"Sull'onda calma e nera dove dormono le stelle
La bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,
Ondeggia molto piano, stesa nei suoi lunghi veli...
Si sentono dai boschi lontani grida di caccia.
Sono più di mille anni che la triste Ofelia
Passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero;
Sono più di mille anni che la sua dolce follia
Mormora una romanza alla brezza della sera.
Il vento le bacia il seno e distende a corolla
I suoi grandi veli, teneramente cullati dalle acque;
I salici fruscianti piangono sulla sua spalla,
Sulla sua grande fronte sognante s'inclinano i fuscelli.
Le ninfee sfiorate le sospirano attorno;
A volte lei risveglia, in un ontano che dorme,
Un nido da cui sfugge un piccolo fremer d'ali:
Un canto misterioso scende dagli astri d'oro.
O pallida Ofelia! Bella come la neve!
Tu moristi bambina, rapita da un fiume!
I venti piombati dai grandi monti di Norvegia
Ti avevano parlato dell'aspra libertà;
E un soffio, torcendoti la gran capigliatura,
Al tuo animo sognante portava strani fruscii;
Il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
Nei gemiti dell'albero e nei sospiri della notte;
L'urlo dei mari folli, immenso rantolo,
Frantumava il tuo seno fanciullo, troppo dolce e umano;
E un mattino d'aprile, un bel cavaliere pallido,
Un povero pazzo, si sedette muto ai tuoi ginocchi.
Cielo! Amore! Libertà! Quale sogno, o povera Folle!
Ti scioglievi per lui come la neve al fuoco:
Le tue grandi visioni ti strozzavan le parole
E il terribile Infinito sconvolse il tuo sguardo azzurro!
Sii Ofelia Molly Hooper"
Chiude il libro, e nel silenzio la casa sembra rabbuiarsi.
Alza gli occhi. Il sole, dietro alla finestra sta calando.
Poi sobbalza.
Un passo.
Due.
C'è qualcuno in casa.
Si alza di scatto, e il libro cade a terra, un tonfo nel vuoto.
I suoi occhi corrono nel crepuscolo, la luce che scompare ogni istante. Il buio della casa è l'unica cosa che le punge gli occhi, mentre sente la voce morirle in gola.
Rimane immobile, e il silenzio è ancora l'unico suono che sente. Per un attimo crede ad una allucinazione, uno scherzo di quella calligrafia spigolosa e di quelle parole.
Dentro di sé lo sente, il seme del dubbio che si deposita, l'indecisione, la paura stessa di muoversi, e le luci della sera che scompaiono, il buio della prima ora della notte.
Trattiene il respiro.
Non un suono.
Ritrova coraggio dopo quelli che nella sua testa sembrano anni, e si avvicina alla porta della stanza.
La casa sembra non ricordarla: non è il luogo dove ha passato buona parte della sua esistenza, non vede gli scaffali nell'ingresso, o quelle chincaglierie regalo della vecchia nonna che non ha mai avuto il coraggio di buttar via. Si muove a tentoni.
Arriva nel piccolo salotto, con il grande specchio che riflette anche nel buio. Vede la sua silhouette sulla superficie, e sembra che il suo corpo galleggi , sulla superficie dello specchio, come se fosse bagnata e la corrente volesse trasportarla via.
Come Ofelia… mormora qualcuno nella sua testa.
"è solo pazzia" vorrebbe dire.
Accende la luce e un grido le more in gola.
Non trova la voce.
Lui la guarda, poggiato accanto allo specchio.
Ha gli occhi neri, ed è vestito elegante. Come l'ultima volta.
Non sa quando lui ha cominciato a farsi vedere, solo che da un momento all'altro non era più quell'informatico che l'aveva ingannato mesi prima, ma l'uomo all'angolo della strada, vestito elegante, fin troppo fuori luogo quando lei passava. Sherlock lo descrive come "Un ragno al centro di una ragnatela di criminalità". Un uomo che non esiste e che tutti conoscono.
James Moriarty è simile alla parola che sai, ma che rimane ancorata alla punta della tua lingua, alla sensazione che sai sarà realtà ma che alla fine ignori. Ti striscia addosso e ti oscura. Ti brucia. Molly Hooper ha sempre avuto paura di lui e di quei suoi sguardi, quelli che continuava a lanciarle, nascosti e irreali, nell'ombra di un vicolo.
"Ti è piaciuto il mio regalo, Molly?"
La sua voce echeggia nella stanza, mentre si allontana da muro e fa qualche passo verso di lei.
"è un ottimo saggio. L'ho letto tutto d'un fiato sai? Sarà che Ofelia mi è sempre stata simpatica: è sprecata per uno stupido come Amleto"
Molly sente il cuore batterle veloce, l'adrenalina salirà.
Ha paura e sa che lui lo sente, come un'animale.
Prova a ricordare quelle poche parole che Sherlock le ha detto, su quel James Moriarty, tra un paio di cadaveri e un sospiro. Ma la sua mente inciampa su se stessa, nella sua paura, nella follia nella voce dell'uomo.
"Andiamo cara: il gatto ti ha mangiato l lingua per caso?"
La sua voce è una cantilena costante, sembra uscita da qualche vecchia cassetta di fiabe. La voce di un narratore matto, un menestrello, un buffone.
Eppure davanti a lei c'è una delle menti più geniali che il mondo abbia mai conosciuto.
"C…"
Il battito stesso del suo cuore le impedisce di parlare. corre, veloce, troppo. Lui è sempre più vicino, e Molly si sente in gabbia.
"Cosa vuoi da me?" sussurra, mentre lui le posa una mano sul collo.
Alza gli occhi e la trafigge.
Lui ghigna, e la guarda.
"Te lo ho scritto, Molly Hooper"
Lei non capisce. Ci sono sole le iridi nere che la fissano.
"Sii la mia piccola…."
la mano scendo sul collo, in quella che sembra una carezza, mentre gli occhi dell'uomo la fissano, troppo vicini.
"Dolce…."
Molly è completamente succube.
Tutto intorno a lei è Moriarty. Il cielo, il soffitto, lo specchio che assiste alla scena. Improvvisamente sente tutto il calore di quel corpo, oltre il sorriso disegnato sulle labbra. Lo sente intorno a sé, a un passo dalle labbra, negli occhi, nel cuore.
Tutto è Moriarty e lei non può farci nulla.
"Innocente…."
Lei prova ad allontanarlo, ma la sua presa è salda e una risata interrompe il movimento delle sue mani sul collo.
Si dimena, e prova a gridare, a divincolarsi.
Ma lui si avvicina, e posa le labbra sul suo orecchio.
Molly rimane tra lui e la parete la testa intrappolata sopra la sua spalla.
Il suo riflesso la guarda dallo specchio, e ancora sembra acqua.il suo viso sofferente, pallido, è bagnato. Il corpo coperto di veli. le guance bagnate. Moriarty la corrente che la trascina via.
"Ofelia"
Ed è un sussurro.
Sente le labbra di lui scivolarle addosso e le sue mani toccarle le spalle.
Tutto come è iniziato finisce, e Molly si ritrova in ginocchio davanti a lui, contro il muro, lacrime che non ricordava di aver versato lungo le guance.
Lui si china davanti a lei.
Le prende una mano.
"Non aver paura. Consideralo il mio addio, Molly Hooper."
Si avvicina ancora, la guarda negli occhi, e le bacia le labbra, senza irruenza.
Impalpabile come il vento di Norvegia.
Come Ofelia che muore.
Molly tiene gli occhi spalancati, e non vede niente.
Lui si allontana.
"Devo andare. Una caduta, un brutto affare sai? Promettimi solo una cosa, Molly Hooper: aspetta a cadere dal Salice. Lascia che sia io ad aprirti la strada"
Si alza e poi senza guardarla esce dalla stanza.
Lo sente fischiettare, e solo quando la porta si chiude, Molly comincia a singhiozzare.
Alza gli occhi. Lo specchio la fissa.
Acqua, ninfee, correnti.
Le vede ma non ci sono.
"è solo pazzia" vorrebbe dire.
Si alza, e si avvicina allo specchio.
Eccola lì, Ofelia con la pelle bianca, gli occhi scuri spalancati.
Paura.
Lo specchio poco dopo è in pezzi.
La mano di Molly sanguina sul tappeto.
Alla fine non è successo niente. Nulla di importante, nulla di grave. Come nell'Amleto, ricorda Molly con una risata.
I frammenti dello specchio la guardano dal pavimento, e Ofelia è scomparsa.
Molly Hooper piange in cento riflessi.
**
Quando Molly Hooper rivede Jim Moriarty lui ha lo stesso sorriso di quella sera.
La guarda con gli occhi spalancati, e Sherlock Holmes accanto la scruta.
Non dice nulla. Lui non è tipo da chieder "Va tutto bene?" No, lui ha già capito.
I tagli sulla mano fanno ancora male.
Moriarty sorride. Per l'ultima volta. Per sempre.
***
Sinceramente non sono convinta. Credo di poter fare di meglio, ma ve la do in pasto comunque, sono autolesionista!
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
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