Salve a tutti
gente!Mi presento, sono Nirhal e questa è la mia prima
fanfiction.
Sono così emozionata che mi tremano le mani o.O ma la smetto
sennò divento insopportabile u.u. Allora spero che vi
piaccia questa storia e che vi faccia sorridere un po' , vi chiedo
già all'inizio di perdonarmi perchè non ho la
minima idea di come si scriva con l'html perciò spero che mi
aiuterete con le critiche e i suggerimenti ^^. Detto ciò vi
lascio alla storia che spero riuscirete a leggere (uhm uhm
chissà!).
Vi saluto! Nirhal.
Era una notte tranquilla nella
città dell'Ovest,una fredda notte di febbraio dove la
temperatura decisamente troppa fredda rendeva improbabili le classiche
uscite del sabato sera per buona parte della popolazione giovanile e
non, lasciando quest'ardua impresa a quei pochi impavidi che avevano il
desiderio di provare emozioni forti come il non sentirsi più
le dita dei piedi. I lampioni illuminavano le strade deserte che fino a
qualche mese prima erano invase dal rumore delle voci e delle risate;
nessuna luce illuminava più le abitazioni a spezzare il buio
ci pensava solo il leggero respiro di chi dormiva.
Anche in
casa Brief tutto era tranquillo eppure presto qualcosa avrebbe spezzato
quella calma e mandato in ferie la sanità mentale del nostro
sayan, perchè alle due passate di una domenica mattina era
inaccetabile pensare ad una sola altra parola che non fosse follia.
I due coniugi Brief dormivano
tranquilli nel grande letto matrimoniale fino a quando un oscuro
pensiero passò nella mente della donna svegliandola del
tutto e nel momento in cui aprì quei grandi occhi azzurri
che si trovava,fu l'inizio della fine.
Saltò
a sedere sul letto guardando turbata l'uomo che le stava accanto e dopo
che ebbe preso una grossa boccata d'aria decise di renderlo partecipe
dei propri dubbi
svegliandolo.
<<
Vegeta... >> lo chiamò piano avvicinandosi
lentamente all'orecchio del marito: << Vegeta,svegliati!
>>.
Il sayan quando si
sentì chiamare in causa dalla moglie non potè
fare a meno di maledirla e dopo aver bofonchiato un qualcosa di molto
simile a un "torna a dormire" , si girò dandole le spalle
cercando di ignorarla. Grosso errore! Dopo mille peripezie molto e poco
pericolose niente poteva più spaventarla, nemmeno suo marito
che un tempo
era stato un sadico e violento amante della guerra.
Perciò armata di
coraggio e di poca prudenza iniziò a scuotere violentemente
la sua consorte che intuite le intenzioni poco civili della donna
sbuffò sonoramente e si sedette sul letto sconfitto,
incrociando le braccia al petto.
<< Ma insomma
donna cosa cavolo ti prende?!cosa c'è di così
importante da svegliarmi nel cuore della notte?giuro che se mi hai
svegliato perchè hai fatto di nuovo un brutto sogno ti
uccido con le mie mani razza di gallina inferocita! >>
sentenziò il principe dei sayan con rabbia e stanchezza.
Bulma sentendo le
parole del marito sorrise al ricordo di qualche sera precedente quando,
dopo essersi svegliata a causa di un incubo, si era rifugiata tra le
braccia del marito piagnucolando in cerca di conforto.
Si avvicinò alla sua
dolce metà struscicandosi sensualmente contro di lui:
<< No tesoro, non è per questo. E' solo che mi
sono ricordata che domani...>> si spostò verso
il comodino prendendo la sveglia ma capendo di essersi sbagliata la
riposò immediatamente, allarmata .<<...No!no
no no no no!No Vegeta è oggi!è oggi capisci?non
può essere... non è giusto, non è
...uhmm! >> Vegeta spazientito decise di mettere a tacere
quella donna bisbetica che una notte si e una no si impegnava per
tenerlo sveglio e così, dopo averla zittita con un bacio,
cercò di riprendere in mano la situazione che fin troppo
spesso quando c'era di mezzo la scienziata gli scappava dalle mani.
<< Che cosa non
è giusto?smettila di lagnarti e dimmi cosa ti tormenta!fa
presto, la mia pazienza ha un limite! >>
<< Vegeta...
>>singhiozzò la donna con le lacrime agli
occhi stringendosi di più al suo
uomo.<< Oggi è San
Valentino!capisci?è da molto tempo che non fai un gesto
carino nei miei confronti, perciò potresti farmi
qualcosa di romantico oggi? >> terminò con un
grande sorriro alzando il volto verso quello del marito.
Il sayan si passò una
mano sul viso cercando di contenersi dal compiere azioni di cui dopo si
sarebbe sicuramente pentito e sfregando i denti per la rabbia si
affrettò a rispondere all'amata moglie: << E
tu, bisbetica gallina che non se altro, tu hai svegliato ME, per
chiedermi una cosa futile come questa?!
>>Vegeta la fissava infuriato. Dannazione, lei sapeva
come la pensava sulle sciocche tradizioni terrestri!E chiedergli poi
una cosa tanto stupida!
Se non avesse saputo che Bulma
era una scienzieta degna di titolo l'avrebbe sicuramente presa per
un'idiota.
Ma a fare da spettatore a questa
insana scenetta c'era soltanto la luna che con la sua fioca luce
illuminava il viso dei due amanti alternando ora quello incazzato di
vegeta, ora quello triste di Bulma che ferita dalle parole crudeli del
marito si era ritirata verso la fine del letto.
Sospirò trattenendo
un singhiozzo arrabbiata e delusa mentre riprendeva il suo posto sotto
le coperte, cercando di mantenere la distanza dal marito
<< Una cosa futile
dici?si vede che per te non conto proprio niente! pensa delle volte mi
chiedo ancora perchè tu mi abbia sposata!e va bene allora,
facciamo come vuoi tu, stracciamo i sentimenti della povera Bulma tanto lei
correrà sempre come un'idiota ad ogni tua chiamata!e sia
allora, anche quest'anno non riceverò neppure una
stupidissima rosa...buonanotte Vegeta!
>>concluse girandosi dalla parte opposta e tirandosi le
coperte fino al mento.
Il sayan la fissò
basito poi, dopo averla mandata al diavolo e in tanti altri posti poco
carini, tornò a sdraiarsi sperando di riuscire a prendere
sonno.
Ma il tempo scorreva veloce e i
pensieri di Vegeta tornavano alle parole amare di Bulma, spingendolo a
chiedersi più volte quale fosse la cosa giusta da fare,
così dopo un lasso di tempo indefinibile
rinunciò del tutto a dormire e giratosi dalla sua parte
iniziò a guardarla.
Come poteva affermare che lui
non era innamorato di lei?Per lui quel pensiero non era nemmeno
ipotizzabile, Bulma e suo figlio erano diventati un qualcosa di
fondamentale importanza per la sua esistenza tanto che non riusciva
più a immaginare la sua vita senza la presenza di quella
sciocca donna accanto a lui. Era diventata di vitale importanza, come
l'aria, necessaria persino ad un sayan.
"Maledetta!" si
ritrovò a pensare "Mi sono rammollito a causa tua, in questo
momento anche Kakarot mi darebbe dell'idiota" eppure quel pensiero non
gli fece alimentare la rabbia ma un altro sentimento che lo
riscaldò completamete.
Le passò con
gentilezza una mano fra i capelli corti e spettinati poi chinandosi
leggermente si avvicinò per baciarla sulla fronte, un bacio
che però non arrivò mai a destinazione. Dopotutto
anche lui aveva dei limiti.
Si alzò completamente
sveglio e facendo attenzione a non svegliarla uscì dalla
stanza.
Il
mattino successivo Bulma si svegliò con un leggero
malditesta e con ancora le lacrime agli occhi per il litigio con Vegeta
di qualche ora prima.
Lei alla fine si era resa conto
di aver esagerato ma le parole di quel brutto scimmione non le aveva
proprio digerite; si alzò a sedere stropicciandosi gli occhi
non volendo neppure pensare al possibile umore del marito, lui che si
dava sempre tante arie si comportava alla fine come un bambino. Persino
il suo Trunks che oramai era un ometto aveva un comportamento meno
infantile del padre!
<< Sarà
furioso >>ammise a se stessa torturandosi la veste di
lino leggera, fece un sospiro cercando di calmarsi...alla fine un modo
per fare pace l'avrebbe sicuramente trovato.
E così con rinnovato
coraggio spostò le coperte e proprio mentre cercava di
alzarsi le cadde l'occhio su qualcosa alla sua sinistra. Qualcosa di rosso molto rosso.
Forse troppo.
"Oh santo cielo...!"Si
voltò completamente dall'altro lato mentre sospiri
meravigliati le sfuggivano dalla bocca; gli occhi le brillavano
dall'eccitazzione.
<< Oh santissimo
cielo! >>mormorò mettendosi le mani davanti
alla bocca per la troppa emozione. E come darle torto?
Davanti a lei si mostrava uno
spettacolo unico nel suo genere: un centinaio o forse un migliaglio, e
sicuramente di più, di rose rosse se ne stavano sparpagliate
qua e la nella stanza colorandola completamente; il letto ora come il
pavimento era ricoperto da un morbido strato di petali rossi e alle
tende bianche, erano attaccate così tante rose che la luce
del sole di quel giorno, stranamente sereno, faceva fatica ad entrare e
regalava alla stanza un'ombreggiatura come quella del tramonto quando
si perdeva le montagne. C'era una follia di rosso in quella stanza, una
stanza che fino a qualche ora prima era fredda e bianca adesso si era
trasformata nella tela di un pittore pazzo e amante del rosso.
Sorrise incapace di fare altro
beandosi di quel profumo fresco e delicato, all'impiedi nel centro
della stanza con gli occhi chiusi per impedire anche ad una sola
lacrima di uscire Bulma era la donna più felice dell'intero
universo. Iniziò a ridere felice perchè in quel
momento non c'era nulla che le sembrò più giusto
fare.
Dall'altro lato della porta
chiusa, un uomo sorrideva impercettibilmente. Con i piedi per terra e
la testa per aria si sentì orgoglioso del suo operato e le
risate che sentiva gli davano la prova di quanto quel gesto fosse stato
ben accettato.
Si allontanò a passo
svelto con le gote leggermente imporporate, cercando quello
scanzafatiche del figlio. Dovevano allontanarsi e al più
presto. Appena Bulma avesse scoperto la provenienza di quelle rose lo avrebbe ucciso,
lo e non li
perchè lei non avrebbe torto neppure un capello alla sua
adorata peste.
Trunks lo aspettava fuori e lo
fissava con un sguardo molto maturo per un bambino di nove anni, uno
sguardo che molti anni prima aveva avuto anche lui anche se, si
ritrovò ad ammettere, molto più freddo e cattivo.
Trunks non appena vide il padre
gli andò incontro e gli chiese
sorridendo: << Le sono piaciute le rose?>>
Vegeta annuì con fare
distratto ma poi notò lo zainetto che il figlio portava
dietro la schiena: << Perchè ti sei preso
quell'affare? >> domandò indicandolo e anche sta
volta suo figlio lo stupì.
<< Qui dentro ho
messo tutte le mie cose >> Gli spiegò.
<< Ho portato qualche cambio e qualcosa da mangiare
così se dovessimo stare via per più di un giorno
almeno non moriremo di fame >> Vegeta lo
guardò e anche questa volta ne fu orgoglioso. Nel pianeta
Vegeta sarebbe stato di sicuro un grande re e un buon comandante.
Intelligente, forte e prudente.
Vegeta posò la mano
sulla testa di Trunks, uno dei pochi gesti di affetto che si poteva
permettere, poi con sguardo complice si sollevarono da terra volando
verso una meta ignota.
<< Papà
>> chiese dopo qualche secondo il piccolo Trunks
<< Ma perchè devo venire anche io?
>> Vegeta non rispose e lasciò la risposta di
quella domanda nel mutismo del vento. Bulma aveva avuto le sue rose e
ne era contenta soltanto che ignorava
il fatto che quelle provenissero dalla sua serra, e lui non
voleva di certo esserci nel momento in cui lei l'avrebbe scoperto. E
riguardo a Trunks, il bambino ne sapeva poco e nulla, di mattina il
padre si era presentato in camera sua (cosa alquanto strana) e gli
aveva ordinato di aiutarlo a mettere le rose nella loro camera.
Perchè allora l'aveva
portato con lui?Bhè perchè infondo era sua padre
e anche lui, in certi casi, era molto molto prudente.
Dietro di loro un grido si fece
largo per tutta la Capsule Corporation e Vegeta fu quasi sicuro di
sentire il suo nome.
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