L'INCUBO
PIU' BELLO.
Harry sussurrava parole
sconnesse contro la pelle del mio petto e del mio collo: “Di
più” “Più forte”
“Ti amo” gemeva mentre entravo sempre
più profondamente il lui.
Fissai le sue iridi
azzurre o verdi incapace di non guardarle.
Quelli erano gli occhi
di un angelo e di un diavolo, emanavano innocenza, ingenuità
ma anche perversione e eccitazione, erano gli occhi di un bambino ma
anche di un adulto.
Harry era Harry, e Harry
era un’eccezione; l’eccezione che conferma la
regola.
Lui era
l’essere perfetto, completo, senza uguali, lui era
l’essere insuperabile che
nessuno avrebbe mai
voluto creare, era una meraviglia, era la persona più bella
che avessi mai visto.
La mia vita era il nulla
prima di incontrarlo.
Passavo le sere con la
mia ragazza illudendomi di essere etero mentre desideravo solo di
inculare qualcuno invece di scopare con la mia ragazza che emetteva
gridolini come un bimbo sulle montagne russe.
Capii di essere gay
quando ad Xfactor mi trovai davanti quella massa di capelli ricci e
informi e quegli occhi verdi che mi folgorarono e si impossessarono di
me.
Ammisi a me stesso di
amarlo quando cominciai a sentire il desiderio di passare con lui ogni
secondo, ogni istante, ogni momento della mia esistenza.
Capii di non avere
più possibilità di tornare indietro quando ci
baciammo per la prima volta, al gioco della bottiglia, quel fottuto
gioco della bottiglia quella sera nella stanza di Xfactor, aveva solo
16 anni lui, io 18, costretti dalla sorte a baciarsi.
Harry era la mia anima
gemella.
Continuava a mugolare
mentre entravo in lui dolcemente, quasi per paura di poter
fargli male.
E gemeva lui, forte.
Urlava. Urlava mentre lo penetravo.
La mia bocca era sulla
pelle del suo collo, per morderla, per baciarla, per leccarla, per
lasciargli segni per far capire a tutti che era mio, che lo sarebbe
sempre stato.
Dopo un po’
lui venne, venne sporcandomi del suo sperma e io venni dentro di lui.
Mi abbracciò,
mi coccolò mi strinse forte fra le sue muscolose braccia.
Mi sussurrava frasi
sconnesse all’orecchio con la sua voce da angelo.
Mi alzai di soprassalto, non c’erano più le sue
mani sul mio corpo le sue labbra sulle mie, il suo tocco.
Lui non c’era più.
Questi incubi mi tartassavano ogni notte.
Ogni notte desideravo il suo tocco che non avrei potuto sentire mai
più, se n’era andato, il mio angelo se
n’era andato.
Ricordi di lui mi affollavano la mente.
Corsi in camera di Zayn mentre le lacrime rigavano e mie guance.
Zayn, nonostante fossero le tre di notte c’era sempre per me,
come gli altri, ma Zayn era quello che riusciva a consolarmi meglio
senza scoppiare a piangere anche lui.
E fra gli altri lui mi capiva più di tutti, gli altri non
sapevano come fare, forse scossi ancora da questo veloce ed inaspettato
destino.
Tutti sapevano di noi,
sapevano che stavamo insieme e nessuno di loro ci aveva mai detto nulla,
Una sera Harry ci
chiamò tutti in salotto per parlarci.
“Amore, mi
amerai ancora anche se non ci saranno più i ricci con cui
giocare?” mi chiese.
Poi ci rivelò
che aveva un tumore, un tumore al fegato, doveva sottoporsi alle chemio
e ad un intervento chirurgico.
Dopo un mese di
chemioterapia Harry era distrutto.
Era cambiato, non era
più lo stesso Harry e i risultati non erano per niente
incoraggianti.
Harry decise di
sospendere tutto, non poteva sottoporsi all’intervento e
ormai non c’erano possibilità di sopravvivenza.
Mancavano tre mesi.
Poi la sua condanna.
Nel frattempo passava
ore a cantare, a registrare, con noi, da solo.
E passava tempo insieme
a noi, con me, la sera mi voleva sentire suo, solo suo.
Sapeva che lo sarei
sempre stato.
Piangevo scomposto mentre Zayn mi rassicurava stingendomi a lui.
“Devi importi di non sognarlo più, ci stai solo
male” disse.
“No, quello è l’unico istante in cui sto
bene” risposi e lui annuì, capendo che avevo
ragione.
E vedevo solo sofferenza
su quel volto. Vedevo solo dolore ormai, la morfina era tanta per il
suo corpo, era la dose massima eppure non riusciva ad alleviare il suo
dolore.
Piangevo, stringendogli
la mano mentre lui ricambiava la mia strinta con una presa sempre meno
forte.
-Canta…-
sussurrò una voce che ormai non riconoscevo nemmeno
più, era distrutta, dilaniata da quel male che lo stava
divorando da dentro.
-Ho sempre amato la
tua…voce.- Riuscì a bisbigliare fra un colpo di
tosse ed un altro mentre gli occhi si socchiudevano per il dolore.
When he opens his arms
and holds you close tonight
It just won't feel right
Cause I can't love you
more than this
Yeah
When he lays you down, I
might just die inside
It just don't feel right
Cause I can't love you
more than this
Yeah
Intonai mentre se sue
labbra si increspavano in un leggero sorriso, era la prima volta dopo
un mese di sofferenze che lo vedevo sorridere, i miei occhi si velarono
di lacrime.
-Ti amo Lou, voglio che
tu lo sappia.- sussurrò stanco aprendo gli occhi e cercando
i miei occhi, per l’ultima volta.
-Ti amo pure io.-
riuscì a dire prima che i suoi occhi si chiudessero, prima
di vedere quella sfumatura di verde per l’ultima volta.
Nonostante fossero passati due anni da quella morte così
improvvisa lo amo ogni giorno di più.
Anche se non è più con me non posso smettere di
amarlo più di così.
THE END.
Ok, non
chiedetemi con che coraggio l'ho postata, tutta colpa di franceskik
se vi ho postato questa Larry.
L'ho
scritta un po' di tempo fa.
Mi
piacerebbe sapere la vostra opinione.
-Ly.
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