A question, an answer

di Artemisia89
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Cercai negli occhi di quell’uomo una sola risposta alla domanda che mi assillava da ormai troppo tempo.

[da quando lo avevo conosciuto]

Lui era in un viaggio continuo, con una voce bassa e roca intenta a sussurrare promesse di vento a spiriti fragili come cristallo.

A spiriti danneggiati per l’amore di lui, dell’amore per lui. Consumati da una passione funesta ed inutile.

Dell’abbandonarsi ad una bugia, ad un’incostanza, ad un forse, ad un attimo di sentimento rubato loro impararono a farne un arte. Divennero maestre nel creare un tempo inesistente, loro, così afflitte dalla sua assenza, dal suo esserci precariamente, dalle sue parole gelide, dai suoi respiri invocati.

Le sue mani sui loro corpi diventavano ricordi lontani a causa di movimenti automatici.

E così, mentre loro si consumavano per il vivere troppo la vita per lui, lui continuava a vivere nel vento, lasciandole sole, non riempiendosi altro che di se stesso, vagando verso altri posti. Accontentandosi di poco in verità, ma lasciando sembrare il contrario per avere la scusa per continuare a cercare altro. Ancora.

 

È arrivato qui, e venendo ha turbato la mia vita perfetta, incastrata.

I suoi occhi sembrano un pozzo di lacrime, le loro lacrime, così paurosamente simili a due scorci di oceano. I suoi occhi sono di un blu perfetto, che non ha sbavature.

Non mi piace sorprendermi a guardarli.

Mi odio per questo.

Voglio che vada via.





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