The last pulsation.

di IamSimo
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Entro sorridendo nel mio Liceo, lo stesso che mi ospitava da ormai quattro anni, lo stesso che mi aveva fatto scoprire la mia indole artistica, il medesimo dunque, che mi aveva fatto spezzare il cuore.

Ci sono cose che nella vita di un’adolescente si vorrebbero rivivere ed altre – come questa – da voler semplicemente dimenticare, vorresti chiudere gli occhi, riaprirli e vedere il mondo perfetto e tenero dei propri sogni, quello dove il ragazzo che ami abbia occhi solo per te, un mondo dove le sue labbra non siano incollate alle labbra di una biondina – che indovinate, indovinate – è la capo cheerios del Liceo.

Afferro dalla mia borsetta un bloc-notes – ogni giorno lo uso per appuntare i miei pensieri, quelli che vorrei gridare al mondo intero, ma che non posso – e dalla medesima tasca, trovo una penna nera, pronta a scrivere il primo pensiero del giorno “Odio il Liceo”, ma mi accorgo quasi subito di averlo già scritto questa mattina: era troppo ovvio il mio dolore ? Ma alla fine, che colpa ne ho io ? La vita è ingiusta, o almeno ceca per non capire quanta bellezza possa possedere io. Ma più passa il tempo e meno me ne convinco.

“Perché poi essere pessimista proprio oggi ?” - Continuo a scrivere – Tra poco, meno di una settimana ci sarebbero state le Regionali, ma una nota stonata di amarezza mi precedette: avrei affrontato Kurt, il mio migliore amico, l’unico ragazzo – gay – che mi capiva, giuro che lo avrei sposato se non lo fosse stato. Sorrisi, felice del fatto che almeno lui lo fosse, così ci si comporta degli amici giusto ? Dopo tutto anche io ho degli amici – non sembra vero neanche a me -.

Arrivo al mio armadietto – dopo averlo aperto – ficco tutti i miei libri e i miei appunti al suo interno, lasciando tra le mie mani solo il fascicoletto di spartiti che avrei fatto vedere al professor Shuster, per mia fortuna infatti, il Lunedì avevo alla prima ora un inizio musicalmente felice con il Glee, avevo in mente di cantare ‘Good morning’ di Geni Kelly, una mia recente scoperta. Mi affretto per entrare nel Glee Club, la mia vita perfetta, il mio mondo perfetto: non importava se Finn avrebbe baciato Quinn davanti ai miei occhi, se Kurt non ci sarebbe stato ancora, se Brittany avrebbe detto una delle sue sciocchezze – prima di varcare le soglie del Glee, una massa ghiacciata mi colpisce in viso, una granita al lampone, adorabile cari fichi della scuola, ne sono onorata, percepisco le loro risate, ma non importa – nemmeno quella granita in faccia avrebbe rovinato quel momento. Perché lì dentro c’ero solo io, io e la mia voce.


“E’ insopportabile il Lunedì, proprio ad inizio giornata poi.” – La voce sprezzante di Santana giunge prima che possa entrare in classe.

“Non solo il Lunedì Santana, ma sempre.” – Quinn ribatte ridendo, oh la sua risata, potessi averla io così melodiosa, sarà per questo che Finn ama lei ?

“Anche a me non piace vedere Dora l'esploratrice la mattina, mi fa sentire stupida.” – Brittany parlava forse ? E di cosa parlavano poi ? Di un cartone ?

“No, Brì, parliamo di Rachel-so-cantare-meglio-di-voi, bla bla bla” – Era di nuovo Santana a parlare, di me ? Ero io insopportabile ? Semplice invidia, perché io ero spettacolare, senza dubbio.

“Come guarda il mio Finn, poi.” – Immaginavo che Quinn stesse marcando il territorio, ma non poti sentire la gola riarsa per una approssimazione alle lacrime che stuzzicavano i miei occhi. Fui un pizzico felice solo perché mi temeva, ma perché gli altri non mi difendevano ?

“Voi la sopportate da poco, io da sempre.” – Mercedes. Stava parlando Mercedes. Ma non potevo, non potevo credere a ciò che sentivo, era impossibile, lei era, mia amica.

“Hai ragione.” – La voce di Finn, spense il mio respiro, spense i miei pensieri, mise off a ogni cosa, mise off al mio cuore. Forse sta ancora battendo, forse è morto ed io con lui. Non riuscivo a piangere, non riuscivo a sentire la terra sotto di me, ma solo il cielo sopra, l’aria soffocante, quanto il silenzio che annaspava intorno a me.
 






Angolo dell'autrice :

Ho sognato questa storia, pazza forse, che ne so. E' solo che in molti episodi, mi si stringe lo stomaco vedere Rachel maltrattata o fatta vedere solo nei momenti egoistici, quando alla fine, ogni volta che può fa di tutto per gli altri. Quando canta 'Get it right' nell'episodio 16 della seconda stagione, mi commuovo, perchè ? Non solo per i Finchel, per la cattiveria di Quinn in quel determinato episodio, ma per Rachel, quando nella canzone dice 'Commetto sempre errori' o 'Faccio di tutto per gli altri, ma sbaglio sempre', lei vuole solo fare la COSA GIUSTA. E troppi la giudicano. Perciò, eccomi qua. Questa storia - se vorrete che la continui *incrocia le dita* - non parla del dolore in maniera superficiale, ma fisico, perchè la scena della prima stagione, in cui Rachel cerca di vomitare nei bagni per essere magra come Quinn, non la dimenticherò mai.

Grazie a chi leggerà e commenterà :)






 





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