Serie: Moments of Life
Anime/Manga:
Inazuma Eleven (Go)
Pairing: TsurugixShindou; KirinoxKariya; KidoxHanda; GouenjixEndo
Note: Si tratta
di una serie di fiction, one-shot o long fic; sono tutte ambientate nello stesso
‘mondo’ per così dire, perché in fondo sono tutte collegate. Alcune risaliranno
completamente o solo in parte anche alle prime tre serie; dipende dal paring su
cui mi concentro. Ora tutti si chiederanno da dove ho preso KidoxHanda e
sinceramente non lo so nemmeno io. Diciamo che mi piace l’idea del genio del
calcio che sta con una persona normale. Poi Shinichi Handa a me è sempre
piaciuto e mi è dispiaciuto quando nelle serie oltre la prima è stato
praticamente ignorato, povero cucciolo!
Inoltre dovete sapere che
1. Qui Endou non è assolutamente sposato con Natsumi. 2. Shindou è tornato a essere capitano. 3. Queste storie non tengono conto della seconda seria di
IEG: Chrono Stone
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Titolo: Mission Date
Paring:
TsurugixShindo; minor KirinoxKariya
Disclaimer: Inazuma Eleven (Go) non mi appartiene
Avviso: One-shot, Shounen-ai, Spero poco OOC
Genere: Romantico, Sentimentale
Note: - … - parlato; " … " pensato Sequel di
Unspoken Desires Summary:
"Cercò di occupare un po’ di tempo e vedere quale fosse la loro
destinazione. Si trattava di una piccola città dove non era mai stato; non
c’erano scuole medie con una squadra di calcio lì. Un momento. Stavano andando
in una città in cui nessuno li conosceva, era un caso? Cos’avrebbe dovuto
pensare? Più ci pensava più sembrava un appuntamento
…"
Mission Date
Come ogni giorno Tsurugi
Kyousuke dopo aver terminato gli allenamenti e prima di tornare a casa passava a
trovare suo fratello in ospedale. Avrebbe mentito se avesse detto che all’inizio
non era stato solo un gesto dettato dal senso di colpa; nella sua mente di
bambino si incolpava completamente delle attuali condizioni di suo
fratello.
Ora un po’ l’aveva superato
anche se, in fondo al cuore, ancora pensava di esserne il responsabile. In ogni
caso gli piaceva stare in sua compagnia e aspettava con impazienza quei momenti
in cui erano solo loro due. Come da piccoli passavano il pomeriggio a giocare a
calcio, ora lo passavano parlando. Yuuichi si faceva raccontare tutto nei minimi
particolari, felice di essere partecipe della vita di Kyousuke. Ma ora sentiva
che c’era qualcosa di diverso
-Hey Kyousuke, ti vedo diverso
ultimamente. Più felice- Kyousuke sapeva dal tono del fratello che quella
conversazione avrebbe portato a qualcosa di poco piacevole
-Abbiamo vinto la Holy Road e il
potere del Quinto Settore è stato debellato. Mi sembra normale- Cercò di
sorridere, ma sapeva che non lo avrebbe convinto
-No, è diverso- Pece una pausa
che sembrò fin troppo teatrale -Non è che hai trovato la fidanzata?- Tutto si
era aspettato meno che questo. La domanda arrivò come un fulmine a ciel sereno;
Kyousuke per poco non soffocò nel suo stesso respiro per la sorpresa
-E questa da dov’è uscita?!- Non
voleva pensare al colore della sua faccia in quel momento
-Che c’è di male? Era solo una
domanda. Allora ho ragione, vero?-
-No, assolutamente-
-Lo sai che lo so quando menti- Tecnicamente non stava mentendo visto che non
stava uscendo con una ragazza -Avanti presentamela!-
-No, e poi perché ti interessa
così tanto?-
-Come perché? È la tua prima
ragazza! È un evento importantissimo- Era fin troppo eccitato per i suoi
gusti
-Ti prego cambiamo
argomento-
-Okay. L’hai già portata a un
appuntamento?-
-Nii-san![1] Questo non cambia per niente
l’argomento-
-Cosa, non l’hai ancora fatto? Da quanto tempo state insieme?- Kyousuke si
passò una mano sulla faccia, ormai non avrebbe più potuto far finta di niente.
Ovviamente non gli avrebbe detto tutta la verità
-Una settimana-
-Davvero?! E ancora non l’hai
portata da nessuna parte?! Ma che ragazzo sei?- E ora cosa gli diceva per farlo
stare buono?
-Siamo entrambi molto impegnati
con i club, sai gli allenamenti …- La sua fantasia scarseggiava un po’
ultimamente
-Oh, anche lei è in un club?-
Perché diavolo continuava a fare tutte quelle domande?
-Sì, in quello di musica-
-E cosa fa? Canta o suona
qualcosa?-
-Nii-san, perché questa
conversazione mi sembra sempre di più un interrogatorio?-
-Dai, sono solo curioso-
Kyousuke sospirò
-Suona il pianoforte- Se Takuto
fosse stato lì in quel momento era sicuro che si sarebbe messo a ridere. La cosa
davvero divertente era che non stava mentendo del tutto
-Oh, non per niente facile. È
brava?- Okay la curiosità, ma qui si stava esagerando. Doveva cercare di
chiudere la cosa alla svelta prima che gli sfuggisse qualcosa di
inopportuno
-Non l’ho ancora sentita suonare, ma ho sentito dire che è molto
brava- Se Takuto l’avesse sentito parlare di lui al
femminile gli avrebbe dato di sicuro un pugno. Sembrava tanto docile e
tranquillo, ma se si arrabbiava ci andava giù pesante
-Che peccato. Ma ancora non mi spiego perché non vuoi presentarmela. Cos’è
una storia segreta, eh? È per caso più grande di te?- Ci mancava solo questa
uscita. Però, se ci pensava bene, Takuto era più grande di lui
-In effetti sì, ma solo di un
anno. Siamo praticamente coetanei- Lo sguardo di Yuuichi gli fece capire che non
gli credeva minimamente, anche se era quella una delle poche verità che gli
avesse detto finora
-Comunque puoi presentarmela
senza problemi, non mi scandalizzo se è più grande di te-
-Ti ho già detto che non è così!
È troppo complicato-
-Va bene, per il momento lascio
correre. Ma non è finita qui. E portala a un appuntamento!!-
Quella sera tornò a casa stanco
morto, non per vie dei duri allenamenti ma per quell’estenuante conversazione
con il fratello. Stava per andare dritto in camera sua quando sentì parlottare i
suoi genitori in soggiorno. Odiava quando lo facevano, poteva capire se da
bambini non volevano farli preoccupare, ma ora lui e Yuuichi erano grandi, se in
quella conversazione c’entravano anche loro avevano il diritto di
saperlo.
Si fermò dietro la porta e li
ascoltò. Stranamente non stavano parlando delle condizioni di Yuuichi, ma delle
finanze della famiglia. Era solo un ragazzo delle medie ma sapeva che non
stavano navigando nell’oro. I suoi genitori erano raramente a casa e sempre al
lavoro. Non era stupido; sapeva che le cure di suo fratello erano care. Sperava
solo che sarebbe andato tutto per il meglio.
Quando fu in camera sua chiuse a
chiave la porta e si sdraio sul letto. Senza pensarci prese il suo cellulare e
compose il numero di Takuto ma prima di effettuare la chiamata si fermò. Non
aveva in mente una scusa per la telefonata e di certo non poteva dirgli che
voleva sentire la sua voce. Ma doveva avere una scusa per chiamare il suo
ragazzo? Probabilmente no, ma era troppo imbarazzante, così decise di lasciar
perdere.
Le parole di suo fratello
continuavano a ronzargli in testa, più fastidiose di un’ape. Insomma, era così
necessario? Probabilmente era il sogno di ogni ragazza, ma sapeva bene che
Takuto non lo era. Quindi era un no, non l’avrebbe portato a nessun
appuntamento.
--
Una settimana
dopo
Gli allenamenti del sabato erano
davvero estenuanti ed erano stati già avvisati con largo anticipo che il giorno
seguente sarebbero stati liberi. Quindi Kyousuke non si stupì di vedere solo
Takuto negli spogliatoi. Il ragazzo sembrò notare solo di striscio la sua
presenza, alzò lo sguardo giusto il tempo per capire chi fosse entrato e poi
tornò a leggere i fogli che aveva in mano. Kyousuke notò, però, un lieve sorriso
sul suo volto che prima non c’era stato.
Facendo finta di niente andò a
posare le sue cose nell’armadietto, poi facendo più silenzio possibile gli si
mise davanti. O era davvero silenzioso o il capitano era davvero preso nella sua
lettura, visto che non si accorse dei suoi movimenti
-Takuto- Riportato bruscamente
alla realtà il capitando alzò lo sguardo e fu preso un attimo alla sprovvista
quando sentì un paio di labbra sulle sue. Sorrise e rispose al gesto. Per
sostenersi Kyousuke appoggiò una mano sulla gamba del ragazzo, mentre l’altra
andava a posarsi sulla sua spalla, inconsciamente avvicinandolo a se. Non
sapendo cosa fare delle sue mani le appoggiò sulle braccia*. Si stava lasciando
andare quando un pensiero si inoltrò nella sua testa
-K-Kyousuke e se qualcuno ci
vedesse?- Cosa gli era venuto in mente di fare una cosa del genere in un luogo
del genere
-Non ti preoccupare, non c’è
nessuno; sono già andati tutti a casa. Domani avremo la giornata libera- Fece
una pausa e Takuto capì che stava per dirgli qualcos’altro così aspetto -Domani
ti aspetterò alla stazione alle undici di mattina-
-Eh? Perché, cosa dobbiamo
fare?-
-Non discutere, ci troviamo lì,
okay? Ora devo andare a domani- E senza aggiungere altro prese le sue cose e
uscì dalla stanza
-Okay. Tanto non avevo nulla di
programmato per domani- Ma ormai l’attaccante era già sparito dalla sua
visuale.
Questa proprio non se l’era
aspettata. Cosa voleva dire? Dove dovevano andare? A fare cosa?! Non si era
spiegato e non aveva idea di cosa aspettarsi. Insomma, se fosse stato qualcun
altro avrebbe pensato che si trattasse di un appuntamento, ma Kyousuke non gli
sembrava proprio il tipo di persona. In fondo neanche lui era proprio un tipo da
appuntamento, ma sarebbe stato bello passare del tempo da soli; senza compagni
di squadra o allenatori tra di loro.
Era quello l’importante, no? Che
fossero insieme
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Pochi minuti
prima
Kirino e Kariya avevano salutato
Shindou prima di avviarsi verso casa. Erano ormai arrivati al cancello della
scuola quando il più grande dei due si fermò di colpo e si mise a cercare
qualcosa nel borsone
-Oh, no. Ho dimenticato il
telefono nello spogliatoio. Dobbiamo tornare a prenderlo- Kirino fece per
tornare sui suoi passi
-Perché stai usando il plurale,
scusa? Vacci da solo. È già tanto se ti accompagnavo-
-Avanti, non discutere- Concluse
prendendolo per un polso e letteralmente trascinandoselo dietro. Stavano per
entrare nella stanza quando sentirono delle voci
-K-Kyousuke e se qualcuno ci
vedesse?- Quella era la voce di Shindou! Cosa stavano facendo? I due cercarono
di sbirciare e videro Tsurugi e Shindou in una posizione poco consona alle loro
persone e i loro volti erano molto vicini
-Non ti preoccupare, non c’è
nessuno; sono già andati tutti a casa. Domani avremo la giornata libera- Kirino
cercò di ascoltare quando più possibile. La cosa si stava facendo interessante
-Domani ti aspetterò alla stazione alle undici di mattina-
-Eh? Perché, cosa dobbiamo
fare?-
-Non discutere, ci troviamo lì,
okay? Ora devo andare a domani- I due si nascosero dietro un pilastro sperando
che il loro attaccante non li vedesse. Quando fu sicuro di essere fuori pericolo
Kirino sospirò ma poi un sorriso si allargò sulla sua faccia
-Ho deciso cosa faremo domani!-
Disse sottovoce, sperando che nel silenzio dell’edificio Shindou non lo
sentisse
-Perché continui a parlare al
plurale?-
-Perché domani pedineremo quei
due-
-Primo non hai risposto alla
domanda, secondo smettila di usare il plurale- Ma Kirino non lo stava più
ascoltando. Il giorno seguente si sarebbe divertito in più avrebbe passato del
tempo con Kariya
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Il giorno
seguente
Non sapeva perché lo stava
facendo, perché stava andando alla stazione sapendo che come conseguenza avrebbe
dovuto passare il resto della giornata con Kirino-senpai? Per tutta la notte si
era detto che no, non l’avrebbe fatto. Allora perché lo stava
facendo?!
Si erano dati appuntamento, dannazione che brutta parola, davanti
all’entrata secondaria della stazione dieci minuti prima delle undici, per avere
il tempo di pedinarli a dovere, testuali parole di
Kirino. Era un po’ in ritardo, ma non si sentiva per nulla in colpa o altro, sia
chiaro! E non stava correndo, ma camminando veloce e di certo non per arrivare
in orario!
Quando arrivò, però, non si
trovò davanti solo Kirino, ma tutta la squadra di calcio della Raimon. Il
giovane difensore sembrò chiedergli scusa negli occhi, ma questo imprevisto
andava bene a Kariya, più che bene in effetti. Se doveva farlo almeno non
sarebbe stato da solo. E per la cronaca non si sentiva deluso e
arrabbiato!
-Scusa, per sbaglio mi sono
lasciato sfuggire la notizia e alla fine si sono presentati tutti-
-Cosa vuoi che me ne importi se
ci sono tutti!-
-A me importa- Disse Kirino
sottovoce, ma nessuno lo sentì. Dannato lui e la sua boccaccia, il suo
pomeriggio da solo con Kariya era rovinato. Bhe almeno si era presentato e
questo era già tanto
--
Nel frattempo
Takuto stava camminando
tranquillo diretto verso la stazione. O almeno così appariva al si fuori, ma
all’interno era in un subbuglio di emozioni. Era stato bene fino a quella
mattina quando si era alzato con un’agitazione senza precedenti, che gli aveva
tolto l’appetito e il respiro.
Aveva superato, miracolosamente
indenne, momenti di panico come scegliere che cosa mettersi. Non sapeva nemmeno
cosa avrebbero fatto. Aveva optato per qualcosa di comodo ma che non fosse
esclusivamente sportivo. Comodi pantaloni marrone scuro, una maglia color
nocciola con il collo a barca e un leggero cardigan beige**.
Quando arrivò Kyousuke era già
lì ad aspettarlo, indossava jeans neri, una maglia maniche lunga rossa e bianca
e un giubbetto nero
-Ohayo[2]- Lo salutò attirando la sua attenzione
-Ohayo, Takuto- Rispose ma poi
non aggiunse altro
-Allora, dove
andiamo?-
-Seguimi, il treno passa tra
poco-
-Va bene- A quanto pare non era
in vena di una conversazione. Che fosse successo qualcosa? Decise che per il
momento avrebbe fatto come voleva lui.
Presero i biglietti e
aspettarono al binario, sempre nel silenzio più assoluto. Takuto notò che c’era
molta gente e che probabilmente sarebbero stati schiacciati. Non passarono più
di cinque minuti prima che un fischio annunciò l’arrivo del loro treno. Dei
capelli gli andarono negli occhi per lo spostamento d’aria e non vide Kyousuke
prenderlo per un polso
-Vieni, le carrozze davanti sono
più vuote-
Alla fine, sospinti dalla
fiumana di gente Shindou si ritrovò schiacciato con la schiena contro la parete
opposta all’entrata e con Kyousuke fin troppo vicino a lui
-T-Tra quante fermate
scendiamo?- Chiese per distrarsi dal pensare alla posizione in cui erano. Il
ragazzo sembrò pensarci
-Quattro- Disse infine
abbassando lo sguardo verso il suo e poi fece quel suo sorrisino
soddisfatto.
Takuto sbuffò, ma non disse
nulla. Cercò di occupare un po’ di tempo e vedere quale fosse la loro
destinazione. Si trattava di una piccola città dove non era mai stato; non
c’erano scuole medie con una squadra di calcio lì. Un momento. Stavano andando
in una città in cui nessuno li conosceva, era un caso? Cos’avrebbe dovuto
pensare? Più ci pensava più sembrava un appuntamento …
Passarono alcuni minuti e il
treno si fermò alla fermata successiva, salì molta gente ma ne scese troppo
poca. Questo non fece altro che spingere il giovane attaccante sempre più vicino
al capitano. Per sorreggersi Kyousuke si appoggio con una mano alla parete
davanti a lui, proprio di fianco alla faccia di Takuto. La distanza tra i loro
corpi era minima, ma quella tra i loro volti era millimetrica. Entrambi
pensarono che se non fossero stati in pubblico niente li avrebbe trattenuti dal
baciarsi.
Per fortuna con le altre fermate
furono più fortunati, scese più gente di quanta non ne saliva. Almeno avevano
più spazio per respirare. La situazione, però, non cambiò molto; Kyousuke
continuava a non proferire parole e il capitano della Raimon proprio non sapeva
cosa pensare. Quando finalmente arrivarono a destinazione Takuto si limitò a
seguirlo.
C’era una strana atmosfera,
nonostante la bella cittadina e l’aria frizzante che si respirava Takuto non
riuscì a rilassarsi; sentiva la tensione palpabile sulla pelle. Camminarono per
una decina di minuti poi Kyousuke si fermò all’improvviso
-Vuoi mangiare qualcosa?- La
domanda lo sorprese, dopo tanto tempo di silenzio. Si girò verso il ragazzo e
notò che non lo stava guardando ma il suo sguardo era rivolto verso un piccolo
ristorante famigliare proprio dove si erano fermati. Si rese conto solo in quel
momento che aveva fame; la tensione di prima gli aveva attanagliato lo stomaco,
ma ora sembrava sparita ed era tornato l’appetito
-Sì- Fu la sua semplice
risposta
Tsurugi annuì e insieme
entrarono nel locale. Vennero subito intercettati da una cameriera che li fece
accomodare a un tavolo che solo dopo essersi seduto si accorse essere piuttosto
appartato. Sorridendo la ragazza lasciò loro i menù per poi andarsene. Shindou
avrebbe voluto aspettare che fosse l’altro a parlare per primo, ma gli fu subito
chiaro che se non prendeva lui l’iniziativa non avrebbero mai fatto una
conversazione. Avrebbe iniziato da qualcosa di leggero
-Sai Kyousuke, questo
sembrerebbe un appuntamento …- Oh, no! Cosa gli era venuto in mente! Non era
quello che aveva voluto dire, ma la bocca aveva deciso di scegliere quel momento
per scollegarsi dal cervello
-E se anche lo fosse- Takuto
sbatté le palpebre perplesso. Non si era aspettato una risposta così diretta e
onesta. Avrebbe potuto giurare che fosse anche arrossito un po’. Ma poi la
sorpresa mutò in divertimento
-Potevi anche dirmelo, sai?-
Rispose ridacchiando a bassa voce -Come mai questa cosa così, all'improvviso?-
Ora invece la curiosità si faceva strada nella sua testa
-È colpa di mio fratello. È convito che abbia una ragazza e mi ha
martellato con l'idea di portarlA a un appuntamento; come se fosse
una cosa ovvia-
-È una cosa ovvia- Ricevette
un’occhiata da Tsurugi per essere stato interrotto, così tacque
-All'inizio non ci ho dato peso, ma poi ho pensato che non passiamo mai del
tempo da sali tra allenamenti e compagni di squadra, così mi sono detto
perché no?-
La mente di Takuto era a bloccata, faticava a elaborare contemporaneamente
l’improvvisa loquacità di Kyousuke e le parole stesse che aveva detto, con il
loro significato -Che c’è?- Il capitano della Raimon scosse la testa per
riprendersi da quel torpore
-No, è che ... hai detto una cosa così ... romantica. Non mi sembravi proprio il
tipo-
- Evidentemente ci sono varie
cose che non sai di me-
-Già- In quel momento arrivò la
cameriera che prese le loro ordinazioni. Dopo un minuto di silenzio Takuto disse
-Sai, mi piacerebbe conoscere tuo fratello-
-Va bene- Shindou era
sorpreso
-Davvero?- Dal tono sembrava
Tsurugi quello più sorpreso tra i due
-Sì, perché tutta questa
sorpresa?-
-Non so. Non credevo che avresti
accettato così facilmente- Rispose con una scrollata di spalle
-Perché non dovrei?- Quella era
davvero una gara a chi era più stupito e sorpreso
-Sinceramente non lo so- Si
fermò un momento a pensarci -Forse è perché non ne hai parlato. So che sono
affari tuoi, ma quella segretezza mi ha fatto pensare che non avresti voluto che
ci incontrassimo-
-Non era mia intenzione.
All’inizio non l’ho detto per via del casino con il Fifth Sector. Poi non c’è
mai stata un’occasione per dirlo-
-Deve essere davvero una bella
persona tuo fratello. Dovrei anche ringrazialo, è merito suo se ci troviamo qui
oggi, insieme- Disse ridendo. Kyousuke sospirò sconsolato ma anche un po’
divertito.
Dopo altri dieci minuti circa di
chiacchiere arrivarono i loro piatti. Per tutta la durata del pranzo si
concentrarono di più sul cibo che a instaurare una vera e propria conversazione.
Aveva da poco finito entrambi di mangiare quando Tsurugi chiese
all’altro
-Cosa si fa normalmente a un
appuntamento?-
-Non lo so. Nei film di solito
vanno al cinema, mangiano qualcosa, lui la porta a comprare dei vestiti ...
credo che faremmo meglio a saltare questa parte, daremmo troppo nell’occhio-
Takuto l’aveva detto come battuta, quindi rimase stupito dalla serietà con cui
gli rispose
-Ho in mente un posto che ti
piacerà-
-Va … Va bene- Ormai era troppo
sorpreso per esserlo ulteriormente
--
Nel frattempo l’intera squadra
di calcio della Raimon li aveva pedinati attentamente. La parte peggiore era
stata prendere il treno. La folla aveva rischiato di lasciarli sulla banchina,
ma in qualche modo erano riusciti a entrare nella carrozza subito dopo a quella
dei due ragazzi.
Ma i problemi non erano finiti;
ovviamente nessuno sapeva dove sarebbero scesi e a ogni fermata dovevano stare
attenti ai passeggeri che salivano o scendevano. All’inizio pensarono di averli
persi, ma dopo la seconda fermata la gente diminuì e poterono vederli con più
chiarezza attraverso la finestra della porta che collegava le due
carrozze.
Anche seguirli senza essere
notati si rivelò alquanto complicato, ma sia Tsurugi che Shindou sembravano
troppo presi per notarli. Quando li videro fermarsi tutti si fermarono a loro
volta, presi nel panico. Riuscirono a nascondersi dietro un angolo lì vicino,
guadagnando un po’ di sguardi scettici dei passanti.
-Forse entrano in quel locale-
Disse Kariya che stava sbirciando le mosse dei due compagni
-Dove?- Chiese Kirino che con la
scusa di vedere meglio gli si avvicinò molto più del dovuto. Ovviamente Kariya
se ne accorse subito e stava per urlargli di allontanarsi ma venne bloccato
dalla mano del difensore
-Shhh, se ci scoprono siamo
finiti. Tsurugi potrebbe persino ucciderci- A quel commento tutti si
immaginarono l’ira omicida del giovane attaccante e decisero che sarebbero stati
ultra attenti a non farsi scoprire. Gli era bastato essere colpiti dalla Death
Sword una volta sola nella loro vita.
Ma nonostante il loro desiderio di vita, la curiosità li stava uccidendo.
Volevano, no dovevano sapere cosa stavano facendo, era per quel
motivo che avevano deciso di spiarli. Così di soppiatto scivolarono contro il
muro e si nascosero sotto le larghe vetrine del locale. I passanti li guardavano
come se fossero pazzi, ma loro erano troppo impegnati nel loro intento.
Lentamente sbirciarono oltre il bordo della vetrina e dopo qualche secondo
Hikaru individuò la coppia
-Sono là!-
-Cavolo, hanno scelto un posto
bel nascosto. Si vedono a mala pena- Esclamò Sangoku attirando l’attenzione di
tutti
-Fatevi più in là io non vedo
niente!- Si lamentò Kurama
Potevano solo vedere ma così non
capivano cosa stava succedendo. Avrebbero pagato oro pur di sapere cosa si
stessero dicendo
-Oh, il capitano sta
ridendo!-
-Tenma, non devi farci la
telecronaca!- Ribatté scocciato Kariya
-Oh, cavolo credo che Tsurugi
sia appena arrossito! Per quanto lo possa fare- Kirino avrebbe voluto avere una
macchina fotografica tra le mani per poter immortalare quel momento
-Cosa, non ci credo! Fatemi
vedere!- Disse spintonando gli altri il piccolo Shinsuke
La stessa scena andò avanti per
tutta la durata del pranzo, anche se a turno andarono a mangiare qualcosa di
veloce. Se volevano continuare il loro pedinamento dovevano rimanere in
forze
-Oh no, ragazzi! Si stanno
alzando! Spostiamoci prima che ci scoprano!- Esclamò Hayami con il solito
pizzico di paura. Velocemente si nascosero dietro lo stesso angolo di prima,
sperando che non tornassero in quella direzione. Tutti si sentirono sollevati
quando li videro allontanarsi nella direzione opposta
-Okay, ragazzi. Il pedinamento
continua-
--
Nel frattempo
Finito di pranzare Kyousuke e
Takuto erano usciti dal locale. Dopo la chiacchierata nel ristorante la tensione
di prima si era completamente sciolta e ora stavano camminando senza una meta
precisa, scambiando di tanto in tanto qualche pensiero o commento oppure
condividendo una risata. Takuto si sentiva fortunato a vedere quel sorriso sul
volto del giovane attaccante; era raro vederlo così rilassato. Di solito lo
mostrava solo a suo fratello, anche se ultimamente sorrideva più spesso in sua
presenza
-Vuoi andare al cinema? Ce n’è
uno qui vicino- Disse Tsurugi indicando una direzione generale da seguire.
Shindou ripensò alla loro conversazione; in fondo questo ora era ufficialmente
un appuntamento e al pensiero non riuscì a trattenersi dall’arrossire. Finché
era solo una convinzione nella sua testa, la cosa non l’aveva disturbato più di
tanto, ma ora che era così reale non poté fare a meno di essere investito da
forti emozioni
-Okay- Rispose infine
Seguì Kyousuke fino all’entrata
di un piccolo cinema, con non più di due sale, ma aveva quel senso di
accoglienza e di antico che quelli nuovi non riuscivano a darti. La scelta era
limitata ma alla fine optarono per un leggero thriller. All’interno la sala era
buia anche con le luci accese e molto probabilmente durante la proiezione
sarebbero stati completamente al buio.
Presero presto posto su alcune
poltrone rimaste isolate in fondo alla sala. Il film sarebbe iniziato a minuti e
quasi sicuramente nessun altro sarebbe entrato. Ben presto le poche luci accese
si spensero e come previsto ci fu il buio totale a parte per quel bagliore che
partiva dallo schermo.
Quasi subito Takuto sentì una
mano sulla sua e con sorpresa si voltò verso Kyousuke che, però, aveva lo
sguardo rivolto alla proiezione; sentì comunque la sua presa stringere per pochi
secondi. Così spostò la mano in modo da intrecciare le loro dita. Poi sorridendo
rivolse la sua attenzione al film. Dopo circa mezz’ora Tsurugi lo sentì sbuffare
leggermente
-Cosa c’è?- Gli chiese. Takuto
si girò verso di lui con l’aria a metà tra il deluso e lo scocciato
-Quando ho letto la trama di
questo film pensavo fosse un po’ più difficile da risolvere. Invece sono sicuro
che sia stato il figlio a uccidere la matrigna-
-E come lo sai?- A quella
domanda il ragazzo sembrò un po’ imbarazzato
-Diciamo che quando non mi
alleno a calcio o non mi esercito al piano, passo il tempo a leggere o vedere
gialli e thriller. Ne ho visti abbastanza per capire un caso semplice come
questo-
-Se lo dici tu-
-Scusa, molto probabilmente ti
ho rovinato il finale-
-Non ti preoccupare, preferisco
film d’azione. Non sono particolarmente interessato a questo-
-Se non volevi vederlo potevi
anche dirmelo, ne avremmo scelto un altro-
-E quale? Non avevamo altre
alternative- Takuto ripensò al titolo mieloso e sdolcinato del film che ora
davano nell’altra sala
-Okay, no. Forse non era il
caso-
-E poi …- Fece una pausa, lo
guardò negli occhi e gli fece cenno di avvicinarsi. Il ragazzo fece come chiesto
finché non sentì le labbra di Kyousuke sulle sue e si accorse che lo stava
baciando. Subito arrossì e si staccò imbarazzato. Erano pur sempre in luogo
pubblico!
-Kyousuke! C’è gente
qui!-
-Sì, ma è talmente buio che non
si vede niente a un palmo dal naso, le persone più vicine sono lontane di almeno
quattro file e non c’è nessuno dietro di noi. Nessuno ci può vedere-
-Avevi pensato proprio a tutto,
vero?- Era ancora rosso in volto, ma la prospettiva che il ragazzo gli stava
offrendo era davvero allettante
-Ovviamente- Voleva togliergli
quel sorriso soddisfatto dal volto che lo faceva innervosire, così scelse il
mezzo più veloce.
Lo baciò.
Tsurugi si riprese in fretta dalla sorpresa, intento a collaborare in piena a
questa nuova attività. Con un braccio andò a cingere la vita del suo
capitano avvicinandolo di più a sé. Questi per non perdere l’equilibrio appoggiò
le mani sulle spalle del suo attaccante.
Il tempo sembrò fermarsi; troppo
concentrati sulla sensazione del contatto delle loro labbra, entrambi non
sentivano più le parole del film; non erano nemmeno più consci di non essere gli
unici in quella stanza. Nemmeno l’aria era più una necessità primaria, in quel
momento vivevano solo della presenza e della vicinanza reciproca. Ogni secondo
che passava la passione sembrava crescere esponenzialmente; mani cercavano
quanta più pelle possibile da toccare e le bocche, le labbra, le lingue non
smettevano mai di cercarsi.
La situazione stava raggiungendo
livelli poco consoni a una sala di teatro e sarebbe presto sfociata in una
possibile denuncia per atti osceni in luogo pubblico se non fosse stato per
l’improvvisa accensione delle luci. I loro occhi ormai abituati al buio rimasero
abbagliati ed entrambi si staccarono per schermarsi gli occhi con le mani.
Quando si furono abituati alla luce si guardarono intorno sorpresi. Il film era
finito e la gente incominciava a lasciare la sala
-Il film doveva durare circa
un’ora e un quarto, giusto?- Chiese Shindou un attimo perplesso
-Sì- Fu la sola risposta del
ragazzo di fianco a lui, ma sembrava anch’egli piuttosto sorpreso
-Vuol dire che per tutto questo
tempo noi …-La consapevolezza lo colpì come un secchio d'acqua gelata, ma la sua
reazione fu di arrossire come mai gli era successo prima. Non ci poteva credere!
Da una parte era sollevato, insomma era pur sempre un luogo pubblico, ma
dall’altra era dispiaciuto che fosse finito così presto
-Come passa il tempo quando ci
si diverte- Fu il sarcastico commento di Tsurugi per il quale si guadagno un
pugno sul braccio e un’occhiataccia -Ow, perché l’hai fatto-
-Non ci posso credere. C’erano altre persone! Kami[3], mi sento così in
imbarazzo- Esclamo nascondendo la faccia tra le mani
-Perché?- Faceva pure il finto
tono! Davvero, stava per dargli un altro pugno
-Non hai un minimo senso del
pudore?!- Okay, mancava davvero poco, le dita della mano si chiusero su loro
stesse
-Non vedo quale sia il problema-
Rispose sorridendo. Basta, aveva deciso -Oww, e smettila!-
-Lasciamo perdere. E togliti
quel ghigno dalla faccia!-
-Come vuoi. Avanti andiamo,
prima che ci chiudano qui dentro- Shindou lo seguì fuori; mentre camminavano
sentirono alcuni ragazzi palare del film che si era persi per la gran
parte
-Non ci credo, è stato davvero
il figlio a ucciderla per i soldi dell’eredità-
-Non solo per quello, voleva
vendicare la morte della madre che quella donna aveva ucciso per prendere il suo
posto come prima ereditaria- Continuò il suo amico
-Hai visto? Avevo ragione- Disse
Takuto sorridendo soddisfatto a Tsurugi
-Bravo vuoi un applauso?- Altro
pugno -Oww! Davvero, la vuoi smettere?-
-Finché non la smetti tu-
Sospirò -Che si fa ora?-
-Seguimi-
--
-Oh, no! Sono entrati dentro un
cinema!-
-Questo l’avevo anche capito sa
solo Tenma- Ribatté Kurama
Dopo il ristorante li avevano
seguiti di soppiatto per diverse vie finché non si erano ritrovati proprio
davanti al cinema
-Non possiamo entrare tutti.
Questo posto è piccolo, daremmo troppo nell’occhio- Disse Sangoku osservando le
dimensioni del locale
-Faremo a sorte. Possono solo
entrarne due di noi- L’idea non era male; la curiosità era troppa e la
competizione era alta
Alla fine furono estratti Kirino
e Kariya. Il primo aveva un sorriso fin troppo felice e Kariya aveva paura di
entrare lì dentro con lui. In tanti gli chiesero di fare cambio e, se fosse
stato in un’altra circostanza, li avrebbe di sicuro accontentati ma era troppo
curioso. Un tipo come il capitano insieme a uno come Tsurugi da soli in un
cinema.
Quando furono davanti alla porta
della sala, sbirciarono dentro e con ancora le luci accese li individuarono
subito. Quasi subito, però, si spensero così si poterono sedere. Dalla loro
postazione riuscivano a vederli anche con il solo bagliore del film e speravano
di essere abbastanza nascosti per non essere scoperti. Tutti erano concentrati
sulla proiezione mentre loro osservavano i loro obbiettivi parlare casualmente.
Poi successe qualcosa; Tsurugi si era avvicinato al volto di Shindou che poi si
era allontanato arrossendo
-Cosa stanno facendo? Chiese
sottovoce Kariya mentre guardava oltre lo schienale della poltrona con più
attenzione per capire cos’era stato
-Non lo so, ma Shindou …- E lì
si bloccò. Ora l’avevano visto bene entrambi
-S-Si stanno davvero …
baciando?- Kirino era sicuro che in quel momento il volto del ragazzo di fianco
a lui fosse dello stesso rosso del velluto delle poltrone
-Già e a quanto pare si stanno
dando da fare- Fu il suo commento "E bravo Shindou" Fu il suo
pensiero.
Continuavano a guardarli, ma i
due non sembravano intenzionati a fermarsi. Come se il mondo fosse sparito
intorno a loro. In quel momento si girò verso Kariya che li stava osservando
come in trans, come se ne fosse in qualche modo affascinato. Era davvero carino
con le guance arrossate, gli occhi spalancati e con il volto mezzo nascosto
dietro la poltrona
-Hey, Misaki?- Il ragazzo si
girò, non rendendosi contò che Kirino lo aveva chiamato per nome. Non si accorse
nemmeno che il suo volto era troppo vicino finché non sentì qualcosa sulle sue
labbra. Ci mise qualche secondo per capire che Kirino lo aveva appena baciato.
Rimase immobile anche quando il contatto finì. Il suo cervello non voleva
archiviare ciò che era appena successo -Sei ancora vivo?-
La sua voce lo riportò di colpo
alla realtà; divenne rosso come mai gli era successo e la sua bocca si aprì in
un grido isterico che fu, però, soffocato da una mano premuta contro il suo
volto. Kirino si portò un dito alle labbra in un tacito segno di fare silenzio,
ma Kariya non sembrò capirlo e continuò a emettere strani suoni soffocati. La
cosa andò avanti per qualche minuto quando ...
-Perché l’hai fatto?- Avrebbe
voluto urlare ma l’imbarazzo glielo impedì
-Pensavo fosse chiaro che mi
piacessi, Kariya- Il ragazzo si portò le mani al volto come a volersi nascondere
da quelle parole
-Non voglio sentirtelo
dire!-
-Avanti, guardami-
-No-
-Ti prego, Kariya-
-Ti ho detto di …- Ma fu
bloccato quando le sue mani furono strappate dal suo volto
-Guardami!- L’espressione sul
viso di Kirino era di una serietà che gli aveva visto solo sul campo di calcio
-Guardami negli occhi e dimmi che non ti piaccio-
- … I-Io … ecco … non- Kirino
sorrise
-Per il momento mi va bene così. Mi basta sapere che non hai risposto con un
no
secco-
-Cosa dici?! Non è per quel
motivo! Ero solo sorpreso!- Nonostante le sue parole, il rosso che gli
imporporava le guance raccontava tutta un’altra storia
-Sì, sì, cero-
-Potremmo anche uscire, quei due
non sembrano intenzionati a fare altro-
-Potremmo sempre imitarli, sai?
Lo so che vuoi uscire perché con gli altri non posso fare niente-
-Ma la smetti?-
--
-Ora cosa facciamo?- Chiese
Shindou concentrato a gustarsi il gelato che aveva comprato appena fuori dal
cinema
-Seguimi, c’è un posto che credo
ti piacerà- Kyousuke si guardava intorno come se cercasse di orientarsi e
trovare la strada giusta. Takuto si ricordò che aveva detto una cosa simile
prima al ristorante
-Conosci bene questa zona?-
Chiese al giovane attaccante mentre lo seguiva tra strade secondarie
-I miei genitori sono nati e
cresciuti qui. Quando è nato mio fratello si sono trasferiti, ma ci hanno
portato spesso a visitarla e …- Si fermò davanti a un negozio. Shindou si girò a
guardarlo e subito capì che si trattava di un negozio di musica - … mio padre
piaceva molto la musica e ci portava sempre qui. Diceva sempre che era uno dei
migliori in cui fosse mai entrato- Si voltò a guardare il capitano e vide nei
suoi occhi brillare di eccitazione
-Grazie-
Una volta all’interno Takuto non
sarebbe più voluto uscire da lì. Il posto non era enorme ma era talmente pieno
di oggetti che sembrava nettamente più piccolo. Le luci basse gli davano
un’atmosfera calda e accogliente. Furono accolti da un signore anziano con cui
ingaggiò un’intensa discussione su alcuni spartiti che per lui erano
introvabili. Quando l’uomo gli disse di averli ci mancò poco che non si mise a
piangere. Per tutto il tempo Tsurugi rimase in disparte a guardarsi intorno con
relativo interesse
-Questo posto è davvero il
migliore- Esclamò Shindou una volta fuori dal negozio, mentre stringeva al petto
il suo nuovo acquisto
-Lo sapevo che ti sarebbe
piaciuto- Tsurugi fece uno dei suoi rari sorrisi e Takuto si sentì ancora più
felice e fortunato
-Peccato, però, sono riuscito a
comprare solo uno spartito con i soldi che avevo-
-Ci possiamo sempre tornare-
Takuto lo guardò sorpreso, ma poi sorrise
-Già-
Passeggiarono tranquillamente,
chiacchierando di varie cose, dalle strategie per la futura partita a cosa
avevano fatto il giorno precedente. Si fermarono quando videro un campo da
calcio con dei palloni abbandonati. Sorrisero entrambi
-Facciamo quattro tiri?- Chiese
Shindou
-Ovviamente-
--
-Non è giusto. Voglio giocare
anch’io!-
-Oh, smettila Tenma! Non ti
sopporto più- Fu la risposta di Kurama ai lamenti
-Però a vederli giocare è venuta
voglia anche a me- Piagnucolò Shinsuke
-Non anche tu! E non appoggiare
sempre Tenma in ciò che dice!-
-Shhhh! Abbassate un po’ le
voci, non serve che vi ricordi la fine che faremmo se fossimo scoperti!- Il
commento di Sangoku li fece zittire tutti, spaventati dalla furia omicida di
Tsurugi
-Oh no, guardano in questa
direzione! Tutti giù!- All’unisono si nascosero dietro al muretto
-Sento dei passi in questa
direzione! Zitti tutti!-
La tensione era palpabile e i
passi non facevano altro che avvicinarsi. Per la paura chiusero gli occhi e ci
mancò poco che non si misero a pregare. Poi tutto finì, il rumore finì. Si
concessero di rilassarsi. Forse non erano stati passi d’uomo, ma qualche animale
che non avevano notato. O così pensarono finché
-Ragazzi …-
--
Shindou e Tsurugi stavano
giocando da almeno una mezz’ora. All’improvviso il capitano bloccò un tiro
dell’altro e si fermò. Quando vide che non accennava a schiodarsi da lì Kyousuke
chiese
-Perché ti sei fermato?- Lo vide
scuotere la testa come a volersi togliere una brutta idea dalla mente
-Penso di avere le allucinazioni
uditive. Mi è sembrato di sentire la voce di Tenma-
-Matsukase? Cosa ci farebbe
qui?-
-Lascia perdere. Devo essere
diventato pazzo- Tsurugi stava per iniziare a giocare quando ...
-Aspetta. Credo di essere pazzo
pure io. Mi è sembrato di aver appena sentito la voce di
Kurama-senpai-
-Pure io- Si guardarono e poi di
scatto voltarono la testa verso il muretto al limite del campo
-Quei brutti …- Kyousuke si avviò a passo veloce verso la sua meta
-Ragazzi …- I
suddetti iniziarono a sudare freddo. Avevano paura di girarsi, l’aria omicida
che Tsurugi emanava li stava facendo pentire di averli pedinati
-Tutti in piedi!- D’istinto la
squadra si alzò all’ordine del loro capitano, per poi pentirsene -Parlate- Lo
sguardo negli occhi di Shindou non ammetteva repliche. Non si erano aspettati di
dover fronteggiare anche la furia del capitano
-Ecco è tutto iniziato …- Tenma
intrattenne i presenti in un lungo e sconnesso racconto degli avvenimenti della
giornata. Più passava il tempo più l’irritazione nei due aumentava di
intensità
-Non vi è forse chiaro il
concetto di privacy?-
-Scusaci!- Gridarono in coro
mentre si prostravano in un inchino, cercando inutilmente di
rabbonirlo
-Ora tornatevene subito a casa!
Non voglio più sorprendervi a seguirci, chiaro?!-
-Sì!- Risposero prima di
svignarsela. Dovevano fare in fretta prima che cambiassero idea.
-Ah, Shindou?- La voce di Kirino
lo fermò dal tornare sul campo di calcio
-Cosa c’è?- Nella sua voce c’era
una chiara nota di irritazione
-No, niente. Volevo solo dirvi
che siete molto carini insieme!- Disse e subito si mise a correre per
raggiungere gli altri; non era lontano però quando sentì il capitano
urlare
-Kirino! Questa me la
paghi!-
--
Dopo tutto il trambusto erano
rimasti di nuovo da soli e per un attimo nessuno dei due disse nulla. Tra
l’imbarazzo di essere stati scoperti e la rabbia di non essersene accorti prima,
l’unico aspetto positivo era che i loro compagni non sembravano avere nulla in
contrario alla loro relazione
-Questa non me l’ero aspettata-
Disse Takuto. Dopo un’altra mezzora di gioco la rabbia era svanita e aveva
lasciato il posto a una sorta di rassegnazione
-Già-
-Ma se credono di cavarsela con
così poco si sbagliano- Era la prima volta che Kyousuke lo vedeva fare un
sorriso così … quasi sadico
-Vendicativo, eh?-
-Nessuno interrompe un mio
appuntamento- Tsurugi arrossì e distolse lo sguardo mentre Shindou si mise a
ridere
-Si sta facendo tardi. Forse è
il caso di tornare- Era un modo di cambiare discordo ma dallo sguardo dell’altro
capì che non c’era cascato
-Sì, hai ragione- Raccolsero le
loro cose e si avviarono.
Ci misero un po’ ad arrivare
alla stazione e per la durata della camminata si scambiarono poche parole.
Furono fortunati a trovare un treno quasi subito e presto constatarono la
mancanza di gente sulla banchina. A quanto pare doveva essere un’ora morta visto
che anche la carrozza su cui salirono era letteralmente vuota.
Rimasti solo loro due, si
sedettero uno di fianco all’altro. Fu allora che Takuto sentì una mano sulla
sua; sorrise e contraccambiò il gesto, appoggiandosi lievemente contro la spalla
di Kyousuke; il quale fece lo stesso. Rimasero così, mano nella mano,
accontentandosi della sola presenza reciproca. Si dovettero, però, separare
quando arrivarono alla stazione successiva. Rimasero comunque vicini, ma nessuno
sembrò notare la loro stretta vicinanza, troppo presi dai loro
affari.
Ben presto arrivarono a
destinazione; una volta scesi dal treno e usciti dalla stazione, i due non
sapevano cosa fare. Si sarebbero dovuti salutare? Come si sarebbero
comportati?
-Vuoi che ti accompagni a casa?-
La domanda sorprese entrambi. Se fosse stato in qualsiasi altra situazione
Takuto avrebbe rifiutato istantaneamente, in fondo non era una ragazza che non
sapeva badare a se stessa. Ma in quel momento l’offerta di passare dell’altro
tempo insieme non gli era per niente ostile
-Volentieri-
Lungo la strada nessuno dei due
parlò. L’imbarazzo cresceva ogni minuto che passava, come del resto il desiderio
di non volersi separare
-E questa la chiami casa? Non è più una reggia- Fu il simpatico commento di Tsurugi
quando furono arrivati a casa Shindou
-Non è poi così grande, non fare
il melodrammatico-
-Non è grande?- Chiese Kyousuke,
ma fu ignorato. L’imbarazzo, però, tornò quando si fermarono davanti alla porta
di casa. Nessuno dei due disse niente per alcuni secondi. Takuto stava per
salutarlo quando vide Tsurugi guardarsi intorno per poi avvicinarsi e baciarlo.
Sperava solo che non ci fosse davvero nessuno perché non trovò la forza di
allontanarlo
-Oh, Takuto, sei tornato!- I due
si staccarono di scatto, come se fossero improvvisamente stati colpiti da una
scossa elettrica, e si voltarono verso la porta. Sull’uscio c’era una donna
sulla trentina, lunghi capelli castani e occhi verdi.
-K-Kaa-san- La donna sorrideva
tranquilla, come se la vista di suo figlio che baciava un altro ragazzo non
l’avesse minimamente turbata -Cosa ci fai a casa? Non dovevi tornare tra due
giorni?- Lei mise le mani sui fianchi con fare offeso
-Uff, ti sembra il modo di
salutare la tua mamma dopo che è stata via per tanto tempo?- L’oltraggio nella
sua voce era palesemente finto, sembrava più che altro divertita dalle facce
estremamente rosse dei due ragazzi -Takuto non mi presenti il tuo
amico?-
-Ah, lui è Tsurugi Kyousuke, è
nella squadra di calcio-
-Oh, sei il ragazzo di cui
Takuto parlava sempre- Le guance del capitano della Raimon divennero se
possibile ancora più rosse per l’imbarazzo
-Kaa-san!- Si lamentò ma fu
completamente ignorato dalla madre
-Il numero dieci giusto? Piacere
di conoscerti, io sono Kyoko Shindou- La sua voce non lasciava trapelare altro
che felicità
-P-Piacere di conoscerla,
signora-
-Oh, non chiamarmi così, mi fa
sentire vecchia. Kyoko-san andrà più che bene-
-O-Okay, Kyoko-san-
-Vuoi unirti a noi per cena?-
Takuto stava per obbiettare, ma fu fermato dalla donna
-M-Mi piacerebbe ma devo tornare
a casa-
-Oh sì, che sciocca. La tua
famiglia si preoccuperà se non torni a casa- Tsurugi fece un piccolo
inchino
-Quindi io ora vado. Salve
K-Kyoko-san; Takuto ci vediamo domani agli allenamenti. Sayonara- Disse prima di
svignarsela
-Oh, che caro ragazzo- Disse
allegra mentre lo guardava dileguarsi
-Kaa-san!-
-Cosa c’è?-
-Non poteva essere più
imbarazzante di così-
-Oh, ma perché? Sono felice per
te, tesoro. Sembra proprio un bravo ragazzo-
-A volte vorrei che ti opponessi
di più all’idea. È inquietante quanto tu ne sia entusiasta-
-Perché scusa? L’importante è
che tu sia felice, no? Neanche tuo padre a nulla in contrario alla tua relazione
con lui-
-Infatti, non è strana la cosa?
Di solito i genitori si oppongono in tutti i modi-
-Non capisco perché ti dia tanto
fastidio che sosteniamo la tua scelta. È la tua vita, ed è giusto che tu la viva
come vuoi. L’unica cosa che ti chiedo è di non fare nulla di spinto fino ai
sedici anni-
-Oh no, ti prego. Finiamola qui,
okay?-
-Va bene- Entrarono in casa.
Takuto si sedette in cucina mentre Kyoko iniziò a preparare la cena -Allora,
com’è andato l’appuntamento?- Chiese pur sapendo la reazione che avrebbe
ottenuto in cambio
-Kaa-san! Vado a suonare, non
chiamarmi prima di cena- Si alzò di fretta e si rifugiò nella stanza con il suo
amato pianoforte. Kyoko sospirò e tornò ai fornelli. Era preoccupata per suo
figlio, anche se aveva affrontato le difficoltà nel suo amato sport uscendone
vincitore, c’erano altre cose che l’avrebbero messo in crisi. Non sapeva perché
ma aveva un brutto presentimento
-Oh, Takuto non puoi sempre
scappare dalla realtà e rifugiarti nella musica. Un giorno o l’altro le tue
certezze crolleranno. Che cosa farai allora?-
*Owari*
Dizionario/Note
[1] Nii-san: Fratello maggiore
[2] Ohayo: Forma di saluto
[3] Kami: Dio
* Questa scena l’ho presa da
quest’immagine che mi piaceva
troppo assai!!!
** Non sapevo che abbigliamento
fargli, poi ho visto quest’immagine. Me ne sono
innamorata!
-Konnichiwa!- ndRan
-Come al solito sei fin troppo contenta per i miei gusti- ndJane
-Ma non sei felice di averla finalmente finita?- ndRan
-Questo di certo, ma è stata davvero una faticaccia- ndJane
-Bisogna soffrire se si vuole espandere l’amore per le KyouTaku!!!- ndRan
-Perché hai sempre tutta questa energia repressa da rilasciare in momenti
come questo?- ndJane
-Mamma mia che lamentona! In ogni caso c’è un altro motivo per festeggiare!-
ndRan
-E quale sarebbe?- ndJane
-Ma come, non hai notato che questa è la one-shot più lunga che abbiamo mai
scritto? Ben 12 pagine belle piene di word!- ndRan
-Urra, scusa se no partecipo con altrettanto entusiasmo, visto che non
sopporto il finale- ndJane
-Ahh, lasciamo perdere il finale. Non mi convince, ma non sapevamo proprio
come concluderla. Però, un po’ rennuncia ciò che avverrà nella prossima parte, anche se non potete immaginare cosa abbiamo in mente- ndRan
-Possiamo solo dirvi che sarà una long-fic e un po’ più drammatica rispetto a
questa due. Non so quando scriveremo ficcy su altre coppie- ndJane
-Già, ma qui c’ernao anche Kirino e Kariya! Che tenerucci!- ndRan
-Non siamo responsabili di eventuali errori, per il controllo ci affidiamo al
‚controllo ortogarfico di word’ quidni non lamentatevi! Non abbiamo voglia di
rielggere tutto da capo!- ndJane
-Con questo è tutto. Leggete e commentate!- ndRan
-Sayonara ndRan&Jane
P.S.: Vi ricordiamo di venirci a trovare su Facebook alla pagina
"Otaku & Yaoi Shrine" e su Tumblr "Ran&Jane’s Manga Café"
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