle e andammo a seppellirli
nella grotta
nascosta dove c'era il fiume, mente altre notizie di corpi ritrovati si
sarebbero
nuovamente sparse per le strade di Seattle.
Dopo di che, gli altri tornarono nella betola, mentre io e Bree ci
fermammo un
attimo a parlare.
Ci sedemmo in riva al lago e incominciò a dirmi quello che
avevo sempre
sospettato fin dall'inizio, cioè che Riley ci avesse mentito.
Incominciò a parlare preoccupata dal fatto che Diego volesse
parlarne con Riley,
lui si fidava, ma non sapeva quanto faceva male.
"Fred ci hanno mentito! Non è vero che al sole bruciamo,
solamente
brilliamo, cioè il sole sulla nostra pelle crea uno strano
effetto di diamanti,
sembrano piccoli diamanti che brillano.
E poi c'erano quelli con quelle strane mantelle nere, tutto l'abbiamo
scoperto
per caso, stavamo cercando Riley e abbiamo visto che insieme a lui,
c'era una
donna dai capelli rossi, che a quanto ho capito deve essere quella che
ci ha
creato e con loro due c'erano altri quattro vampiri, tutti con la
mantella
nera.
Ma la cosa strana era il discorso che stavano facendo, praticamente
hanno
scoperto il nostro gruppo e ho sentito che in circostanze normali, li
avrebbero
già uccisi, oltre che distruggere
noi, perché creare un esercito che stava creando tanto
scompiglio non andava
bene.
Ma in questo caso avrebbero fatto un'eccezione, solamente se noi
fossimo
riusciti a sterminare i Cullen, solo così si sarebbero
salvati.
Praticamente quelli sono pericolosi, dobbiamo mantenere l'anonimato per
loro,
oltre che per gli umani e l'unico modo era dirci che potevamo vivere
solo di
notte e mentendoci".
Ascoltai tutto quello che aveva scoperto Bree, mi disse che solamente a
me
l'aveva detto, che lo sapevamo solamente noi, più Diego.
Secondo me faceva male quel ragazzo ad andare a parlare con Riley, non
mi era
mai piaciuto, non doveva fidarsi.
Decisi che me ne sarei andato, eccome, presto quando ci avrebbero
chiamato per
la battaglia, io mi sarei allontanato dal gruppo.
Decisi di parlargliene con lei, di metterla al corrente del mio piano.
"Senti Bree, secondo me Diego non dovrebbe parlargliene, hai ragione
tu,
non mi sono mai fidato di Riley e nemmeno della nostra creatrice, in
fondo non
si è mai fatta vedere e non penso che sia solo per il fatto
che i Cullen hanno
dei poteri come dice lei, c'è sotto qualcosa, non penso che
sia solamente una
battaglia di territorio, credo ci sia qualcosa di più sotto.
Sembra una vendetta e io sinceramente non voglio morire per una sua
vendetta,
di cui noi non c'entriamo nulla.
Senti, io avevo già da tempo in programma di andarmene, non
voglio restare qui,
non voglio dover rischiare per una che ci ha creato per i suoi scopi.
Saremmo anche non-morti adesso, ma lotterò comunque per
questa vita, ho passato
di tutto e
di più e non voglio farmi usare come una marionetta.
Quindi adesso ti propongo di venire con me, porta anche Diego se vuoi,
cerca di
convincerlo a
non andare a parlare con Riley, in qualsiasi caso non devi dirlo a
nessuno
okay?" le dissi, lei mi guardò e annuì.
Poi di slancio mi abbracciò.
Rimasi paralizzato, poi ricambiai, mai nessuno mi aveva abbracciato,
sperai
veramente che mi seguisse, che si salvasse.
Nei giorni seguenti Riley porto a caccia gli altri, continuava a dire
che il
giorno era quasi arrivato, che presto ci sarebbe stata la battaglia per
il
sangue, che avremmo riconosciuto il clan dagli occhi gialli per il
fatto che
con loro c'era un umana e che chi arrivava prima, la poteva avere per
se.
Ci fece annusare a tutti una sua camicetta per riconoscere l'odore, poi
vidi
Diego avvicinarsi a Riley e sentii che voleva parlargli.
Alla fine non era riuscita a convincerlo, guardai Bree che stava
fissando Diego
con paura.
Se quello che Bree mi aveva detto era vero, Diego non sarebbe tornato.
Erano passati due giorni e di Diego ancora nessuna traccia, si
inventò che era
insieme a Lei, e che oggi ci
sarebbe stata la battaglia,
che oggi si poteva uscire alla luce del sole, per un fatto di
luce che
creava come una barriera.
Stronzate, erano tutte stronzate.
Ci raccontò di fare come stabilito, se non volevamo fare la
stessa fine che
aveva fatto uno, Lei lo aveva
punito in un modo atroce.
Presi Bree da parte e le sussurrai.
"Bree, ascoltami, adesso mentre andremo io mi allontanerò e
andrò verso
Vancouver, vieni via con me"
"No, prima aspetto Diego" disse convinta.
"Bree, Diego forse …"
"No, devo cercarlo, non posso abbandonarlo" mi disse supplicandomi.
"Va bene, facciamo così, io ti aspetterò per
ventiquattro ore, solo
ventiquattro ore, non ora di più, starò sul tetto
del più grande grattacielo di
Vancouver, sulla Riley Park, se non ti vedrò con lui durante
le ventiquattro
ore, me ne andrò okay?" lei mi guardò e
annuì.
"Ci sarò" disse sicura.
"Lo spero, fai attenzione" le dissi.
Riley incominciò ad incamminarsi urlando a tutti di
muoversi, man mano tutti
uscivano e lo seguivano, rimasi in fondo con Bree davanti a me, sperai
che
cambiasse idea e scappasse con me in quel momento, ma sapevo che era
decisa a
trovare Diego.
Corremmo, sfrecciammo tra gli alberi, quando vidi che nessuno poteva
notarmi,
sfiorai il braccio di Bree, lei si girò e annuì,
io sorrisi e mi allontanai.
Corsi il più veloce possibile, dovevo raggiungere Vancouver,
le ventiquattro
ore erano iniziate da quel momento, dal momento esatto che mi ero
allontanato
dal gruppo.
Mi ci vollero due ore per arrivare a Vancouver, conoscevo quella
città come le
mie tasche, trovai subito il grattacielo di Riley Park e come
un fulmine
salii sul tetto.
Mi avvicinai al cornicione, ai miei piedi sembravano tutte piccole
formiche le
automobili e le persone dei moscerini.
Mi sedetti sul cornicione, mi oscurai con il mio potere e attesi,
attesi il suo
arrivo, il loro arrivo.
Alzai lo sguardo verso il cielo, una folta coltre di nubi copriva il
sole sopra
di esse, creando uno strano strato di luce sottile, soffusa di sole.
Se quello che sospettavo era vero, Bree non sarebbe mai tornata, o
l'avrebbero
uccisa Riley e la Lei, oppure sarebbe morta
durante la battaglia.
Che bugiardi, dovevamo mantenere l'anonimato per via di quei quattro,
ma non ce
l'aveva detto, così in caso fossimo sopravvissuti allo
scontro ci avrebbero
ucciso loro, ci aveva detto che il sole ci avrebbe ucciso e invece
eccomi qui.
Ci raccontò che l'unico modo di vivere era uccidere e bere
sangue umano, eppure
quel clan, aveva gli occhi gialli da come ci aveva detto, forse c'era
un altro
modo di vivere che non aveva voluto dirci, ma una cosa era sicura,
guardando la
gente sotto di me, gente felice, che rideva, non volevo continuare ad
essere un
mostro, avrei girato il mondo e avrei cambiato il modo di vivere, avrei
dato un
senso a questa nuova vita, se così si poteva chiamare.
Avremmo formato un clan noi tre, io Bree e Diego, sperai con tutto me
stesso di
vederli arrivare.
Passarono minuti, ore, forse di più, alzai lo sguardo ed era
già calata la
notte, di loro nessuna traccia.
Aspettai e aspettai, i secondi, i minuti, le ore passavano e dentro di
me già
percepivo la verità che la mia testa ancora negava, che ero
rimasto nuovamente
solo.
Allo scoccare delle ventiquattro ore, mi tirai su, ero rimasto seduto
con le
gambe tra le braccia tutto il giorno a pensare, alzai lo sguardo verso
il cielo
e poi in un salto, mi ritrovai sul marciapiede, nelle strade oscurate
dalle
tenebre della notte.
Nell'incamminarmi, guardai il mio riflesso in una vetrina illuminata
dalle
lucine, vidi due occhi rossi, gli occhi di un assassino, ma la cosa che
mi fece
più male, era che ero solo, di nuovo come sempre lo ero
stato nella mia vita.
E solo mi incamminai verso la mia nuova strada, che era buia, non
sapevo quello
che avrei trovato o fatto, sapevo solo che volevo cambiare.
Ti volevo bene Bree, ma anche tu mi hai lasciato.
Di nuovo solo.
Spero
vi piaccia!!! XD
Fatemi sapere cosa ne pensate! :D
CiaoooooooooooooooooooooooooooooXD
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