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CAMBIAMENTI
-Ron!? Ronald!-
Ron sobbalzò svegliandosi e guardò Hermione davanti a se.
Sbadigliò sonoramente e poi si rese conto di essere ancora sull'espresso per
Hogwarts.
-Cosa c'è?- si lamentò.
-Tocca a te fare il giro del treno-
-Oh, mmm, sono così stanco- fece assonnato. Hermione rifletté per qualche secondo.
-Beh se vuoi posso farlo io al posto tuo, il giro del treno- Ron
sorrise incredulo.
-Davvero?...Faresti questo per...me?-
-No!- esclamò subito Hermione sedendosi accanto ad Harry che
rideva -Ed ora fila a far il tuo compito- rise.
Il ragazzo dai capelli rossi fece una smorfia ed aprendo la portiera disse ad
Hermione.
-Ti odio- sentì Harry e la ragazza ridere.
-Si anche noi Ron-
Il rosso uscì dallo scompartimento e sorrise mezzo divertito, si avviò
verso la coda del treno guardando in tutti gli scompartimenti per controllare come
andava avanti il viaggio dei suoi compagni.
Era quasi arrivato alla coda del treno quando vide l'anziana signora con il
carrello dei dolciumi, all'improvviso gli venne una strana voglia di cioccorane.
Controllò quanti spiccioli aveva in tasca e trovò qualche zellino, si
avviò verso la signora.
-Emh- Era concentrato su tutte le cibarie che presentava il
carrello della signora, ma pochi secondi dopo il suo sguardo fu attirato da una
lunga chioma di capelli biondi, che aveva visto molto di frequente negli anni
precedenti e che gli piaceva guardare.
-Emh... d-due cioccorane...- fece senza perdere di vista quei
capelli.
-Quattro zellini caro- pagò la signora e la oltrepassò di
fretta, guardando dentro gli scompartimenti, e in giro ma non trovava più la
chioma l'aveva persa di vista, sbuffò e si mise ad imprecare contro se stesso.
Arrivò fino alla fine del treno, ma niente, sospirò e guardò le sue due
cioccorane
"L'avevo presa per lei" pensò triste.
Uscì fuori sulla coda del treno e di nuovo il sorriso invase il suo volto.
Eccola lì, che guardava il paesaggio scorrere veloce e i suoi meravigliosi
capelli tutti all'indietro, il suo profilo e gli occhi azzurri rivolti verso il
cielo e ogni tanto cadevano in basso.
Ron prese un profondo respiro
"Avanti Ron, ce la puoi fare" pensò sicuro.
Fece un piccolo passo.
"No, Ron tu non ce la puoi fare" pensò ancora girandosi per entrare nel
treno.
"Invece si" Si voltò nuovamente.
"No!" le diede ancora le spalle.
-Ron!- sentì la sua voce da dietro, e le orecchie gli si
colorarono di rosso.
Lentamente si voltò e fece un timido sorriso.
-Emh... Ciao Luna... sai passavo di qui-
-Ciao Ron!- disse la ragazza entusiasta -Come stai? Quanto
tempo!-
Ron guardò a terra
-Già, oh...emh...io sto bene, tu?- .
Ma Luna non rispose si voltò di nuovo ad osservare il paesaggio.
Il rosso le
andò accanto.
-Questa è per te- le diede la cioccorana che lei prese con un
sorriso.
-Grazie!- In silenzio le mangiarono, Ron trovò Silente e restò a
fissarlo per molto tempo.
Mentre Luna esultò quando aprì la sua.
-Guarda qui chi c'è! Harry!- fece vedere a Ron la foto di Harry
sulla carta della cioccorana, il rosso rise sarcasticamente.
-Ormai sta dappertutto.-
-Il ragazzo che è sopravvissuto davanti ad un attacco di Tu-Sai-Chi,
Harry Potter un ragazzo appena diciassettenne, che è sfuggito dal signore
oscuro più di una volta...- lesse Luna e poi lo buttò via. -A cosa
mi serve la sua foto se ce l'ho come amico-
Ron sorrise guardando avanti.
-Mi stavi cercando prima?- chiese Luna con il suo solito tono.
-Emh...oh...io...- sospirò -A dire la verità si...-
adesso oltre alle orecchie anche tutto il volto era infuocato.
-Volevi dirmi qualcosa?-
-Emh... Volevo dirti qualcosa? No, cioè emh si... volevo sapere perchè non eri venuta nella nostra carrozza"
mentì..
Luna alzò le spalle, e per la prima volta da quando la conosceva,
i suoi occhi non brillavano di quella strana luce, il suo sorriso non era come
quello di sempre, la sua voce non più euforica, stava cambiando qualcosa, per
la prima volta da quando la conosceva... la ragazza gli sembrava così... triste.
-Volevo starmene qui- guardò il cielo -Da sola... a
pensare-
-A pensare? A cosa?-
-Beh Ron tu mi conosci- lo guardò negli occhi, e dolci fulmini
elettrizzanti colpirono il cuore del ragazzo e come paralizzato non riusciva a
muoversi. -Di solito io sono spensierata e credo alle cose più assurde
ma...- Gli si avvicinò di un passo, ed il cuore del grifondoro mancò di
un battito.
"Oddio e ora che faccio?"
"La baci no?" disse una vocina nella sua testa, come
se fosse la cosa più scontata in questo mondo.
"Cosa?"
"Forza sono pochi centimetri"
"Oddio, no mi respingerebbe, sicuro, e la nostra amicizia finirebbe e...-"
"Ma smettila! Avanti baciala!" esclamò la vocina.
Gli occhi spalancati, certo baciarla non era una cattiva idea, ma in quel
momento così imbarazzante non farlo per lui era ancor migliore.
-Ora credo che sia tutto cambiato- guardò a terra -Dopo aver
visto la faccia di Harry, quando Silente è morto, dopo aver combattuto
contro tutti quei Mangiamorte... dopo essere stata al funerale di Silente, tutto...
qua dentro...- si mise una mano sul cuore -E' cambiato-
Ron cercò di rilassarsi.
"Okay, calma, questo non è assolutamente il momento di
baciarla, no, no, la devo consolare si certo, devo fare questo..."
-Siamo tutti cambiati in questi pochi mesi-
Luna annuì.
-Beh, prima pensavo a tutte queste cose, da quando vi ho conosciuto la
mia vita è totalmente cambiata, e per questo vi dico: grazie-
-Sono io che ringrazio te, tu ci sei sempre stata accanto- sorrise,
questa volta sinceramente il ragazzo.-Hai sempre combattuto con noi, ci hai
sempre sostenuto, hai rischiato la tua vita con noi, senza mai tradirci...-
"Ok Ron ora baciala" disse ancora la vocina.
"Diamo tempo al tempo"
"No! Ora!"
"No! Voglio sapere ancora, voglio sapere di più" rispose dentro di se.
"Cosa?"
"Taci"
Luna lo guardò nuovamente con quei suoi occhi azzurri che
ogni volta lo facevano sciogliere o arrossire, ma in quel momento non era così,
una strana sensazione lo colpì... era tenerezza ciò che provava per lei in
quel momento? Era qualcosa di più che amicizia, sicuro, ma ancora non riusciva
a capire cosa fosse o cosa volesse davvero.
-Beh- e per la prima volta sembrava imbarazzata.
Si girò di nuovo e guardare il cielo cercando di evitare gli
occhi del ragazzo.
Ron sorrise sentendosi leggero questa volta e soprattutto a suo agio.
Sentendo il vento che gli scompigliava i capelli, la dolce freschezza di
settembre sfiorargli il viso, prese un profondo respiro chiudendo gli occhi.
Poi la guardò ancora.
"Che aspetti? Muoviti Ron avanti! Su!" gli disse la vocina dentro la sua
testa, ma la ignorò questa volta.
-Ma guarda un po' chi c'è il piccolo lenticchia con la Lunatica!-
disse una vocina stridula.
Ecco, era tutto finito, ma perché doveva venire ad interromperli proprio in
quel momento?
Ron si voltò verso di lei.
-Cosa vuoi Parkinson?-
I piccoli occhietti della serpeverde viaggiarono da Ron a Luna e da Luna a
Ron.
-Ero venuta controllare, se facevi ciò che devi fare- disse
rivolta verso al rosso -Ma siccome non lo stai facendo credo che dovrò togliere
punti a grifondoro-
-Fai pure, tanto la vinceremo anche quest'anno la coppa delle case-
-Va bene, allora sono venti punti in meno per i grifondoro-
-Andiamocene Luna-
Preso dall'irritazione e dalla voglia che aveva di schiantare
quell'arpia non
pensò che a Luna le stava prendendo la mano per portarla dentro il treno, ma al
contrario lei se ne accorse.
Il grifondoro la portò a passo veloce il più lontano
possibile dal insopportabile serpeverde poi si voltò a guardare Luna e le loro
mani unite sgranò gli occhi e capelli, orecchie e volto ormai erano dello
stesso colore.
-Amh... Emh... io... eee...- Cominciò a balbettare senza
saper che dire.
-Si nemmeno io la sopporto per fortuna ci siamo allontanati-
disse la ragazza cercando gli occhi del rosso che erano sfuggenti per
l'imbarazzo.
Ma le loro mani non si sciolsero.
Era troppo calda e grande quella di Ron per voler che si
staccasse dalla sua.
Era troppo morbida e liscia quella di Luna per non volerla
toccare.
Finalmente gli occhi del ragazzo caddero su quelli azzurri che
li cercavano.
Come fosse stato un solo istante infinito quanto bello i loro
sguardi uniti a tutte le sensazioni accumulate in pochi minuti invasero il cuore
di entrambi creando emozioni mai provate.
Gli occhi del ragazzo si persero nell'azzurro intenso come
immensi laghi di cristallo che sembravano tanto fragili, tanto intensi e
splendidi, ora mai era tutto automatico.
Non potevano udire il rumore del treno che viaggiava o gli
sguardi dei pochi presenti in quella parte del treno, li avvolgeva una soffice,
invisibile, nube che li esternava per quei piccoli istanti dal mondo reale,
quello vero, per farli finire in un mondo ancora da riempire con le loro
emozioni, sensazioni, con i loro gesti e i loro sguardi.
Affascinata, come incuriosita dalla nuova sensazione, Luna
alzò la mano destra verso il viso del ragazzo andandolo a sfiorare leggermente
con il suo tocco delicato.
La pelle liscia della mano della ragazza fece risvegliare Ron
dall'immenso degli occhi azzurri in cui si era perso e la vocina dentro la sua
testa si era messa d'accordo con il vero lui.
L'attirò lentamente e dolcemente a se, senza però mai
staccare gli occhi dai suoi e cercando di far durare ancor di più quegli
istanti infiniti, le dita delle mani unite andarono ad intrecciarsi, e le loro
labbra, già a pochi centimetri, ad unirsi in un unico bacio, gli occhi si
chiusero ed i cuori suscitarono in loro altre mille e più sensazioni uniche,
mai provate, sensazioni indescrivibili.
Ogni dettaglio, ogni particolare delle loro mani intrecciate,
del volto caldo del ragazzo sotto il tocco delicato di lei delle loro labbra
ancora unite in ciò che manifestava quello che provavano, sarebbe rimasto
impresso come una cicatrice, o una ferita, una dolce e tenera ferita nei loro
cuori, che mai, e poi mai, si sarebbe nemmeno cicatrizzata, perché
caratterizzava la sensazione più unica e imprevedibile che un essere umano, o
meglio un mago poteva provare per un altro: Amore.
FINE
Hinata-chan
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