Cammino
a passo veloce sul pavimento di marmo all’entrata
dell’edificio del Times
, la rivista per cui lavoro ma visto
che ho i tacchi, sto
pregando di non
cadere proprio qui e fare una delle mie solite figure. Sento il mio
blackberry
squillare, è Meg.
-
Ti ascolto Meg, dimmi tutto. – le rispondo schiacciando un
tastino quasi
invisibile sul mio auricolare. Poi quando sento la voce della mia
segretaria
penso a lei e al suo buffo modo di vestirsi, così colorato e
.. brioso. Ma
nonostante ciò è la miglior segretaria che si
possa trovare.
-
Dunque, il tuo appuntamento delle 10 è saltato, mr.
Smitherson firmerà il
contratto alle 5, l’articolo che hai scritto è
piaciuto e verrà pubblicato sul
numero di domani e .. oh, Hope! Devi passare qui alla reception: ci
sono
parecchi messaggi per te, tutti dalla stessa persona… li ho
annotati, appena
arrivi te li do –
Ok,
decisamente tante cose per una sola chiamata.
-
Grazie Meg, sto salendo - spengo
l’auricolare ed entro
in ascensore.
Schiaccio
il numero 6 e visto che l’ascensore è vuoto ne
approfitto per sistemarmi la
camicetta, riordinare i contratti e gli articoli nella mia
portadocumenti di
Louis Vuitton e sistemarmi ordinatamente la coda di cavallo.
Ding
Arrivata.
Riprendo
il passo veloce e sicuro che avevo nella hall e mi dirigo determinata
verso il
bancone della reception del mio piano dove Meg mi stava
aspettando. Afferra
i bigliettini con i messaggi di
stamattina e me li porge sorridente.
-
Grazie Meg. Sai di chi sono? – chiedo mentre li infilo nella
portadocumenti.
-
Se non lo sapessi non avrei stampato in faccia questo sorriso. Sono di
Harry. –
Harry?
Oddio.
-
Mmh, ti riferisci ad Harry Styles, lo stronzo con cui mi sono lasciata
5 mesi
fa? Quell’Harry?
–
-
C’è bisogno di chiederlo? – risponde
Meg, masticando la sua cicca e tornando a
limarsi le unghie.
-
Bhe allora puoi anche riprenderteli, davvero, non mi va di leggerli, e
poi non
so perché mi scrive, visto che ci eravamo detti tutto. Ecco,
te li rimetto qui
– faccio per appoggiarli al bancone, ma Meg mi ferma.
-
Non farlo! Il ragazzo era piuttosto insistente, non voglio che continui
a
tenermi occupate le linee. Forse è meglio se li leggi
–
Mio
malgrado, ha ragione. Se in questi biglietti mi chiedesse di
richiamarlo e io
non lo facessi continuerebbe a chiamare l’ufficio- Lo
conosco, è fatto così.
-
Come può pretendere che lo richiami con tutti questi impegni
… - rileggo
velocemente l’agenda degli appuntamenti che ho in mano.
-
Si hai ragione. Lavoro, lavoro, lavoro eh? È un
periodaccio… -
-
A chi lo dici! Scusa, vorrei stare qui a parlare, ma appunto
… il lavoro
chiama! Ciao Meg! -
Mi
dirigo verso il mio ufficio rivolgendo un’occhiata fugace
alla mia valigetta,
che improvvisamente a causa di qualche biglietto, sembra essersi fatta
più
pesante.
Cosa
vuole ancora Harry? Abbiamo chiuso, è finita, kaputt.
Probabilmente
avrà trovato qualche mio vestito a casa sua e vuole che
torni a riprenderlo
così non dovrebbe dare spiegazioni alle amichette
che si porta a casa.
Mi
ritrovo a fare mentalmente la lista di ciò che potrei aver
lasciato a casa sua
quando arrivo davanti al mio ufficio.
Spalanco
con non poca fatica la porta che non permette di vedere la stanza; una
volta
entrata, dopo aver lanciato giacca e valigia sul tavolino , mi
abbandono sulla
poltrona, togliendo i tacchi e appoggiando i piedi sulla scrivana
davanti a me,
non badando a fogli e strumenti di lavoro caduti a terra.
Mi
copro gli occhi stanchi con un gesto della mano, e resto in silenzio
per
qualche istante, cercando di fare la donna sicura di sé e
forte (quale sono) e
di ignorare quei post-it pulsanti che mi chiamano dal cuore della mia
portadocumenti.
Non
resisto più, cosi mi alzo in piedi, sempre scalza, sentendo
il piacevole
effetto che ha il parquet sotto i miei piedi e mi avvicino al tavolino.
Sono
cauta, come se una volta aperta, dalla valigetta potesse uscire un orso
pronto
a divorarmi.
Lentamente
la apro e ancor più lentamente ne estraggo i foglietti
gialli e appiccicosi.
Torno
alla scrivania e mi siedo tenendo stretti i biglietti e cominciando a
leggere
sottovoce.
Ciao
Hope, sono Harry.
Chiama
appena trovi il messaggio.
Giovedì,
ore 7:03
Wow.
Conciso e diretto. Come suo solito.
Sono
Harry, richiama è importante.
Ieri,
ore 18:23
Bhe
almeno nel primo messaggio aveva salutato.
Sempre
Harry.
Non
so se ce l’hai ancora con me, ma è importante
per cui richiama.
Oggi, ore 9:06
Ma
da quando sono accumulati questi messaggi? Ah, ora ricordo: Meg mi
aveva
avvertito, ma io ero troppo occupata.
So
che sei una donna impegnata ma potresti trovare 5
minuti per richiamarmi?
Oggi,
ore 9;45
Ok,
adesso fa anche l’offeso?
Ok,
visto che non richiami te lo faxerò.
Ecco
qua:
Allegato
a questo biglietto c’è una specie di fax,
così piccolo da sembrare quasi uno
scontrino:
Oggi,
ore 10:21
Bhe,
l’ho mancato per poco. Ora sono le 10:30.
Il
matrimonio di Gemma è questo weekend. Tu eri
invitata, ci saremmo dovuti andare insieme e lei ci terrebbe molto a
rivederti.
Ormai è tutto organizzato con il tuo nome, invito, posto a tavola
… e anche la stanza nel
cottage sul lago.
Ricordi?
Il matrimonio si tiene fuori città e si sta
via un weekend.
Quindi
ti prego di mettere via il tuo rancore e
tirare fuori un bel vestito, perché vorrei chiederti di
accompagnarmi comunque,
nonostante tutto quello che è successo tra di noi. Poi non
ti chiederò più
nulla. Fammi questo ultimo favore.
Adesso
devi richiamarmi però.
Ah
già. Il matrimonio di Gemma.
Cavoli
e ora che faccio?
Dovrei
andare? Forse si, per staccarmi completamente dalla famiglia Styles, e
non
avere rimorsi.
Estraggo
dalla borsa il blackberry e invio un messaggio di conferma a Harry, non
ho
voglia di chiamarlo e di sentire la sua voce.
Oh,
guarda: ho ancora il suo numero tra le chiamate rapide.
Dovrei
toglierlo.
Bha,
forse un giorno, se avrò voglia.
SLAEV!!!!
Cioè SALVE!
:D
Vi
interessa come inizio?
Vi ispira?
:D
Lo
spero proprio! Ho intenzione di farla decentemente questa storia u.u
Le
recensioni sono ben accettate e veramente veramente
gradite <3
Seguitemi!
:D
Ciaooooooooo
<3
#HOPE
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