Note: Eccomi qui con una nuova fic! L’autrice è blonde_titch e
la versione originale la trovate a questo link:
http://www.fanfiction.net/s/2784261/1/
Erano i primi giorni di Dicembre e il villaggio di Hogsmead pullulava di
studenti di Hogwarts e i Tre Manici di Scopa era un un brulicare di attività.
Tutti i tavoli erano occupati da gruppi di ragazzi, che ridevano e scherzavano.
Gli studenti più giovani oltrepassavano, a testa bassa, gli studenti più grandi,
che li ignoravano e continuavano le loro precedenti attività. Ogni tanto un
grande boato o un po’ di fumo faceva cadere tutti nel silenzio, prima che il
chiacchiericcio riprendesse di nuovo.
Un ragazzo nella sua tarda adolescenza si avvicinava timorosamente al bar,
scompigliando i suoi capelli e evocando un ghigno sbilenco. Sedendosi su uno dei
consunti sgabelli, si rivolse alla strega dai capelli rossi alla sua destra.
"Tutto bene Evans?"
"lo andava" La ragazza si voltò così da dargli la schiena. Questo però non
scoraggiò il ragazzo che, al contrario, continuò. "Posso offrirti da bere?"
Lei non rispose, allora il ragazzo fece cenno al barista e ordinò due
burrobirre. In breve tempo due boccali fumanti erano davanti a lui e il ragazzo
ne prese uno, facendo attenzione a non rovesciarlo. Si tese oltre le spalle
della rossa per brandirlo davanti al suo naso. "Andiamo Evans!" tubò. La ragazza
assottigliò gli occhi verdi e si alzò di scatto, facendolo gridare e rovesciare
il drink. Guardò la ragazza, che aveva sorriso compiaciuta e che ora stava
uscendo a grandi passi dal bar, i suoi capelli rosso scuro che rimbalzavano
sulle spalle.
Irritato, il ragazzo si diresse verso il tavolo all’angolo , dove tre ragazzi
della sua età stavano applaudendo alla sua ultima ‘performance’. Il più alto si
alzò e, dal tavolo, batté amichevolmente sulla schiena del ragazzo.
"Avrai più fortuna la prossima volta Ramoso"
James Potter borbottò cupamente e scivolò sulla panca, prese la bacchetta
dalla tasca posteriore e la agitò in direzione dei suoi vestiti, causando la
scomparsa istantanea della burrobirra. Lanciò la sua bacchetta sul tavolo e
scivolò sotto la panca, fino a che era visibile solo una fronte grinzosa e una
massa incolta di capelli disordinati. "Vi odio tutti."
Questo causò solamente ancora più risate da parte del ragazzo alto e molte
teste si girarono nella loro direzione, solo per sorridere lievemente e
rigirarsi per continuare a fare qualsiasi cosa stessero facendo. Sirius Black o
‘Felpato’, era sempre stato rumoroso, quasi al punto di diventare sgradevole.
Era fortunato ad essere un bel ragazzo, o avrebbe potuto essere in grandi guai.
Proprio per questo, era uno degli studenti più ammirati e rispettati della
scuola, legato solo agli altri ragazzi seduti con lui.
"Stai zitto Sirius. La gente ci sta guardando. Vuoi essere di nuovo buttato
fuori a calci? Perché se è così, noi non verremo con te. Non verrò di nuovo alla
Testa di Porco." Il ragazzo castano aveva parlato da sopra la sua burrobirra,
con la quale si stava scaldando le mani. Questo era Remus Lupin, noto ai suoi
amici come ‘Lunastorta’ per via di un ‘piccolo’ problema che aveva con le lune
piene. La voce della coscienza nel gruppo, era probabilmente l’unico motivo per
cui gli altri due erano andati avanti per sette anni senza essere espulsi. O
rinchiusi.
Sirius rise di nuovo, una piccola sorta di abbaio che lo aveva fatto
curiosamente sembrare un cane. "Mi piace la Testa di Porco."
James parlò da sotto il tavolo. "Solo perché se ne fregano che sei
minorenne."
L’ultimo membro del gruppo fece uno squittio di risata, e poi si fermò subito
quando realizzò che James non stava scherzando. Peter Minus era il più piccolo
dei quattro ragazzi e, a dir la verità, il meno attraente. Aveva degli sporchi
capelli biondi, occhi piccoli e un viso rotondo. Comunque, il fatto che i suoi
amici erano i grandi ‘Malandrini’, come erano soliti chiamarsi, significava che
non era poi così impopolare nella scuola,e veniva guardato con ammirazione dal
corpo studentesco.
I quattro erano seduti felicemente nell’angolo dei Tre Manici di Scopa,
ridendo e scherzando rumorosamente, come stavano facendo da tutto il pomeriggio.
Presto, Sirius venne mandato a prendere il prossimo giro di burrobirre e James
fece un annuncio agli altri due. "Quest’anno sarà l’anno. L’anno in cui Evans
realizzerà finalmente che io e lei siamo fatti l’uno per l’altra!"
Ci fu un momento di silenzio prima che Remus dicesse che James aveva
certamente esagerato con la burrobirra.
"No!" obbiettò James, "sono serio!"
Sirius, che era appena tornato al tavolo, aprì la bocca per commentare. Ma
James lo stroncò.
"Felpato. Se solo pensi di farmi uno scherzo, ti affogo nella tua
burrobirra." Si rigirò verso Remus e Peter, "Comunque, non piaccio ad Evans
perché" si guardò solennemente intorno, come se stesse per rivelare un grande
segreto, e gli altri tre si avvicinarono, "pensa che ho la testa troppo
grossa."
Un altro micidiale
silenzio, che venne nuovamente rotto da Remus. "Ti prego non dirmi
che hai davvero pensato questo."
"E questo è anche il motivo per cui", continuò James, come se Remus non
avesse parlato, "ho deciso che ogni tanto eviterò di fare incantesimi e scherzi
alla gente. Perfino Mocciosus. Hey!"
Sirius aveva appena sputato una boccata di burrobirra sul grembo appena
asciugato di James. "Cosa!!!" disse a fatica.
James scrollò le spalle, e Sirius lo fissò, a bocca aperta. La sua bocca era
praticamente spalancata. Anche Remus sembrava scioccato, e Peter aveva una mano
sulla bocca. L’abbassò per sussurrare. "Vuoi smettere di fare scherzi alla
gente?"
"Woah!" James sollevò una mano. "Non ho mai detto questo! Ho detto che
ogni tanto avrei evitato di fare scherzi alla gente. Se poi se lo
meritano, beh, non sarà ogni tanto." Si portò la burrobirra alle labbra, su cui
era stampato un ghigno familiare. Sirius sembrava ancora shockato, meno di
prima, ma si era ripreso abbastanza da asciugare la burrobirra che aveva sputato
sul tavolo con la sciarpa di Remus.
Dopo alcune ore i Malandrini decisero finalmente di andarsene. Il pub si
stava svuotando e la solitamente placida Madama Rosmerta gli stava lanciando
delle occhiate maligne, ovviamente voleva che se ne andassero per poter
chiudere. Afferrarono i loro mantelli e le loro sciarpe e, ridendo di Remus che
si era appena accorto che la sua sciarpa era inzuppata di burrobirra, uscirono
dal pub sulla fredda strada. Le luci di Natale gli ammiccavano (lampeggiavano,
tremolavano) e i loro respiri formavano delle nuvole davanti ai loro visi. I
quattro ragazzi si dirigevano verso Hogwarts, salutando i pochi studenti in
ritardo e parlando ad alta voce tra di loro. Non ci volle molto prima di
arrivare al lago. La sua superficie stava già cominciando a ghiacciarsi, un
sottile strato di ghiaccio aveva velato l’acqua e procedeva lentamente verso il
centro.
Le brillanti luci delle torce li accolsero mentre entravano nel castello di
Hogwarts,e Sirius distrattamente le congelò un po’, le fiamme si trasformarono
in un vortice di ghiaccio mentre Sirius agitava la bacchetta pigramente. Erano
tutti stanchi ora e non c’era molto di cui parlare, a parte qualche imprecazione
quando qualcuno gli pestava i piedi o entrava nella traiettoria dell’incantesimo
congelante di Sirius.
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Remus e Peter erano già a letto quando James uscì dal bagno e cominciò a
cambiarsi. L’aria era gravida