Quelli del campetto sul mare.

di Nonoko
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"Sole che batte sui palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere  che tira vento,
e poi magari piove
Nino cammina che sembra un uomo
Con le scarpette di gomma dura
Ma ha dodici anni e il cuore pieno di paura…"

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Introduzione sopra il mare.
 
Isabella è una lettrice accanita.

Nel senso che si accanisce contro i libri , li stropiccia, tortura le pagine,  finisce di leggerli in un tempo massimo di tre giorni, e da loro l’aspetto di libri reduci dalla seconda guerra mondiale.

 Isabella è una lettrice accanita che ascolta Elvis e beve acqua brillante.

È il perfetto miscuglio di follia e sensibilità che la porta per definizione ad essere Isabella.
Sì , se mi dessero la vasta scelta di un miliardo e mezzo di aggettivi per descriverla, sceglierei sicuramente “ folle”.
Non è certo una persona con cui si può intraprendere conversazioni normali, sicuramente non la vedrai mai ad esporre concetti umanamente consistenti, fa scelte di vita assolutamente discutibili e si veste di magliette lunghe con fantasie atroci ( fiori, righe) e scarpe rubate a sua madre nei suoi tempi d’oro.
Il vento sulla barca le scompiglia i capelli ,mentre appoggiata al misero bordo della barchetta fissa il mare con folle attenzione.

  • Non posso fare a meno di chiedermi se quello non sia un asticello-  sospira fissando il mare, dove un’alga danza sotto il pelo dell’acqua.
La fisso e so che in questo momento è più ad Hogwarts che qua, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine.
  • Se lo dici tu- le rispondo io , tornando alla mia vela.
So che quello è solo un   misero bastoncino e glielo direi volentieri, ma in questo momento Isa, è una delle due uniche persone che mi restano.
L’altro, si chiama Manuel, è un ragazzo della mia età e sicuramente non assomiglia a Isa in nessun modo.

Anche io faccio parte di questo quadro.

Da quindici anni e due mesi sono Diego, sono sulla terra, respiro anche io e sopravvivo anche io.
Per qualche assurda ragione del destino mi trovo qua, in quest’isola a venti minuti di navigazione da casa mia ed il mio maggiore impegno a tempo pieno è lamentarmi del punto a cui la mia vita mi ha condotto, dove ci ha condotto.
Avere Manuel e Isabella oggi , ora che la traccia dell’estate è svanita, mi aiuta, mi da un appiglio.
La verità sul perché la vita mi ha condotto fino a qua , va ricercata nell’estate del 68, quando un Dio scellerato a cui piace rovinare la gente creò mia madre, e successivamente fece sì che io fossi suo figlio.





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