Perchè casa non è ovunque.

di FereNike
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Mentre salivo in auto e mi chiudevo la portiera alle spalle, non potevo fare a meno di pensare che la notte appena trascorsa era stata l'ultima nella mia casa, dentro la mia stanza che consideravo una fortezza.
Quante volte in quella piccola camera avevo pianto?
Quante volte avevo gioito?
Quante volte mi ci ero rifugiata lasciando fuori da quelle mura tutto il mondo?
In più di dieci anni, tante e tante volte era successo.
Lì, sul mio morbido letto, ero rimasta sveglia fino a tardi a divorare pagine su pagine di libri, riviste e tutto ciò che poteva essere letto.
Lì, titubante, avevo dato vita alle prime righe su carta.
Lì, mi ero infilata le cuffiette nelle orecchie e sulle note delle canzoni che più amavo, avevo viaggiato in luoghi fantastici, vissuto situazioni surreali, rivisto persone che non potevo più incontrare nella vita di tutti i giorni.
Avevo sognato ad occhi aperti, insomma.
Ed ora che la macchina si era fermata e avevo varcato la soglia di quel posto dove a quanto pare avrei dovuto vivere d'ora in poi, non potevo far altro che osservare ogni cosa con sguardo critico e contrariato.
La casa era davvero graziosa, dovevo ammetterlo, seppur solo a me stessa per il momento.
Le stanze erano luminose e ventilate da una naturale brezza.
Era tutto nuovo.
Questo però non mi bastava.
Non volevo essere lì, volevo tornare indietro.
 
Mi avevano detto che eravamo arrivati a casa, ma noi già ce l'avevamo una CASA e non era quella.
 
 
Per tutti coloro che come me non si sentono a casa ovunque.




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