Questa fic, come avrete capito,
conterrà sia pairing Slash che non Slash, ed in particolare
ci saranno Harry e Draco (potevano forse mancare?), Remus e Tonks (and please, don’t call
her Nymphadora ^__^), ed Hermione e Ron.
Un grazie
enorme va alla mia adorata Nonna Minerva, per avermi permesso di usare
la sua Selene, e di prendere spunto dalla sua tenerissima storia, per le
vicende di Tonks e Remus. Ce l’ho messa tutta per
cercare di spoilerare il meno possibile, della sua storia, che vi invito a
correre a leggere, perché è davvero un gioiello di tenerezza.
“I’ll be home for Christmas”
Evviva le
crociate di Tonks per la tolleranza!
Inoltre, la fic coinvolge, come avrete notato, i protagonisti di “Fathers”, ma non è
assolutamente da intendersi come un capitolo di quella fic, o uno spoiler di
essa. È una semplice shot autoconclusiva in parallelo a quella vicenda!
La fic è dedicata in particolare
alle mie sorelline, Fanny e Minerva, compagne di cioccolato, di
avventure, di pazzie e molto altro!
Vi adoro ragazze, Bestianera
Ruuuuulezzz!
Ok, finito il momento delirio,
non mi resta che augurare a tutti quanti voi Buone Feste, un sacco di pandoro e
di buoni sentimenti, un sacco di propositi per l’anno nuovo ( no, ma questa
volta li manterremo davvero, yuhu!) e…
Adesso parte ufficialmente il
conto alla rovescia per il 13 Luglio!!! Ragaziiii!!!
>////////<
Ok, vi lascio alla lettura prima
che mi prendiate a scarpate. ^^’
- E’ permesso? –
Una voce calda, leggermente
affannata, si fece strada attraverso l’ingresso di
Grimmauld Place.
- Harry, tesoro!!!-
Molly Weasley si precipitò alla
porta, spalancandola con mille cerimonie, ed un sorriso raggiante schiaffato
sul viso rubicondo.
- Ben tornato a casa, oh, caro,
mancavate solo voi!-
- Sì, lo immagino, mi dispiace. –
Harry inarcò rapidamente le sopracciglia e si guardò alle spalle. – Vieni
Draco! – gridò dietro di sé, ansimando leggermente. - Ehm, è che abbiamo avuto
qualche problema di disciplina… attenta, qui rischio di fare un disastro con questo
coso…-
Molly si scansò prontamente, per
far passare Harry, che barcollava brandendo davanti a sé un ingombrante
passeggino le cui ruote non facevano che roteare su sé
stesse, minacciando qualsiasi soprammobile nel raggio di mezzo metro.
Finalmente, Harry posò con un sospiro il passeggino infernale, e lo spinse
nella prima stanza disponibile.
- Lo lascio
qui, va bene?-
- Fai, caro,
fai pure, è casa tua!-
Quando riemerse
dalla stanzetta vuota strofinandosi una manica della giacca stranamente
elegante sulla fronte e sbuffando di sollievo, Harry si trovò davanti una
platea di persone, che dovevano essersi riunite in pochi istanti nell’ingresso,
e che ora lo stavano fissando, tutte assieme, immobili e trepidanti.
Le persone più care che Harry avesse.
- Hey, ragazzi! Ron, Hermione! Signor Weasley, salve!-
- Harry!- strillò letteralmente
Hermione, sgomitando per saltargli addosso.
- Ohf, con calma!- ridacchiò lui,
abbracciandola forte.
- Finalmente, ma vi eravate
persi?-
- Harry!-
- Hey, Ni… cioè,
Tonks! – Harry sorrise, raggiante.
Tonks assottigliò gli occhi, per
un momento, poi decise di lasciar correre. Harry poteva davvero dire di averla scampata bella.
- E gli
altri?-
- Tutti di là. –
- Harry, finalmente. -
- Remus, non dirmi
che tu sei stato più puntuale di me, ti prego!-
Remus Lupin, alle spalle di
Tonks, ammiccò, divertito.
Harry scoccò
un’ultima occhiata al passeggino, quietamente parcheggiato in un angolo, poi si
voltò di nuovo verso la porta.
E
sbuffò.
- Hey… che fai, resti lì fuori?- fece, alzando brevemente gli occhi al soffitto, ed
affacciandosi fuori.
- Dai, vieni dentro, o finisce
che vi prendete un accidente tutti e due. Su, non ti
metterai a fare il timido, spero!-
Un momento dopo, Draco Malfoy
fece capolino sulla soglia, chiuso in uno spesso mantello scuro, bordato di
pellicciotto nero. Sorrise, teso, alla schiera di presenti.
- Signori… non credo servano
presentazioni. – disse Harry, inarcando entrambe le sopracciglia, e sorridendo,
sghembo, con un’espressione di orgoglio misto ad
un’incommensurabile luccichio negli occhi.
- Salve. – fece Draco, vagamente
a disagio.
Hermione fu la prima a sorridere
a Draco, quasi insieme a Remus. Gli altri esitarono un momento, prima di
lasciarsi sciogliere dallo sguardo estasiato di Harry, e salutare con calore il
suo compagno.
James sbucò improvvisamente da
dietro una gamba di Draco, infagottato anche lui nel suo mantellino,
e prese a tirargli le lunghe maniche e a piagnucolare.
- Su, su,via
di qui, o ci rovineremo la festa, con tutti questi spifferi! -
Molly spinse pragmaticamente
Draco in avanti, lasciandogli giusto il tempo per agguantare James per un
braccino e sospingerlo, perché la porta potesse finalmente essere chiusa.
- Papà!- fece improvvisamente la
vocina del piccolo, che si ostinava a tenersi aggrappato ai vestiti del genitori, deciso a farsi prendere in braccio.
- James, ma cosa c’è…- sbuffò
Draco, sull’orlo dell’esasperazione per quello che doveva essere solo l’ultimo
di una serie di capricci.
Gli altri presenti ammutolirono.
L’atmosfera si fece subito calda
di un senso di attesa e di sorpresa, e i movimenti
misurati di Draco che sollevava il piccolo creavano attesa, in tutti quanti.
- Oh, Harry, caro…- Molly indicò
il piccolo, il viso rotondo contratto in un’espressione commossa. - Ma che cos’è questo piccolo tesoro!-
Harry sorrise, ed arrossì
leggermente. – Ehm, beh, lui è James Draco. – rispose, laconico e vagamente
imbarazzato.
La donna agitò le mani a
mezz’aria, eccitatissima. – E’ bellissimo. Meraviglioso. -
- Ma è
monello. – fece Draco con una smorfia, mentre cercava di avere ragione del
mantello del figlio, per nulla intenzionato a
collaborare.
Harry si strinse nelle spalle, e
rivolse a tutti un cenno di scusa. – Capito che cosa
intendevo con “problemi di disciplina”, Molly? – borbottò . –
Questo monellaccio fa i capricci da quando si è svegliato, stamattina. E ti posso garantire che si è svegliato molto presto.-
- Ciao, James!- sussurrò
Hermione, dolcemente, la prima a rompere il silenzio, nel gruppetto raccolto davanti
ad Harry.
James squadrò lei, e tutti gli
altri, con gli occhi luccicanti. Come animato da tutta quella folla che
sembrava interamente concentrata su di lui, accennò ad un sorrisetto
vergognoso, poi si abbracciò al collo di Draco e gli ficcò le manine fra i
capelli della nuca.
- Avanti, non si dice ciao?- lo
incoraggiò Draco. – dì ciao a tutte queste persone, da bravo.
–
- Tao.-
Draco ridacchiò
. – Non lo devi dire a me, tesoro, lo devi dire
a loro. –
James si tirò su dritto, e tornò
a guardare tutti quanti, che per prudenza se ne rimasero in silenzio.
- Tao.- ripeté, con un po’ meno
convinzione.
- E’ un tesoro.- ribadì Molly, assolutamente rapita.
Fra tutti, solamente Ron, Remus
ed Hermione avevano avuto l’occasione di conoscere il piccolo James, prima di
allora.
Quel giorno di Natale era un po’
come un’entrata in società, per lui, ed anche per Draco, che non si era mai
trovato circondato da così tante persone, tutte amiche di Harry. Padre e figlio
uniti nel senso di imbarazzo, mentre Harry sembrava
divertirsi un mondo, a guardarli.
Tonks diede improvvisamente una
leggera gomitata a Remus, che tossicchiò, colto alla sprovvista.
- Hai lasciato di là Selene da
sola?- bisbigliò.
- No. È con gli altri. – fece
innocentemente Remus.
Tonks si passò una mano sulla
fronte. – Ma bravo… e chi è rimasto di là?-
- Oh, beh… Moody… i gemelli… e Severus, credo.-
- Ecco.-
Remus si passò un dito sui baffi.
– Sarà meglio che vada, eh?-
- Sarà molto meglio che tu vada, Lupin… molto, molto meglio.-
Remus fece di nuovo un cenno di
saluto ai tre nuovi arrivati, e si dileguò nella stanza
accanto, seguito dagli occhi di Tonks. Occhi che
subito tornarono sul cugino, e sul figlioletto che teneva in braccio.
Draco ricambiò lo sguardo, domandandosi per l’ennesima volta quale assurdo
scherzo del destino lo aveva condotto in quella situazione, dove l’unica
persona che poteva dire di conoscere era quella sua strampalata cugina.
- Ciao, Draco… ops.-
Ecco, appunto.
- Cugina…- Draco si ritrasse
prudentemente, proteggendo il figlio dal possibile urto con la lampada che
Tonks aveva centrato in pieno, avanzando verso di lui.
- Tutto a posto!- Tonks rimise
subito tutto in ordine, fra le risatine generali. Si ricompose immediatamente,
e sfoderò una smorfia buffa all’indirizzo di Draco e di James. – Oh, e così tu
saresti James, eh?-
Draco formò un mezzo sorriso. –
So che anche tu hai una figlia. – disse, quasi con esitazione.
La risposta di Tonks fu un
sorriso raggiante. – Selene. Hey, vuoi venire di là a
conoscere la tua cuginetta, angioletto?-
Harry, alle spalle di Draco,
sorrise, e sospinse il compagno in avanti, verso la sala da pranzo, dove
finalmente tutti erano tornati a riunirsi.
Piton scoccò un’occhiata formale
a Potter, una un po’ più tiepida a Draco, ed una
persino vagamente curiosa verso James. In un certo senso quel bambino era in
parte una sua creatura.
Moody grugnì una sorta di sorriso
a tutti e tre, più un’occhiata particolarmente interessata a Draco, che con
somma irritazione intuì che qualcuno con un senso dell’umorismo decisamente marcio doveva avergli raccontato della faccenda
del furetto. Dal modo in cui lo guardava, avrebbe potuto scommettere che se
fosse stato davvero lui, in quell’occasione, sarebbe stato certamente molto
orgoglioso del proprio lavoro. James sembrò subito rapito dal suo occhio
magico, visto che si portò entrambe le manine sul proprio occhio speculare, e
cominciò a strofinarlo con insistenza, finché Draco non gli allontanò le mani prima che si facesse venire l’occhio tutto rosso.
- Vieni, Sely. – Tonks afferrò
per la vita una bimba vestita di un completino rosa
brillante, e la sollevò giocosamente, prima di posarla nuovamente a terra, e
condurla verso Harry e Draco.
Anche
Draco posò James a terra, e gli si chinò vicino.
- Hai visto che c’è una bimba?-
fece, sottovoce.
Ma il figlioletto non lo stava a sentire. Squadrava la nuova venuta con gli occhioni
spalancati, e quando Selene fu abbastanza vicina,
prese ad indicarla, agitandosi tutto.
Selene, più grande di un anno del
cuginetto, avanzò con fare vagamente spavaldo. Doveva sentirsi enormemente più
adulta, visto il modo con cui lo studiava, con una sorta di materna curiosità.
- E’ piccolo!- proclamò
fieramente.
- Sì, è più piccolo di te, hai
visto?- fece Remus. – Tu sei la cugina grande. –
- Tata! Tata!-
- Una tata?- Harry pasticciò i
capelli del figlio. – E’ la tua cugina, sai James? Forza, dille come ti
chiami.-
- Papà dedy.-
Harry ridacchiò. Perfino Draco si
morse il labbro inferiore, per non sorridere troppo.
- No, non io. Come ti chiami tu!-
- Tata!-
Remus si strinse nelle spalle. –
Niente da fare. – constatò.
Selene allungò una manina verso
James.
- Selene.- scandì, annuendo
lievemente, con fare vagamente solenne.
James la squadrò. Poi la indicò di nuovo, e sorrise. – Ne-ne!-
La piccola sbuffò. - No! – fece,
severa. - Selene!-
- Non lo sa dire il tuo nome,
Sely, tesoro. – mediò Remus. – E’ più piccolino di te. –
James le rivolse uno sguardo
affranto. Il fatto che avesse gli stessi occhi di Draco, poi, rendeva ancora
più suggestivo vedere come quegli occhi potessero
assumere espressioni così umane, così dolci, così distanti dallo sguardo del
padre.
- Oh… - Selene sembrò pensarci su
un po’, ma poi annuì di nuovo e sorrise. – Alloa se
sei piccolo puoi die nene.- lo accontentò. – Ma quando diventi più gande peò devi die Selene!-
- In tavola!- Molly si
materializzò proprio in quel momento dalla cucina, seguita a ruota da Ron, da Arthur,
e da Hermione, ciascuno fornito del proprio vassoio ricolmo di
antipasti.
- Oh, Molly, ci farai scoppiare
anche quest’anno. – finse di protestare Harry.
- Su, su, nessun complimento,
meno che meno da te.- Molly posò decisa il suo piatto di tartine, proprio in
mezzo alla tavola, e ne fece volare tre in ogni piatto. – E
anche tu, Draco, caro. – riprese con cipiglio vagamente caporalesco. – Tirare
su un figlio porta via un sacco di energie, oh, io lo
so bene, bisogna mangiare!-
- Sì… beh…- Draco arricciò
leggermente le sopracciglia, spiazzato da quell’improvvisa manifestazione di
confidenza. Si riprese subito, per impedire a James di spiaccicare le tartine
con le manine, ed alla fine riuscì a sorridere. Non avrebbe mai pensato di
passare un Natale del genere, mai, in vita sua, però gli piaceva,
quella strana atmosfera calda.
- Te l’avevo detto, che era
meglio portare anche il seggiolone di James. – Bisbigliò Harry, all’ennesimo
tentativo di James di divincolarsi per scendere dalla sedia. Oppure
arrampicarsi sul tavolo, nemmeno lui sembrava molto sicuro sul da farsi.
- Il seggiochè?- fece Ron,
ingoiando una delle sue tartine quasi intera, e
beccandosi un’occhiataccia congiunta da parte di Hermione e di Molly.
- Niente. – sbuffò Draco. – Harry
sta cercando di riempire la casa con un sacco di aggeggi
babbani per bambini. -
- …Ma
lui non ne vuole sapere. – sospirò Harry, guadagnandosi l’ennesima occhiataccia
di Piton, ed uno sguardo assolutamente ammirato da parte di Arthur.
- Certo che non ne voglio sapere,
James non verrà su in mezzo a sedie infernali e a giocattoli che fanno un sacco
di scintille finte! È diseducativo!-
- Affascinante. – sospirò Arthur.
- Terribilmente complicato. –
gemette Ron.
Hermione gli allungò quello che
doveva essere un pugno, od una gomitata, sotto al tavolo,
piuttosto forte, anche, visto che un secondo dopo il povero Ron era piegato sul
suo piatto, mentre lei sfoderava un sorriso innocente.
- Scintille finte? – fecero in
coro i gemelli.
- Astuto!-
- Interessante!-
- Scommetto che a Sely
piacerebbero un sacco. – si intromise Tonks,
entusiasta.
- Che
cosa? Che cosa?- fece prontamente la bimba, agitandosi sulla
sua seggiola rialzata.
- Oh, su, basta con questi
discorsi, che si raffredda tutto! – sancì Molly, inaugurando ufficialmente il
pranzo facendo accendere tutte le candele del tavolo.
Fra una chiacchiera e l’altra, un
racconto, un aneddoto ed una risata, il pranzo si dilatò tra portate di ogni tipo,
mettendo a dura prova la resistenza degli ospiti, per la metà già pieni dopo la
prima generosa portata di arrosto.
Ai due piccoli del gruppo venne sminuzzata ogni cosa, con grande disappunto di Selene,
determinata a dimostrare al mondo intero di essere abbastanza “gande” per fare
la cuginetta maggiore.
- James, su…- Draco sospirò, e
posò la sua forchetta per l’ennesima volta. – Harry, non potresti…- implorò, lasciando la frase in sospeso a sottintendere
qualsiasi cosa implicasse che Harry si prendesse le sue responsabilità di
padre.
- Dammi qua.- Harry arricciò la
bocca, sganciò il figlioletto dalle braccia di Draco, e se lo tirò sulle
ginocchia. – Come mai fai tutti questi capricci oggi, eh?- lo
rimproverò, picchiettandogli la fronte.
James gli afferrò il dito, e per
tutta risposta prese a saltellargli sulle ginocchia, allegro più che mai.
- Sente il Natale. – lo difese
subito Molly. – Tutti i bambini lo sentono. I miei figli non hanno passato un
singolo Natale senza fare un baccano infernale, parola!-
- Oh mio dio…- gemette Draco. – e
quanti ce ne vorranno, perché si metta buono?-
- Un bel po’, temo. – fece
Arthur, accorato. Molly gli scoccò subito un’occhiataccia,
Ron alzò gli occhi al cielo.
- Noi non abbiamo ancora smesso!-
fecero in coro i gemelli Weasley.
- Puoi dirlo, Gorge!-
- Oh, stanne certo, Fred!-
- Appunto. È questo il mio timore
più grande. – sbottò Draco.
- Oh, suvvia, furetto, perché non
ci investi della carica di tutori del tuo pargolo?-
insistette George.
- Esatto, ti garantiamo per certo
che ne faremo un vero prodigio. –
- Assolutamente. –
- Giù le mani da mio figlio!-
intervenne Harry, scuotendo la testa. – combina già abbastanza guai senza che
vi ci mettiate anche voi!-
- Ci hanno provato anche con
Selene. – sospirò Remus. – Siamo riusciti a fermarli appena in tempo, prima che
ne facessero una autentica criminale. -
- Ma
chi, quest’angelo di signorina? – scherzò Harry, guadagnandosi un sorriso di
Tonks.
- Oh, un angelo proprio. –
insistette il Remus. – Soprattutto quando si infila
sotto ai tavoli, o dentro agli armadi, e prende a strillare “cercami, cercami!”
- Naaaa! Papà fai le tille, fai le tille! -
- Siamo a
tavola James, non possiamo giocare con la bacchetta. -
- Gno, gno, salto, salto James! -
- James…-
- Aspetta, so io cosa ci vuole. –
Tonks si alzò decisa dalla sua sedia, poco distante da quella di Draco. Un
intervento provvidenziale di Remus impedì che bicchieri e bottiglie volassero
in giro, fortunatamente.
- Funziona sempre, con i bambini.
– Tonks sfoderò un sorrisetto furbo, e si sporse in avanti, verso James.
– Hey, piccolino? Guarda la zia
Tonks… -
James le concesse un’occhiatina
annoiata, ma un secondo dopo spalancò letteralmente occhi e bocca.
– Ooooh.- sospirò, mentre i
capelli della giovane donna cominciavano a sfumare da un colore all’altro,
facendosi brillanti e coloratissimi.
- Oh, bello, bello!-
trillò, sporgendosi più che potè, verso quella chioma multicolore. – Tole,
tole!-
- Vuole che glieli fai biondi, -
tradusse Draco.
Tonks ridacchiò, e i suoi capelli
divennero di un biondo platinato.
- Tole, papà!- James prese ad
agitarsi sulle ginocchia di Harry, voltando continuamente la testolina fra
Draco e Tonks.
- E
adesso… verdi come le foglie! – esclamò Tonks, colorandosi di un bel verde
brillante.
- Lilabeli! -
- Gli alberi? Hai visto che la
zia diventa come un albero?- Harry fece riaccomodare
il figlioletto seduto, ed anche Tonks si sedette. Per quasi tutto il resto del
pranzo, James se ne rimase buono, concentrato e immobile, gli occhi fissi su
Tonks, che ogni tanto lo accontentava con qualche rapido cambio di colore.
Draco non ricordò di essersi mai
sentito più pieno di gratitudine verso qualcuno in vita sua, mentre finiva il suo pranzo in santa pace, interrompendosi solo quando
necessario per imboccare James, a turno con Harry.
Proprio in uno di quei momenti
Harry ebbe una piccola fulminazione, un pensiero che si accese in lui come una
scintilla, nel momento in cui Draco finiva di pulire la bocca di James e lui
era già pronto con il boccone successivo. Lavoravano in perfetta sincronia,
loro due, si prevedevano e si assecondavano in ogni movimento, si compensavano
l’un l’altro nell’accudire il figlioletto, si
aiutavano, e si spalleggiavano, se ce n’era bisogno.
Come una vera coppia di genitori.
- Perché
sorridi? – Draco inarcò un sopracciglio verso di lui, probabilmente
interrogandosi su cosa ci fosse di così comico nel
modo di masticare di James.
- No, niente. Stavo solo pensando
ad una cosa. – Harry gli restituì il sorriso, e gli fece un occhiolino.
Gli venivano ancora i brividi,
tutte le volte che pensava che loro erano, a tutti gli effetti, una vera coppia
di genitori.
Arrivò finalmente il momento del
dolce, e quindi, quello del brindisi.
I calici si riempirono tutti
nello stesso momento di frizzante spumante chiaro, ed i presenti li
impugnarono, pronti a festeggiare.
- Buon Natale a tutti! – trillò
Molly, alzando per prima il bicchiere.
- Buon Natale!-
- Al Natale!-
- Auguri!-
- Buon Natale!-
Remus lasciò che la figlia gli
salisse sulle ginocchia e che si unisse al brindisi con il suo bicchiere di acqua.
- Na-Na-tale!-
gridò invece James, tornato sulle ginocchia di Draco, guardando di qua e di là,
galvanizzato.
Tutti, dal primo all’ultimo,
ognuno con la sua storia, con il suo perché, con le sue vicende, sorridevano,
si scambiavano auguri, si sentivano parte di una sorta
di grande, bizzarra, numerosissima famiglia. Ogni anno, ogni
Natale, qualcosa cambiava, c’era qualcosa in più e qualcosa in meno, qualcosa
di diverso, qualcosa di più ricco, qualcosa che simboleggiava un avvenimento
importante, che toccava la vita di tutti.
Quell’anno erano i due piccoli
nuovi venuti, più o meno attesi, più o meno previsti,
amati incondizionatamente dal primo istante, a prescindere da qualsiasi
difficoltà potessero aver rappresentato.
Harry ritirò il bicchiere,
assieme a Draco, ed i due brindarono di nuovo, fra di
loro.
Hermione, con prudenza, estrasse
la sua bacchetta da sotto al tavolo, e, attenta a
farne sporgere appena la punta, la puntò verso di loro. Un luccichio leggero
balenò sulle loro teste, facendo scattare tutti gli occhi sopra di loro. Alle
occhiate, seguirono i risolini.
Harry guardò il rametto di
vischio sospeso sopra alla sua testa per un momento, poi sospirò, e studiò i
presenti uno dopo l’altro.
- Avanti, chi è stato?- disse con
un mezzo sorriso.
- A ha,
nessun colpevole, Harry.- asserì Tonks, decisa. – lo sai che cosa bisogna fare,
sotto al vischio, vero?-
Harry guardò Draco, trovandolo
arrossito in modo assolutamente vistoso. Gli prese le
mani, entrambe, e gliele baciò guardandolo negli occhi.
- Buon Natale, Draco. – sussurrò,
un momento prima di chiudere gli occhi e baciarlo
dolcemente, tenendo un dito sotto al suo mento.
James sentì il corpo di Draco
protendersi verso destra, si girò, fece una smorfietta infastidita
all’indirizzo dei genitori.
- Papà!- cominciò a protestare,
tempestando il petto di Draco con i pugnetti.
Draco sorrise, sulle labbra di
Harry.
Ma James
proprio non sopportava l’idea di essere ignorato. Prese ad
inerpicarsi fino al collo del padre, tirandogli tutta la camicia.
Draco ed Harry si staccarono con
un sospiro.
- Sei un
dispettoso, lo sai? – lo rimproverò Draco.
- Papà batta,
batta!-
- Per forza basta, con te
attaccato al collo.- mugugnò Harry, risentito.
Metà dei presenti scoppiò a
ridere.
- Beh, chiunque sia stato il
colpevole…- Harry sorrise, determinato, ed estrasse di colpo la sua bacchetta,
sorprendendo tutti quanti. – Non resterà impunito! –
Una quantità di rametti di
vischio si materializzò sui presenti; su Molly e Arthur, su Hermione e Ron, su
Tonks e Remus, uno finì persino sulla testa di Piton, che scoccò ad Harry un’occhiataccia furente.
- Fregati. – annunciò lui
fieramente.
E così, mentre James si
scaracollava in tutti i modi addosso a Draco, per riuscire ad acchiappare il
rametto sopra di lui, e Selene se ne stava tutta attenta
ad osservare i capelli della madre che cambiavano colore, tutte le coppie
invischiate – letteralmente – dovettero subire la vendetta di Harry.
Hermione gli fece un occhiolino,
prima di baciare Ron, che ancora, nonostante il tanto tempo passato, non
riusciva a non arrossire dalla testa ai piedi, alla prospettiva di avere vicino Hermione.
Molly ed Arthur si schioccarono
un bacio carico di affetto, Remus e Tonks uno sincero,
tenero.
Harry sorrise,
perso, gonfio di felicità tanto da sentirsi scoppiare.
- Questi sono quei momenti
davvero speciali. – mormorò, attirando verso di sé Draco e James, e
stringendoli entrambi.
- Vi amo. Tutti
e due. Voi siete tutta la mia vita, e io sono
l’uomo più fortunato del mondo intero. –
Draco si affossò sulla sua
spalla, e sorrise. – E’ un bellissimo Natale. Il più bello di tutta la mia
vita.– disse, stringendosi al suo uomo e trattenendo James sulle ginocchia per
il busto.
Il resto del pranzo finì con
l’immancabile abbuffata di dolci, per la gioia dei due bimbi, che si sporcarono
di creme e di cioccolato fino ai capelli (e di Tonks, che non fu da meno), e
poi, finalmente, con l’apertura dei regali.
Molly aveva confezionato per
tutti dei maglioni caldissimi, persino per i due piccoli. Quello di James era
color rosso, proprio come “un bravo, piccolo Grifondoro”, e sul davanti
campeggiava la scritta “ il mio primo maglione di Molly”.
Draco si astenne eroicamente dal
formulare qualunque genere di commento, ed Harry, che già stava sudando freddo,
gliene fu grato alla follia.
Per il resto, una montagna di
giocattoli, alcuni vestitini, libri auto-narranti di favole, e tutto ciò che
potrebbe far felice due pargoletti fra i due e i tre
anni.
Non che i
genitori avessero qualcosa di cui lamentarsi. Arthur
ricevette da Harry e da Hermione un sacco di cose babbane in regalo; Remus dei
libri, ed una bella quanto singolare cravatta sgargiante da Tonks; Harry una
bellissima divisa nuova, ed una foto incorniciata di lui addormentato sul
divano di casa, con James che gli sonnecchiava in braccio succhiandosi il
pollice, che lo ridusse quasi alle lacrime; Draco addirittura una scopa nuova
fiammante.
Uno ad uno, tutti
cominciarono a disperdersi in giro per la casa, chi nel salotto a rilassarsi,
chi in cucina a chiacchierare, chi a schiacciare un pisolino in qualche camera.
James aveva bisogno del suo
pupazzo, per dormire un po’, ed Harry e Draco intrattennero letteralmente tutti
gli ospiti con uno dei loro battibecchi.
- Harry, il suo pupazzo è nel
passeggino, ce lo hai messo tu, non ti ricordi? Ti
avevo detto di tirare fuori le sue cose prima di lasciarlo di sotto, no? Sei
veramente un pessimo addetto. -
- Addetto? -
- Già. – Harry fece una smorfia
distratta ad Hermione. – Io sono l’addetto-passeggino.
E lui è l’addetto James. “ tu sei più forzuto, Harry,
portalo tu il passeggino!”- Harry scimmiottò il compagno, che per tutta
risposta lo fulminò.
- Oh, Potter, finiscila
di fare la vittima, sei patetico. – sospirò seccato.
Harry alzò gli occhi al cielo, e
si mise a fargli le boccacce alle spalle.
Draco si irrigidì
in un istante. – Potter, prova a farmi un’altra smorfia e posso assicurarti che
questa notte la passerai sul divano, Natale o non
Natale. -
- Cosa?-
Harry sudò freddo. – Hey, è impossibile! Non puoi avermi visto! – si difese.
- No. – Draco si rigirò James fra
le braccia, facendolo sporgere oltre la sua spalla. - Però
ti ha visto James, e si è messo a ridere. E siccome
tuo figlio è tremendamente uguale a te, e voi due ridete solo per cose stupide,
è evidente che tu mi debba aver fatto qualche patetica boccaccia alle spalle. -
La diatriba si risolse con un
pigro “accio” di Harry, che recuperò il pupazzo e mise fine alla guerra. Draco
sparì in una camera assieme a James, ed Harry rimase a guardarlo fino
all’ultimo, mentre saliva le scale. Tonks arrivò poco dopo, afflitta più o meno dallo stesso problema, e Remus le suggerì di
provare a cercare la stanza di Draco. Forse i due bimbi avrebbero potuto
dormire insieme, e lei e suo cugino avrebbero potuto parlare un po’. Non lo
avevano mai fatto, eppure entrambi sapevano che,
soprattutto ora, avrebbero avuto davvero molte cose da dirsi.
Remus e Harry optarono
invece per il salotto più piccolo, proprio ai piedi delle scale, pronti a
scattare in caso di pianti incontrollati. Entrambi risero
della scelta sincronizzata, frutto di quella che Remus decise di definire
“deformazione professionale da padre”.
- Certo che…- Remus si concesse
un’ultima occhiata la liquore color ambra nel
bicchiere. – I nostri bambini sono davvero speciali. Selene, è figlia di un
licantropo e di una Metamorfomagus, e, beh… diciamo
che ci siamo scoperti solo lo scorso Natale. E James è
figlio di due uomini, acerrimi nemici per una vita, e fra i maghi più potenti
del mondo. –
- …E mi
ha conosciuto piuttosto di recente. – completò ironicamente Harry.
- Sono due bambini speciali. –
confermò Remus. – senza alcun dubbio. -
Harry sorrise. – Quando ho saputo di te e di Nymphadora… beh, insomma, di
Tonks… non lo so, mi si è aperto il cuore. Beh, è stata una bella sorpresa, decisamente, però voi due insieme siete sempre stati una
sorta di simbiosi.-
Remus sospirò, assorto. – Sì. Beh,
lei è una donna speciale. Una madre speciale, e una persona
speciale. Ed io mi trovo ancora spesso a pensare che ho paura di non
meritare tutto questo, di rovinare tutto.-
- Loro due sono la tua vita,
Remus.- disse Harry, incoraggiante. – Direi che te le
sei meritate in pieno.-
Remus sorrise.
- Già, forse sì. Le mie
bellissime principesse. Lo sai… - aggiunse, animandosi
– Mi ha detto la sua prima parola. L’ha detta a me. –
Harry annuì, scrollando
leggermente le spalle in una mezza risatina. – E James
ha chiamato me con il mio nome, la prima volta che mi ha visto. –
- I bambini devono avere un
istinto tutto speciale. –
- Non c’è dubbio.-
- Uhm, con Draco? - buttò lì
Remus, casualmente.
Harry alzò lo sguardo su di lui,
e fece un piccolo ghigno. – Oh, non lo so…- rispose in
tono altrettanto casuale. – Che dici, Remus, io me li
merito, i miei due principi?-
ANGOLINO: scusate, ma non ho
resistito alla citazione. Per chi non se ne fosse accorto,
“il mio primo maglione di Molly” è un omaggio alla mitica “ my first Hard Rock
T-shirt”, la linea di magliette per bimbi dell’Hard Rock Café.
Sì, lo so, sono da rinchiudere!
Ancora BUON NATALE A TUTTI!!!