~Rose Jail
Il mio sogno e` sempre
stato quello di essere una ragazza.
Guardavo tutte le altre
fuori dalla finestra, cercando di assomigliare a loro, ma invano.
Erano tutte cosi`
perfette, con il loro seno prosperoso e la loro pelle candida e priva
di imperfezioni, mentre io ero soltanto un mostro.
Passavo le giornate a
sognare di essere con loro, nonostante spesso mi deridessero e mi
allontanassero, a coprirmi le gote di trucco e le labbra di sangue e
rossetto, sperando invano di addormentarmi e risvegliarmi come loro,
splendide creature, che popolavano tutti I miei sogni.
Guardavo cio` che avevo
tra le gambe con ribrezzo, quasi non mi appartenesse, quasi come una
condanna, e mi mutilai con dolore, per addolcire il mio tormento.
Cosi` iniziai a
travestirmi, a girare per le strade con abiti femminili, ostentando
un temperamento che non mi era familiare, ingannando l'essere umano
che piu` amavo al mondo, dicendogli di essere quello che in realta`
non ero.
Ma ci amavamo cosi`
tanto, era ingiusto tenergli nascosta la mia vera natura, per quanto
triste potesse essere.
Cosi`, usai la mia nuova
voce per parlargli di me, di tutto quello che avevo passato, e lui mi
tradi`, mi stupro` tra le rose a me cosi` care, dietro alla chiesa
dove avremmo dovuto sposarci un giorno, nonostante la nostra unione
fosse cosi` impura...
E poi mi uccise, e la mia
rabbia crebbe, e crebbe, e il mio odio verso le donne crebbe cosi`
tanto, perche` era per colpa loro che io ero stato ucciso, che ero
stato disonorato dal mio amore.
Lui voleva una donna, con
le sue curve perfette e I suoi capelli perfetti, non voleva me, che
ero nato diverso, ma dentro sapevo di essere una donna.
Il roseto divento` la
tomba del mio corpo, ma la mia anima continuo` ad infestare questi
luoghi, e a portare alla rovina tutto quel mondo cosi` perfetto,
spargendo la morte tra di loro.
Se non sarei potuto
essere perfetto, allora neanche loro lo sarebbero state.
Agata si scosto` I
capelli dalla fronte e si incammino` verso la chiesa.
Era una calda
giornata di sole, e gli uccelli cinguettavano felici dopo la tanta
pioggia caduta in quei giorni.
Osservo` l'edificio
abbandonato, e non fece a meno di notare che intorno il roseto si era
allargato, uscendo dall'enorme aiuola retrostante, e aveva invaso
tutto lo spazio davanti alla facciata della chiesa.
Si avvicino`
lentamente, guardandosi attorno.
Le erano sempre
piaciuti I luoghi misteriosi, cosi` quando aveva scoperto
dell'esistenza di una chiesa sconsacrata in mezzo ad un roseto
incolto era stata ben lieta di visitarla.
Il cancello dal
quale si accedeva nel giardino era arrugginito, cosi` le fu facile
penetrarvi all'interno.
Come si aspettava,
le rose erano tutte appassite e molte giacevano sul suolo, in
quantita` molto maggiore a quella che immaginava, ed emanavano odore
di marcio.
Era come se fossero
appassite da poco, invece di trovarsi li` da circa duecento anni.
Ai rami erano
appesi dei brandelli di stoffe molto antiche, e sicuramente molto
costose.
Ce n'erano di tutti
I colori, e sembravano appartenere ad abiti femminili.
Ne tasto` uno, ma
le sembro` incredibilmente viscido, cosi` allontano` velocemente la
mano e si volse a guardare il sentiero.
Che strano...non si
era accorta di aver percorso tutta quella distanza in poco tempo:
infatti, non riusciva a scorgere il cancelletto rotto dal quale era
penetrata.
Intanto si era
alzato il vento, e il cielo sembrava essersi fatto piu` scuro.
Perfino gli uccelli
avevano smesso di cantare.
Continuo` a
camminare, incurante della sensazione di oppressione che da poco
l'aveva colta, e non si accorse che in quel momento la manica della
sua maglietta si era impigliata in una spina, strappandosi.
L'odore delle rose
appassite si faceva sempre piu` forte e dolciastro, e sembrava essere
mescolato a qualcos'altro, qualcosa di macabro e perverso.
Ad un certo punto
scorse quella che sembrava una pozza d'acqua, ma molto piu` scura.
E` sicuramente acqua sporca, si
disse, ma una sorta di consapevolezza inizio` a farsi spazio nella
sua mente: quella non era acqua, e quella che giaceva poco piu` in
la` non era assolutamente una foglia.
Ma decise di
continuare, imperterrita.
Voleva vedere la
chiesa una volta per tutte, e poi correre velocemente fuori da li` e
non rientrarci mai piu`, e non si sarebbe fatta fermare. Quel posto
era troppo inquietante per essere visitato a fondo.
Arrivo` cosi` ai
portoni enormi dell'edificio e li apri`, con non poca fatica.
All'interno regnava
il caos.
Tutti I vetri
colorati giacevano per terra, e l'edera si era appropriata dei muri,
ricoprendoli completamente e arrivando fino a terra.
Il pavimento era
ceduto in molte parti, e le panche erano rovesciate, sparse per la
navata centrale.
Il crocifisso era
caduto, sfondando l'altare, e ora giaceva al contrario appoggiato a
quel che rimaneva di una colonna, ormai quasi crollata.
Mentre accennava a
camminare, l'eco delle sue suole sul pavimento si faceva sempre piu`
insistente, come se la esortasse a continuare.
Fece qualche passo,
poi si fermo`, mentre l'eco dei passi continuava.
Il suo cuore si
fermo` per un attimo.
Quello che sentiva
non era l'eco dei propri passi. Era qualcuno dietro di lei.
Si volto`
lentamente e scorse una figura di donna vestita con abiti
settecenteschi, poi la porta si chiuse e loro rimasero da sole nel
silenzio piu` che totale, rotto soltando dallo strusciare del vestito
lungo e sfarzoso della nuova arrivata, che rimaneva immobile nel
buio.
Poi inizio` a
venire avanti, e rimase nel raggio di luce che entrava da una
finestra.
Girati,
ragazza...sei cosi` bella, non nascondermi il tuo viso...
Agata si giro` del
tutto, colpita da quella voce cosi` sgraziata, e vide quel che di
piu` macabro poteva concepire la sua mente.
Quella che lei
aveva scambiato per una donna, in realta` era un ragazzo giovane,
vestito con abiti femminili ormai consumati e sporchi e I capelli
biondi acconciati in una pettinatura alta sulla testa.
Avrei tanto voluto essere
bellissima come te...ma nessuna ha mai voluto aiutarmi...
Portava dei guanti
di pizzo bianco, e le mani che un tempo dovevano essere graziose ora
erano tese e martoriate fino all'osso, e stringevano un coltellaccio
di materiale simile all'argento, con l'impugnatura finemente
decorata.
La ragazza si
copri` gli occhi con le mani, lasciando solo uno spiraglio tra il
medio e l'anulare per controllare che quel mostro non si avvicinasse.
Anche tu sei come loro, anche tu
inorridisci di fronte a me...
La gonna era
squarciata sul davanti, rivelando I genitali maschili ricoperti di
sangue e di terra.
Ma quello che piu`
colpi` la ragazza fu il suo viso: contratto in una maschera di odio,
era per meta` ancora coperto dalla candida pelle e dal trucco pesante
tipico dell'epoca, ma dall'altra la pelle era caduta e si poteva
scorgere il teschio bianco e l'orbita cava e buia.
DEVI MORIRE.
La bocca era
sorridente, ma nella parte del viso dove era ancora presente la pelle
era ben visibile una lacrima...
Agata indietreggio`
e cadde nel buco sul pavimento, atterrando nella cripta, dove le rose
erano cresciute indisturbate ed erano diventate bellissime, quasi
splendenti.
Cerco` di
nascondersi, ma lui si era gia` lanciato nello stesso buco dove lei
era caduta e l'aveva raggiunta, bloccandola per terra con una mano e
strozzandola senza la minima esitazione.
Muori, mia dolce rosa. Tu non
meriti di vivere. La perfezione inganna l'essere umano, non deve
esistere./I>
Ridacchiando, con
meticolosa precisione squarto` il corpo della ragazza urlante,
tenendo la pelle da un lato per poi sfregarsela in religioso silenzio
contro la guancia, asciugandosi la lacrima perenne, immaginando di
averla potuto indossare ed essere stato lui quella donna cosi`
bella...
Carola correva
verso la chiesetta, cercando di non inciampare nel ciottolato.
Non avrebbe mai
dovuto lasciare che la sorella visitasse quel luogo da sola, lo
sapeva bene, ma ora era troppo tardi per rimediare e tenerla a casa,
poteva solo cercarla e sperare che non si fosse persa.
Ben presto le sue
gambe si attorcigliarono e cadde rovinosamente sul sentiero,
impigliando la propria veste nei rami appuntini e sbucciandosi le
ginocchia sulle pietre, ma si rialzo` e continuo` a correre verso il
portone della chiesa.
Senti` un fruscio e
si volto`, con il respiro affannoso, e lo vide.
E poi fu tutto
buio.
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