Questa fic non è mia, ma è
stata tradotta da me dall’inglese. L’autrice è Kirara. Io amo Full metal
alchemist, e aspettando che un giorno lontano sia io a scriverci una fic bella
come questa ho deciso di tradurre.
Io sono molto lenta a
tradurre, ma vi assicuro che farò del mio meglio.
Se interessa questo è
l’indirizzo della fic originale:
http://www.fanfiction.net/s/3237590/1/
Naturalmente tutti i commenti
verranno tradotti e comunicati all’autrice. Buona lettura.
Catturato nella pioggia.
il vento e la pioggia lo
circondarono mentre lentamente si dirigeva all'abitazione del suo bel ufficiale
superiore. L'aveva vista una volta, e ora ne aveva bisogno come una forma di
copertura.
Si erano accordati affinché
tornasse dopo una settimana con Alphonse, suo fratello minore... ma Edward
Elric non tornò mai con l'armatura.
Non questa volta almeno.
Ed era stato mandato via per
rintracciare un certo alchimista pazzo e l’aveva acciuffato in qualche modo. Appena
dopo un recente avvenimento aveva dovuto tornare alla centrale, nella speranza
di trovare aiuto, come ultima risorsa.
Le orecchie impallidite dal
freddo si contrapponevano notevolmente con i suoi capelli quasi scuriti e ora
tendenti all’arancio, che gli incorniciavano il viso, e gli contornavano le
orecchie sotto gli attacchi della pioggia. Un lamento gli venne dalla gola
mentre guardava in avanti, esaminando la porta di fronte a lui. Sollevando una
mano artigliata, pallida e tremante, Edward bussò rapidamente. Il suo braccio si
ritirò sull’altro sopra il suo torace nel tentativo disperato di trattenere il
calore mentre attendeva Roy Mustang, che sarebbe stato il suo presunto
“salvatore” ancora una volta.
Roy sospirò e si rotolò per
l’ennesima volta nel letto.
Non seppe perchè, ma non era
stato colto dal sonno. Forse era il rumore del vento e della pioggia che lo mantenevano
sveglio, che ascoltava battere calma sul tetto.
Dopo aver girato il corpo per
quella che sembrò la milionesima volta, sentì un rumore provenire dalla porta.
Aguzzò l’udito, per rendersi
conto che il rumore che aveva appena sentito non erano le molli gocce di
pioggia che aveva sentito zampillare nel vento tutta la notte. Sospirando si
era seduto, ed aveva oscillato i piedi al lato del letto per poi levarsi in
piedi.
Si mosse pigro verso la porta
e la aprì, solo per essere salutato da quel viso, nonostante tutto familiare,
ma scosso. Luminosi, gli occhi d’oro si fissarono in quelli scuri di Roy, brillanti
di supplica.
“Uh… mi spiace importunarla… ma
potrei stare qui?” chiese dolcemente, considerando che non riteneva di essere
solitamente gentile con quell’uomo, più maturo.
Ma era comprensibile. Stava cercando
un posto dove stare, ed essere gentile era il modo più facile per ottenerlo, data
la situazione relativamente disperata.
“Capisco che non sarebbe
piacevole, ma non posso stare fuori con un tempo come questo” aggiunse Ed
rapidamente, indicando le orecchie, la coda e dei segni sul viso.
Guardandolo gli apparve
davvero strano, bizzarro, senza il suo solito cappotto, senza la maglietta,
senza il suo usuale abbigliamento.
. “Uh… s-sicuro…” Roy ha
balbettato. “Um…” ha pensato tra sè, “forse mi sono addormentato per davvero,
dopotutto”.
Si volse dall’altra parte
rispetto all’ospite e si mosse all’interno della casa, facendogli cenno di fare
lo stesso.
Roy mantenne il silenzio per
un istante, fino a che non resistette dall’infrangerlo.
“Bene Fullmetal, In che guai
ti sei immischiato stavolta?”
Chiese, esplorando suoi
occhi che svettavano sopra il corpo ovviamente cambiato di Edward.
I suoi occhi vennero a
contatto con quelli di Edward mentre supplicava silenziosamente il ragazzo affinché
gli dicesse tutto.
Edward fece un passo
silenziosamente dentro l’abitazione, chiudendo la porta dietro di lui mentre gli
si parava davanti, rabbrividendo mentre l'acqua gocciolava lentamente e
costantemente sul pavimento sotto di lui.
“Calmo, colonnello, sono
andato in missione per voi. Ho avuto un incidente con lui per un ordine. Si è
sacrificato, così ora sono bloccato in cerca di rimedio.” disse, balbettando
qui e là, mentre i suoi denti vibravano.
Il Full Metal Alchemist
inconsciamente gemette, gocciolando sulla pozza d’acqua che aveva generato
casualmente con i suoi vestiti e capelli bagnati, che a loro volta avevano
impregnato la sua pelle.
“Me ne vado se non sono
gradito…’‘ aggiunse, guardando la parete.
Imbarazzante.
Aveva dovuto strisciare ai
piedi del maggior bastardo esistente, che oltretutto si portava dietro il suo
“complesso dell’ego”.
Altrimenti detto… profondo
egocentrismo.
“No” Disse
tagliando corto Roy. “Puoi rimanere. Ti ammalerai soltanto andando in giro con
questo tempo.” .
Uscì dalla stanza ritornando
poco dopo con alcuni asciugamani
“Qui,” disse,
gettandoli su Edward. Roy si sedette sul divano. Edward prese ad asciugare il
pavimento prima che cominciasse lui stesso.
“Puoi sederti sul
divano se vuoi, sai…non devi stare sul pavimento.” Era calmo per il momento. Si
sedettero scomodamente nella stanza, insieme, in silenzio.
“Non voglio che mi
bagni i mobili” disse fulmineo.
“ E Tu…” Roy incominciò
titubante, “sai come ripararlo…?”
“Certo, so come
entrare nella biblioteca senza essere spedito ad un laboratorio in cui mi analizzerebbero?”
eruppe Edward, irritabile.
“Scusa per ciò che
dico comunque… ” aggiunse, sedendosi sugli asciugamani bagnati che aveva usato,
sul pavimento, mentre continuava a tastarsi le orecchie e la coda. I capelli
avevano assorbito molta acqua e gocciolavano.
“Um… non ho
vestiti.” Precisò Ed, nervoso.
Bene, questo rese
le cose più scomode di prima. Come… tristi. Edward aveva raggiunto i livelli
più alti della sfortuna.
Roy afferrò con
forza il braccio di Ed e lo spinse sul divano. “Siediti.” Ordinò.
“Non mi preoccupo
per i mobili. Non stare sul pavimento. E i vestiti li vuoi si o no? Anche se
dubito che ti vadano esattamente a pennello, dato che sei così picc… “
S’interruppe di
scatto e scosse la testa. In breve non era tempo di scherzare. Si levò in
piedi, attendendo la risposta di Edward.
“Li vuoi questi
vestiti si o no?” Edward dette un occhiata maligna all’alchimista più anziano,
prima di sospirare.
Va bene. Roy stava
provando almeno ad essere un buon padrone di casa per lui al momento, ne fu
perlomeno stupito.
“Va bene. Non
preoccuparti comunque; fa come se non ci fossi neppure!” dichiarò il biondo con
sguardo rallegrante, offrendo un sorriso pieno di denti.
Un silenzioso
avvertimento che diceva a chiare lettere che aveva la sua arma da usare, nel
bisogno. Zanne ed artigli.
E quello funzionò
abbastanza bene per Ed.
Roy sorrise timidamente
e si diresse fuori dalla stanza. “Torno tra un minuto,” promise ed uscì alla
ricerca di vestiti che soddisfacessero la taglia del ragazzo.
Avanzò nella sua
stanza e sospirò. Era un disastro.
Vestiti - sporchi e
puliti- erano dappertutto, i libri dappertutto.
“Forse dovrei
pensare a dare una pulita uno di questi giorni…” mormorò. Roy marciò davanti al
suo armadio ed iniziò a scavare attraverso i vestiti. Estrasse una normale camicia
bianca che gli andava decisamente stretta e dei pantaloncini che vagamente
identificò come da palestra.
Sospirò ancora
sapendo quello che avrebbe dovuto fare. Si diresse di nuovo verso il soggiorno e
gettò i vestiti a Edward.
“Spiacente,” disse
al ragazzo più giovane, “è il meglio che ho potuto fare… “ Edward esaminò
tranquillamente i vestiti prima di rannicchiarsi in ringraziamento.
Aveva una coda,
così aveva dovuto rovinarsi i pantaloni per farci un buco, ovvi motivi.
“Uno, dov’è il
bagno dove mi posso cambiare. Due, posso farci un buco per la mia … coda ……?” chiese,
alzando i pantaloni mentre l’adorabile coda lo picchiava amabilmente in faccia.
Quella cosa era
così… soffice. E quel che è peggio era anche naturale per chissà quale ragione.
E neppure sapeva quale ipotetico essere era diventato!
Il giovane ragazzo,
scosse il capo mentre i capelli rossi gli ricadevano sul viso. Non voleva
sapere cosa quella invasione aveva provocato nel padrone di casa, dato che l’altro
esibiva uno sguardo meravigliato guardando la sua treccia sfatta, e pensando di
aver sbagliato vestiti.
“Il bagno è di là… a destra,„
disse, indicando una porta poco lontana.
Poteva a malapena trattenersi
dal ridere.
Ah, se soltanto avesse avuto una
macchina fotografica.
Quella coda era troppo
divertente, soprattutto dato che riguardava Edward. Era soffice!
“Ah sì, puoi farci il buco se
vuoi…„
‘Comunque cosa sarà successo
a quei vestiti …?’
Si domandò Roy dopo un po’.
Gli servì un secondo per formulare
una spiegazione logica, al di fuori di quelle che tenevano tanto impegnata la
sua mente di pervertito.
‘Ah, forse si sono strappati
quando si è trasformato…’
Ed annuì col capo, scomparendo
per andarsi a cambiare.
Ma delle imprecazioni vennero
dalla stanza da bagno prima che Ed riemergesse fissandolo con sguardo scuro
“Fin quando non scopro che
cosa cavolo sono diventato li ucciderò uno per uno!„ scattò portandosi il suo
solito broncio, cercando di trattenere la sua coda fremente con sguardo di odio
puro mentre metà si rannicchiava e l’altra si accovacciava e sbatteva sul divano.
Quella cosa continuò a
muoversi a suo piacimento, secondo le emozioni o i pensieri del proprietario.
Respirò profondamente.
Un sospiro morbido fuoriuscì dalle
sue labbra mentre lasciava andare la sua coda, riluttante. S’immaginò mentre
dormiva beatamente sul divano, così almeno da essere un po’ più comodo.
“A quali domande vuoi che
risponda dato che dubito che anche solo uno dei due possa dormire„ ridacchiò
Roy e subito si fece silenzioso.
Continuò a gettare lo sguardo
guardando la coda di Edward.
La sua mano fremeva.
La coda di Edward sembrava
così morbida e tenera.
Desiderava anche solo
allungare la mano ed accarezzarla.
“Com’è che la tua coda si
muove così tanto?„
Gli chiese, cercando
disperatamente un modo per distrarsi.
“Beh… sembra si muova secondo
le mie emozioni. Nervosismo, tensione e irritazione possono causare una
reazione del genere. È bizzarro secondo me.„ dichiarò, distendendosi come la
coda arricciata confortevolmente intorno a lui. “Ora mi rilasso.„
Precisò Edward, annuendo col
capo al pensiero di evitare ulteriori giri di parole su un qualcosa che ormai
era un dato di fatto.
Doveva perlomeno bastare come
spiegazione per Roy, giusto? O almeno per il suo punto di vista almeno.
“Niente altro che desideriate
sapere, colonnello?„
Interrogò Ed mentre inclinava
la sua testa di lato abilmente, i suoi orecchi che si contraevano stavolta dimostrando
la sua curiosità.
Roy arrossì languidamente e
distolse lo sguardo, evitando gli occhi adorabili che lo fissavano.
“Perchè mi sembra così
dannatamente carino?„
Si domandò, incominciando a
battere la testa contro il divano nel tentativo di punirsi.
“No, NO Roy.„ si disse. “Non puoi
pensare una cosa del genere.„ Si sgridò, casualmente ad alta voce, ma sommessamente.
Le pallide orecchie si drizzarono mentre Edward si sedeva fissando l'uomo più
anziano con un sopracciglio alzato. “Non può pensare cosa?„ chiese
tranquillamente, tranquillità che veniva viceversa sostenuta dalla sua
curiosità.
Forse era una specie di
gatto… no.
Non lo sembrava
eccessivamente e comunque quella coda era troppo sensibile per essere quella di
un gatto.
Il Full Metal Alchemist lo
fissò appena, aspettando la risposta che doveva uscire dalla bocca dell'uomo
più anziano.
Era bizzarro, vedere una
versione meno bastarda e meno professionale del suo superiore. Ma era ancora la
stessa persona con cui Ed aveva dovuto scendere a patti diverse volte.
“Non ho detto nulla!„ disse
Roy rapidamente, in tono vago.
“Merda, l’ho detto ad alta
voce.„ Pensò tra se e se.
“Non ho detto nulla.„ Si alzò
in piedi il più velocemente possibile. “Vuoi dormire qui o nel mio letto?„ chiese.
“Posso dormire io sul divano„ Per qualche strana ragione Roy si sentì strano
chiedendolo.
“Come ho detto prima, non ti
accorgerai nemmeno che sono qui! Dormo io sul divano così puoi tenerti il letto„
disse Edward con un brusco cenno del capo, raggomitolandosi all’indietro e
socchiudendo gli occhi.
Avrebbe dormito per circa
un'ora o due comunque. Cosa avrebbe potuto fare per passare il tempo? Magari dare
una pulita non sarebbe stato male.
Ed sapeva che Roy ancora lavorava
sempre a meno che non avesse una qualche remota malattia, così Ed semplicemente
poteva preparargli la colazione la mattina.
Yah. Questo è lavoro...
Malgrado la credenza generale,
era un buon cuoco, ciò per il fatto che Al non poteva avere buoni risultati ai
fornelli col corpo che si ritrovava, e sicuramente non avrebbe potuto chiederlo
a nessun’altro. E Ed non aveva avuto altra scelta che imparare.
Roy annuì col capo. “D’accordo.
Io vado a letto adesso. Prova anche tu a dormire un po’ ok?„
Detto questo corse fuori
dalla stanza prima che un altro stimolo lo spingesse a fare qualcosa di assolutamente
strano a quella adorabile creatura che ora dimorava nel suo soggiorno.
Roy si buttò a pesce sul suo
letto e sospirò.
Aveva ancora due ore prima
che si facesse mattina e avesse dovuto andare a lavoro.
Oppure poteva farsi passare
per malato.
Roy si allungò e afferrò il
telefono.
“Credo di aver vissuto una
buona vita… “ si lamentò Roy silenziosamente.
Compose il numero. “CHE COSA VORREBBE
FARE?!„
Sbraitò una voce forte ma
stanca dal telefono.
“Um… Yeah, Hawkeye, l’ho
chiamata giusto per dirle che sono ammalato e non potrò venire a lavoro domani.
Mi scusi per averla chiamata così presto… Arrivederci Um…. „
Roy riagganciò telefono e socchiuse
gli occhi, provando a far distrarre seppur vagamente il suo cervello.