Ciò che è morto, non muore mai

di Midori_
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Aveva dodici anni quando fu annegata.
Suo padre la trascinò per un braccio, le strappo gran parte dell'abito che indossava e la immerse con violenza.
-Ciò che è morto, non morirà mai.- le gridò mentre tentava di lottare, mentre tentava di riemergere.
Ma lei era solo una ragazzina e si lasciò andare.
Chiuse gli occhi mentre l'acqua del mare, salata e densa, le entrava in bocca e la strozzava.
Non ricordava molto, solo le strane luci che facevano brillare alcune pietre scure del fondale.
Le era sembrato di sentire Rodrick, la sua voce, la sua risata …
Una mano poi la prese per i capelli e il soffio della vita le riscaldò i polmoni, invitandola a vomitare l'acqua.
E vomitò a lungo, Asha.
Svuotò il suo stomaco fino a quando nessuna traccia di acqua era rimasta nei suoi polmoni e solo allora capì il gesto violento e crudele alla quale suo padre l'aveva appena sottoposta.
Era una donna di ferro.
Si alzò tremante, le onde la coprivano fino alla vita e le si immerse nuovamente, inginocchiandosi di fronte al lord suo padre.
Si alzò lentamente e sorrise quando sentì i rivoli di acqua scorrerle dentro l'abito, dentro le vene.
-Ciò che è morto, non muore mai.- disse scandendo le vene.
E per la prima volta nella sua vita, Asha Greyjoy conquistò il sorriso di suo padre.
Era lei l'erede.
Rodrick giaceva sotto l'acqua.
Maron era sepolto con la sua nave.
Theon era prigioniero degli Stark.
Rimaneva solo lei.
Una ragazza bruttina, dai capelli scuri, il viso ancora roseo.
Ma il suo cuore non era colorato e palpitante come quello di qualunque ragazzina.
Il suo cuore, ora, era di ferro.






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