Prologo
12 Febbraio
Caro
diario,
ultimamente
mi capita spesso di pensare a quanto i miracoli siano indispensabili
nella vita di tutti noi per poter andare avanti.
La
serenità stessa è un miracolo, un dono che ci
viene offerto da un insieme di circostanze e avvenimenti fortuiti che
vanno a nostro favore.
E’
da due settimane che non appunto nulla, ho avuto di che pensare e
innumerevoli cose da fare e progettare.
Si,
finalmente posso fare dei veri progetti anch’io.
Un
miracolo è ricaduto su di me, risollevando le sorti della
mia vita attuale e illuminando la strada che d’ora in avanti
mi impegnerò a seguire con costanza e somma gioia.
Aspetto
un bambino, mio fido confidente, potrò finalmente dare
un’erede al mio adorato Giuseppe.
Mio
marito…ho così tanto temuto di perderlo in questi
mesi, ho avuto paura.
Dio,
Nostro Signore, mi è testimone quando dico in assoluta
sincerità che il nostro non è stato un matrimonio
d’amore. Ci siamo sposati perché così
avevano voluto i miei genitori. Io, dal canto mio, non avevo potuto
obiettare nulla quando mia madre venne a darmi la notizia. Ero a
conoscenza delle condizioni economiche in cui verteva la nostra
famiglia, condizioni che non erano più quelle di un tempo,
quindi accettai sommessamente di essere d’aiuto persino
sposando un uomo che mai avevo visto.
All’epoca
Giuseppe, Conte di Salvatore, viveva da solo con la sua anziana e
saggia madre nella sua lussuosa tenuta in campagna. Tutto
ciò che sapevo di lui era che discendeva da una famiglia
emigrata dalla Sicilia all’inizio del secolo quando la
situazione politica in quelle zone era degenerata. Non avevo mai avuto
modo di vederlo di persona, però, non era quel tipo
d’uomo a cui piaceva partecipare ai balli e alle feste e
questo mi faceva temere che fosse burbero e scontroso, una di quelle
persone con cui era difficile avere a che fare.
Oh,
quanto mi sbagliavo!
Oh,
quanto ero ingenua e sprovveduta!
Lo
sposai dopo appena tre mesi di fidanzamento e solo dopo le nozze seppi
che l’idea di quel matrimonio in fretta e furia non era
partita dai miei genitori, ma da lui stesso che, conoscendo il buon
cuore di mio padre e la sua situazione in declino, aveva deciso di
farsi avanti ed aiutarlo. Ma l’orgoglio del mio adorato padre
è una cosa che conosco e che ho ereditato io stessa, quindi
Giuseppe si vide costretto a chiedere la mano di una sconosciuta, la
mia, pur di riuscire a convincere la mia famiglia ad accettare la sua
offerta d’aiuto. In quanto genero, nessuno avrebbe trovato
strano lo scambio di beni tra le nostre due famiglie.
Imparai
a conoscerlo pian piano e dovetti ricredermi anche sulle mie
convinzioni circa la sua indole. Giuseppe non era né burbero
né scontroso, era solo un uomo che aveva perso precocemente
suo padre e si era ritrovato a dover portare avanti il buon nome e
l’attività di famiglia da solo, facendosi carico
di una madre malata e vicina alla morte.
Credo
di essermene innamorata poco a poco.
Forse
è stato a causa delle sue attenzioni e premure, che non sono
mai mancate.
Forse
è stato a causa delle lunghe passeggiate al tramonto.
Forse
è stato a causa delle chiacchierate e del fatto che ci
tenesse particolarmente a rendermi partecipe di tutto, anche degli
affari che svolgeva regolarmente recandosi in città.
Non
ricordo esattamente quando è successo, so solo che un giorno
mi ritrovai a guardarlo illuminato dal sole alto mentre avanzava a
passo lento in una delle stradine laterali di Firenze e a pensare che
l’amavo con tutta me stessa, di un amore profondo e radicato
fin dentro l’anima.
Non
credevo di essere in grado di amare così.
Con
la consapevolezza di amarlo, però, arrivò anche
la consapevolezza del tempo che era trascorso dal giorno delle nozze:
due anni, due anni e non avevo partorito nessun figlio.
Mi
maledissi Dio solo sa quanto.
Cominciai
a pregare ad ogni ora del giorno e della notte.
Pregavo
per non perdere Giuseppe e pregavo per una gravidanza, ma il tempo
continuava a passare e il mio ventre continuava a rimanere freddo e
vuoto.
Giuseppe
mi rassicurava dicendomi che non mi avrebbe abbandonata e che qualora
Dio avesse voluto benedirci con un figlio allora lo avremmo avuto. Nel
frattempo non dovevamo pretendere troppo, ma accontentarci di
ciò che avevamo e lasciare che le cose facessero il loro
corso.
Lo
amavo per questo, amavo che volesse farmi forza e rasserenarmi, ma
più lo amavo più la paura che si sarebbe stancato
di una moglie incapace di dargli un’erede cresceva in me e mi
atterriva l’animo.
La
madre di Giuseppe morì in quegli anni ed io mi sentii in
colpa per non averle dato la gioia di conoscere un nipote prima della
sua dipartita.
Il
medico che aveva avuto in cura la contessa mi confidò che
forse il mio più grande incubo era vero, che forse io
appartenevo alla categoria di quelle donne il cui corpo non era idoneo
a mettere al mondo un figlio.
Ma
allora - mi chiedevo - a cosa sarei servita in un corpo sterile?
Perché
il Cielo mi aveva punita in quel modo?
Mi
rassegnai, persi ogni speranza e dissi a Giuseppe che l’avrei
capito se avesse voluto prendere un’altra moglie e
abbandonare me, la donna inutile che gli era solo di peso.
Lui
volle rimanere al mio fianco.
Sono
passati quasi quattro anni dal matrimonio, ma finalmente è
accaduto, finalmente la notizia più bella è
arrivata, finalmente ho reso felice ed orgoglioso di me mio marito e
non smetterò mai di ringraziare i Santi del Paradiso per
questo.
Verso
la fine di quest’anno metterò al mondo un nuovo
piccolo conte o una piccola contessina e, lo prometto su ciò
che ho di più caro al mondo, amerò mio figlio o
mia figlia come non ho mai amato nessuno e sarò per lui o
lei la madre migliore che ci possa essere.
Mi
impegnerò a fondo per riuscirci, ho già
cominciato a pensare ai nomi più adatti.
Se
dovesse trattarsi di una bambina sarebbe sicuramente Cecilia, come la
compianta madre di Giuseppe.
Se
dovesse trattarsi di un bambino….beh…è
strano…ho sempre pensato che il mio primogenito avrebbe
avuto il nome del primo martire, Stefano, ma alla messa di questa
mattina il vescovo ha onorato un santo sconosciuto ai più di
cui non si sa molto tranne il fatto che probabilmente in vita
è stato un valoroso soldato e allora ho pensato al mio
bambino. Questo esserino che cresce in me ha impiegato quattro lunghi
anni prima di fare la sua comparsa e adesso sta lottando con tutta la
sua forza per venire al mondo, combattendo strenuamente contro la
medicina e la scienza che avevano catalogato sua madre come una donna
incapace di avere figli.
E’
un combattente, proprio come quel santo di cui si ricorda soltanto il
nome: Damiano.
Ho
parlato di queste mie impressioni con Giuseppe, è
d’accordo con me. Il nostro primogenito avrà il
nome di un soldato caduto e divenuto martire pur di difendere qualcosa
in cui credeva.
Margherita
NOTE:
Ciao a tutti!!!
Oddio, si ricomincia! Sembra ieri che ho messo fine ad una storia e
adesso gia ne riparte un'altra!XD
Che dire....non c'è molto da dire...è solo il
prologo questo, una semplice pagina di diario che vuole solo aprire la
storia facendo capire un pò la situazione in cui ci si trova
e scritta da una donna la cui identità mi sembra abbastanza
paleseXD
La storia vera e propria partirà dal prossimo capitolo, il
primo vero capitolo, questo era solo un assaggio così
com'è per ogni prologo in ogni storia.
Spero comunque che vi sia piaciuto e che vi abbia fatto venire voglia
di continuare a leggere questa serie che, mi rendo conto, soprattutto
in questa prima storia è diversa dalle mie solite fanfiction
e da quelle che ci sono in giro visto che...beh...niente Elena, niente
Bonnie e, già che siamo in argomento, anche niente mostri o
nemici. In questa serie infatti non ce ne saranno e, se ce ne saranno,
saranno nelle prossime storie e scompariranno nel giro di un capitolo.
Vi ho già detto, infatti, che queste storie saranno delle
raccolte di one-shot, più o meno, che riguarderanno
principalmente il rapporto tra Damon e Stefan sia nel bene che nel
male. Verranno trattati altri temi, ma sempre in relazione a loro due.
Questa storia riguarderà il loro passato da umani, dalla
nascita all'incontro con Katherine, ma questo già ve l'ho
ripetuto e non mi va di annoiarvi ancora.
Ah...una cosa...per il nome di Damon...non sapete la faticaccia.
Insomma, ovviamente "Damon" non andava bene e come sapete la Smith non
ha mai detto nulla in merito (io continuo a pensare perchè
sia veramente convinta che Damon sia un nome italiano usato nel
1500XD), quindi ho cominciato a pensare: devo scegliere un nome simile
a Damon, ma italiano? Oppure gliene metto un completamente diverso
scelto a caso e poi faccio che se lo cambia lui stesso una volta
diventato vampiro? Nel dubbio, ho fatto scegliere ad una mia amica ed
ha scelto la prima opzione, quindi Damiano! E' il più
simile, mi sembra.
Poi...come sempre aggiornerò di un capitolo alla settimana, il giovedì
sera, e gli spoiler saranno sul blog il lunedì sera
e risponderò alle recensioni con il metodo fornito dal sito.
A proposito del blog...entro domani apporterò dei
cambiamenti, di tanto in tanto ci vuole. Probabilmente
proverò a mettere anche una chat provvisoria. Vediamo come
va, nel caso la tolgo, quindi per qualsiasi cosa mi trovate anche in
chat di là!!
Adesso vi lascio, va....che ho scritto un saccoXD
Vi aspetto lunedì sul blog per lo spiler mentre per il
capitolo...
A giovedì...BACIONI...IOSNIO90!!!
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