Untouchables.

di Finarfin
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La FF è tutta uno scambio di dialoghi/pensieri tra Red e Luna, per cui ho scritto in rosso i pensieri della prima, e in azzurro quelli della seconda. Spero ci capiate. ^^’
[FF precedentemente pubblicata con il mio vecchio account Sunshine Shadow.]

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Untouchables.

 
 
Ci fissavamo, immobili e mute.
 
Io la osservavo, con un sopracciglio inarcato. I miei occhi di una strana sfumatura bordeaux la scrutavano, come per capire cosa stesse pensando, ma era completamente inespressiva, o meglio, lunatica.
- Ti serve qualcosa? - domandai, rompendo il silenzio. I miei chiarissimi occhi, quasi vitrei, non stavano guardando l’eccentrica ragazzina davanti a me, bensì il vuoto, proprio dietro di lei.
- No. - risposi con voce distante, senza nemmeno dire ‘grazie’, come mia madre mi diceva sempre di fare. Il fatto è che quella ragazza era davvero strana e misteriosa: sembrava completamente assente, ma ero sicura che dietro quello sguardo apparentemente ‘su un altro pianeta’ si nascondesse una mente estroversa e geniale.
- Figlia di…? - chiesi educatamente.

- Mi chiamo Luna, Luna Lovegood, e sono figlia di Xenophilius Lovegood. - risposi sorridente, senza però guardare la ragazzina in faccia.
- Di chi dovrei essere figlia, altrimenti? - domandai a mia volta. Distolsi lo sguardo dal nulla, e mi voltai verso di lei. Aveva dei lunghi capelli rossi infuocati.
- Assomigli a Ginny. - la informai, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

- Quindi tu… - mi interruppi. - No, come potresti mai essere figlia di un dio o di una dea? Mai. - decretai, rispondendomi da sola.
- Io invece mi chiamo Rachel Elizabeth Dare. Red, per gli amici. - aggiunsi, porgendole la mano.
- Chi è Ginny?! - sbottai ad alta voce. - Scusa. - borbottai subito dopo. - Ho alzato un po’ troppo i toni. - dissi, abbassando lo sguardo.

- Sono figlia di due maghi. Io sono una strega. - le spiegai, con la mia voce semi-infantile. Guardai la mano, non capendo cosa volesse fare.
- Quindi devo chiamarti Rachel Elizabeth Dare, visto che non siamo amiche. - intuii, posandole gli occhi addosso.
- Oh, Ginny è una mia carissima amica, che ha i capelli rossi proprio come i tuoi. E… tranquilla, sono abituata alle brutte maniere. - aggiunsi, con una punta di malinconia e amarezza nella voce.

- Wow, figo! - esclamai, scoprendo che Luna era una maga.
- Io invece sono un Oracolo del dio Apollo, non so se lo conosci… - continuai diffidente.
- Oh, se per chiamarmi Red ti serve una richiesta di amicizia ufficiale non ho nessun problema a farla. Amiche? - domandai sorridendo.

- Ammirevole. - commentai. - Sì, ho sentito qualcosa di lui. - ricordai, grattandomi il naso.
- Be’, suppongo che potremmo benissimo essere amiche. - annunciai, questa volta porgendole io la mano, nonostante non avessi la più pallida idea di cosa significasse quel gesto. - Amiche? -

- Amiche. - accettai, stringendole la mano.
- Sai, mi piace il tuo carattere. Sei stramba. Sicura di avere tutte le rotelle a posto? - chiesi sghignazzando.

- Bene. - dissi, abbozzando un sorriso e lasciando andare la mano di Red.
- Anche il tuo carattere mi piace. Sei… alternativa. - decretai, annuendo con la testa.
- Probabilmente sì, sono un po’ pazza. Ma mio padre dice sempre che i migliori sono pazzi. - conclusi, sussurrando, come per paura che qualcun altro potesse sentire.

- Sicura che sia così? -
- Sicurissima. -
 
 
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Finarfin’s Corner: Eccoci qua, alla fine di questa strambissima FF, dedicata a due personaggi che sono uno più eccentrico dell’altro, secondo me.
Non so se condividete la mia idea, ma penso che i caratteri delle ragazze siano molto diversi, ma uguali alla fine. Per questo ‘Untouchables’: sempre un pelo da essere come sorelle, ma mai abbastanza.
Red, inoltre, l’ho descritta un po’ come una che si arrabbia per le piccole cose, e che diffida.
Luna, invece, è sempre con la testa tra le nuvole, ed è come se del mondo non gliene importasse niente.
P.S. Tutti i diritti di autore della frase del padre di Luna va a ‘Alice In Wonderland’, e al Cappellaio Matto. *^^*
Vabbè, basta, non rompo più!
Alla prossima,
Finarfin.




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