LA MAGIA DI CAPESIDE
E fu così che la brutta stagione venne rimpiazzata dall’estate.
L’inverno se ne andò con la stessa velocità di quando era arrivato,
lasciando spazio a vacanze che si prospettavano fantastiche, vacanze come erano
state quelle sulla True Love: indimenticabili!
Joey ricordava tutto di quei tre mesi : la barca che infrangeva le onde come
una dolce spada colorata, il vento che le accarezzava il viso ogni mattino
appena sveglia, gli splendidi paesaggi incontrati lungo la rotta e ….il pesce,
che ogni giorno era costretta a mangiare.
Ma soprattutto Pacey, secondo lei migliore di tutte quelle cose messe insieme…
quegli occhi azzurri caldi e penetranti l’avevano fatta stare bene per più di
un anno ma quando si erano lasciati erano diventati freddi e impassibili come il
ghiaccio.
Un ghiaccio che non era riuscita a sciogliere nonostante ci avesse provato un’infinità
di volte.
No, quegli occhi non potevano più essere suoi, l’avevano respinta,
implacabili.
Chissà se l’amava ancora?
Se la proposta di salpare nuovamente insieme era ancora valida?
Tutte le volte che tornava a Capeside, questi erano i suoi pensieri.
Mentre ancora rifletteva sentì una voce maschile che conosceva ormai da una
decina d’anni:
- Che ci fai qui, Joey? Fa freddo…
Era Dawson.
Dawson.
Il ragazzo che l’aveva consolata dalla morte della madre, colui che l’aveva
amata con tutte le sue forze…
Lei lo poteva ancora amare?
- Ciao Dawson, riflettevo…
- Su cosa?
Chissà se poteva di nuovo amare il passato, il passato che si era gettata
alle spalle per affrontare un futuro dolce e romantico con Pacey.
Questo futuro però aveva fatto cilecca….
Aveva sbagliato direzione nel bivio?
Non aveva rimpianti, però…
- stavo riflettendo su quanto ti amo.
Perché aveva detto questo? Certo, lo amava, ma lo non pensava ogni santa
notte come faceva con un’altra persona, e soprattutto non lo stava pensando in
quel momento.
Con quella dichiarazione si era tuffata stupidamente nel baratro o era l’inizio
di una storia,quella con Dawson, che avrebbe avuto lieto fine?
Non sapeva dare risposte a queste domande.
Il suo cuore, come la sua mente, non rispondevano.
Così davanti ad un esterrefatto Leery cominciò a correre all’impazzata,
attraversando il grande giardino appena illuminato, diretta verso il molo.
Si dava tante arie da donna, ma alla fine era rimasta la solita adolescente
che scappa da ogni problema.
Tutta la maturità sviluppata con Pacey si era andata a fare benedire da una
semplice visione dai capelli biondi, da un semplice “TI AMO” a questo
fantasma del passato.
Stata rivivendo un Flash Back?
Fra un pensiero e l’altro si ritrovò di fronte a casa Grams.
Sotto il portico vide un’altra visione bionda,questa volta però
considerata come un’ancora di salvezza: Jen.
La ragazza, sorpresa di vederla, esclamò:
- Ehi, Joey!! Come stai?…….Joey? Joey!
Joey con le lacrime agli occhi si gettò su Jen cingendole il collo con le
braccia e, la biondina, dopo un attimo di stupore, cominciò a sogghignare
furbescamente:
- Problemi amorosi? - Le chiese tutta orecchi.
- Come hai fatto ad indovinare? - rispose Jo con la voce rotta dai
singhiozzi.
- Chissà ….dai, adesso chiudi i rubinetti e raccontami un po’ come
mai sei così giù!
Qualche minuto dopo Joey si stava sfogando con Jen davanti a un mega caffè.
- E così hai detto a Dawson che lo ami pur sapendo che non è vero?…
- Jen, è difficile da spiegare. Ho detto a Dawson che lo amo solo per
alleviare la grande sofferenza che ho dentro!
- Ti manca Pacey vero?
- Jen, da piccola ho perso una persona molto importante nella mia vita.
Ed ora mi sono resa conto che non voglio perderne un’altra altrettanto
fondamentale.
- E allora perché hai fatto la pazzia di dire a Dawson che lo ami?? -
chiesa l’altra sorseggiando piano la bevanda
- Cosa non si potrebbe fare per amore….
A Jen andò di traverso il caffè e cominciò a tossire.
Tra gli sforzi la bionda riuscì a riprendersi:
- Cosa? Lo vuoi far ingelosire con Dawson? Ma ti rendi conto della
gravità della situazione?
Joey scoppiò a ridere:
- No, aspetta, forse non mi sono spiegata bene. Io li amo entrambi, ma
Pacey è speciale, ha qualcosa in più che Dawson non ha, o che forse,
ancora non è riuscito a darmi. Certo, è il mio migliore amico, ma non si
può trascorrere una vita intera con una persona che conosci come io conosco
Dawson. Nella vita di coppia è bello scoprire ogni giorno qualche nuovo
aspetto del tuo patner e goderne con lui. Per esempio, prima di stare
insieme a Pacey non sapevo che sotto una vernice di “Bullismo e
superficialità” si nascondeva una persona romantica e sensibilmente
poetica…
Mentre Joey si perdeva in dolci riflessioni su quello che era stato il suo
grande amore, Jen la interruppe:
- E adesso cosa hai intenzione di fare?
No, Joey non voleva altre domande, ma semplici risposte.
Era ormai tardi, Bessie la aspettava al B&B quindi con un caloroso
abbraccio salutò l’amica e salì sulla barca a remi che ancora una volta l’avrebbe
allontanata da tristi pensieri.
-JOEEEEEY! DEVI PREPARARE LA COLAZIONE PER ALEXANDER, IO DEVO USCIRE PER
COMMISSIONI!! CIAOOO…
Che risveglio delizioso! Lo aveva dimenticato. A Boston aveva solo una
sveglia e qualche volta la voce stridula di Audrey pronta, di prima mattina, a
racconti di notti focose.
Dopo un paio di ore Bessie tornò, e lei fu finalmente pronta ad uscire.
Ma per andare dove?
Certo la decisione era difficile, ma non poteva evitarla.
Quindi ancora una volta si mise a correre e si ritrovò come al solito
davanti a quella grande casa, piena di gioia e ricordi incancellabili.
Salì lentamente la scala a pioli e si inoltrò nella finestra. Là c’era
Dawson steso sul letto che dormiva con una faccia così angelica, che Joey non
poté frenare un moto di tenerezza.
Si avvicinò e gli accarezzò delicatamente i capelli. Ormai la decisione era
stata presa. Avrebbe provato a creare qualcosa con Dawson.
Pacey non c’era, era lontano, e lei aveva bisogno di amare ed essere amata.
E chi meglio poteva esaudire questi desideri se non “l’angelo” che
dormiva sotto i suoi occhi?
- Si, questa è la cosa giusta. Io lo amo e lui mi ama.
Mentre Joey rifletteva un lampo azzurro illuminò la stanza.
Erano gli occhi di Dawson, che in quel momento e nei suoi desideri
somigliavano terribilmente a quelli di Pacey…
- Buongiorno piccola- sussurrò il ragazzo stiracchiandosi.
La prima cosa che Joey poté dire fu:
- Scusa per ieri sera, sono rimasta scioccata dalle mie stesse parole
- Perché non mi ami?- chiese Dawson con uno sguardo ricco di speranza
- Certamente
Mentre lo diceva si buttò fra le sue braccia, sentendosi finalmente a casa e
al sicuro.
Un mese passò in fretta e furia per Joey, che stava trascorrendo l’estate
con Dawson tra appuntamenti al cinema, scampagnate sul lago e chiacchierate sull’altalena.
Naturalmente anche Jen dava un contributo, con la sua allegra simpatia
accattivante.
Anche quel giorno di inizio luglio si prospettava stupendo.
Lei, Dawson, Jen e Jack sarebbero andati fuori città per un picnic in mezzo
alla natura.
E così si era preparata di tutto punto: jeans, la sua maglietta rossa
preferita e comode scarpe da ginnastica.
Felice come una bambina si incamminò verso casa di Dawson, ma non fece in
tempo ad arrivare a metà viale che una voce la fece fermare di colpo e le fece
cadere di mano il cestino pieno di vivande:
- Buongiorno Cappuccetto Rosso!!
Come poteva dimenticare quella voce?
- Witter!- gridò lei, senza neppure voltarsi.
Dopo questa esclamazione non poté fare a meno di girarsi: all’inizio del
vialetto vide Pacey che avanzava lentamente. Il suo ritorno sarebbe servito a
mandare a rotoli tutti i buoni propositi di costruire un rapporto con Dawson,
questo lei lo sapeva bene.
Che fare ora?
Saltargli addosso come le suggeriva il cuore o salutarlo come si fa con un
vecchio amico?
Non ebbe neppure il tempo di pensare che Pacey esclamò:
- Potter, vieni a salutare il lupo cattivo!
L’abbraccio che ne seguì, fu semplicemente…meraviglioso!
Era bello stare nelle sue braccia così calde e confortevoli, ma ancor più
bello era star con lui.
Questo delicato momento fu interrotto dall’urlo di Dawson:
- Joey hai visto la sorpresa?
Lei non ebbe neppure il tempo di rispondere che vide Dawson e Pacey ridere e
scherzare come bambini.
Questa volta non sarebbe stata lei a rovinare tutto, non di nuovo.
- Dai tutti in macchina !!!! - gridò Jack dall’auto.
Che situazione!!!
Era molto tempo che non si trovavano tutti insieme come ai vecchi tempi, a
ridere e prendersi in giro.
Forse questa volta stavano esagerando, ma i pensieri di Joey non erano sugli
amici, ma su di lui, Pacey.
Dovunque voltasse lo sguardo vedeva sempre e solo lui.
Fortunatamente il viaggio durò poco e in men che non si dica, si ritrovarono
al lago, ognuno disteso vicino all’altro, con un panino e una birra in mano.
Ma la silenziosa calma e l’apparente pace che imperversava sul lago fu
interrotta dalla squillante voce di Jen:
- Pacey, come mai hai rotto con Audrey?
- Magari era il destino…- ribatté l’altro alzando gli occhi al
cielo.
- Ma tu ne eri innamorato? - chiese una Jen estremamente provocante
- si, quando stavo con lei ne ero innamorato….
- Ma l’hai amata proprio come Andie e poi Joey?
- Certi amori sono unici e non si possono rivivere - disse Pacey
guardando Joey negli occhi.
Fortunatamente qualcuno riuscì a cambiare argomento:
- che ne dite di una partita a football?
Non servì neanche un si che tutti si misero a rincorrere come impazziti
dietro quella palla ovale.
Joey stava leggendo un libro, con finto interesse , quando la figura che l’aveva
tenuta con il fiato sospeso per tutto il giorno si avvicinò:
- Ehi Potter,cosa stai leggendo?
- Emh….un libro sull’adolescenza - rispose con una faccia poco
convinta
- Mi devi insegnare come si fa!
- A fare che?- chiese Joey stupita.
- A leggere i libri al contrario!!! - disse l’altro ridendo.
Quell’esclamazione e quel sorriso solare, solo per lei, la fecero arrossire….
- come stai Potter?
- Non saprei….
- Mi correggo: come va con Dawson? Ora che siete una coppia mi sembri
felice!
- Si lo sono, ma sento che mi è mancato qualcosa…
Non poté finire la frase, che una secchiata d’acqua gelida arrivò su di
loro e fece riprendere i giochi fino a sera quando si rientrò.
TAPPA: Casa Leery.
Qui ognuno dei ragazzi si diresse verso le proprie abitazioni.
Joey stava appunto per tornare a casa, quando Pacey arrivandole alle spalle
le chiese:
- ti devo accompagnare?
Joey sobbalzando leggermente acconsentì.
Il tragitto fu alquanto silenzioso.
Arrivata a casa, lei cominciò ad armeggiare con le chiavi e lui non poté
fare altro che guardarla sognante….
- Che cosa c’è? - chiese Joey un po’ imbarazzata
- E’ da tanto che non ti riaccompagnavo a casa!
- Eh già, l’ultima volta che l’ hai fatto stavamo ancora insieme…
- Già , nei bei vecchi tempi - disse lui con una voce ironica ma
alquanto malinconica.
Dopo un breve silenzio ricco di sguardi, Pacey si girò, e discese i gradini
verso la sua macchina.
Prima di salire, guardò Joey sulla porta:
- Buona notte Potter, sogni d’oro!
- Buona notte Pacey, a domani!
A quel punto quel dolce ragazzo salì sull’auto, che non era più un
furgoncino, e se ne andò nell’ombra della notte.
Joey non distolse mai lo sguardo se non quando non lo vide più.
Dawson stava svogliatamente steso sul letto, a pensare al giorno prima, e
alla sua dolce Joey.
- Dawson?
Il ragazzo si risvegliò da quei pensieri e osservò l’aria mesta del suo
amico che si era seduto sul letto e lo fissava negli occhi. -Piantala!!-
-Di fare cosa?-
-Di pensare che io ce l’abbia con te - disse Pacey
Dawson rise amaramente da sotto il berretto a visiera e andò a sedersi
accanto a lui. -Mi spiace lo stesso.-
-E io ti ho detto di finirla. Io non centro e non sono mai centrato niente
nella vostra storia. Joey può…- E lì si bloccò. Rimase zitto e non finì la
frase.
Stava per dire che Joey poteva fare quello che voleva ma non capì come mai
ora quella frase gli suonava così di possesso. Come se a dirla fosse stato un
innamorato geloso.
Si lasciò scivolare giù dal letto e si mise le mani fra i capelli. -Basta…-
bisbigliò con voce spezzata.
Dawson lo guardò con il cuore in tumulto. Allora quello che aveva pensato
era vero… Gli passò una mano sulla spalla e Pacey si rannicchiò contro le
ginocchia.
- L’ami?-
Quella domanda se l’era aspettata ma rispondere equivaleva a firmare la
propria condanna. In tutti i sensi. Eppure non poté impedirsi di tacere. Rise
di se stesso, bisbigliando un semplicissimo si.
Dawson aveva aspettato quella risposta con un certo timore, ma d'altronde
cosa si poteva aspettare?
Chi non si sarebbe innamorato di quella ragazzina dagli occhi sognanti e dall’immensa
grinta che ora si era trasformata in una donna speciale…..
I due ragazzi rimasero in silenzio l’uno accanto all’altro per chissà
quanto tempo.
I due amici condividevano qualcosa di unico: l’amore per la stessa donna.
E chi non poteva interrompere l’atmosfera se non lei?
Entrando dalla finestra, bella come non mai, la prima cosa che disse fu:
- Eccoli qua i miei due uomini!!!
Senza esitare li abbracciò entrambi.
Il tempo, i rumori e persino il vento sembrarono fermarsi per contemplare una
cosa che sarebbe durata indistruttibile per sempre : la loro amicizia, che
scaldava il cuore e alleviava le mente da brutti pensieri.
Dopo aver trascorso il pomeriggio fra un discorso e l’altro per gli amici
di Leery, fu l’ora di congedarsi.
Pacey e Joey se ne andarono dopo che lei ebbe baciato l’altro
calorosamente.
Poco dopo Dawson, affacciandosi alla finestra, vide i due che si
allontanavano chiacchierando e scherzando a braccetto.
Sembravano semplici amici all’occhio di altra gente, ma Dawson vide
chiaramente che qualcosa più forte dell’amicizia li legava, li attraeva….
E all’improvviso capì. Certo Pacey amava Joey, ma lei lo ricambiava.
Ma questa volta non provò rabbia nei confronti dell’amico o disprezzo nei
confronti della ragazza.
C’era solo la sua profonda comprensione per i due.
Infondo, chi meglio di lui, poteva capire che al cuore non ci si può
opporre?
Il campanello di ingresso sovrastò la musica delle stereo e Joey si
affrettò ad abbassare per andare ad aprire.
Spalancò l’uscio ritrovandosi davanti Dawson.
- Ciao Joey sono venuto a salutarti.
- Ma come te ne vai?
- Si torno definitivamente a L.A.
- Proprio adesso che ci eravamo uniti per costruire un futuro….
- Quello che abbiamo costruito fino adesso era solo un castello di sabbia
Joey, destinato a crollare al primo soffio di vento, io ti amo ed è per
questo che me vado. Io posso vivere senza il tuo amore, ma tu non puoi senza
il suo.
- Ma di chi stai parlando?
- Lo sai benissimo. L’unica cosa che posso dirti è di fare in fretta,
non lasciare che la tua occasione voli via. Addio Joey.
- Arrivederci Dawson. Grazie…
Dawson aveva capito tutto, aveva capito ciò che lei non voleva accettare e
le aveva aperto gli occhi.
Guardò per l’ultima volta il B&B, Joey e il pontile, prima di
accendere l’auto e scomparire dalla sua vista verso l’aeroporto.
Joey era stesa sul divano a riflettere, ora era libera, Dawson aveva detto
addio al loro amore, e l’aveva fatto per lei. Quello che ora doveva fare era
seguire il suo consiglio, ma non poteva certamente correre da Pacey e rivelargli
il suo amore, dopo tutto questo tempo.
Joey, per la prima volta dopo tanto, lasciò che fosse la sua follia a
guidarla…
Dopo breve si ritrovò davanti a casa Witter, e quello che vide la lasciò
senza fiato….una bella ragazza, baciava appassionatamente sotto il portico il
“suo” Pacey.
Voleva scappare, andarsene da tutto, ma fu vista prima che ciò fu possibile.
- Joey vieni, ti devo presentare una persona…
Lei sospirò rassegnata e si diresse verso i due.
- Joey questa è Mary
- Molto piacere Mary, io sono Joey, Joey Potter! Vedo che il signor
Casanova ne ha trovata un’altra…
Mary, con un solarissimo sorriso e una voce angelica rispose:
- ciao Joey, ho sentito molto parlare di te!
- Cose belle spero?
- Si, stupende. Sono molto felice di conoscerti.
Joey si limitò a rivolgerle un ampio sorriso pensando < vorrei dire sia
lo stesso per me > .
- Joey scusa, ora vado a sistemare le mie cose, spero di rivederti il
più presto possibile
- Ci conto - rispose Joey alquanto seccata.
Quando finalmente Mary si allontanò, Pacey la prese da parte.
- potevi essere un pochino più cordiale… - disse Pacey seccato
- scusa ma non mi gira! Ero venuta per parlarti ma a quanto pare non è
il momento adatto!
- Che cosa è successo Potter?
- Dawson mi ha lasciata e se ne è andato - disse lei freddamente
- Sembri distrutta! - ironizzò l’amico
- Non scherzare, ero venuta per un po’ di conforto
- E l’ hai trovato!
- Non credo proprio, la tua attenzione è rivolta a qualcun’altra….a
quanto pare.
- Potter, sei gelosa?
- Ti piacerebbe….comunque adesso me ne vado - disse lei imbronciata
- Non fare la bambina stupida, stavo solo scherzando, SCUSA!
- No, scusa te. Allora da quanto stai con quella?
- Mary?
- Perché quante ne porti a casa?
- Un mesetto circa
- Dove vi siete conosciuti?
- E’ per caso un terzo grado? No, penso di no vero?
- Assolutamente, era solo curiosità
Dopo un attimo di silenzio Pacey riprese
- sai, frequenta il tuo stesso college
- Ah - rispose Joey
- Mi piace molto, con lei non corri il rischio di annoiarti, ha sempre
una teoria su tutto l’ ho incontrata in un locale, i primi tempi eravamo
come cane e gatto, ma poi mi ha affascinato…ah, e cosa importante lei non
ha mai avuto un migliore amico - disse Pacey sorridendo
- Questo è importante… - disse Joey un po’ delusa
Non poterono continuare la loro conversazione perché Mary arrivò.
- Ma questo non è giusto - piagnucolò Joey davanti a una Jen, che dopo
avere ascoltato tutta la storia poté solo dire.
- Riprenditelo! Quando ti ci metti sai essere convincente. Sei riuscita a
soffiarmi Dawson, ricordi?
- Tutto qui? Quello che tu sai dire è solo “riprenditelo”? Non so se
ti rendi conto, lui la porterà a cena in uno dei locali più rinomati e
costosi di Capeside…questo vuol dire che non se la lascerà sfuggire
facilmente…
- Bhe, in fondo che mi costa, per il bene altrui potrei darti anche una
mano….
- In questo caso un una mano non basterebbe, se sei disposta a darmi un
braccio ne sarò felice. Comunque, dimmi cosa pensa quella tua testa?
- Ti potrei presentare un buon sostituto
- Ma che dici, io amo Pacey!
- Non hai capito niente! Io te lo procuro solo per farlo ingelosire!
- Ora ragioniamo, vai avanti…
- E’ un amico di Jack , è gay e bello da morire! Sarà disposto ad
aiutarci, te lo assicuro. Allora Joey, potrebbe andare?
- Certamente
- Ora quello che devi fare è prenotare all’istante al ristorante dove
Pacey porterà Mary! Ah dimenticavo : il pomeriggio dell’appuntamento
passa da me!
Quel pomeriggio arrivò senza farsi aspettare.
Joey con il cuore in gola bussò alla porta di casa Grams.
Lì, pronti per lei, Jack, Jen e …Matt, un’affascinante ragazzo moro
dagli occhi verdi.
Joey di certo era una bella ragazza, ma dopo che Jen la truccò e vestì come
una “vera donna”, si era trasformata in una creatura così intrigante e
stupenda che persino un cieco le sarebbe caduto ai suoi piedi.
Al ristorante.
Joey e Matt entrarono con passo sicuro, diretti verso il loro tavolo, proprio
vicino a quello di Pacey e Mary.
Si sedettero, ordinarono, e poi la ragazza cominciò a fare piedino a Matt
che stette al gioco e le prese la mani cominciando ad accarezzarle.
Pacey intanto, che stava mangiando, guardava alternatamene nel suo piatto e
verso destra, cioè verso i due.
Incoraggiati, la nuova “coppia” si baciò teneramente sulle labbra per
stuzzicare ancora di più il ragazzo.
Ma quest’ultimo non sembrò farci tanto caso e riprese a mangiare e a
chiacchierare con la compagna come se nulla fosse accaduto.
Joey delusa e imbarazzata, lasciò perdere il suo progetto continuando a
cenare con Matt come se niente fosse.
La serata finì tranquilla e fu l’ora di tornare a casa.
- ti accompagno? - chiese Matt gentilmente
- no, preferisco fare due passi, grazie.
E così dicendo si allontanò verso il porto.
Anche Pacey ebbe la stessa idea, così per un buffo gioco del destino, si
ritrovarono l’una di fronte all’altro.
- Ehi!- disse Pacey
- Ciao - rispose Joey
Per qualche minuto non si sentì altro che lo sciabordio delle onde
- Chi è il tuo accompagnatore?
- Nessuno.
- Ah si, mi sembrava di conoscere un certo tipo con quello strano nome….dai
Joey su….
- E’ semplicemente un amico. Nulla di più.
I due ragazzi non dissero più niente, fino a quando Pacey interruppe
nuovamente il discorso.
- Sei veramente bella questa sera
- Anche te non sei male
Così dicendo, Joey baciò sulla fronte Pacey e, si allontanò nella notte.
Per tutto il giorno seguente i due non si videro: lei aveva da fare al
B&B, lui aveva…Mary.
Pacey camminava per una via deserta, verso le quattro di mattina.
Non sapeva proprio dove andare. Non aveva neppure un misero dollaro
per alloggiare in un misero motel.
I suoi genitori, in seguito al sorprendente arrivo di tutta la “carrellata”
dei cugini del Canada l’avevano praticamente sbattuto fuori di casa
ordinandogli di trovarsi al più presto un posto per dormire.
Quelli con la gentilezza ci giocavano proprio a calcio!!
Era immerso in quei cupi arrovellamenti quando una mano che gli toccò la
spalla lo fece sussultare.
Si girò con aria omicida, se beccava chi l’aveva preso alle spalle lo
uccideva, e vide Joey.
- Ma come diavolo fai ad arrivarmi sempre alle spalle senza farti sentire?
- Questo lo dovrei chiedere a te… sono le quattro che ci fai qui?
- Questo lo dovrei chiedere a te!- ripeté il ragazzo ghignando
- Beh ho vent’anni Pacey, sarò libera di farmi un giro per i locali
fino a tardi no?
- Si ma… a Capeside dove esistono solo DUE locali che PER GIUNTA
chiudono alle due?
Joey arrossì improvvisamente. Si era accorto per caso che lo stava
pedinando?
Pensò che era meglio cambiare discorso.
- Ehm… come mai sei solo? Dov’è Mary?
- I miei genitori l’ hanno ospitata a casa, alloggio completo più i
pasti per un’intera settimana!
- E perché non sei con lei?
- Sai Potter, ho distrutto il letto matrimoniale e non possiamo dormire
insieme…- obbiettò sarcasticamente Pacey
La brunetta gli tenne corda, con aria maliziosa:
- Cosa? E’ da una settimana che da voi e avete già ridotto il letto in
quel modo?
Pacey fece una smorfia.
– L’ ho rotto da solo, non facendo qualcosa con lei…-
– Pure…- ridacchiò l’altra ormai immersa nel botta e risposta
Pacey però non sembrava dell’umore giusto per affrontare la cosa con
umorismo. - Senta signorina Potter, in questo momento non rappresento di certo
la figura dell’uomo galante e gentile, infatti potrei ridurre a un cumulo di
“macerie” chiunque mi stia vicino in un solo istante, e tutto per colpa dei
miei otto cugini più i miei zii che fanno dieci, arrivati inaspettatamente dal
Canada, perciò i miei cari genitori che già avevano proposto a Mary di stare a
casa nostra, di fronte all’onnipotenza del fratello del poliziotto Witter,
hanno deciso di buttarmi fuori di casa affinché trovassi una sistemazione per
cedere la mia grande camera ai miei amatissimi cuginetti!! Senza contare che
Mark, di circa 60 Kg per gamba, saltando sul letto ha praticamente squarciato in
due sia il materasso che la rete!!!
Questo discorso detto tutto d’un fiato e con assoluta aria da cane
bastonato, fece sorridere con tenerezza e rassegnazione Joey.
Gli sussurrò:
- Witter, sono davanti a lei, perché allora non mi prende a pugni?
- Perché non è sulla linea DANGER, Potter. E anche perché… perché….
- Perché?
- E il resto, alla prossima puntata, ledies and gentleman. Buonanotte,
devo trovarmi presto un alloggio, magari sotto un ponte!
E si girò senza neanche voltarsi verso la fine del vicolo.
Joey aspettava questo momento da quasi due settimane. Non si poteva lasciar
fuggire un’occasione simile proprio ora! Si doveva BUTTARE, proprio come le
aveva consigliato Jen. Raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e gridò:
- Puoi dormire a casa mia se vuoi per un’intera settimana colazione
inclusa, c’è rimasta una camera libera….
Pacey si voltò di nuovo con occhi felici, le corse incontro e le baciò
delicatamente la fronte.
- Dicevamo, perché…..perchè sei un angelo, Joey, la mia salvezza
quotidiana !!
- Risparmiatelo Pacey…- rispose la ragazza cercando di mantenere il
tono neutro nonostante fosse al 15° cielo.
Insieme si incamminarono verso casa di lei…ma era tardi per parlare, l’unica
cosa che entrambi desideravano era dormire.
Entrarono in fretta e furia al B&B, ma vennero bloccati con altrettanta
velocità da Bessie, che, con la voce assonnata e i capelli arruffati chiese :
- Joey…non ti sembra un po’ tardi per tornare a casa? E cosa ci fa
qui Pacey?
- Senti, possiamo parlarne domani?Ho solo da dirti che questo povero
ragazzo ha bisogno di un posto dove dormire per una settimana circa…
- Ehi., non sono mica un senza tetto io, pagherò!
- Joey se ti riferisci alla camera 4, beh, è occupata. Siamo al completo
da circa…. quattro ore…
Le due sorelle si ritirarono da parte:
- ma non posso mica mandarlo a dormire in giardino. Bessie come faccio?
- Scusa hai detto che il tuo amico è fidanzato?
- Si ma cosa centra adesso!?
- Può dormire nel tuo letto senza il pericolo che ti salti addosso.
Risolto tutto…
- Ma io voglio che mi salti addosso …. Cioè …aspetta…volevo dire….ma
cosa ho fatto di male per meritarmi questo!!!
- Dai Joey calma i bollenti spiriti e annunciagli la notizia. Buona
notte, e trattalo bene!
- Ci puoi contare. Buona notte!
Si avvicinò a Pacey, lo prese per un braccio e insieme si incamminarono
verso la camera di lei:
- mi dispiace per te Witter, ma credo che questa notte dovremo dormire
insieme.
- Per me? Ma sei matta! Che bello insieme appassionatamente. Il letto è
stretto? Così magari dormiremo uno sull’altro…ma che dico, dormire?
Altroché …
- Mi spiace ancora una volta, ma il mio letto è matrimoniale. E poi non
sei impegnato? O tratti tutte le tue ragazze come delle bamboline da
abbandonare appena ti stanchi?
- Lei non è una bambola Joey, e neppure tu lo sei stata, anzi… - disse
lui, finalmente serio
Con questa dichiarazione e altri battibecchi poterono finalmente infilarsi a
letto e dormire in pace.
Nei giorni seguenti Mary era ancora a casa Witter mentre Pacey dormiva ancora
da Joey in una camera che si era liberata.
DRIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIN!
Il cellulare di Pacey squillava senza sosta da più di cinque minuti.
Il ragazzo, per non sentire il fastidioso trillo si nascose sotto le coperte
candide e si incollò il cuscino alla faccia.
Ma la suoneria non cessava.
Allora, ormai sveglio, decise che era meglio rispondere.
Allungò svogliatamente la mano sopra il comodino e afferrò il telefonino:
- Pronto?
- Ciao Pace! Sono Jack! Buongiorno!
- Jack,- mugugnò un assonnato Pacey - ma ti rendi conto di che ore sono?
- Si, me ne rendo perfettamente conto, sono le due del pomeriggio….
- CHE COOOOOOSA?? SPERO TI STIA SBAGLIANDO…
- No, affatto…dimmi una cosa, stavi dormendo?
- Si, caspita, ma non è questo il punto: a mezzogiorno avevo un
appuntamento con Mary!!! Oddio e adesso cosa le dico?
- Che hai dormito fino a tardi, cosa le vorresti dire se no?
- Non mi crederà! Io mi sono sempre svegliato presto!
- Ma se al liceo arrivavi sempre in ritardo!
- Ti sbagli, arrivavo in ritardo quando c’erano compiti in classe alla
prima ora!
- Diciamo che non mettevi la sveglia così facevi prima…
- Si, va bene, mi sa che hai proprio ragione… comunque volevi dirmi
qualcosa di importante?
- Infatti fratello, ti voglio comunicare che domani ci sarà la festa di
inaugurazione del Country Club e siete tutti invitati!!
- Aaah, quella specie di pub che voleva aprire il tuo amico Clark? Posso
sapere dove si trova?
Jack gli spiegò brevemente la geografia della zona e poi esclamò con foga:
- Pensa, ci saranno tutti gli studenti delle Università di Boston! TE LI
FARO’ CONOSCERE, SONO SIMPA DA MORIRE!
- Ehi, ehi, calmati- lo interruppe Pacey ridendo- possibilmente ragazze
però!
- No problem! Ne conosco un sacco molto carine!! Ora vado, devo avvertire
gli altri, CI SI VEDE!
- Ok, a domani sera!
Pacey non fece in tempo a chiudere la conversazione che l’apparecchio
suonò di nuovo.
- Pronto?-
- RAZZA DI IMBECILLE INCALLITO TI STO ASPETTANDO COME UNA CRETINA DA UN
SACCO DI TEMPO DOVE SEI FINITOOOO???
All’urlo dell’Uragano Mary il ragazzo si fece piccolo piccolo.
- ALLORAAAA? COSA HAI DA DIRE A TUA DISCOLPA?
- Mi sono svegliato adesso…-pigolò l’altro ancora sconvolto- devi
credermi….
- UN PAR DI PALLE!- sbottò inferocita- comunque per questa volta passi…
- Riposo?
- Riposo, soldato Witter!
- Grazie comandante….
La voce della ragazza ritornò dolce e piena di premure come sempre:
- Come stai amore?
- Bene, tesoro, e te?
- Ho un mal di stomaco feroce, ci sarà stato qualcosa che mi ha fatto
male nello stufato di ieri…
- Te l’avevo detto che prima o poi mamma Witter avrebbe messo veleno
dentro il cibo!
- Esagerato! Tua mamma è una cuoca d’onore e non giocherebbe mai così
sporco!
- Uhm… hai ragione…allora ti attaccherà dietro le spalle quando meno
te LO ASPETTI!!
- Eddai, Piantala!!- rise Mary
- Domani sera apre un pub-discoteca vicino a Boston e mi hanno invitato…
vuoi venire anche tu?
- Mi piacerebbe tanto Pacey ma proprio non posso. Ho un appuntamento in
spiaggia con una mia amica, ma se la festa finisce presto ti raggiungo, ok?
- Affermativo!
E continuarono a parlare e parlare senza fermarsi mai per due ore intere.
Joey, appena saputa la notizia della serata al Country Club corse fino al suo
piccolo pontile.
Si sedette a cavalcioni su di esso, fissando il fiume che in quel momento
inghiottiva il sole nel suo limpido grembo, tingendosi di colori purpurei e
infuocati, quasi fosse la tela di un pittore impazzito… o geniale.
Eppure davanti a quel tramonto spettacolare Joey non si sentiva affatto
felice.
Mancava qualcosa.
O qualcuno.
Improvvisamente le apparve davanti agli occhi l’immagine di Pacey che si
spupazzava la sua “dolce” Mary davanti a lei, nel famoso giorno della
partenza di Dawson.
Fu come una pugnalata in pieno petto.
Calde lacrime cominciarono a rigarle in volto e ad offuscarle la vista.
- Pacey, sei uno stupido… perché non capisci che ti amo
disperatamente? Perché mai Dawson se ne sarebbe andato se non per lasciarmi
piazza libera? Non hai capito?- gemette lei, quasi parlando con se stessa.
Una mano le diede una carezza sulla testa, scompigliandole un po’ i
capelli.
- B- Bessie…- balbettò la ragazza in quella cupa disperazione- aiutami…
se hai con te una bacchetta magica fammi sparire all’istante, sono stanca
di perdere tutto proprio a un passo dalla vittoria…
- I problemi non si risolvono con le bacchette magiche, Joey, bisogna
affrontarli con tutte le forze finché non li hai risolti. Vedrai, lui
tornerà da te. Il vostro amore è indistruttibile, non ha confini né
catene. E’ un vero amore. E’ il True Love.
Joey rimase paralizzata da quel discorso così diretto e poetico.
Sua sorella sapeva essere davvero speciale, nei momenti più difficili.
Assomigliava tanto a sua madre…
- Bessie?- chiese continuando a singhiozzare ininterrottamente
- Si?-
- Cosa farei mai senza di te?
- Tante cose, te l’assicuro
Si abbracciarono strette strette come non succedeva da tempo, tanto tempo.
Quel dolore l’aveva unita a lei ma non bastava.
Doveva farlo passare in qualche modo.
“Adesso vedrai la vera Joey, Pacey Witter” pensò asciugandosi le lacrime
e sorridendo furbescamente. “altro che Mary…”
Le ore passarono e la serata tanto attesa da tutti (soprattutto da Jack)
arrivò.
Pacey entrò con passo sicuro nel locale, guardandosi curiosamente intorno.
Un posto prevalentemente buio, illuminato solo dalle candele posizionate sui
tanti tavolini e dai fari del palco.
Già, c’era anche la musica dal vivo.
Cercò con lo sguardo i suoi amici e dopo qualche secondo li trovò.
Jack gli venne incontro bisbigliandogli:
- Corri, ci sono un sacco di ragazze che ti vogliono conoscere…
- Ma io sono occupato… comunque per stasera do uno strappo alla regola!
- Ti conviene, amico, ti conviene proprio!
Mentre parlava con Caroline (simpatica ragazza canadese) si accorse con
stupore che Joey non era ancora arrivata.
Fece solo in tempo a pensarlo che una figura con un lungo impermeabile nero
entrò.
Una donna dai lunghi capelli castani ondulati e con i colpi di sole biondi,
truccata divinamente.
Joey.
Congedandosi da Caroline la raggiunse.
- Ciao, io e i ragazzi ti stavamo aspettando…-disse gentilmente e l’aiutò
a togliersi il cappotto.
Errore fatale, si disse. Con lo stomaco sottosopra vide che indossava una
lunga gonna nera che era tutto uno spacco vertiginoso, tacchi a spillo e top
nero senza maniche molto aderente…Oddio!!, pensò.
Gli stava facendo saltare il testosterone alle stelle.
Questa volta combatté contro la voglia di buttarla nel primo angolino vuoto.
Era troppo per lui sopportare una tortura simile.
Lei però si allontanò presto e dopo aver appeso il cappotto da qualche
parte arrivò da lui.
- Ci sono tutti?- chiese con voce piatta - Mi pare che si stiano
divertendo…
Dio com’era stato bello avercela di nuovo sotto gli occhi,, con quelle
labbra morbide socchiuse e quegli occhi intensi come il fuoco…
- Si, ci sono tutti- le sorrise Pacey cercando di farla sorridere a sua
volta.
Ma lei rimase impassibile come il ghiaccio e prima di voltarsi in direzione
del tavolo occupato da Jen e compagnia bella bisbigliò un semplice Ok.
Da quella durezza nella voce notò che c’era un’altra Joey davanti a lui.
Una Joey crudele e spietata, ma incredibilmente sexy.
E questa Joey, invece di discutere con lui tra una battuta ironica e l’altra,
stava seduta al tavolo a ridere e scherzare con un bicchiere di rum in mano.
Ma il bello doveva ancora arrivare.
Mentre stava parlando con l’ennesima ragazza presentatagli dall’amico di
Jack, il solista del gruppo rock che fino a un secondo prima stava cantando a
squarciagola chiese con voce convincente:
- Ehi ragazzi, chi vuole venire a cantare un branetto per noi?
Il silenzio che ne seguì fu interrotto da uno sgangherato:
- IOOOO!!
Joey si alzò dal proprio posto, salì sul palco e bisbigliò qualcosa al
cantante.
Quest’ultimo ascoltò le parole della ragazza poi, facendo un cenno
misterioso “all’orchestra” proclamò ad alta voce:
- Signore e signori, ragazzi e ragazze, bambini e bambine…
- Neonati e neonate…- lo interruppe un tizio facendo ridere tutto il
locale
- Molto divertente, Perry…comunque dove eravamo rimasti? Ah si! Signori
e signore, solo per i suoi “amici”, solo per “voi”…. JOEY!
La ragazza non credeva di essere tanto popolare… Da tutti i tavoli si levò
un gigantesco boato, applausi scroscianti, fischia e voci, tantissime voci di
uomini ubriachi ed eccitati ai limiti dell’umana sopportazione.
E lei decise di dare loro il colpo di grazia.
Fece la sua apparizione sul palco al cominciare della musica lenta e suadente
camminando a passi misurati e ancheggiando per improvvisare quella che, scoprì
più tardi, era nota come “la danza del ventre” . Il suo bacino seguiva
perfettamente la musica in un continuo avvolgersi di spirali e cerchi che
partivano idealmente dal suo ventre e si chiudevano nei movimenti misurati e
delicati delle sue braccia e poi, come se non fosse già sensuale il balletto
per conto suo, cominciò a cantare con voce suadente…
Quella danza della fertilità e della femminilità fece catapultare il pubblico
in un sogno indimenticabile fatto di esoticità e mistero: in passato molti di
loro erano stati incantati da quegli eterni movimenti che accomunavano le onde
del mare, i cobra degli ipnotizzatori di strada coperti di polvere sotto il sole
cocente e le morbide pelli di donne brune e lucenti che caratterizzavano l’oriente;
ora, un’acerba ragazzina di vent’anni li stava ricreando con una freschezza,
una sensualità e una voglia di prendersi e prendere in giro che li abbagliò e
fece calare su di loro il più meraviglioso dei silenzi.
La musica diventava sempre più incalzante e ritmica.
Joey scorreva sul palco muovendo sapientemente le sue forme e la luce ne
evidenziava i muscoli e le rotondità. Quando la musica cessò per lasciare
spazio ad un assolo di tamburi, che lei accompagnò roteando su se stessa e
intorno ad un uomo immaginario a cui stava offrendo la sua femminilità facendo
scorrere le mani sul ventre, la maggior parte dei ragazzi smise di respirare per
poi cadere in trance quando la musica ricominciò travolgente.
Joey riprese a sculettare con foga scendendo dal palco per ballare fra i tavoli
passando vicino ad ognuno di loro ed offrendo a tutti qualcosa di quel sogno di
eterna bellezza; finito il giro, tornò ancheggiando sul palco per terminare la
canzone, lasciandosi languidamente cadere sorridendo alla platea attonita dei
suoi amici di Capeside e non.
La musica cessò e al suono ritmato dei tamburi si sostituì un silenzio
spiritato e incantato, assolutamente impensabile per la più grande festa di
inaugurazione che si era mai vista.
Mark e Clark erano rimasti coi boccali sollevati a mezz’aria interrotti dal
corpo voluttuoso di Joey nel brindisi che le avevano dedicato: nonostante la
gola secca non riuscirono a ingoiare niente per un bel po’. Sapevano della
storia tra Joey e Pacey, così incuriositi dalla reazione di quest’ultimo, si
girarono per guardarlo.
Lo trovarono letteralmente steso sulla sedia con la testa abbandonata all’indietro
e la mano sullo stomaco.
L’aveva letteralmente steso.
Tutto il pubblico scoppiò in un immenso applauso, un boato che avrebbe
increspato anche l’acqua del fiume di Capeside e fece tremare il palco.
Tutti in piedi gli uomini gridavano il suo nome in delirio, eccitati e
riconoscenti a quella ragazza che aveva risvegliato in loro piacevolissimi
ricordi di seta, di incenso, di risate cristalline e tempeste spaventose.
Applaudiva anche il pubblico delle ragazze che avevano smesso di rimproverare i
propri ragazzi che sbavavano su di lei.
Applaudiva il gruppo rock che era rimasto stupito da quanta passione ci
metteva nonostante fosse ubriaca.
Applaudivano Jack e Jen che erano rimasti per tutto il tempo ridacchiare e a
scolarsi la birra divertiti. Cosa pensava Pacey?
Difficile a dirsi.
La Danza di Joey fu un autentico trionfo e lei stessa non riusciva a credere che
la platea la stava osannando con applausi, fischi, urla e canzoni da dieci
minuti abbondanti.
Addirittura un bellissimo ed eccitatissimo ballerino insisté per farla
ballare ancora e così dovette cimentarsi in un tango ad elevato contenuto
atletico, certo Joey non era una ballerina ma accompagnata dal ritmo , dal
partner e improvvisando un po’ riuscì a trionfare. Sotto lo sguardo parecchio
invidioso delle ragazze ed altrettanto arrapato di tutti gli studenti maschi
delle università di Boston, il mandrillo ballerino se la strusciava che era una
bellezza.
Quella gonna con gli spacchi malefici feriva gli occhi di tutti gli astanti
scoprendo ritmicamente le sue gambe lucide di sudore e i muscoli che da un po’
aveva messo su a furia di trottare al B&B.
Per non parlare degli effetti di luce sulla sua pelle e sul
suo seno… il ballerino si stava sentendo male, ma non demordeva.
Così, seguendo la musica, si staccò dal tipo in un nuovo
assolo per avvicinarsi al limite del palco e mostrarsi del tutto a tutta quella
gente: ad un certo punto, complice l’orchestra e i suoi sforzi, si strappò la
gonna da dosso, restando con una mini invisibile, a gambe completamente nude e
la lanciò sulla sua morta e quindi silenziosa platea. Tornò a ballare col tipo
che stava per mettersi a piangere per tutta quella merce in esposizione: lei gli
si avvinghiò intorno al bacino con le gambe, conducendo quella danza
peccaminosa mentre questi la reggeva per la vita e sveniva, perdendo le forze.
Lei lo lasciò languire sul palco e, nella foga della danza,
scese di nuovo tra la gente (più ballava e più si divertiva) strusciandoseli a
ritmo di musica e sculettandogli in faccia sempre più nuda e sempre più sudata
mentre i suoi seni se ne andavano da tutte le parti e qualche uomo aveva
cominciato a piangere davvero…
Tornò sul palco saltellando come una mocciosa e alla fine
della musica si sedette sul bordo del palco in una posa non proprio da educanda,
mostrando tutto il suo arsenale in primo piano.
La musica era finalmente conclusa. I clienti del Country Club
si svegliarono dal trans, applaudendo fino a farsi male alle mani come prima..
Addirittura alcuni provarono a saltarle addosso per violentarla lì sul palco,
ma i buttafuori li bloccarono in tempo.
Pacey a quel punto non poté più trattenersi.
Si alzò di scatto dalla sedia, e dopo aver salutato tutti,
prese Joey in braccio e la caricò in macchina.
Accese il motore, ma non riuscì a partire perché Joey,
seduta sul sedile posteriore, era intenta a coprirgli gli occhi con le mani.
- Attenta Potter che mordo!
- Tu da qui non mi porti via. Mi sto seriamente
divertendo…davvero!
- Si, e stavi DAVVERO mettendo il povero Clark in
imbarazzo, che ci ha messo tutta l’anima per aprire questo locale e per
far passare nei migliore dei modi questa serata ai suoi clienti.
- A me sembrava che lui si stesse divertendo…
- Va bene, ma adesso puoi togliere le tue manacce dai
miei poveri occhi assonnati? Così magari torniamo a casa sani e salvi e con
la macchina intera!
La ragazza seguì l’ordine, accasciandosi sul sedile e con
aria da bambina imbronciata disse:
- Pacey, questa proprio non te la perdonerò….
- Va bene, ma eri talmente ubriaca che ho pensato di
portarti a casa prima che combinassi altri disastri
- Sei un bimbo cattivo Witter, mooolto cattivo…
- Lo so, lo so.
Mezz’ora dopo erano a casa della ragazza, in bagno.
Joey stava vomitando pure l’anima nel lavandino, mentre il
ragazzo le teneva la fronte con un fazzoletto bagnato:
- Cavoli Potter, cosa hai bevuto stasera? Tutto il
liquore presente nel locale?
- Quasi…. - tossì l’altra asciugandosi la bocca nell’asciugamano
- ma tu devi stare proprio a guardarmi?
- Su danzatrice, non fare storie, e poi non è la prima
volta che ti vedo così…
- Comunque grazie per avermi portata via. Mi ero
trasformata in una bomba ad orologeria.
- Una bomba decisamente sexy che in questo gabinetto sta
perdendo tutto il suo fascino. Dai Potter che ti porto a letto.
Pacey trascinando Joey che ora si reggeva in piedi, arrivò
nella camera di questa, la stese sul letto togliendogli le scarpe e
rimboccandole le coperte.
- Devo mettermi il pigiama, non posso andare a letto
vestita….
- Vestita non si direbbe proprio, sei mezza nuda. Ora
dormi ragazzina.
Pacey stava per allontanarsi quando lei lo fermò, tirandolo
per un braccio.
- Ti prego resta con me!
Pacey non rispose e si stese accanto a lei, abbracciandola
teneramente.
Un raggio di sole filtrò dalla finestra e abbagliò Pacey,
svegliandolo.
Voltò il capo verso la ragazza che teneva ancora fra le
braccia.
Sorrise, nello stesso tempo deliziato e stupito di quel
faccino angelico incorniciato da delicate onde castane.
Era bellissima.
Proprio come il vento: cambiava direzione quando meno te lo
aspettavi.
Se prima era dolce e carezzevole, un momento dopo poteva
diventare crudele, forte e spietato.
Ne aveva avuto una dimostrazione la sera prima, quando la sua
dolce Joey si era trasformata da ragazza timida e sensibile a donna sexy,
misteriosa e spezza cuori .
Anche se era stato lontano da lei non aveva mai cessato di
pensarla….
Perché non riusciva dimenticarla, nonostante si fosse messo
con Mary, che oltretutto era molto simile a lei?
Aveva amato altre ragazze prima di lei eppure non riusciva a
strapparsi proprio quella dal cuore…
Era troppo bella, troppo dolce, troppo intelligente!
Se la sognava ogni notte.
L’aveva osservata così a lungo, quando aveva passato quei
tre mesi sulla True Love che se avesse fatto solo un sospiro irregolare, lui l’avrebbe
saputo prima.
Era strano ma ne era ancora innamorato.
L’amava davvero…amava quella donna meravigliosa.
In quel momento l’aveva davanti.
Poteva baciarla.
No, no che non poteva.
C’era Mary.
M a non ce la faceva più, non poteva resistere ancora a
lungo.
A quel punto decise che era meglio staccarsi dall’abbraccio.
Si alzò dal letto, si vestì e prima di sparire dalla
stanza, lanciò un’ultima occhiata a quella creatura fantastica, degna di un
re.
Al piano di sotto, c’erano Bessie e il marito che erano
affaccendati e preparare la colazione.
- Pacey buon giorno! Gradisci delle frittelle con lo
sciroppo d’acero?
- No grazie, ma posso sempre dare una mano a prepararle!
- Ma figurati! Ci hai sempre aiutato, per oggi riposati!
E poi non abbiamo molti clienti, quindi ce la caveremo benissimo!
- Ok Bessie, io esco, buon lavoro!
- Grazie Pacey, buona giornata!
Il ragazzo uscì dal B&B e dopo qualche minuto arrivò al
porto, unico posto che lo confortasse.
Il mare.
Senza questo era perduto.
Una specie di linfa vitale.
Squillò il telefonino.
- Pronto? - disse sedendosi sulla banchina
- Sono Dawson, ciao Pacey!
- Ehi amico, dove sei finito? Alla festa di ieri sera non
ho visto neanche la tua ombra !
- Si lo so, ma L.A., ho avuto parecchio da fare…
- Peccato! Non sai cosa ti sei perso!
- Spara! Non farmi stare sulle spine
- Joey si è ubriacata e ha cantato dal vivo. Inoltre ha
eccitato tutto il pubblico maschile ballando la danza del ventre e
spogliandosi, rimanendo con poco addosso.
Dopo un minuto di silenzio una voce dall’altro capo del
telefono riuscì a balbettare:
- Si…mi sono perso davvero tanto…
- Cos’ è , stai cercando di immaginarla nuda? Leery!
Non ti credevo così pervertito.
- Ma no scemo, non la immaginavo nuda. A te invece, non
serve immaginarla senza veli vero?
- Ti dovrebbero eleggere Mr. Simpatia Dawson! E comunque
è splendida pure in quella versione.
- Tornando a noi, non è da lei comportarsi in questo
modo.
- Già, e come hai detto tu tanto tempo fa, è facile
farsi sorprendere da Joey!
- Si….però avrei dovuto avvisarti di quanto sia facile
innamorarsi di lei!!
Pacey sorrise:
- L’ hai detto fratello!
- Come va con lei piuttosto?
- Ancora non le ho rivelato i miei sentimenti.
- E’ grave!
- Si, ma è perché c’è Mary!
- Ecco, lo sapevo io, tu ami Joey ma ti vai a mettere con
un’altra! Ti vuoi proprio complicare la vita!
- L’ho fatto per un motivo ben preciso Dawson!
Mettendomi con Mary pensavo che l’avrei dimenticata. Mary mi faceva
sorridere e sentire speciale, così finalmente mi ero convinto che avevo
trovato la persona giusta. Ma evidentemente non è così.
- Pacey, non puoi continuare in questo modo.
- Ma allora cosa devo fare?
- Scegliere una delle due.
- Mi sembra di essermi già trovato in questa situazione…
- Già, ma quella volta non eri il protagonista… eri la
“possibile scelta”.
- Però così non mi aiuti!!
- Pacey, cerca di capirmi, IO non sono TE!
- Ci mancherebbe altro, ma almeno una mano…
- Devi dirle la verità Pacey….perché se Mary lo viene
a scoprire prima che tu glielo dica saranno guai….è gia successo non
ricordi?
- Si, hai ragione. Non ce la faccio più a stare lontano
da Joey, ma ho paura di far soffrire Mary…alcune volte mi è sembrata
così fragile!!
- Per raggiungere la felicità Pacey bisogna essere un po’
egoisti nell’anima. E’ una regola difficile da accettare, ma bisogna
seguirla. Un pizzico di follia ed egoismo. Nulla di più.
- Ok. Ho capito, seguirò il tuo consiglio. Ora vado,
grazie!
- Niente amico!
Pacey arrivò a casa Witter.
Sull’altalena stava seduta Mary, che si dondolava
lentamente e guardava il cielo così azzurro, così limpido…
Lui le arrivò da dietro, abbracciandola improvvisamente:
- Mi sei mancata Mary, dammi un bacio per colmare questa
grande mancanza di te e per guarirmi dal mal d’amore…
La ragazzo lo fermò:
- Se l’amore può guarirti, non sono io la persona
adatta Pacey…
Pacey allibito la guardò.
Dai suoi occhi scendeva qualche lacrima.
- Che vuoi dire con questo? - le chiese
- So che stai soffrendo e che non lo stai facendo per me…
ieri sera ti ho visto, c’ero anche io alla festa…
Pacey la interruppe:
- Se ti riferisci al fatto che ho portato a casa Joey, ti
assicuro che l’avrebbe fatto chiunque.
Ma Mary continuo:
- Mi riferisco al fatto di come la sei andata a prendere
sul palco con l’intento di proteggerla. Mi riferisco ai tuoi occhi mentre
lei ballava, estasiati ed eccitati come ogni altro uomo, ma se ti conosco,
erano pure impauriti e sconvolti, nel vedere che lei si stava allontanando
da te e da i suoi principi…..
- Si, l’altra sera ero sconvolto, ma solo perché sono
suo amico.
- Pacey smettila, sai che non è vero! E poi ti ho
osservato. E’ da quando sono qui a Capeside che ti osservo e al locale è
stata solo una conferma. La conferma che tu vuoi lei…. Questo spiega
tutto, spiega il tuo impaccio a parlarmi di lei, la tua assoluta gelosia
vedendola entrare al ristorante con un altro. Pacey va da lei…
- Si, ci andrò, ma prima voglio che tu sappia che lei
non è la storia di una notte o l’amica più cara che ho. E’ una donna
che amo davvero, con tutta l’anima, con tutto il cuore. L’avevo persa,
lasciata andare e fatta soffrire. Mi dispiace….
- La gente dice “grazie” o “mi dispiace” quando
non ha nient’ altro da dire. Ma io non sono arrabbiata, sono felice,
felice di esserti stata vicina, vicina ad una persona meravigliosa e matura.
So che tu ne sei felice…
- Lo puoi giurare Mary. Ti voglio bene e mi mancherai,
sul serio.
Detto questo, la ragazza si alzò e dopo avergli accarezzato
il viso se ne andò.
Pacey vagò per le stradine della città, per tutto il
pomeriggio e tutta la sera.
Sinceramente non sapeva se essere triste o felice….
Erano ormai le due del mattino quando Pacey rientrò al B&B.
Joey lo stava aspettando in salotto.
- Pacey ti sembra l’ora di rientrare?
- No, scusa mamma!
- Non fare l’imbecille, ti ho visto sparire questa mattina e rientrare
solo ora….
- Qual è la punizione adesso? Chiuso in camera mia per il resto della
settimana?
- Che cosa è successo…
- Niente che ti riguarda
- Come siamo gentili questa sera.
- Se non mi interrogavi forse sarei stato più cordiale….
- Ero preoccupata per te Pacey….
- Ah si?
- Si, e ora ti siedi vicino a me, e mi racconti cosa ti affligge e ti
rende estremamente cinico.
- Adesso non sembri mia mamma, ma uno psicologo.
- Uno psicologo che ti aspetta fino alle due. Su vieni
Pacey si sedette accanto alla ragazza
- Mary mi ha lasciato - disse senza tanti preamboli
- E perché, stavate così bene insieme - (piccola e innocente bugia)
- Lei diceva che non l’amavo abbastanza e ….
- E?
- E che secondo lei…
- Secondo lei?
- Cioè lei pensava….
- Pensava?
- Joey se non te la smetti di starmi addosso, ti strozzo facendoti morire
tra atroci sofferenze
- Manie omicide, mi sembra che tu sia veramente scosso
- Guarda che potrei farlo sul serio….
- Andrai sicuramente all’inferno. Pensaci
- Va bene va bene.
- Allora dove eravamo rimasti?
- Non eravamo rimasti da nessuna parte…
- Dai Pacey continua…
- Lei, crede che io ti amo ancora
- Ma è impazzita, questo proprio no. Non dirmi che ti ha lasciato per
gelosia?
- Si
- Mi dispiace
- Non è colpa tua, è solo arrivata al momento sbagliato. Sai l’altra
sera quando ti stavo riportando a casa in braccio…
- Ma ero ubriaca
- Vallo spiegare a lei !
- Ti dispiace molto?
- Si, tanto. Mi cominciava veramente a piacere quella ragazza.
- E’ colpa mia…..
- No, Joey, non è colpa tua!
- Si invece.
Joey senza aggiungere altro se ne andò in camera terribilmente affranta,
seguita dallo sguardo di Pacey, che però non si alzò per consolarla.
Ormai l’estate stava finendo,e tutto il gruppo, eccetto Dawson si riunì a
casa di Joey per una delle ultime sere insieme a Capeside. Pacey già non stava
più con Mary e Joey si sentiva abbastanza colpevole.
Ma per questa sera voleva lasciarsi i brutti pensieri alle spalle.
Anche se faticava a guardare il ragazzo che amava negli occhi….
Tutti insieme cucinarono e poi mangiarono nel giardino, illuminati solamente
dalla luna.
In sotto fondo una dolce melodia accompagnava i pensieri dei ragazzi, che
contemplavano la pace e lo splendore di quella città da cui tutti e quattro
erano scappati, e assaporavano il piacere di stare ancora una volta, uno accanto
all’altro. Certo a Boston, loro si vedevano spesso, ma non sarebbe mai stato
uguale….non ci sarebbe stata la stessa magia che permetteva loro di capirsi
senza neppure parlare.
La serata passò piacevole ma con un pizzico di malinconia.
- solo ora mi rendo conto che stare lontano da Capeside è tremendo -
disse Jack
- Già è difficile stare lontano dai luoghi e dalle cose che si amano -
ribadì Jen
- Si, soprattutto se hai cercato per più di 16 anni di allontanarti da
tutto questo - concluse Joey
- Ehi ragazzi! Cos’è questo pessimismo. Andiamo a Boston mica in
Europa!! -ridacchiò Pacey
- La bocca della verità! Pacey quando sei diventato così intelligente?
- disse Jack con aria furba
- Bella questa ! veramente carino, Jack……
Ecco quel qualcosa che mancava….la loro inconfondibile ironia, si ora era
tornato tutto come ai vecchi tempi…..
Alla fine della serata, tutti tornarono a casa, i primi ad andarsene furono
Jack e Jen. Pacey si attardò per sistemare ancora qualcosa.
Joey per tutta la sera aveva cercato di evitarlo, si sentiva la causa della
rottura di Pacey con Mary.
Quando lui si avvicinò a lei per salutarla, non poté evitare di guardarlo
negli occhi….era così bello e dolce!!
Molto lentamente lui si abbassò e le baciò la fronte :
- Buona notte!! - disse lui
- Scusa Pacey….. - mentre lo diceva dai suoi occhi scese qualche
lacrima.
Pacey la conosceva bene, e capì immediatamente quale era il problema
- Ehi Joey non fare così, non è stata colpa tua…
- Ma era una ragazza veramente perfetta, così elegante,simpatica e dolce.
Sarei dovuta essere felice per te e basta, e invece…ne ero gelosa. Si, ero
gelosa, gelosa che tu avessi trovato finalmente qualcuna con cui stavi bene e
che ti rendeva felice. Qualcuna disposta a stare con un “matto” come te,
qualcuna che non fossi io….
- Anche io credevo di avere trovato quella giusta, ma poi ti ho rivista.
Eri lì, con la tua aria innocente ed estremamente dolce, con il tuo sorriso e
con la tua essenza. Ti avevo davanti a me bella come non mai ed ero felice.
Ero contento perché finalmente mi sentivo reale, e quando sono con te io sono
reale. Con te non ho bisogno di fingere, di sembrare diverso, un altro. Con te
quello che faccio mi sembra la cosa più giusta, e i miei pensieri quando li
ascolti tu, mi sembrano pure sensati. Con te sono cresciuto, sono diventato un
uomo, un po’ emotivo ma pur sempre un uomo, che alle volte è anche maturo…
- Tu sei sempre stato maturo, ti ho sempre ammirato per questo. Anche se è
vero, sei sempre stato anche abbastanza emotivo…- disse Joey sorridendo
- Bhe, questa può essere una cosa affascinante alle volte…non è sempre
piacevole avere accanto una roccia, priva di emozioni… - disse Pacey con
ironia
- Sai cosa ho sempre amato di te? Sai trovare il lato umoristico pure dove
non ci sarebbe…
Detto questo Joey appoggiò il capo sulla sua spalla, lui la abbracciò.
- Sai una cosa, questo momento mi sembra di averlo già vissuto, anche se
un bel po’ di tempo fa…
- Quando?
- Dawson ti aveva appena scaricata ed io ero venuto a consolarti…
- Ah si, ora ricordo. Quella sera mi dissi che forse saremmo potuti
diventare amici….ma non accennasti al fatto che io mi sarei innamorata di
te.
- Se solo l’avessi saputo, quella sera non mi sarei mai avvicinato ….
- Grazie molto gentile Witter, lei è proprio un insensibile - disse Joey
scherzosamente delusa
- Naturalmente scherzo.
- Ci mancherebbe solo….
- Il tuo amore per me è stato la cosa più importante - disse il ragazzo
abbassando lo sguardo
- Io la penso allo stesso modo, credo proprio che il mio amore ti abbia
fatto bene - disse Joey sorridendo furbescamente
- Chi sarebbe l’insensibile adesso - ribatté lui.
- Pacey perché vi siete lasciati?
- Pensavo che dalle domande sarei riuscito a fuggire
- Dai, sii serio, non stavi bene con lei..
- Certo che stavo bene, ma vuoi sapere veramente perché mi sono messo con
lei?
- Si
- Perché assomigliava a te…
- Scusa? - chiese lei incredula
- Si, ti somigliava, il modo di parlare, la sua sicurezza e il tuo stesso
obbiettivo. Credevo che se avessi avuto lei, sarei riuscito a dimenticarti…
- E ci sei riuscito?
- Sono riuscito a dimenticarmi che non ti si può cancellare dai ricordi e
dai pensieri
- quindi non mi hai dimenticato?
- E come avrei potuto? Tu dimenticheresti di amare la tua famiglia ?
- No, non credo.
- Ora Potter vado a dormire. E spero tanto che questa notte sia tranquilla
perché ultimamente non sono riuscito a dormire molto….sai una fanciulla mi
ronzava tra i pensieri. E poi ora ho finalmente il mio letto.
- Allora buona notte Pacey, a domani - disse lei alquanto delusa
- Buona notte - Pacey si alzò lasciando Joey sola
Perché se ne stava andando, dopo che avevano dichiarato i loro sentimenti l’uno
all’altra, l’unica cosa che lui poteva fare era andarsene a letto ….Joey
rimase incredula sotto il cielo stellato ancora per molto tempo dopo che lui se
ne andò.
Dopo un bel po’ Joey decise che era il momento di rientrare, stava
alzandosi quando vide una luce che lungo il fiume si avvicinava a lei…sicuramente
era una barchetta a remi.
Dopo qualche secondo, dall’ombra uscì un ragazzo alto che con in mano una
candela per fare luce, si lasciava trasportare dalla corrente.
Finalmente la barca si fermò sotto di lei, sopra Joey ci poté riconoscere
Pacey.
- Potter, se ora chiedessi alla donna che amo di salpare con me,
accetterebbe?
- Se questa fosse decisamente matta, si!
- E lei è così pazza?
- Si credo che sia eccessivamente pazza per amarti alla follia!!
- Bene - esclamò Pacey prendendo i remi in mano - allora vado a prendere
la mia amata !- e cominciò a remare allontanandosi lentamente da Joey
- Lo sai che sei proprio uno stupido?… Witter ti odio quando fai così..
Pacey si bloccò, e tornò indietro: - ti amo anche io Potter… .
A quel punto il ragazzo le prese la mano per farla salire e quando furono
finalmente entrambi dentro, poterono baciarsi, e lo fecero con una tale passione
e tenerezza che pure un iceberg si sarebbe sciolto dinnanzi alla scena.
Mentre Pacey remava lungo il “loro” fiume, Joey gli chiese:
- Questa non è la barca di Dawson?
- Si in effetti è la sua..
- Ma l’ hai rubata?
- No l’ ho chiamato a Los Angeles a quest’ora di notte, solo per
chiedergli se potevo usare la sua barca a remi, per farci fare un con giro
alla ragazza che mi ha ceduto…
- Sei terribile….credi che questa volta ci fermeremo prima che passino
tre mesi?
- Non saprei, questa nave confortevole fornisce ogni privilegio, mia
signora!
- Questa volta funzionerà vero? - Chiese Joey smettendo di ridere
- Basta evitare i balli di fine anno!! - disse Pacey
- Seriamente!
- Certo che funzionerà, perché io ti amo….. e ora godiamoci il
paesaggio, perché quando torneremo insieme a Boston questo ci mancherà
Così dicendo i due ragazzi, continuarono la loro gita notturna, fino al
porto dove una volta era attraccata la True Love. Lì, sotto le stelle,
conclusero il loro il loro viaggio in barca, ma ricominciarono a vivere la loro
storia d’amore, il loro True Love.
BOSTON 4 ANNI DOPO
- Joey se non mi ridai i calzetti, credo proprio che ti ucciderò!!!! -
urlò Pacey dalla camera da letto
- Se li vuoi vieni a prenderli - rispose lei divertita entrando in bagno
- Va bene, sono tranquillo, ora verrò da te, e tu gentilmente me li darai
Pacey raggiunse la ragazza in bagno. Qui lei teneva in mano i calzetti di
lui, e aveva l’aria di aspettarlo.
Al contrario da ciò che aveva affermato, Pacey si gettò su Joey e con il
solletico, riuscì a trionfare!!
Ora in bagno c’era Pacey e Joey aveva finito di vestirsi..
- Sei proprio un disastro Pacey, sempre in ritardo!!! - brontolò lei,
appoggiandosi alla porta del bagno
- Come sei spiritosa questa mattina Potter!!
- Perché non ho ragione? Io sono pronta da un bel po’!!
- Se una ragazzina stupida questa mattina mi lasciava vestire in pace a
quest’ora eravamo già alla stazione - borbottò lui mentre si lavava i
denti!
- Vuoi insinuare che è colpa mia, Witter! - chiese lei con faccia stupita
A quel punto si aprì la porta del bagno, e ne uscì un magnifico ragazzo,
elegantemente vestito, che sorridendo prese Joey intorno alla vita e la strinse
a se, dicendo:
- Buon giorno Potter, sei uno splendore!
- Anche tu - rispose Joey ridendo e baciandolo.
In macchina Joey pensava a quando avrebbe rivisto Dawson. Certo in questi
anni si erano sentiti spesso, ma non si erano più incontrati. Chissà se lui
era ancora arrabbiato con lei per la storia di Pacey, chissà se gli avrebbe
fatto male vedere che ora lei stava con il suo migliore amico e lo amava da
morire….tra i mille pensieri, la macchina si fermò e la voce di Pacey portò
la ragazza nella realtà:
- Joey siamo arrivati. Vogliamo scendere o preferisce marcire qui dentro?
- Andiamo, andiamo.
Insieme,Pacey e Joey entrarono alla stazione. Il treno di Dawson non era
ancora arrivato, ma Jen e Jack erano giù in postazione….
- Ciao dormiglioni! - gridò Jen
- Sempre in ritardo voi eh? - rise Jack
- E’ colpa sua! - affermarono Pacey e Joey contemporaneamente, uno
puntando il dito sull’altro
- Che avete combinato? - una voce profonda e ben nota, arrivò da dietro le
spalle dei due. Dawson era arrivato.
- Ciao ragazzi! Tutti qui per me? - chiese un Dawson decisamente cambiato
- E per chi se no! - disse Jen abbracciandolo
- Sono felice di essere tornato, vi trovo bene!
- Anche tu sei in forma - rispose Jack
Gli unici due che ancora non lo avevano salutato erano Pacey e Joey. Entrambi
erano imbarazzati ed emozionati.
- E voi due che mi dite? - Dawson era stato più svelto di loro
- Ci sei mancato amico - iniziò Pacey - Da morire! - concluse Joey
- Anche voi….
I saluti finirono in un abbraccio a tre, davvero commovente.
La sera stessa tutti si sarebbero ritrovati in un locale che ora era
diventato il ritrovo del gruppo.
Joey e Pacey passarono a casa Grams, qui Jen e Jack li aspettavano.
Tutti e quattro arrivarono al locale, dove Dawson,il super puntuale, li
attendeva.
Si sedettero ad un tavolo ed ordinarono da bere.
I primi minuti furono molto imbarazzati e per questo il silenzio dominò la
scena.
Ma poco per volta l’atmosfera si alleggerì
- Allora Jen cosa mi dici di ragazzi? - chiese Dawson
- La sua ultima conquista si chiama Peter - si infiltrò Pacey
- Fa il fioraio - commentò Jack, con un pizzico di ironia
- Ed è molto carino - finì Joey, per aiutare l’amica
- Mi sembra interessante! E’ da poco che ci stai insieme? - chiese
incuriosito Dawson
- Un anno! - rispose Jen
- Bene, allora hai fatto passi avanti! - rise Dawson - quando ero a Boston
io, i tuoi ragazzi duravano circa qualche settimana - concluse
- Sai Dawson, anche il nostro Jack ha trovato l’amore! - si vendicò Jen
- Arriva da bere - disse Jack indicando il cameriere e cambiando il
discorso.
- Allora, Joey e Pacey, avete trovato la casa che cercavate? - disse Dawson
dopo un sorso della sua bevanda
- Si, è vicina al ristorante di Pacey - disse Joey - ed è abbastanza
grande - concluse lui.
- Ne sono felice - commentò Dawson
- Tu che ci dici invece? - chiese Jen, che urlava da in fondo al tavolo per
farsi sentire
- Sto girando dei telefilm con Oliver, e ho conosciuto una ragazza, non è
da molto che la frequento, ma non è niente male - rispose Dawson.
Tra una domanda e l’altra il tempo sembrò volare.
Ma naturalmente non potevano mancare quattro salti in pista, così Jen, Jack
e Joey si allontanarono dal tavolo per scatenarsi.
Gli unici che non amavano ballare erano Pacey e Dawson, che rimasero soli.
Entrambi guardavano la pista da ballo, ma non cercavano nella mischia una
bella ragazza, giusto per sfogare l’occhio, entrambi seguivano, con molta
attenzione, lei, Joey, che con tutto il suo splendere si muoveva sinuosa tra la
folla con il suo immancabile sorriso…
- E’ splendida vero?
Pacey un po’ riluttante rispose alla domanda fattagli da Dawson
- Si è bella!
- Si è bella, ma io intendevo dire come persona! - puntualizzò Dawson
- Si, lo è
- Sono felice sai, sono contento per voi. Da quando me ne sono andato, non
ho più avuto l’occasione per parlarti e dirti che è giusto così, voi
siete fatti per stare insieme, voi siete fatti per amarvi, litigare e amarvi
nuovamente e più di prima. E ti assicuro, amico mio, che neppure la parte
più piccola del mio cuore, é contraria a questa situazione. E questo volevo
che tu lo sapessi, che voi lo sapeste. Perché per me siete estremamente
importanti, e senza la vostra amicizia per me sarebbe molto dura. - concluse
Dawson mantenendo sempre un sorriso che riscaldò il cuore di Pacey.
- Di cosa confabulate voi due soli soletti? - disse Joey accompagnata dagli
altri due
- Stavamo dicendo che siete dei ballerini splendidi - esclamò Pacey
- E’ una presa in giro? - chiesa Jen con sguardo da rimprovero
- No, noi ammiriamo molto la vostra classe e grazia - disse Dawson dopo
avere lanciato un’occhiata di intesa all’amico seduto accanto a lui
- Credete che possiamo ucciderli? - chiese Joey rivolta a Jen e a Jack
- Siiiiiiii!!! - risposero i due in coro
Detto questo tutti e tre si buttarono su Pacey e Dawson, che prima di essere
assaliti dissero insieme agli altri:
- Amici per tutta la vita?
Un altro si, echeggio nella stanza, sovrastando la musica e la confusione,
oltrepassando ogni ostacolo. |