Nuova pagina 1
Disclaimer: Castiel e i personaggi
di Supernatural non ci appartengono, ma Allison decisamente SI' così come
le trame che derivano dalla visione del telefilm. Per cui siete pregati di non
copiare, le fan fictions si scrivono per liberare la propria fantasia...non
quella degli altri. Buona lettura da StillAnotherBrokenDream e Robigna88
(Broken_88)
CAPITOLO I
Sospirò
profondamente e mise a posto l'ultimo maglione. Cass era chiuso in quel
manicomio da settimane ormai, quella stronza di Meg dava regolarmente notizie a
Dean, che poi le passava a lei, ma non era come poterlo vedere. Avrebbe voluto
assisterlo personalmente, confortarlo...ma a che sarebbe servito? Cass era
praticamente in coma, sembrava dormire ma sapeva che non era sonno. Era chiuso
nella sua mente, in compagnia di Lucifero. Ed era tutta colpa dei Winchester,
come sempre.
"Quando la
smetteranno di trasmettere la loro maledizione a chiunque stia loro vicino?"
mormorò Allison uscendo dalla sua camera per raggiungere la cucina.
Aveva
disperatamente voglia di vedere il suo Castiel, anche se lui non avrebbe visto
lei. Ma purtroppo non poteva farlo, per un motivo molto serio: Crowley. Quel
figlio di puttana voleva vendicarsi di lui e ora che era così vulnerabile, ci
sarebbe riuscito con estrema facilità. Allison non poteva permetterlo e visto
che non era in grado di contrastare quel verme, l'unico modo per difendere Cass
era standogli alla larga. Come faceva quella sgualdrina di demone a sfuggirgli,
non lo sapeva. Ma credeva di potersi fidare, almeno per il momento. Aveva un
debole per il suo angelo, lo sapeva bene e per quanto le dava ai nervi, era un
elemento a loro favore, non avrebbe permesso che gli fosse fatto del male, non
senza combattere almeno.
"Devo lasciare che
lo protegga un demone" commentò dando voce ai suoi pensieri. "Devo essere
impazzita!"
"Proteggere chi?"
L'irritante voce di
Crowley la fece sobbalzare. Si voltò di scatto e se lo ritrovò in salotto,
seduto sul divano.
"Fammi
indovinare...il bell'angioletto dagli occhi blu? E scommetto che il demone
custode è Meg! Ho sempre pensato che quella ragazza fosse una troietta
doppiogiochista."
"Come diavolo sei
entrato?" domandò Allison perplessa. Credeva che la casa fosse ancora protetta
dal sigillo che Cass vi aveva impresso sopra, ma evidentemente, da quando lui
era in quella specie di stato comatoso indotto dalla sua mossa tanto ingenua
quanto disperata di salvare Sam, il sigillo doveva essersi spezzato.
"Qualcosa non ha
funzionato come avrebbe dovuto, suppongo" rispose lui servendosi da bere del
whisky poggiato sul tavolino di vetro, "non ci si può fidare neppure dei sigilli
angelici al giorno d'oggi. A quanto pare non sono efficaci se l'angelo che ve li
ha apposti non è perfettamente in sè."
Bevve un sorso
chiudendo gli occhi quasi estasiato e poi li riaprì guardando il bicchiere "Hai
buon gusto in fatto di alcolici Morgan."
Allison chiuse gli
occhi facendo roteare il collo e sospirò "Fuori!" esclamò.
"Non hai ancora
risposto alla mia domanda." sottolineò il demone.
"Non so di cosa tu
stia parlando e ora fuori prima che ti pianti una pallottola in corpo."
Crowley rise
bevendo un altro sorso dal bicchiere "Devi esserti un po' arrugginita col tempo
Allison... Le pallottole non mi fanno neppure un graffio."
"Non è del tutto
vero." sottolineò lei "Si da il caso che io abbia delle pallottole un po'
speciali. Credimi, non vuoi testarne l'efficacia. E ora fuori."
Per un attimo
Allison si chiese perchè esitava e non gli sparava subito, ma ancora una volta
ripeté a se stessa che lo faceva perchè farlo arrabbiare era l'ultima cosa da fare
ora che Cass era
vulnerabile in un letto di ospedale.
Il demone sogghignò
e si alzò. "Ah l'amore, questa pazzia che ci rende poco saggi e molto stupidi!"
esclamò guardandosi intorno.
"Perchè ti ostini a
recitare la parte della dura? Sento la tua paura fin qui, stai sudando freddo
perchè non sai cosa fare: sparargli o scappare? E non perchè sei codarda, no, ma
per proteggere il tuo amante. Sai che se ti torturassi a dovere, per quanto tu
sia forte, ti farei cantare come un usignolo?" fece una pausa e si avvicinò di
qualche passo. "Non farmi sporcare il mio completo nuovo, ho ucciso per averlo e
sai che non scherzo."
Allison stava
davvero sudando freddo, e aveva paura. E non era paura per se stessa, aveva
paura per Castiel. Quel mostro era un maestro nelle torture, se l'avesse presa e
torturata, avrebbe finito col dirgli dov'era.
"Hai ragione, sono
indecisa su due opzioni: spararti in fronte o al cuore? Ma visto che non vuoi
sporcarti l'abito, credo che sceglierò la fronte" gli disse ostentando
sicurezza, e sfoderò la pistola che teneva dietro la schiena. Si congratulò con
se stessa, faceva bene a non separarsene praticamente mai.
Crowley alzò le
mani in segno di resa, ma il ghigno sul suo viso mostrava solo derisione. "Oh-oh
fai sul serio, micetta! Ma...vedi, io non sono uno di quei demoni con i quali
sei abituata a lavorare..."
L'essere sparì
dalla sua vista, Allison si guardò intorno ma lui fu più veloce, apparendole
dietro la schiena.
"Vedi ragazza mia,
non si arriva dove sono arrivato io per semplice fortuna, bisogna avere delle
doti particolari..." le disse petulante.
Allison ridacchiò.
"Sì, bisogna avere una buona lingua che sappia leccare bene i culi giusti" fu il
suo commento.
Il demone alzò un
sopracciglio. "Per la miseria, che linguaggio! Cosa direbbe il tuo fidanzato se ti sentisse parlare così? Anzi, perchè non mi porti da lui così glielo
chiediamo?"
Allison piegò poco il capo di lato e rise cercando di mascherare il suo nervosismo. Alzò il braccio
e lo colpì in pieno viso con un pugno ben assestato che gli fece scricchiolare
la mandibola.
"Fottiti!" gli
disse decisa "E ora fuori prima che ti uccida."
Crowley rise appena
accarezzandosi il labbro sanguinante, lo leccò e si rimise dritto sistemandosi la giacca "Sei un tipo tosto, e per questo hai il mio rispetto. Ma voglio dirti una cosa." le disse "Che tu mi dica oppure no dove trovare Castiel, non fa molta
differenza. Certo, se tu me lo dicessi risparmieremmo entrambi del tempo
prezioso che sia io che tu potremmo occupare in altro modo, persino insieme se
ti piace l'idea." ghignò davanti alla sua espressione di disgusto e fece un
grosso respiro "Allison Allison... lo troverò comunque non sarà piacevole, ma
probabilmente tu non sarai lì quando accadrà."
"Oh sul serio?!"
replicò lei a metà tra l'affermazione e la domanda.
"Sul serio." fu la
risposta di Crowley "Sarai morta per allora." e con un gesto rapido che Allison
non poté prevedere la colpì penetrando la carne con la sua demoniaca mano "Mi
hai costretto tu a farlo." le disse.
Allison sgranò gli
occhi di sorpresa, il suo corpo venne pervaso da una sensazione quasi
asfissiante di calore, mentre lenti rivoli di sangue risalivano su per la sua
bocca per poi ricadere lenti dalle labbra.
Lo guardò prima di
perdere le forze e crollare, consapevole che quella era la fine, ma desiderosa
di finire a modo suo "Vaffanculo stronzo infernale!" esclamò prima di chiudere
gli occhi abbandonandosi al dolore.
Crowley la guardò
esalare l'ultimo respiro, lì ai suoi piedi. E' un peccato, pensò, una
così sarebbe stata un ottimo soldato.
Ma l'aveva scelto
lei, rifiutandosi di collaborare. E poi uccidendola avrebbe richiamato
certamente l'attenzione del suo ex socio traditore. Sì, sentire l'anima della
sua amata umana lo avrebbe convinto ad uscire dalla tana. Era solo questione di
tempo. Si sistemò le maniche della camicia italiana e prese la cornetta del
telefono lì accanto. Compose il 911 e attese che rispondessero.
"Pronto? Sì buongiorno... ho appena assistito ad un omicidio. Hanno ucciso una
donna..."
***
Aprì gli occhi e si
ritrovò praticamente al buio. Nell'ombra riuscì a scorgere solo la sagoma di
enormi e spogli alberi morti, e vaghi rumori lontani. Dove diavolo era finita?
Si tirò su con
fatica, ma non era ferita. Quel pazzo demoniaco amava i giochetti e quello era
certamente opera sua. Il dolore che aveva provato quanto le aveva trapassato lo
stomaco con la mano le era sembrato molto reale, ma non c'era più traccia di
sangue, nè di dolore.
"Tu hai sei
problemi mentali, pazzo maniaco" mormorò Allison guardandosi attorno. Quel posto
era lugubre come l'inferno. Non c'era mai stata ma dai racconti di chi lo aveva
visitato, doveva essere molto simile. Anche se non faceva caldo, anzi spirava un
venticciolo piuttosto fresco. Rabbrividì e si strinse le braccia al petto. Aveva
solo quel leggero maglioncino di cotone, Los Angeles in quel periodo era
piuttosto calda e non andava in giro coperta di lana.
"Bene, ovunque quel
pezzo di merda mi abbia spedita, devo trovare l'uscita. Se pensa di spaventarmi
e farmi parlare, si sbaglia di grosso." disse incamminandosi lungo un sentiero
buio, ma l'unico presente in quel posto. Dopo alcuni passi, sentì come un
ringhio in lontananza. Si fermò e si mise in ascolto, guardandosi attorno. Cani?
Lupi? Cerberi? Dio, meglio una muta di lupi che un cerbero!, pensò
spaventata. Cercò la pistola dietro la schiena, ma non c'era. Ovvio, le era
caduta a casa e Crowley l'aveva certamente presa. Sospirò e raccolse da terra un
pezzo di legno piuttosto appuntito.
"Non è la stessa
cosa, ma meglio di niente..." si disse per darsi coraggio, e si incamminò di
nuovo. Non aveva idea di dove fosse, e non lo avrebbe mai immaginato.
***
Castiel aprì gli
occhi di improvviso, si mise a sedere sul letto e guardò Meg accanto a lui, su
una sedia, solo per un attimo.
Quella specie di
strano campanello che aveva sentito nella sua mente non poteva significare nulla
di buono, e anche se credeva di essere un po' confuso, era certo che
significasse una sola, devastante cosa: Allison era morta. Così si alzò in
fretta e furia, ignorando gli sguardi confusi di Meg e cercando quello di cui
necessitava.
"Meg! Aiutami, ho
bisogno di un pugnale e di una ciotola o qualcosa del genere."
Il demone lo guardò
perplessa, ma la voce dell'angelo era ferma e il suo sguardo temibile come tanto
tempo prima. Tirò fuori da sotto il letto un borsone e gli diede un pugnale ed
una ciotola senza fare domande.
Castiel li afferrò
rapido e si avvicinò alla finestra, la aprì e guardò la pioggia cadere leggera.
Sentiva l'anima di Allison scendere dritta verso l'inferno e lui questo non
poteva permetterlo. Ne avrebbe deviato il corso, mandandola lì dove sarebbe
stato più semplice recuperarla o almeno così sperava.
Fece un lungo
taglio netto sul palmo della sua mano sinistra chiudendo gli occhi e recitando
qualche parola in enochiano. Poi riaprì gli occhi azzurri e li fissò sulla
ciotola in cui il suo sangue ancora si agitava alla ricerca di una vera e
propria collocazione.
"Andiamo...."
sussurrò a se stesso.
Non era certo che
avrebbe funzionato. Non praticava quei rituali da molto molto tempo e non si
sentiva al massimo delle forze.
"Cosa diavolo stai
facendo?" gli chiese Meg finalmente ritrovata la parola.
"Allison..."
farfugliò lui di rimando "Lei è... ha bisogno del mio aiuto."
"Ancora Allison...
Cielo ma è una specie di ossessione."
Ma Castiel la
ignorò completamente, troppo impegnato a fissare il suo sangue finalmente faceva
quello che doveva fare affinché il rituale funzionasse.
Le gocce che aveva
versato dentro la ciotola si riunirono in un'unica grande goccia e poi sparirono
lasciando una leggera nube di fumo. Fu allora che Castiel capì che aveva
funzionato come avrebbe dovuto, e più sereno seppur preoccupato e disperato si
lasciò andare ad un lieve pianto liberatorio cadendo in ginocchio per terra.
Era morta! La sua
bellissima e profumatissima donna, con la pelle di pesca ed i capelli profumati
di frutta, era morta. Aveva sentito la sua anima staccarsi dal corpo e si era
svegliato richiamato da quell'ultimo urlo, richiesta di aiuto, lanciatogli da
quell'aura che da sempre vibrava forte facendolo vibrare.
"No...." sussurrò
stringendosi le mani tra i capelli.
E all'immenso
dolore che sentì in fondo al petto, neppure la magra consolazione di poterla un
giorno salvare, poteva porre rimedio.
Meg continuava a
fissarlo perplessa, perchè ora piangeva? Quell'angelo era proprio fuori di
testa.
"Beh ora che hai
finito con gli atti di autolesionismo, io direi di chiamare i tuoi amichetti,
che dici? Saranno contenti di sapere che ti sei svegliato!"
Amichetti? Non
aveva amici, c'era solo Allison per lui, e ora lei era morta. Non gli era stato
possibile salvarla, non era in sé, ma era riuscito ad evitarle di finire
all'inferno. Era lì che Crowley voleva mandarla, ma glielo aveva impedito senza
farsi scoprire. Ora la sua anima era in purgatorio e anche se non era l'inferno,
non era il posto più ospitale del cosmo. Doveva trovare in modo in andare in
purgatorio, doveva riportarla sulla Terra. E c'erano solo due persone che
potevano aiutarlo, e che dovevano aiutarlo. Sam e Dean.
Ma non sarebbe
stato facile, se l'avessero trovato vivo e vegeto, e nel pieno delle sue
facoltà, lo avrebbe solo usato per i loro scopi. E Castiel si era decisamente
stufato di essere il loro burattino. Così, mentre Meg prendeva il telefono dalla
tasca, gli venne in mente un'idea.
"Ehi Dean, ho una
bella notizia per voi, Clar...."
In quel momento
Castiel si buttò a terra urlando e tenendosi la testa fra le mani, Meg mollò il
telefono e si inginocchiò accanto a lui.
"Ehi ma che diavolo
ti prende? Castiel che hai?"
Cass continuò per
alcuni istanti, poi finse di perdere i sensi. Meg lo scosse un paio di volte,
poi si alzò e riprese il cellulare.
"Sì sono qui.
Castiel ha iniziato a urlare e ora è svenuto. Non so cos'abbia. Ok ci penso io,
voi arrivate prima possibile."
Chiuse la
telefonata e tornò da Cass, che continuava a fingersi svenuto. Ma quando lei si
inginocchiò, lui si mise a sedere di scatto, facendola sobbalzare.
"Dannazione
Clarence, che ti prende? Va tutto bene?" gli domando quasi apprensiva.
Castiel si voltò a
guardarla, uno strano sguardo assente negli occhi.
"Sapevi che le api
muoiono, dopo aver perso il pungiglione? Trovo che sia ingiusto, loro lo usano
solo per difendersi, ma che senso ha morire dopo essersi difese?"
Meg sgranò gli
occhi, non sapendo cosa replicare. Che diavolo stava dicendo? Era impazzito?
Sì, lo era. O
almeno dovevano crederlo tutti quanti.
Diventa fan della nostra
nuova pagina su Facebook :-) è appena nata ma speriamo cresca presto!
|