Un altro mondo…un’ altra storia…
I nostri eroi si ritrovano catapultati nel nostro mondo.
Ehi XD Ci sono anche io nella storia ^^ sono la ragazza che
se li porta a casa XD
Capitolo 1: Il teletrasporto
Un giorno, Tas stava gironzolando
allegramente in giro per Palanthas quando decise, visto che non aveva niente da fare e, si sa
la noia è pericolosa per i kender, decise di
provare a intrufolarsi nella grande biblioteca.
Riuscito a sgusciare oltre le guardie e gli estetici si mise a curiosare tra i libri. Numerosi volumi antichi e
impolverati stavano impilati ordinatamente in altissimi scaffali di legno che
coprivano le intere pareti e riempivano il salone, uno dei tanti.
Curiosando tra gli scaffali, uno in particolare
attirò la sua attenzione, era la storia di Krynn,
o almeno uno dei tanti volumi a essa dedicati. Tas lo tirò giù con grande sforzo che quasi
gli fece crollare tutto addosso (compresa polvere e ragnatele varie) e lo appoggio su un tavolo. Lo sfogliò un po’ annoiato ma successivamente si rese conto che il volume
parlava anche di lui e dei suoi amici. Stupefatto trovò una cosa
alquanto curiosa tra le pagine: una sorta di pietra rossa trasparente.
Tas, felice della sua scoperta si
sedette a rimirarsela tra le mani.
La pietra ad una prima osservazione era rossa e trasparente,
come un grosso rubino, poi osservandola meglio potè
notare un paesaggio all’interno, dei più strani che avesse mai
visto, e persone che si muovevano.
“Ehi! Questo sembra un altro mondo! Che
cosa fantastica! Devo subito farlo vedere a...”
Ma la sua frase venne troncata a
metà mentre Tas scompariva dalla stanza.
Il kender aveva sperimentato di
tutto, viaggi nel tempo compresi, ma questo fu di
certo il viaggio più movimentato che avesse mai fatto. Gli sembrò
di vedere le Lune e le stelle in lontananza, mentre lui viaggiava per una
metà sconosciuta.
Ad un certo punto, il suo viaggio terminò in modo
brusco e si ritrovò in un posto stranissimo. Subito un grande rumore lo accolse e risvegliò la sua mente
ancora confusa da quello strano teletrasporto.
Il paesaggio intorno a lui era una grande
piazza, tutta grigia, con un alta costruzione imponente di cui mai ne aveva
viste di simili.
La piazza brulicava di persone, sembravano in festa per
qualcosa, indossavano maschere e costumi e lanciavano qualcosa in aria che
ricordava la neve a vederla scendere, ma era di tanti colori diversi.
Tas non ci capiva niente, e voi
sapete che è decisamente impossibile far
impazzire un kender, quindi riacquistata la fiducia
in se stesso, malgrado fosse sconcertato, l’eroe delle Lance andò
gentilmente a chiedere un indicazione a un passante.
Il passante in questione era una bambina
di 7 anni, Tas le andò incontro
sorridente.
“Ciao scusa…mi sapresti
dire dove siamo?”
Lei lo guardò come se fosse uno scherzo e poi rispose
“Che domande…siamo a Milano no? Ed è carnevale se non te ne
sei accorto…ora devo andare..ciao!” lo salutò e poi corse a giocare.
Tas era ancora più
sconcertato di prima. Di viaggi nel tempo li aveva sperimentati più
volte, ma aveva sempre capito dov’era andato a finire, ora invece si
ritrovava in un tempo e un luogo decisamente
sconosciuti. Si, decisamente questo doveva essere un
altro mondo, di certo non era Krynn…
“A meno che Thaksis abbia deciso di dare in affitto
l’Abisso…dubito di trovarmi su Krynn”
Messa una pietra sopra su questa importante
questione, Tas si sedette sulla base di un monumento
senza sapere che pesci pigliare, e un kender che
rimane fermo per troppo a lungo in un posto si sa: è grave.
Poco dopo, con suo stupore (e questo gli diede anche ulteriori preoccupazioni), si vide teletrasportarsi
davanti tutti i suoi amici sconcertati almeno quanto lui.
Inoltre, un paio di occhi a
clessidra lo stavano fissando in una maniera decisamente accusatoria.
Tanis, notando che il kender si trovava già li
prima di loro si rivolse a lui.
“Tas ma dove accidenti
siamo?”
Fu Raistlin a rispondere,
strappando di mano la pietra rossa a Tas e
mostrandola agli altri.
“Questa, mezz’elfo, se
lo vuoi proprio sapere, è una pietra del teletrasporto.
Queste pietre vengono incantate appositamente per
fungere da portale verso un altro mondo. Sono molto rare.” Si interruppe e tossì. “Il problema è,
che una volta usate” mandò un
occhiataccia a Tas “Hanno bisogno di un certo
periodo di tempo per essere riutilizzate e questo dipende dalla lontananza
della locazione da Krynn”
Tanis guardò
la pietra, mostrava immagini di Palanthas.
“Quindi stai dicendo che
è una sorta di portale…e che ora noi non possiamo tornare
indietro? Quanto ci vorrà per poterla utilizzare
ancora?”
Raistlin fece una smorfia “Approssimativamente
almeno un anno”
Tanis scoppiò “Cosa??? Tas sei stato tu? Cosa ti è saltato in mente? E come ha fatto,
accidenti, a teletrasportarci tutti visto che non
eravamo con lui???”
Dalamar, che fin ora non aveva
detto una parola e se ne stava con le mani nelle maniche della veste, gli
rispose “è bastato semplicemente che pensasse a noi”
Crysania, vicino
a Raistlin, intanto si guardava intorno
“Perché nessuno è sorpreso di vederci?”
“A questo non posso risponderti, ma credo che stiano
festeggiando qualcosa visto che sono in maschera, suppongo che sia per questo
che i nostri modi di vestire non attirino l’attenzione” Tossì
“In ogni caso dobbiamo andare via di qui”
“Mio fratello ha ragione, dobbiamo trovare un luogo
tranquillo per poter pensare”
In quel momento una ragazza corse loro incontro.
Era vestita in modo strano, certo, ma alla loro vista di
certo meno strano rispetto agli altri abitanti di quel
paese. Indossava un lungo vestito medievale nero, con un accenno di strascico,
e un paio di guanti sempre neri e di pizzo. I capelli erano rossi, un rosso che
non avevano mai visto ed erano sciolti.
Si fermò davanti a loro sorridendo.
“Volevo farvi i complimenti per i
vostri costumi, io adoro Dragonlance!”
Raistlin alzò un sopraciglio.
“Beh…che ho detto?” chiese
sconcertata
Caramon si fece avanti
“Perdona mio fratello, piacere di conoscerti, sono Caramon” sorrise
La ragazza tuttavia aveva perso il sorriso.
“Stai…stai
scherzando?”
Caramon continuò
“Grazie dei complimenti, anche se non ho capito per
cosa, e comunque…cosa centrano le Dragonlance?”
Suo fratello scosse la testa in maniera seccata e venne
avanti.
“Come conosci le Dragonlance?”
disse in un sibilo
La ragazza non rispondeva sotto l’esamine
di quegli occhi d’oro. Poi pietrificata guardò uno ad uno i presenti, incapace di dare un senso logico a quello
che stava vedendo. Erano uguali, identici, potevano
essere solo loro, ma loro non esistevano! Come potevano
esistere? Eppure non poteva esistere una persona sola che potesse
assomigliare a uno di loro così tanto.
“Come…come siete arrivati qui?”
Tas venne avanti un po’ a
disagio. “Ecco…ho trovato una pietra…quella pietra…” indico la gemma rossa che Raistlin aveva in mano. “E
siamo arrivati tutti qui”
Lei guardò Raistlin cercando
di vederlo in viso, ma il mago aveva il cappuccio alzato sulla testa.
“Ancora non riesco a credere a quello che sto vedendo, a dare un senso
logico, tuttavia credo che voi non mi stiate prendendo in giro e questa storia
purché abbia dell’assurdo è vera. Voi siete qui e io vi
posso vedere e toccare. Non siete travestiti …siete voi…”
disse con una voce flebile che stava perdendo il coraggio
mentre guardava il mago che tossiva sangue in un fazzoletto.
“Puoi aiutarci? Non possiamo
rimanere qui” disse Caramon guardando
suo fratello con la coda dell’occhio.
Lei annuì “Si, vi
porterò a casa mia.”
Tanis però scosse la testa
“Caramon non sappiamo
neanche chi è questa ragazza…”
Raistlin però intervenì sferzante “Andremo da lei”
Fulminò Tanis con gli occhi “Non abbiamo
scelta e deve ancora rispondere ad alcune domande.”
La squadrò da capo a piedi, leggendovi insicurezza. Ma lui, comunque, era sempre stato bravo a mettere a disagio le
persone.
“A proposito…” disse Tanis
“Non ci hai ancora detto come ti
chiami…inoltre sembra che tu sappia già chi siamo”
Lei arrossì “Di questo è meglio che ne
parliamo a casa, comunque mi chiamo Eleuteria, Ele se preferite” Sorrise “Ora
andiamo…seguitemi.”
Così lo strano gruppo seguì la ragazza
giù nella metropolitana e poi nel treno, fino ad arrivare a casa sua.
Sua madre non immaginava nemmeno lontanamente chi sua figlia
le avrebbe portato in casa tra poco…