Makoto.

di Dimitja
(/viewuser.php?uid=14546)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Non fosse altro per un solo istante…cosa la spinse veramente, quel giorno lontano, a vestirsi completamente di bianco e a posare le ginocchia sul lucido pavimento in legno? La percezione di qualcosa di nuovo, di invisibile, di incommensurabile. Qualcosa che sta dentro e al di là del corpo. Qualcosa che si lega ad altre forme di vita, ad energie di differente natura. Una potenza densa, fluida e sorprendentemente globale, ma che ha poco o nulla a che vedere con il rafforzamento dei muscoli, l’incremento della resistenza e lo scattare esatto e preciso delle tecniche. Improvvisamente, quella serenità profonda…ed ecco, un solo, singolo movimento. La profonda percezione, la contrazione di un muscolo, l’esclusivo patrimonio di una sapienza duttile e plasmabile, infusa di saggezza e permeata dal singolare mistero racchiuso nella perfezione di un gesto, nella profondità di un respiro, nel regolare pulsare di un arteria, nel puro fluttuare di un pensiero.
E basta un pungo.
Un pugno nel vuoto.
Un pugno che non colpisce ma fende come una spada l’aria immobile e fresca di un giorno che sta per finire. In un gesto così semplice, essenziale e assoluto, si concentra l’ultimo potente sforzo che la sua arte gli ha permesso di raggiungere.
Fissa la sua immagine riflessa nello specchio di un dojo completamente deserto.
I piedi scalzi e lividi piantati saldamente a terra, le ginocchia in fiamme per il dolore, il braccio ancora teso in avanti, la perfezione nell’immobilità più assoluta.
E mentre piano si ritira in posizione eretta, mai dimenticare…
Rispetto dell’avversario.
Accettazione della sconfitta.
Autocontrollo della vittoria.
Equilibrio nelle reazioni.
Spirito di sacrificio.
Forza di volontà.




Ma la passione violenta in me è sempre stata più forte…




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=110270