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The Cruellest Month
[Prologue]
Inspira.
Espira.
Inspira.
Respira.
Respira, dannazione!
Stai calma. Dipende da te. Dipende tutto da te…
No, no, no, no…
<< Sakura. >>
…No, no, no.
<< Sakura, adesso devi calmarti. >>
<< No… No… >>
Sangue. Troppo sangue.
Emorragia arteriosa. Pressione intermedia. Livello di distribuzione del chakra,
40%.
Di più, dannazione, di più! Così non basta! Così
non è abbastanza… Così… Così non…
<< Sakura! >>
Era l’alba da poche ore.
Il sole era sorto sotto una spessa coltre di foschia. I suoi raggi erano deboli,
e irradiavano una luce azzurrina e fredda.
La ragazza inalò dalla sigaretta accesa, contemplando con aria assorta
il paesaggio di fronte a lei.
Non si vedeva nulla, a parte le lontane montagne a Nord di Konohagure…
<< Ehi. >>
Una voce la fece sussultare, e lei si voltò. Ghignò alla
vista della kunoichi che avanzava nella sua direzione. Lo sguardo afflitto coperto
dalle ciocche di capelli rosa, non lasciavano dubbi.
<< Fronte spaziosa. >>, constatò con il solito tono
beffardo.
La ragazza alzò un poco la testa, l’irritazione evidente negli
occhi verdi. Con una smorfia, sbuffò, e si sedette di fianco lei, sul
muretto.
Se non rispondeva neanche alle provocazioni, doveva essere davvero preoccupata.
Silenziosamente, le offrì un tiro dal moncherino.
Lei scosse la testa.
<< Lo sai che quella roba non la sopporto. Non so davvero come tu
faccia… >>
<< Shikamaru. >>, fu la risposta immediata. Ino ghignò,
un lieve rossore visibile sulle sue guance.
Non c’era nessuno. Non un suono, non una persona. Il villaggio sembrava
essersi fermato, in attesa. Perché loro non erano ancora tornati.
<< Incredibile come quel tipo ti abbia influenzata. >>, borbottò
Sakura.
<< Allora, piagnucolona, cosa vuoi? So perfettamente che non sei
venuta fin qua per parlare della mia relazione con Shikamaru. Hai un faccia
che spaventerebbe anche il Kazekage. >>
<< Davvero?! >>, esclamò lei sconvolta, portandosi istintivamente
le mani al volto.
Ino rise, lasciando cadere la cicca di sigaretta al suolo.
<< Andiamo, non puoi essere così preoccupata! Se la caveranno.
Dopotutto, se la sono sempre cavata. >>
<< Sì, lo so, ma… >>
<< C’è anche Sasuke, con loro. >>, la interruppe
improvvisamente Ino
<< Da quando nutri tutta questa fiducia in lui?! >>
<< Oh, non essere gelosa, fronte spaziosa. E’ una semplice
constatazione. Si tratta comunque di uno dei ninja più forti del villaggio.
Forse il più forte in assoluto. >>
<< Heh. Sì, è vero. – Sakura si interruppe, le
sopracciglia aggrottate, come avesse ricordato qualcosa – Da quando…
Da quando lo chiami così? >>
<< Eh? Che vuoi dire? >>
<< Sasuke, e non Sas’ke-kun. >>
<< Ah, quello. Semplicemente non mi interessa più. Dopotutto,
ho smesso di corrergli dietro come una scema, io. >>
<< Già… >>
<< Tu invece sei la solita anima romantica. >>, ghignò
con una smorfia di scherno.
<< Non è così. So che lui… Non mi guarderà
mai. Non in quel modo. Durante tutti questi anni, siamo arrivati a un rapporto
di amicizia, e Naruto mi tranquillizza sempre dicendo che… >>
<< Ti tranquillizza?! Naruto? >>
<< Beh, sì. >>
<< Cioè… Quando sei in pena per Sasuke, ti sfoghi con
lui? >>
La ragazza arrossì leggermente: << Certo. E’ il mio
migliore amico, dopotutto. >>
<< Fronte spaziosa… Tu non capisci proprio nulla! >>
<< Eeeeh? >>
<< Lascia perdere, lascia perdere! >>, sbottò Ino scuotendo
la testa.
Seguì tra loro qualche minuto di silenzio. Le nubi si scurivano
sempre di più. Il sole non accennava a comparire. Troppo freddo, per
essere Aprile.
<< Pensi che arriveranno presto? >>
<< Smettila di preoccuparti. E’ sempre andata bene, anche questa
volta sarà così. >>
<< E’ appunto questo. >>
<< Che intendi? >>
<< Ho come l’impressione che fino ad adesso, le cose siano
andate sin troppo bene. Tutte quelle missioni… Non è mai successo
nulla, è vero. Ma ogni volta che li vedo allontanarsi, ho il presentimento
che qualcosa stia per accadere. Che si sempre più vicino. >>
Sakura si fermò, mordendosi le labbra con forza.
<< Non è strano, che finora non sia accaduto nulla? Appunto
per questo, prima o poi dovrà succedere qualcosa! Loro sono forti, è
vero. E io ho fiducia in tutti quanti. Ma anche così, nulla toglie che
noi siamo ninja. Molti sono morti. E la guerra non è ancora terminata…
>>
Ino strinse le labbra in una linea sottile, e abbassò gli occhi.
Sì, molti si erano sacrificato per Konoha…
Sakura si accorse dell’espressione del suo volto, e trasalì: per
un attimo, aveva quasi dimenticato. Era passato molto tempo.
<< Non dire niente. >>, la anticipò l’altra, con
un sorriso storto.
E non lo fece.
<< Torneranno, non è vero? >>
<< Certo. Arriveranno sicuramente, da un momento all’altro.
>>
Era una bugia, non è così?
<< Sakura! >>
Questa volta, insieme al richiamo, giunse uno schiaffo in pieno viso.
<< Tsunade-sama… >>, riuscì soltanto a mormorare la
ragazza, sconvolta.
<< Sarebbe questa la tua serietà in quanto ninja medico? Hai delle
vite che dipendono da te, e l’unica cosa che riesci a fare è andare
nel panico. Dovresti vergognarti, Haruno. >>
Non riuscì a dire nulla.
<< Vattene. Non abbiamo bisogno di te. >>, la voce della quinta
Hokage era dura e tagliente, e Sakura non riuscì a sostenere quello sguardo
su di sé.
Come quando era un’inesperta apprendista.
Ma erano passati molti anni, da allora.
Adesso lei era Sakura Haruno. Aveva diciotto anni. E avrebbe fatto ogni cosa
in suo potere, per salvare la vita di un amico.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvare Naruto Uzumaki.
<< No. >>
La sua voce, adesso aveva smesso di tremare, e i suoi occhi erano determinati.
Aveva paura, ma adesso era pronta.
Tsunade la scrutò per qualche secondo, gli occhi duri e taglienti come
il ghiaccio.
<< Non fallire. >>
Non era una richiesta. Era un ordine.
<< Questa sezione dell’ospedale rimarrà sotto la custodia
di Sakura Haruno! Siete tutti sotto la sua direzione. >>, gridò
rivolgendosi a tutti i ninja medici nella stanza.
Sakura si voltò velocemente, impastando il chakra necessario a cicatrizzare
le emorragie principali, che aveva individuato nell’addome e sull’arteria
del collo. Si concentrò, respirando profondamente.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
Respira.
Lui vivrà.
Perché l’ho deciso.
* * *
Il cielo era ancora fosco e nuvoloso. La luce del mattino andava sfumando nella
brezza serale, troppo fredda per quella primavera che tardava ad arrivare.
Ino Yamanaka si strinse nelle spalle, rabbrividendo leggermente. Ancora una
volta, si trovò a lanciare occhiate di sfuggita alla porta che dava sulle
corsie principali dell’ospedale.
Chouji era morto poche ore prima.
E lei l’aveva capito immediatamente.
L’aveva guardato negli occhi, mentre Shikamaru lo trascinava a casa per
l’ultima volta, e i suoi erano gli occhi di una persona che stava morendo.
Shikamaru era crollato pochi secondi dopo, collassato fra le sue braccia.
Loro erano tornati. Ma le cose, non sarebbero più state le stesse.
<< Torneranno, non è vero? >>
<< Certo. Vedrai, da un momento all’altro… >>
Sakura sorrise, sollevata. Ma quel sorriso non fece in tempo a spegnersi,
che un grido si levò, proveniva dall’ingresso del villaggio. L’espressione
della ragazza si fece improvvisamente angosciata, e si voltò di scatto
verso l’urlo.
<< Cos’è successo? Cos’era quello? >>, sussurrò
con voce stridula.
<< Andiamo a vedere, muoviti! >>
Corsero alla porta principale.
Corsero per avere conferma delle proprie speranze. Per sapere che stavano tutti
bene. Dovevano stare tutti bene. Volevano vedere Naruto sorridere come sempre,
trionfante, e Chouji lamentarsi per la fame, Shikamaru fumare con aria disinvolta,
Sasuke dare il solito sguardo di sfuggita, nonostante tutti sapessero che fosse
felice di tornare a casa.
A casa. Erano tornati a casa.
<< Shikamaru! >>, Ino si buttò verso di lui, appena
lo scorse.
Sakura, invece, rimase pietrificata nella sua posizione. Non è che
non volesse muoversi. Semplicemente non poteva. Non poteva farlo, perché
quello non poteva essere vero.
<< Sakura… >>, la voce di Sasuke era roca, ma diversa
dal solito. E i suoi occhi… Sembravano quasi sofferenti.
Sasuke che non la guardava mai. E ora la stava fissando.
Anche Hinata, di fianco a lui, la guardava. Non aveva detto nulla. La guardava
e basta.
E Naruto… Perché lui non diceva niente? Era sempre il più
confusionario, il più rumoroso, la assillava specialmente quando non
la vedeva per un periodo di tempo.
E invece adesso se ne stava lì, immobile, trasportato a peso dalla giovane
Hyuuga e dall’Uchiha.
Non aveva alzato neanche la testa.
Il sangue… Possibile che?
No. Il sangue continuava a scorrere. Continuava a scorrere. Quindi era vivo.
E sarebbe vissuto, ancora.
Sakura si sforzò di muovere le gambe, rigida e impacciata.
<< Sakura-san, mi dispiace. I-Io non sono riuscita a fare nulla per
Naruto-kun, e… >>
<< Hinata. Pensi di riuscire ad arrivare fino alla torre dell’Hokage?
>>, la voce di Sakura era fredda e composta. Ma nonostante questo, tremava.
<< S-sì. >>
<< Avvisa la Maestra Tsunade. Dille di mandare una squadra. –
la sua voce s’incrinò – E ti prego… Corri più
veloce che puoi. >>
Hinata annuì brevemente, prima di lasciare il braccio di Naruto,
e sparire in lontananza.
<< La missione è fallita. >>, la voce di Sasuke era
tornata incolore, ma lei sapeva ciò che intendeva realmente.
‘Mi dispiace.’
<< Rimetteremo le cose a posto, Sasuke-kun. >>, mormorò
lei, quietamente, incominciando ad esaminare le ferite del ragazzo.
Lui non rispose. Come sempre.
E mentre il sangue macchiava inesorabilmente le sue mani, mentre i rinforzi
della squadra medica arrivavano trafelati, mentre i feriti venivano scortati
nell’ospedale, ci fu qualcosa che Sakura non vide…
Ino fece sprofondare la testa fra le mani, come ogni particolare di quella
dannata mattina le tornava alla mente con dolorosa chiarezza. Era successo tutto
così in fretta. E allo stesso tempo, a una lentezza agghiacciante.
Un attimo prima sorrideva inconsapevole e sicura di sé, a rassicurare
i timori – a suo parere – completamente ingiustificati di Sakura,
guardando il fumo tracciare vie nell’aria. Era certa che presto sarebbero
tornati, e tutto sarebbe rimasto sempre uguale, sempre felice, come sempre…
Alzò lentamente la testa, gli occhi che brillavano leggermente nella
semioscurità.
E invece le era bastato guardare gli occhi di Shikamaru… E aveva capito.
<< Shikamaru! Ehi, andiamo, guardami! Cos’è successo?!
>>
Lui non rispondeva. Il corpo di Chouji gli giaceva ai piedi, e lui teneva
lo sguardo fisso al suolo.
Ma Ino non se ne preoccupava. Sapeva che si sarebbe rialzato, come sempre. Al
momento, voleva sapere cos’aveva lui.
<< S-Shikamaru…? >>
Però, quando vide i suoi occhi…
<< Non è possibile… >>
…Capì che sarebbe stato meglio non sapere.
<< No! >>
Ino si accasciò al suolo, singhiozzando convulsamente.
Shikamaru, ancora in piedi, non la guardava. La sua voce era ferma… Ma
lei poteva esser certa che stesse piangendo.
<< E’ morto. >>
Shikamaru aveva trasportato un cadavere.
<< Yamanaka-san. >>
La voce formale e ma leggermente timorosa di un’infermiera la fece sobbalzare,
e Ino si voltò di scatto verso la porta del corridoio, dove la ragazza
faceva capolino.
<< Dimmi. >>
<< V-Vedi, la maggior parte del personale è impegnato, e abbiamo
bisogno del contributo di qualcuno per dei Medic-jutsu, quindi Tsunade-sama
ci ha mandato a chiederti se… >>
<< Il mio livello di conoscenza dell’arte medica è minimo.
Non vedo come potrei esservi utile. >>, borbottò lei sbrigativamente.
<< Ma… No, ecco, è soltanto per alcune ferite superficiali,
e poi c’è la frattura di Uchiha-san. Noi non siamo ancora autorizzate,
e tutti i sempai sono impegnati con… Loro. >>
Shikamaru, Naruto, Hinata.
Da quel che sapeva, anche Kakashi, Lee e un paio di Ambu erano restati coinvolti.
Chissà dove si trovava il corpo di Chouji?
<< Va bene. Verrò. >>
La ragazza assentì, guidandoli per i corridoi. Fra le camere c’era
un gran trambusto, persone che si affaccendavano da tutte le parti. Molti di
loro avevano le mani coperte di Sangue, ma Ino lo notò solo vagamente,
troppo confusa ed estraniata.
Ma quando varcò la soglia della stanza 108, e vide lui, l’invincibile
Sasuke, il ragazzo che aveva ammirato per tutta l’infanzia, immobile su
quel letto, tornò ad essere padrona di sé stessa.
Non aveva potuto fare nulla per gli altri, ma ora che ne aveva la possibilità,
non avrebbe lasciato perdere.
La ragazza mormorò qualche parola che lei non sentì, e si dileguò
dalla porta.
Sasuke respirava a fatica, il sangue rappreso sulla pelle bianca, segnata dalle
numerose ferite. Aveva gli occhi chiusi, ma le sopracciglia erano aggrottate,
e ogni tanto muoveva la testa a piccoli scatti, mormorando parole inudibili.
Ino si concentrò, richiamando al meglio che poteva tutte le tecniche
mediche che aveva imparato in quegli anni: lei non era stata sotto il diretto
insegnamento della suprema Tsunade, ma aveva imparato le basi, e qualcosa di
più.
Notò subito che aveva una febbre molto alta, sicuramente dovuta alle
infezioni. Abbassò attraverso la concentrazione del chakra la sua temperatura
interna, e poi si diede da fare per accelerare il processo di cicatrizzazione,
e risaldare l’osso del gomito, che sporgeva dalla carne viva, sotto le
bende accuratamente legate.
Opera di Hinata, certamente. Non doveva aver avuto sufficiente chakra a curarlo.
Ma per quello ci avrebbe pensato lei.
Quasi un ora dopo, aveva concluso.
Ino si asciugò il sudore che le colava dalla fronte, esausta, e si sedette
su uno sgabello di fianco al letto. Fece qualche profondo respiro, cercando
di calmarsi.
La stanza era avvolta nel più completo silenzio. Il suo respiro era pesante
e rumoroso, al confronto, Sasuke sembrava quasi non respirasse.
E lei preferì controllare.
Si avvicinò lentamente, sicura che si sarebbe svegliato da un momento
all’altro, per guardarla con i soliti occhi freddi e pieni di disprezzo.
Però, fintanto che lui dormiva, lontano, fintanto che non poteva neanche
immaginare che lei fosse lì…
Con una mano traccio il contorno del suo viso, la pelle ruvida e tagliata dalle
ferite, semicoperta dal respiratore. Con i segni violacei delle profonde occhiaie,
e i capelli sporchi e incrostati di fango, non sembrava più così
bello e irraggiungibile come ogni volta che l’aveva guardato da lontano,
ma bensì umano: anche lui poteva cadere, anche lui poteva essere sconfitto.
Tutti loro, erano stati sconfitti. Anche lui poteva trovarsi così, incosciente
e distrutto su un letto d’ospedale.
Le parole di Sakura le rimbombarono nella mente, come il ricordo di un sogno
lontano, e non la memoria di poche ore prima. Prima o poi…
<< Eppure, non l’avrei davvero creduto possibile, Sasuke…kun.
>>, sussurrò lentamente, continuando ad accarezzargli il viso.
* * *
Primo capitolo, yay! °___°
Questa è una commissione per Federica, che ha avuto la geniale idea di
suggerirmi questo ancora più geniale pairing: Sasuke/Ino!
Sì, lo so, molti di voi lo detesteranno, ma a me piace troppo per tirarmi
indietro. Altre coppie probabili, NarutoSakura, ShikamaruTemari,
forse qualcosa con Hinata. Devo decidere.
QueSia il titolo della storia, che dei vari capitoli a seguire sarà ispirato
alle 52flavours della LJ community [grazie a RosS, quindi!^^], saranno circa
16 in tutto. Spero di farcela!
E con questo, commissioni chiuse per ora.
Fatemi sapere.
suzako
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