Searching
“Quello che conta tra amici non è ciò che si dice,
ma quello che non occorre dire.”
(Albert Camus)
2. Tornare in cima
“Si
può sapere cosa stai facendo?”
Sonoko
aveva strabuzzato gli occhi e pronunciato con voce alquanto stridula quell'inutile
domanda. Poteva vedere benissimo da sé cosa Ran stesse facendo: preparava una
valigia, buttandoci dentro alla rinfusa i primi vestiti che le capitavano sotto
mano. Sembrava anche leggermente affannata, nonostante dalla finestra aperta
entrasse una leggere brezza che rendeva la camera non estremamente calda.
A
quelle parole Ran sussultò. Solo allora Sonoko si accorse che l'amica non
l'aveva nemmeno sentita entrare.
“Mi
ha aperto Kogoro.” si affrettò a giustificarsi, “E mi ha detto che ti avrei trovata
in camera.”
Ran
la guardò, sorridendole stancamente. Notando i pacchetti che l'amica aveva in
mano, immaginò che fosse nel bel mezzo di un pomeriggio a base di shopping.
“Ho
pensato che magari andare in giro per negozi ti avrebbe aiutata a rilassarti un
po'.” disse, sollevano il sacchetto di un negozio di scarpe, per farlo vedere
meglio all'amica “Che ne dici? Ora che la scuola è finita abbiamo finalmente i
nostri beati pomeriggi liberi.”
Sì,
ora che la scuola era finita avevano intere giornate per sé. Ma era quel finalmente
che a Ran non andava a genio. La scuola era l'unica cosa che, in quel
periodo, dava ritmo alla sua vita. Ora non aveva più nulla su cui concentrarsi,
nulla che la aiutasse a distrarla. Aveva avuto paura di scivolare nell'apatia più
totale. Ed era per quello che aveva preso una decisione netta.
“Devo
finire di preparare la valigia.” rispose, piegando una maglietta verde che
proprio Sonoko le aveva regalato qualche mese prima.
L'amica
le si avvicinò, strappandole di mano la maglietta, con un fare forse
eccessivamente violento.
“Valigia?
E dove vorresti andare?”
Ran
si lasciò sedere sul letto, sospirando. Non aveva ancora comunicato a nessuno
questa sua scelta e sapeva che non tutti l'avrebbero accettata facilmente.
Soprattutto Sonoko e Kogoro.
“Vado
a cercare Shinichi.”
Le
parole, pronunciate lentamente e con tono cadenzato, trasmettevano in realtà
una grande insicurezza. Ran, fino ad un attimo prima sicura come non mai della
sua decisione, si ritrovò a dubitarne. Era davvero la cosa giusta da fare?
Partire così, senza nemmeno un appiglio.
Tutta
la rabbia di Sonoko si sciolse in un attimo. L'amica le si sedette accanto, e
le prese una mano fra le sue.
“Ran..
lo capisco cosa provi. Ma non puoi abbandonare tutto così, da un giorno all'altro.
E tuo padre? Non hai detto che volevi rimanere accanto a lui? Questo è un
periodo difficile anche per Kogoro..”
Ran
sentì la stizza crescerle dentro. Oltre che apatica, era diventata anche
terribilmente nervosa. Sonoko le stava forse facendo la predica? Lo sapeva
benissimo che quello era un periodo difficile anche per suo padre. Sonoko non
riusciva a capire quanto quella decisione le fosse costata? Non era facile
lasciare il certo per l'incerto: ma il desiderio di ritrovare Shinichi era
troppo grande. L'amica sosteneva di comprendere i suoi sentimenti: ma come
poteva? Nessuno avrebbe potuto capirla in quel momento. Forse perché non
riusciva a capire nemmeno lei i suoi sentimenti e quale fosse la scelta giusta
da prendere.
“No,
ormai ho deciso. Non ce la faccio più.”
Riprese
a preparare freneticamente la valigia. Non vedeva l'ora di essere da sola e
lontana da quella casa.
“Ma
Ran..”
“Niente
ma. Partirò domani stesso.”
Cercava
di chiudere la cerniera lampo della tasca interna della valigia, ma sembrava essersi
bloccata. Provò e riprovò, ma la stoffa doveva essersi incastrata all'interno
del meccanismo. Accidenti. Anche quella dannata cerniera sembrava avercela con
lei. Le veniva da piangere. Aveva un groppo in gola, senza sapere perché. Pensò
di essere sull'orlo di un esaurimento nervoso.
“Verrò
con te. Non ti lascerò andare da sola.”
La
voce di Sonoko sembrava risoluta, mentre prendeva tra le sue mani la valigia e
aggiustava la cerniera, chiudendo tranquillamente la tasca.
“Lo
faremo insieme questo viaggio.”
Ran
scosse la testa. Sonoko stava cercando di aiutarla, ma lei in quel momento
aveva solo bisogno di stare da sola. Sola con i ricordi e la speranza di
ritrovare Shinichi. Per mantenere viva quella speranza, doveva partire alla
ricerca di lui.
“Non
voglio lasciarti andare così.. io potrei aiutarti, darti una mano con le
ricerche...”
L'amica
esitava, nel tentativo di elencare le cose per cui avrebbe potuto essere utile.
“Basta,
Sonoko. Ti ho detto che voglio andare da sola.”
Ran
sentì la sua voce eccessivamente dura che colpiva l'amica, facendola rabbuiare.
Forse aveva esagerato con il tono. Si affrettò a scusarsi.
“Perdonami.
Non è un bel periodo.”
Il
tono era insicuro, le parole rotte dalle lacrime che presto non avrebbe più
trattenuto. Aveva ricominciato a piangere.
“Perdonami..
non volevo.. ma io..”
Tra
un singhiozzo e l'altro, Ran cercava di spiegarsi. Sonoko sorrise lievemente, e
abbracciò l'amica, attaccandosi a lei nella speranza di poter prendere un po' di
quella sofferenza che stava distruggendo Ran. Loro erano migliori amiche,
avevano sempre condiviso tutto. E ora che Sonoko voleva condividere anche quel
dolore, per farlo pesare di meno sulle spalle di Ran, trovava la sua amica
totalmente chiusa. Ran voleva e non voleva allo stesso tempo privarsi di quel
sentimento. Forse perché era l'unico filo che, debolmente, la legava ancora a
Shinichi.
“Dove
sei finito? Perché non ti fai vivo?” pensava Sonoko, mentre cercava di
consolare l'amica in lacrime. Solo Shinichi avrebbe potuto porre fine al dolore
di Ran. Ma lui dov'era ora?
Prese
un fazzoletto dalla sua borsa e iniziò piano ad asciugare il viso della
ragazza, con la dolcezza di una madre che stringe a sé la sua bambina. Ran era
così inerme. Ce l'avrebbe fatta da sola ad affrontare quel viaggio?
“Mi
chiamerai, vero?” le chiese.
Ran
annuì.
“Mi
terrai aggiornata, vero?”
L'altra
annuì di nuovo.
“Ti
ricorderai sempre di me, vero? Quando sarai triste, pensa ad una delle mie
idiozie. Riderai di sicuro.”
Ran
sorrise, un sorriso che sembrò più un sussulto in mezzo a quelle lacrime.
“Mi
mancherai tanto, Ran.”
La
giovane si asciugò il viso con il dorso della mano.
“Anche tu mi mancherai, Sonoko. Grazie di tutto.”
Ebbero
entrambe la strana sensazione che quelle parole fossero un inequivocabile
addio. Ma nessuna delle due ebbe il coraggio di dirlo.
Il fischio del treno in partenza le fece portare
istintivamente le mani alle orecchie. Aveva sempre odiato i suoni troppo acuti.
Si allontanò velocemente, facendo scorrere il trolley rosso sulle rotelle e
sistemandosi la borsa a tracolla. Non era quello il binario di partenza del suo
treno.
Aveva
riflettuto molto sul luogo da cui iniziare la ricerca. Inizialmente, aveva
pensato di recarsi da Heiji e Kazuha, passare a salutarli e metterli al
corrente della sua decisione. Ma subito dopo, aveva ritenuto opportuno evitare
di immischiare anche loro in quella faccenda. Era già stato difficile
convincere Sonoko a lasciarla andare, e, nel rivelare le sue intenzioni a
Kogoro, si era sentita la figlia più degenere del pianeta.
Gli
aveva parlato con calma, dicendogli che non se la sentiva più di rimanere a
Tokyo con le mani in mano. Tutto sembrava andare storto in quel periodo, e
prima di toccare il fondo voleva cercare di aggrapparsi con tutte le sue forze
a quella parete scoscesa che era diventata per lei la vita. Voleva tornare in
alto, sulla cima della montagna, per riuscire nuovamente a guardare il futuro
che, giovane com'era, aveva davanti. Continuare a scivolare lungo la parete le
consentiva solo di rimanere intrappolata nel passato. Bisognava trovare la
forza per reagire.
Ad
onor del vero, Kogoro, stupito forse in parte dalla maturità che dimostrava sua
figlia giorno dopo giorno, aveva acconsentito e, in cuor suo, si era ripromesso
di trarre esempio da quella piccola grande donna che aveva davvero molto da
insegnargli. Un abbraccio, la promessa di chiamare a casa il più spesso
possibile, qualche lacrima, e poi Ran, la mattina successiva, si era recata
alla stazione. Kogoro avrebbe voluto accompagnarla, ma Ran aveva preferito
procedere da sola. Non voleva che l'addio risultasse più difficile. Ma perché
addio? Si era ripromessa di non stare lontana da casa per più di un mese.
Eppure anche con Sonoko era stato lo stesso: tutto le sembrava un addio, più
che un arrivederci. Forse era per quello che aveva preferito non prendere il
treno per Osaka. Non voleva provare nuovamente quella sgradevole sensazione
anche con Heiji e Kazuha.
Tornò
nel salone principale della stazione e si soffermò a guardare il tabellone
delle partenze e degli arrivi. Che treno poteva prendere? Non immaginava
minimamente dove potesse essere Shinichi. Magari non era nemmeno più in
Giappone.
In
quel momento la sua scelta le parve del tutto insensata. Che cosa le era
saltato in mente? Forse più che una ricerca la sua era semplicemente la fuga.
In fondo al suo cuore, sapeva che le possibilità di trovare Shinichi erano
davvero poche. Ma forse quel viaggio l'avrebbe aiutata a ritrovare la se stessa
che aveva perduto. Basta, doveva provarci. Non poteva permettersi di lasciare
qualcosa di intentato.
Volse
nuovamente lo sguardo al tabellone e decise di prendere il primo treno
possibile. Passò velocemente in rassegna gli orari ed ebbe chiara la sua meta:
il primo treno in partenza era quello per Tottori. Avrebbe lasciato la stazione
di Tokyo da lì ad un'ora. Si affrettò a prendere il biglietto, dato che
fortunatamente ce n'erano ancora disponibili. Poi si avviò verso il binario
quattro, da cui il treno sarebbe partito.
Il
gigantesco serpente artificiale era già parcheggiato sui binari e alcuni
passeggeri avevano preso posto. Ran scelse un posticino singolo, vicino al
finestrino. Sistemò la valigia sullo scompartimento in alto, appoggiò la borsa
sulle ginocchia e ne estrasse un sottile plico di fogli tenuti insieme da un
elastico. Aveva portato con sé molte foto di Shinichi, alcune di Conan e altre
dei suoi cari, come Eri, Kogoro e Sonoko. Accanto a queste c'erano cartine e
mappe delle più importanti città del Giappone, insieme ad una cartina del paese
stesso. Non ne aveva alcuna di Tottori, ma poco importava, l'avrebbe comprata
lì. Pensò che da Tottori avrebbe poi potuto raggiungere Kyoto, che aveva
visitato una sola volta nella sua vita, quando era piccola e i suoi genitori
erano ancora una coppia felice. Ricordava vagamente i maestosi templi della
città dichiarata patrimonio dell'umanità, reliquie di un Giappone non ancora
infestato dallo smog delle metropoli e dai fumi invisibili delle centrali
nucleari.
Sì,
sarebbe tornata a Kyoto. Un po' perché voleva semplicemente rivederla, un po'
perché, essendo un importante centro universitario e di studi, poteva comunque
essere un luogo da cui Shinichi, smanioso com'era di conoscere sempre nuove cose,
era passato.
Il
treno era ormai in partenza. Ran si guardò intorno, ma la sua carrozza di
seconda classe non era particolarmente affollata. Due anziani signori leggevano
un libro. Una coppia di sposini osservava una cartina, indicando le mete più
interessanti. Un uomo sulla quarantina lavorava al suo computer, completamente
estraniato dall'ambiente che lo circondava.
Anche
Ran aveva bisogno di staccare un po' dalla realtà. Prese il suo mp3, caricato
il giorno prima, e lasciò che la musica la avvolgesse. Chiuse gli occhi e
appoggiò il capo al finestrino. Dal tremolio del vetro capì che il treno aveva
cominciato a muoversi. Ma non aprì gli occhi per vedere Tokyo che si
allontanava sempre di più dietro di lei.
Non
voleva che anche l'arrivederci alla sua città le sembrasse un addio definitivo.
Angolino
autrice:
Eccomi qui con il secondo capitolo! E’ un
po’ corto, lo so, ma purtroppo nella divisione finale dei vari capitoli questo
ci ha rimesso un po’.. spero che vi sia piaciuto lo stesso!
Prima di tutto, vorrei ringraziare chi ha
recensito il primo capitolo, cioè 88roxina94,
mangakagirl, Crystal Alchemist,
Aya_Brea, AliHolmes,
Yume98, Silver Spring, Kikari_.
Grazie mille, le vostre recensioni mi hanno davvero fatto piacere!
Ringrazio poi chi ha la storia tra le
seguite, cioè 88roxina94, Aya_Brea, Marissa Atwood, I_Am_She, BlackFeath,Kikari_. Grazie davvero!
Un ultimo ringraziamento grandissimo a Silver Spring e
Kikari_ che hanno aggiunto la storia tra le
preferite :)
Piccola comunicazione: le prossime due settimane non sarò a
casa, per cui non potrò aggiornare fino al 7 di luglio.. spero che continuiate
lo stesso a seguirmi! Mi spiace tantissimo, ma non avrò un computer a
disposizione.. :(
Quasi dimenticavo … Grazie anche a chi si
limita a leggere!
Un bacione,
Flami
PS: Un grandissimo in bocca al lupo ad
eventuali maturandi/universitari/esami di tutti i generi! :)