Aries si diresse verso l'Arena.
Il figlio di Auron era molto teso e nervoso, dopo anni di
duro allenamento si avvicinava finalmente il suo primo incontro ufficiale. Molta
gente era venuta ad assistere al duello: c'era molta attesa intorno a lui, tutti
rivedevano in Aries la maestosa potenza di suo padre, uno dei più potenti
maghi che avesse mai solcato la terra di Dominia.
Era buffo che la sorte avesse scelto come suo avversario
per il battesimo di fuoco proprio il suo idolo, il mago più potente del suo
clan. Temuto e rispettato anche dallo stesso capo, Lord Mauri era un tipo
silenzioso ed oscuro, sicuramente poco socievole, ma generoso, e spesso in
battaglia non esitava a sacrificarsi per i suoi compagni più deboli. Non aveva
mai perso un duello singolo da quando aveva iniziato a combattere e sapeva
dominare alla perfezione tutti e cinque gli elementi mistici, in particolar modo
l'acqua.
Non posso negare che anche io ero molto incuriosito da
quell'incontro. Ero nei pressi dell’Arena e parlavo tranquillamente con Mauri e
Ragnarok, il capo del nostro clan, quando d'improvviso comparve Aries con il
suo gruppo di amici e si diresse quasi correndo verso l'ingresso dell'Arena.
Ragnarok a quel punto si allontanò da noi due e andò verso il gruppetto urlando:
-Aries! Vieni qui! -Eccomi maestro... mi dica. -Questo è il
tuo primo incontro, noi ci aspettiamo grandi cose da te. Sono sicuro che sarei
degno dell'eredità di tuo padre. -Maestro... io.. lei... può
esserne sicuro maestro. Aries a quel punto si diresse verso
l'Arena, mentre Ragnarok tornò verso di noi sorridendo. -Mauri! Disse
rivolto al mio compagno. -Mi raccomando, vedi non andarci troppo duro oggi,
ricordati che è il suo primo incontro. -Vedrò cosa posso fare...
rispose Mauri con tono distaccato. Non sopportava tutte quelle distinzioni. Per
lui un avversario era un avversario e basta. E si diresse anche lui verso
l'Arena.
Non appena entrò, Aries capì immediatamente che l'Arena
era tutto un altro mondo rispetto ai campi dove si allenava ad affinare le sue
abilità magiche. Centinaia di persone lo guardavano, lo scrutavano, lo
giudicavano, ed erano pronte a criticarlo o lodarlo per ogni minimo dettaglio.
Il tempo della spensieratezza era finito. Da adesso si
cominciava a fare sul serio.
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