Prologo
Vagavo a piedi scalzi su una strada stretta e buia. I piedi, coperti di
tagli a causa del lungo sfregamento con i brecciolini, erano gonfi e
doloranti e le gambe tremavano e stentavano a sorreggermi.
Non c'era nessuno
lì con me, nemmeno la mia ombra, oscurata completamente
dalla notte...
...La
solitudine iniziò a trasformarsi in timore,il timore in
preoccupazione, la preoccupazione in paura e pian piano il terrore
iniziò ad entrarmi fin nelle ossa, facendomi tremare...
...
Riconoscevo quel posto e sapevo perchè mi trovavo
lì... Cercavo una persona...
...Cercavo
lui... Ma dov'era?
...Mi
girai e provai a mettere meglio a fuoco il paesaggio che mi circondava,
quanto mi era possibile data l'oscurità e la nebbia, e
finalmente, dopo attimi interminabili, lo vidi...
...Charles
era proprio davanti a me e mi sorrideva. Amavo quando rideva in quel
modo, mi scaldava il cuore ogni volta. Gli rivolsi il migliore dei miei
sorrisi, quello che speravo mostrasse tutto il mio amore per lui, e gli
corsi incontro, ma lui si allontanava da me...
...Rallentai
l'andatura fino quasi a fermarmi ed iniziai a parlare, dando voce ai
pensieri e ai dubbi che mi si stavano velocemente accavallando nella
testa...
"Perchè
ti allontani? Perchè siam..."
"Mi
dispiace piccola, ma devi lasciarmi andare"
E detto questo,
scomparve ...
Mi
svegliai di soprassalto, confusa e spaventata, con la camicia da notte
bagnata di sudore e le guance rigate di lacrime. Girai la testa e
spostai la mano sinistra verso il lato del letto in cui
dormiva mio marito, ma non c'era. Accesi di scatto la
luce e mi gettai di corsa verso il corridoio, aprendo ogni porta della
casa, ma non era da nessuna parte. Scesi velocemente al primo piano e
guardai anche lì finchè lo trovai seduto sulla
scrivania del suo studio, indaffarato a controllare alcuni fogli.
Com'era bello quando era concentrato. Mio marito era un uomo
importante, un imprenditore di qualcosa ed aveva costruito un vero e
proprio impero finanziario nel corso della sua vita. Al contrario delle
persone che ci circondavano, che avevano ricevuto incarichi e ruoli
prestigiosi in eredità, Charles era partito da zero e si era
conquistato la sua posizione con grande fatica, lavorando sodo fin da
giovane. Ed io, una persona terribilmente pigra e decisamente nella
media non potevo fare a meno di ammirare la sua intelligenza, la forza
di volontà, la serietà, la costanza e tutte
quelle piccole caratteristiche che mi avevano fatto battere il cuore
per lui. Non che lo amassi per il suo conto in banca, come era solito
pensare chi ci incontrava, data la grande differenza di età
che ci separava. Economicamente ero sempre stata indipendente, grazie
al lavoro di segretaria in una compagnia di trasporti che mi era stato
offerto due anni prima, appena terminata l'università; un impiego umile e
poco retribuito che per me era comunque il migliore del mondo, dal
momento che mi permetteva di passare molto tempo con la mia famiglia
pur garantendomi uno stipendio sufficiente a rendermi autonoma in modo
da non dover chiedere nulla a mio marito. Non mi avrebbe negato
comunque nulla, anzi, aveva cercato più volte di farmi
regali costosi,
ma che importanza ha una ferrari rispetto alla consapevolezza che la
persona che ami è con te? Stare con Charles mi aveva
insegnato che niente vale più di stare con la tua famiglia, lo
capivo ogni volta che
lo guardavo e mi innamoravo di nuovo. Era così bello e
imponente,
e i capelli un pò brizzolati lo rendevano ancora
più affascinante. Mi avvicinai lentamente a lui e gli posai
una mano sulla spalla, sfiorandogli il collo e i capelli con le dita.
"Charls, come mai sei sveglio a quest'ora? E' così presto."
Charles si girò verso di me trattenendo la mia mano sul suo
volto e la baciò dolcemente per poi sorridermi ed il mio
cuore perse almeno una dozzina di battiti.
"Scusami tesoro, volevo avvantaggiarmi il lavoro così da
passare tutta la domenica con te e Michael. E' da un pò che
non trascorriamo una giornata tutta per noi." Mi prese la mano e mi
avvicinò a sè per farmi sedere sulle sue
ginocchia. Mi accovacciai stretta a lui e lo baciai a lungo, sentendomi
di nuovo rilassata; Charles aveva la capacità di calmarmi
ogni volta. Poi mi allontanai un pò per puntargli un dito
contro.
"Se passi tutta la notte sveglio a lavorare poi non avrai le forze per
giocare tutto il giorno con Michael ... e di fare l'amore con me."
Charles rise, un luccichio di malizia gli accendeva gli occhi.
"Non preoccuparti signora Sanders, ho forze in abbondanza. Ne vuoi una
dimostrazione?"
"Amo quando mi chiami così. Vieni qui, signor Sanders,
dimostrami che anche i secchioni sono bravi a fare l'amore" Ridendo mi
trascinò sul divano fino a portarmi sotto di lui,
una mano ad imprigionare le mie sopra la testa e l'altra ad
alzarmi il mento per un bacio.
"Ora ti faccio vedere io."
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