survive.

di Olmak_
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 -Perché continui a sperarci così tanto?-
-non lo so,sto male se non lo faccio-
-scusa, perché adesso come stai?-
-non so neanche questo.-
-mi domando, se tutto l’abbandono, il trasporto con cui ti concedi a me sia l’unico modo con cui riesci a dimenticarti per un po’-
-lo è, a volte, altre invece è l’unica cosa che mi tiene viva.-

 
Questo non l’ho mai capito, come si fa ad aver bisogno del corpo di un altro per ricordarsi di averne uno proprio?
Come si fa a ricordarsi di respirare solo quando lo si fa tra labbra altrui?
Come si fa a ricordarsi di chiudere gli occhi solo quando è un bacio ad impegnarti la mente?
Non lo so. Forse non lo saprò mai.
Forse non lo vorrò mai capire.

-Perché continui a stare qui?-
-non ho ancora trovato un buon motivo per andarmene.-
-e quando lo troverai lo farai?-
-se succederà, penso di no. –
 - cos’è questa una dichiarazione, una promessa o una minaccia?-
-nessuna delle tre, è una verità, è un’ammissione di debolezza.-
-solitamente le persone deboli non mi interessano per niente, sono particolarmente noiose, sempre a crogiolarsi nei loro disgraziati dispiaceri, nelle loro ingiustizie sempre immeritate, come se la vita facesse dei torti solo a loro.-
-io non ho detto che sono una persona debole, sono che ho una debolezza.-
-sottile differenza, inesistente secondo certi punti di vista.-
-che sono ovviamente i tuoi.-
-può darsi.- 
                                                    

Era stata lei a venire da me. All’inizio, dopo circa due anni di scuola in cui praticante nessuna aveva avuto , fortunatamente, il coraggio di parlarmi; lei si è seduta al mio fianco e mi ha detto:

-Etienne-
-sai il mio nome complimenti.-
 -tu non sai il mio.-
-infatti, attualmente, però, dispongo di una valanga di definizioni da affibiarti.-
-tante ma nessuna è il mio nome.-
-sta tranquilla non mi disperò a causa di questa deplorevole mancanza.-
-sei in debito con me.-                                                                                     


Mi chiese: me.
Si appropriò del mio tempo, senza ovviamente il mio benestare; decisa ad entrare prepotentemente nella mia vita.
Adesso praticamente ogni ricordo in mio possesso la contempla, anche se solo in minima parte, lei c’è sempre.




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