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Piccola
premessa: QUI
trovate il video di questa Song, con la canzone usata, spero possa
piacervi... Buona lettura
Eccomi, bicchiere tra le dita
E gente sconosciuta
intorno a noi
Venderei a pezzi la mia
vita
Per essere un minuto
come vuoi
Ma guardami, non sono
l'uomo che credevi tu
Povera madre
Sì, lo so...
il tempo passa e non ce la fai più
Ad aspettare
Hai dato la tua vita per me, per un bambino con il sangue del demonio
nelle vene, scegliendo di sacrificarti per salvarmi, ma ora cosa pensi
di me? Sono diventato un pirata, mi sono creato una reputazione, ma per
farlo ho ucciso, ho fatto soffrire tante persone. Bevo, per dimenticare
il tuo sacrificio che porto nel mio nome, e per illudermi di
poter essere l’uomo che volevi, il figlio degno di te, di cui
essere orgogliosa e fiera, ma cosa sono diventato? Resto comunque il
figlio di un demonio, come potevo sperare di essere migliore?
Hai resistito venti mesi, aspettando che il pericolo passasse, portando
il tuo corpo allo stremo, ormai non potevi più aspettare,
sei
morta per proteggermi. Madre, ho un debito enorme nei tuoi confronti,
eppure continuo a non trovare risposta alla mia domanda. Meritavo
davvero di nascere? Il tuo sacrificio è stato giusto? Non so
rispondermi, ma per essere il figlio che desideravi, venderei tutta la
mia vita, anche solo per poterti regalare orgoglio, ed ottenere un tuo
sorriso felice.
Qui non c'è
mai nessuno che mi parli di te
Io mi perdo nel fumo di
mille parole
Per fingere che...
E cerco ancora qualcosa
nel silenzio che c'è
Lungo questo cammino io
trovo di nuovo
Le tracce di te
Nessuno mi ha mai parlato di te, nessuno ti conosceva davvero, nessuno
mi ha mai potuto raccontare qualcosa sulla mia mamma, sulla donna che
mi aveva dato la vita. mi sono perso per il mondo, vagando alla ricerca
di informazioni sul tuo conto, sperando di incontrare qualcuno che ti
conoscesse, che potesse raccontarmi qualcosa di te, per fingere che la
mia vita, il mio cammino, la mia strada avesse un senso, uno scopo,
cercarti. Garp mi ha salvato, quando tu non sei più riuscita
a
prenderti cura di me, mi ha sempre detto che eri una donna bellissima e
forte, ma anche dolce. Mi ha raccontato che mi amavi, che mi volevi
più della tua stessa vita, e l’hai sacrificata per
me, a
conferma del tuo amore. Volevi che mi chiamassi Gol D. Ace, ti ho
deluso, mamma? Ho preso il tuo nome, perché pur non avendoti
conosciuta, ti volevo bene. E te ne voglio tutt’ora.
Sai... di te ho sempre
quel ricordo:
Seduta mi accarezzi il
volto e poi
Resti lì, con
quel sorriso sordo
Di chi sa che ha finito
i giorni suoi
Quando anch'io
avrò qualcosa forse smetterò
Di farmi male
Ora no...
starò seduto dentro a questo bar
Ad aspettare
Non so se è un ricordo vero, o se è un sogno,
creato
dalla mia mente negli anni, per sopportare la tua mancanza, ma ricordo
il tuo viso, bellissimo e dolce, sorridente ed immobile. Eri bellissima
mamma, lo sai? Con i tuoi capelli color pesca e quegli occhi rossi,
come rubini. Avrei voluto prendere i tuoi occhi, non quelli neri ed
inespressivi di quell’uomo che dovrei chiamare padre. Almeno
mi
hai lasciato le tue lentiggini.
Mi hanno detto che portavi sempre un fiore rosso tra i capelli, ti
stava d’incanto, ne sono certo mamma.
Nel mio ricordo mi carezzi il volto, cullandomi tra le tue braccia, con
una consapevolezza terribile negli occhi; sapevi che erano finiti i
tuoi giorni, vero? Quando mi hai dato alla luce sapevi che non avresti
potuto crescermi. Forse quando troverò qualcosa a cui
tenere,
qualcosa da amare tanto da sacrificare me stesso, smetterò
di
farmi male e di torturarmi con i rimorsi ed i sensi di colpa. Ma per
ora non ci posso riuscire, posso solo rimanere ad aspettare, vivere la
mia vita cercando di non deluderti, cercando di dare un senso al tuo
sacrificio, dando una giustificazione alla tua morte.
Qui non c'è
mai nessuno che mi parli di te
Io mi perdo nel fumo di
mille parole
Per fingere che...
E cerco ancora qualcosa
nel silenzio che c'è
Lungo questo cammino io
trovo di nuovo
Le tracce di te
Ricordi raccontati da altri, solo vaghe impressioni, solo racconti
sbiaditi, ecco cosa mi resta di te. Guardami madre, guarda tuo figlio,
e dimmi cosa pensi! Sono un buono a nulla, un fallito, un ragazzo nato
dal sangue di un demonio, che ha ucciso la sua stessa madre. Non
negare, mamma. So di averti uccisa io, se non fossi mai nato, tu
saresti ancora viva, staresti bene, ed io non dovrei vagare per il
mondo, in cerca di informazioni, di tracce da seguire, per
raggiungerti. Baterilla è l’isola che mi ha dato i
natali,
ed è l’isola dove si trova la tua tomba, madre.
L’ho
cercata sai? Ti ho trovata su una scogliera, una misera lapide senza
foto, con solo il tuo nome e la data: Portuguese D. Rouge, 1
Gennaio… La data del mio compleanno coincide con quella
della
tua morte, come potrò mai perdonarmelo?
Ti ho lasciato un fiore, l’hai visto? Un ibisco rosso, mi
hanno
detto che era il tuo fiore preferito, ce ne erano tanti
sull’isola. Continuerò a percorrere il mio
cammino,
continuerò a vivere per non rendere vano il tuo sacrificio,
e mi
sforzerò al massimo per essere l’uomo che
desideravi
diventassi, e so che tu sarai sempre con me, mamma.
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Beh,
che dire? Spero vi sia piaciuta... Fatemi pure sapere i vostri pareri
su questa donna fenomenale, che non viene nemmeno citata tra i
personaggi in elenco purtroppo... Un bacio, alla prossima!
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