For your dream [Le mie mani, il mio cuore, la mia anima] di kiara_star (/viewuser.php?uid=58219)
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For your dream [Le
mie mani, il mio cuore, la mia anima]
Aveva
sognato decine e decine di volte quella cucina.
I suoi fornelli, le
pentole, la mensola in alto a destra su cui sostavano il sale e il
pepe, la maniglia allentata dell’anta che celava
l’olio e l’aceto. Il grembiule rosa
confetto…
La più
piccola asse che Franky aveva posizionato in quella stanza
gli era mancata all’inverosimile.
- Ohi Sanji
– la voce del capitano entrò dalla porta e il
biondo si affrettò ad informarlo che mancava ancora un
po’ all’ora di cena.
Essere di nuovo
lì, riprendere la sua routine… L’incubo
sembrava finalmente finito.
Li aveva ritrovati,
aveva ritrovato le sue splendide compagne che erano diventate ancora
più belle e seducenti. Ah la sua Nami-swan era davvero una
dea con quei capelli lunghi…
Il ricordo di quegli
orripilanti okama che lo avevano terrorizzato ogni singolo secondo
diveniva via via più distante, lasciando spazio a fantasie
ben più piacevoli.
Un sonoro sbadiglio si
levò dal tavolo su cui se ne stava appollaiato Rufy.
- Muoviti, ho fame!
– borbottò saltando giù. Il cuoco
masticò il filtro con qualche protesta per poi voltarsi
verso il suo primo nakama.
- Ti ho detto di
aspettare, è quasi pronto. Perché non te ne vai a
pescare con Usopp o a combinare guai da qualche altra parte?
– e continuò a tagliuzzare l’insalata.
Lo udì brontolare mentre si accasciava stancamente contro la
sua schiena
- Neh, Sanji
– le parole furono attutite dalla giaccia nera ma il biondo
le udì perfettamente.
- Che
c’è? – chiese spazientito prima che la
sua gabbia toracica venisse stretta così forte che la
riserva di ossigeno pareva essersi dimezzata drasticamente. Rufy rimase
silente per qualche attimo in cui l’intera cucina fu invasa
dallo scoppiettio della frittura di polpo che cuoceva sul fornello in
alto
- E’ bello
riavervi tutti con me – il biondo sorrise a quelle parole
tenendo gli occhi fissi sulla verdura.
Quei due anni erano
stati sicuramente molto più duri per il suo capitano che per
loro. Le miriadi di okama impazziti, le notti insonni in cui non gli
era concesso di distrarsi per non ritrovarsi infagottato in qualche
vestito da donna, le follie di Iva-san ed i suoi tentativi di
convertirlo, niente di tutto questo era minimamente paragonabile alla
sofferenza e al dolore che aveva attraversato i giorni di Rufy, alla
sua incommensurabile perdita.
Non poteva
dimenticarlo, mai l’avrebbe fatto.
- Va a dire agli altri
che fra dieci minuti si cena – sghignazzando il ragazzo di
gomma sparì veloce dalla cucina portandosi via
quell’abbraccio.
Rimase solo, potendo
udire in lontananza gli schiamazzi di Chopper e Brook, il brontolio di
Nami-san, se ci avesse fatto caso anche il russare di
quell’inutile spadaccino, ma più forte di tutti la
sua risata. Avrebbe dato la sua stessa vita per poterlo sentire ridere
in ogni momento, avesse potuto avrebbe strappato via con le unghie il
ricordo lancinante che serbava nel cuore da due anni. Ma non poteva,
tutto ciò che gli era concesso era di essere un buon cuoco,
di essere il migliore. Poteva solo stargli accanto e farlo diventare il
re. Al suo servizio c’erano le forti gambe e quelle mani per
lui così preziose, ma molto più importante, il
suo cuore, la sua fedeltà. La sua stessa anima sarebbe stata
sacrificata senza batter ciglio per far si che mai più la
tristezza gli inondasse i giorni.
Posò sul
tavolo l’insalatiera e spense la cicca nel piccolo posacenere
ingrigito per apprestarsi ad accendere un’altra bionda, poi
si poggiò con la schiena contro il tavolo guardando
silenzioso la porta.
Presto si sarebbe
aperta e li avrebbe visti entrare rumorosi, il profumo dolce di Robin
avrebbe inebriato le sue narici, Franky avrebbe rischiato nuovamente di
rompere qualche bicchiere a causa della sua stazza e lui gli avrebbe
urlato contro di stare più attento perché avrebbe
potuto ferire le ragazze e lui avrebbe riso.
Ghignò appena scuotendo la testa e ripensando alle cene con
Iva-san e i suoi discorsi assurdi… Non avrebbe mai ammesso
che in qualche maniera ancora poco comprensibile al suo ego
così virile, gli mancasse, così come alcune notti
gli mancava l’odore del Baratie e le grida di rimprovero di
Zeff. Allo stesso modo gli era mancata tanto quella banda di scalmanati
ed il suo capitano scalmanato.
“E’ bello riavervi
tutti con me” ….
Si godette sorridendo
l’ultima boccata, prima che il fracasso entrasse a
distruggere la quiete della sua amata cucina.
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Note
(assolutamente ignorabili dell’ignorante autrice):
Più la
leggevo più mi dicevo che questa fic era un po’
troppo disarmonica, ed ero conscia del perché.
Inizialmente era
indecisa sull’ epurare o meno il lato shonen’ai
dalla storia e lasciarla solo una Sanji-centric, poi
però visto il mio ammore per questa coppietta,
vista la mia immorale convinzione che un po’ tutti i mugiwara
provino un sentimento che vada ben oltre l’amicizia per Rufy
(e ber oltre l’amore), ho deciso di lasciarlo, con
grandissima soddisfazione della mia anima fluff ^.^
Aggiungo anche che la
scena di Rufy che abbraccia Sanji mentre cucina sarà pure un
cliché iperusato e ridondante, ma a me piace troppo e ci
scriverei mille fic >.<
E dopo questa piccola
confessione, che avrà annoiato (giustamente) i
più, vi lascio e vi ringrazio per aver letto questa fiction
senza vomitare. O almeno spero ò_ò
XDDD
kiss kiss Chiara
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